Il mio cognato mi ha insegnato a fare l’amore

Ho letto recentemente su questo sito la storia di un uomo che scopava con sua cognata e quella lettura mi ha ricordato una parte della mia vita che tengo gelosamente nascosta. Anche se sono passati tanti anni, la ricordo nitidamente e questo riapre in me una ferita mai del tutto cicatrizzata. Tuttavia, questo ricordo suscita in me una strana sensazione di piacere e gli unici a conoscere come sono andate realmente le cose siamo io, mia sorella e mio cognato Sandro.
Tutto è cominciato tanti anni fa, Sandro è mio cognato, il marito di mia sorella maggiore che anche se ha i capelli bianchi fa ancora oggi la sua bella figura. All’epoca era un bell’uomo, una persona seria, amante della sua famiglia che sapeva di piacere alle donne. Mia sorella, una bella donna senza ombra di dubbio, gelosa fino all’ossessione, vedeva il povero Sandro sempre a caccia, ma non era così. Tuttavia, come ho avuto modo di constatare successivamente, Sandro non era insensibile al fascino delle donne se provocato. Io lo conosco da sempre e ne sono innamorata sin dagli anni della mia adolescenza. Lo vedo come il principe azzurro, sempre carino con me, sempre pronto a difendermi contro tutti, sempre presente per farmi delle coccole, ma mai un gesto fuori posto.
Arrivato il giorno del mio 17esimo compleanno, decisi che era arrivato il momento di fare sesso. Io avevo un fidanzato e Sandro era l’unico a saperlo. Con lui non ho segreti, è il mio confidente. Tuttavia, non sapevo cosa fare, o come fare e non potevo contare su Luca. Aveva già provato a mettere il suo coso tra le mie cosce, ma senza risultati. Volevo che la mia prima volta fosse memorabile, una di quelle cose che si ricordano con nostalgia tutta la vita.
Un pomeriggio, mentre mi trovavo in giro per il paese, vidi Sandro seduto al bar che chiacchierava con degli amici che conoscevo bene. Il nostro è un piccolo paese della Riviera Ligure dove tutti si conoscono, inoltre Sandro è molto conosciuto, fa parte di un sindacato e si interessa di politica del paese, oltre a non essere insensibile a tutte le donne.
Sto cercando di ricordare tutto ciò che ci siamo detti per arrivare a quel punto di non ritorno imprevedibile per me e forse anche per lui, ma ancora oggi sono convinta che se non lo avessi provocato, lui non avrebbe osato, anche se mi ha confessato che era da tanto che mi desiderava. Mi avvicinai per salutarli e dissi:
“Ciao Sandro, ciao a tutti.”
“La mia meravigliosa cognata, che ci fai in giro?”
“Niente di particolare, facevo un giro.”
“Dai siediti con noi, prendi qualcosa poi ti porto a casa.”
“Ok, prendo un gelato.”
Dopo una mezz’oretta mi disse “Anto, andiamo?”. Quindi salutai tutti, mi misi sotto il suo braccio e andammo verso la macchina. In macchina ero in silenzio e Sandro lo notò subito.
“Hey signorina, perché non parli? Cosa c’è che non va?
“Ti posso parlare apertamente?”
“Cosa sta succedendo Anto? Cosa hai combinato? Non sei mica incinta?!?”
“Ma cosa dici? Non ho mai fatto nemmeno sesso.”
“Niente niente, proprio niente, ma non ci prova… ma se non vuoi parlarne lo capisco sono cose tue.”
“No, è proprio di questo che vorrei parlare con te, vorrei sapere come fare. A Luca per adesso gli ho fatto solo delle seghe, ma lui vuole di più, e io penso che sia arrivato il momento, ma non so come comportarmi.”
“Anto, non c’è un metodo lasciati guidare dalla natura e vedrai che sarà piacevole, all’inizio sentirai un po’ male, ma passa subito, fidati.”
Non ne parlammo più per un mese circa, non eravamo mai soli. Un mattino a casa sua, andai per stare con mia nipote che aveva la febbre, perché Sandro aveva una riunione sindacale. Non appena entrai in casa mi tirò verso di se e mi chiese:
“Allora? Lo hai fatto?”
“Oh Sandro, che delusione, non mi è piaciuto per niente e quel che è peggio, è che tutte le volte che usciamo vuole farlo, due minuti due colpi e mi sporca subito, non è cosi che l’ho immaginavo.”
“Piccola sei sfigata, hai trovato l’uomo sbagliato, ma forse è solo poco esperto lui, prova tu a farlo calmare.”
“E come si fa?”
“Oh Anto, smettiamola per favore.”
“Perché, cosa ho fatto?”
“Tu niente, sono io che mi eccito a parlarne, non sono di legno.”
Si avvicinò, mi abbracciò e si strinse a me. Sentii il mio seno duro, non resistette e lo toccò.
“Anto che bel seno che hai.”
“Vuoi vederlo?”
E senza aggiungere altro sbottonai la camicetta e feci vedere le due tette meravigliose e grosse, ciascuna con un capezzolo lungo e duro.
“Dai succhiale un po’, Luca lo fa e mi piace.”
Ormai era partito, sentii il suo cazzo duro contro le mie cosce, lo afferrai e lo strinsi forte.
“Anto, vuoi fare l’amore? Vuoi sentirti donna? Vuoi godere?”
“Si lo voglio, voglio essere tua, voglio provare tutto, voglio sentirmi donna. Ti prego, fai quello che vuoi. Aspetta vado a vedere la bambina.
