E bella la mia zoccola nonna

Avevo litigato con mia madre e con papa, la solita storia, io volevo fare una cosa e loro pretendevano che dovevo fare quello che volevano loro, erano i loro sogni, sembrerà strano in questi tempi. Mi piaceva la terra, coltivarla, allevare bestiame e andavo matto per i cavalli. Mi ero iscritto alla facoltà agraria, apriti cielo, la guerra in casa, avevo risposto male a tutti e due, mi ero chiuso in camera mia, più tardi mamma mi chiamo.

– Luca vieni a tavola e pronto.

– Non ho fame lasciami stare.

Dopo alcuni minuti, di nuovo bussarono.

– Lasciatami stare.

– Luca sono nonna Valentina, aprimi.

Solo a sentire il suo nome mi rallegrai e la feci entrare, come era bella, sempre elegante, ben curata, e raro che viene in città da quando il nonno non c’è più, lei manda avanti la tenuta da sola, c’è un amministratore, si pensa che ruba, fa la cresta su tutto. La mia passione per la terra mi e stata trasmessa dal nonno.

– Nonna, posso venire a passare un po’ di tempo da te? Qui va a finire che si litiga tutti i giorni, a me non piace fare il lavoro di papa.

– Certo che puoi amore.

Si chino verso di me, mi bacio sulle guance sulla fronte, io ricambiai e con l’intenzione e il desiderio forte, la baciai sulla bocca, restammo fermi per un po’, provai a passargli la lingua tra le labbra ma si stacco e sorridendo, facendo il segno come di rimprovero si alzo e disse

– Vieni ci aspettano.

Pranzai in silenzio, ero seduto vicino a lei e gli toccai il ginocchio con il mio come se era casuale, ci restai, e lei poteva scostarsi, non lo fece, attesi con il timore, si poteva arrabbiare, malgrado la paura mi ero eccitato. Misi la mano sul mio ginocchio con la scusa che mi grattavo, toccai anche il suo, misi la mano sul ginocchio e non si mosse, sali un po’ più su, guardai, gli avevo scoperto un bel po’ di coscia, feci cadere il coltello, mi chinai per raccoglierlo e nel farlo gli diedi un bacio sulla coscia. Mi rimisi seduto, lei mi guardo e sorrise, fu lei a prendere l’iniziativa.

– Luca, la scuola e finita, ti va di venire un po’ da me?

– Per tutto il tempo che vorrai.

Rispose mio padre.

– Mamma portalo con te, deve lavorare non fare le vacanze, deve capire la vita che fanno gli agricoltori.

– Me la vedo io. A te non piaceva ma se a lui piace lascialo fare, a chi lascio quello che ho? Tutto quello che mi hanno lasciato i miei e tutto il lavoro mio e quello di tuo padre? Non ho altri eredi, se lui può continuare sarò felicissima di lasciare a lui tutta la mia proprietà. Luca preparati la borsa che andiamo.

Non me lo feci ripetere, volai in camera mia e preparai il borsone.

– Nonna sono pronto, andiamo?

– Dai ti aspetto giù.

Non salutai i miei, ero sicuro che mamma ne avrebbe sofferto, poi la chiamo. Attesi vicino all’auto, nonna da quando avevo preso la patente mi faceva guidare, mi aveva promesso l’auto se andavo bene agli esami, glielo devo ricordare, ma adesso devo pensare a lei, basta a farmi le seghe pensando a lei, io la voglio e desidero scoparmela.

– Pronto? Partiamo! Lo so che vuoi guidare ma mi devo fermare per un commissione, dopo te la lascio.

– Come vuoi tu.

– Poi a casa mi spieghi cosa cerchi, hai fatto due cose nuove e strane.

– Vuoi che ne parliamo adesso?

– No a casa tra poco arriviamo.

Guardai dove eravamo arrivati in quel momento, non guardavo dove eravamo, parcheggio fuori a un auto salone, due ore dopo mi aveva preso l’auto nuova, adesso capivo il motivo di tante domande che tipi di auto e così via.

– Nonna grazie! Grazie!

Eravamo lontano dagli occhi indiscreti, la baciai per tutto il viso e mi soffermai sulla bocca, gli passai di nuovo la lingua tra le labbra, meraviglia mise la sua leggermente fuori e tocco la mia.

– Luca siamo due incoscienti, per fortuna nessuno ci ha visti, andiamo.

Notai che era allegra e io più di lei, tra dieci giorni mi consegnavano l’auto. Arrivati a casa, portai il bagaglio in camera mia e lei mi venne dietro.

– Luca, non credi che mi devi spiegare cosa stai combinando e cosa vuoi? Ti sembra normale? Spiegami.

La guardai sfrontato.

– Nonna ti prego non ti arrabbiare, mi hai reso felice e non solo per l’auto. Presi il suo viso con tutte e due le mani, sono felice, e molto di più nel baciarti. Non gli diedi tempo, la baciai gli diedi la lingua, lei l’accolse, ebbe inizio il gioco di lingue, gli misi la mano dietro alla schiena, la strinsi forte lei ricambio e mise le mani dietro alla mia nuca, misi la mano sul fianco e lentamente scesi sino a pretendere l’orlo del vestito e lo sollevai. Che sensazione stupenda, ero così eccitato che il cazzo pressava contro i jeans… Mi doleva, la nonna aveva i collant, li odio quei così, mi sembra che indossano delle corazze, cercai invano di abbassarle, lei mi respinse delicatamente, mi guardo e sorridendo mi disse.

– Caro mio ti rendi conto che ci siamo baciati come due amanti e hai la mano sul mio culo?

– Lo so e mi piace tantissimo baciarti e toccarti. Ci baceremo ancora? Dimmi di sì ti prego.

– Vedremo, adesso togli la mano dal mio culo.

Mi lascio solo, ero al settimo cielo, di sicuro si scopava, io non l’avevo mai fatto, sapevo tutto tra film porno e storie di sesso lette internet, mi ero fatto una cultura, apri il portatile iniziai a lavorare, quando arrivo nonna con un vassoio.

– Luca fai uno spuntino, dimmi e difficile usare questo aggeggio?

– Nonna ti posso insegnare, per quello che fai tu ci vuole poco.

– Domattina usciamo e lo compriamo, adesso mangia. Dopo mi aiuti? Devo andare dall’amministratore, ti aspetto fuori.

Si chino e mi bacio a stampo sulla bocca, e usci ridendo. Dopo cena aiutai a rassettare.

– Luca guardiamo la tv, vedi se trovi qualcosa che ti va bene.

Andai nel salone, poco dopo arrivo e si mise al mio fianco, indossava un vestito da casa di quelli leggeri, abbottonato davanti e con gli ultimi due sbottonati, sedendosi scopri un bel po’ le cosce, il mio sguardo era diretto alle cosce.

– Che fai? Non ti interessa il film?

– Devo essere sincero e più bello guardare te.

Non risposi, mi distesi, poggiai con la testa sulle sue cosce, lei mi accarezzo il viso e io gli diedi un bacio sulla coscia. Iniziai a salire baciando, con la testa spinsi il vestito verso su, non saliva, così lo sbottonai, visto che non obbiettava mi agevolava, mi inginocchiai davanti a lei, misi la testa nel mezzo delle cosce e vidi il paradiso, indossava delle mutandine rosa, quelle minuscole, presi l’orlo e tirai giù.

– Amore aspettami in camera da letto, ti raggiungo tra pochissimo.

Spensi la tv andai in camera della nonna, restai in attesa, dopo un po’ di tempo arrivo indossava una vestaglia, sorridendo si distese sul letto.

– Vieni amore, ho perso la testa, abbracciami.

Iniziammo scambiandoci piccoli baci, gli diedi la lingua, misi la mano tra le cosce e scopri che era senza mutande, le apri quel tanto da permettermi di esplorare la fica, per me era la prima volta che toccavo una donna, nella realtà, nella fantasia a masturbarmi ne avevo toccato centinaia.

– Amore ti guido io, questo che senti sotto le dita e quello che mi devi stuzzicare, se vuoi darmi piacere.

– Nonna, e quello che devo leccarti?

– Si amore se vuoi leccarmi la figa mettiti nella posizione giusta che io possa succhiarti il cazzo.

Mi girai come mi aveva chiesto, mi fece mettere di sopra, vedere le cosce aperte e con la figa depilata mi delizio la vista, cercai il clitoride con la lingua e lo trovai iniziai a leccarlo mentre lei mi leccava il cazzo, lo prese in bocca e mi sentivo bene. Se era cosi fare l’amore, mi dedicherò solo alle donne, continuavo a leccare, lei mi chiese di mettergli due dite nella fica e di chiavarla, ad un tratto senti che mi passava le dite, vicino al mio buco di culo, lascio il cazzo e si dedico alla palle, lasciava le palle, prendeva il cazzo.

– Amore basta, vienimi sopra e chiavami, scopami forte e tanto tempo che non ricevo un cazzo in fica.

Mi distesi su di lei, prese il cazzo e lo guido, m’invito a spingere, entrai in lei, prese la mia testa con tutte e due le mani e mi baciava dappertutto.

– Scopami amore mio, che bello e sentirti su di me e dentro di me, ho la fica piena di godimento, e un fiume in piena. Cosi! Chiava forte non avere timore, mi piace sentire il cazzo che mi martella l’utero. Fammi morire di piacere amore mio. Cosi ahh godoo, chiava forte e sborrami in fica, Cosi amore.

E gridai con lei il mio piacere, sborra, era la mia prima scopata e fu una meraviglia, dopo averci dato una rinfrescata ricominciammo a scopare.

– Amore mio mi hai distrutta, per questa notte basta, non sono più una ragazza, sono sfinita ma contenta, domani avremo tempo.

L’indomani mattina ci recammo al paese e comprammo il portatile, gli dissi di fare il contratto per avere internet. Attendevo la sera per ritornare a scopare, guardando i film porno aveva visto che si facevano delle inculate stupende, pensai questa sera ci provo. Senza farmi scorgere portai della crema per il viso in camera sua, la misi sotto al letto dalla parte mia. Tutto il pomeriggio lo passai a fargli scuola per il computer, dopo cena voleva continuare, non ero d’accordo, cosi, la presi per i fianchi.

– Amore basta con il computer, adesso voglio andare sul letto. Ti voglio! Devo leccarti dalla testa ai piedi, e molto di più fica e il tuo buco del culo. Andiamo! La presi per mano e andammo in camera da letto.

– Tu vuoi farmi morire, non sono più una ragazzina.

– Morire sì, ma di piacere!

L’ aiutai a spogliarsi e mi spogliai anche io, iniziammo con un sessantanove, dopo un po’ la feci mettere a pancia sotto, gli allargai le natiche, il buco del culo leggermente scuro, sembrava che pulsava, provai a mettere la lingua e continuai a leccare.

– Amore chi ti ha insegnato di fare questa pratica, e bello mi sento svenire. Alla mia età sto provando cose mai prima d’ora, continua che bello. Si amore, che mi stai facendo? Cosa mi hai messo?

– Aspetta e vedrai come sarà bello.

Gli avevo passato la crema, mi unsi anche il cazzo, mi distesi e guidai il cazzo vicino al buco del culo e spinsi, la capocchia trovo la strada e mi fermai.

– Non dovevi mi fa male, in tutta la mia vita non lo avevo mai preso nel culo.

Entrai del tutto, mi fermai quando le palle toccarono il culo. Piano piano iniziai ad incularla, sentivo il mio cazzo stretto come in una morsa

– Nonna rilassati, non stringere il culo se non ti fa male.

– Vorrei vedere te con questo palo nel culo. Stai zitto e chiavami.

– Nonna ti sto inculando!

– Inculami, adesso mi scivola bene e mi piace. E bello anche prenderlo nel culo, continua amore.

Continuai per un bel po’, non resistevo più, gli sborrai tutto quello che avevo nelle palle e lei grido con me.

Restai da lei tutta l’estate, poi anche se non ero d’accordo dovevo fare ritorno, l’università iniziava.

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