La piccola dormiva beatamente, quindi ritornò di là.
“Vieni, andiamo a lavarci!”
Mi portò in bagno e ci lavammo. O per meglio dire, prima mi ha spogliata e girata e rigirata toccandomi dappertutto, facendomi anche il bidè, poi si spogliò, si lavò e vidi il suo cazzo duro e dritto. Lo presi in mano, mi baciò affondando la lingua in bocca e succhiando la mia, e iniziò a massaggiarmi il culo soffermandosi tra le chiappe.
“Anto, sei fantastica, che belle tette che hai. Ora tesoro ho bisogno di venire, sono troppo carico vieni andiamo di là.”
Sul letto, stesa a cosce larghe, il suo cazzo si faceva strada dentro di me in modo lento e piacevole, poi cominciava un lento dentro fuori stringendo il culo tra le mani e con un capezzolo in bocca. Dopo un po’ sentii aumentare la velocità.
“Anto vengo, vengo!”
Si spostò da sopra di me e cominciò ad accarezzarsi il cazzo da solo, spruzzandomi sul seno e sulla pancia. Appena terminato, vidi il cazzo ancora duro e lui mi disse:
“No, dai amore pulisciti, non penserai di aver finito, siamo solo all’inizio.”
Una lavata veloce e lo raggiunsi sul letto, mi fece spalancare le braccia e mi appoggiò al suo torace. Sentii la sua mano scendere in cerca della mia fighetta, aprii le gambe e sentii le dita scorrere sul mio clitoride indurito. Lo strinse, alternandolo alle tette in bocca. Poi cominciò a scendere, leccando la pancia, l’ombelico e ancora più giù. Mi allargò le labbra e sentii la sua lingua leccarmi. 
“Oddio che bello, come mi piace!”
 Strinsi le cosce sulla sua testa per impedirgli ogni movimento, ma non aveva intenzione di andare da nessuna parte. Sentii il piacere salire fino al cervello.
“Si si si, mi piace! Che bello! Continua ti prego!”.
Ebbi un orgasmo che mi lasciò senza fiato, mi agitai da quanto era forte. Dopo essermi calmata, lui si stese vicino a me, mi prese la testa e la portò vicinissima al cazzo duro.
“Ti prego succhia, leccalo.”
Lo leccai, poi aprii la bocca, ma gli feci male con i denti. Lui si spostò e disse:
“Anto non devi usare i denti, fai come ho fatto io con te solo le labbra.”
Non ci misi molto ad imparare. Dopo aver preso il giusto ritmo, mi fece girare e riprese a leccarmi la fica. Stavo di nuovo per avere un orgasmo, quando sentii un dito entrare dietro. Mi diede un po’ di fastidio, ma lo lasciai fare e continuai a godere.
“Vieni Anto, sali!”
Mi mise sopra di lui mentre era disteso. Il cazzo entrò senza sforzo completamente nella mia fica. Non ci fu bisogno che mi dicesse nulla, per istinto iniziai a muovere il bacino in tutti i modi alla ricerca del piacere che non tardò ad arrivare. Non riuscivo a stare zitta, ero con le mani sulle sue spalle che mi impalavo con il suo cazzo da sola godendo.
“Si si sto godendo, godo godooo.”
Ancora una volta mi lasciò calmare e poi mi disse:
 “Girati!” 
Mi misi a pecorina, si spostò dietro di me e sentii il suo cazzo entrare nella mia fica. Con la mano mi toccò il clitoride, lo stava stimolando, e sentivo il suo cazzo affondare in un lago di umori. Sentii il dito entrare nel mio buchetto posteriore. Prima uno, poi due, infine tre, e lui mi chiese:
“Ti piace? Oh si, adesso ti faccio un po’ male…”
Sentii sfilare il suo cazzo, lo appoggiò sul culo e iniziò a spingere. Dopo la seconda spinta provai dolore e iniziai a sentire il suo cazzo nel culo.
“No no, mi fai male, levati!”
“Calmati, rilassati, non ti faccio male!”
Mi diede tempo e appena mi rilassai, lo affondò tutto tenendomi per le cosce e mettendomi le mani sulla bocca per evitare che il mio urlo si sentisse.
“Levati, levati, mi stai facendo male! Levati!”
Avevo le lacrime agli occhi, ma lui continuava la sua corsa avanti e indietro, spingendo sempre più forte fino a quando si aggrappò alla mia pancia e disse:
“Vengo, ora ti riempio il culo troietta, tieni, prendi!”
Poi sentii lo sperma riempirmi. Alla fine si spostò. Io stavo piangendo, mi aveva fatto male. Allora mi strinse a se e disse:
“Scusa amore, ti ho fatto male. Scusa davvero, ma vedrai, la prossima volta non sarà così. Perdonami, ma sei troppo bella.”
“Vieni, baciami. Si mi hai fatto male, ma ho goduto tanto, ora so cosa significa godere, grazie a te voglio farlo ancora. Ora smettiamo, sono stanca e mi fa male il culo. Cattivo dai dacci due bacini.”
Con Sandro ho avuto una storia a fasi alterne, lunga una vita. Credo in tutta sincerità di averlo sempre amato anche quando mi snobbava, non mi rivolgeva la parola, ma bastava un fischio, che correvo come una cagnolina e credo che mia sorella abbia capito tutto. Lo vedevo da come cercava di tenermi lontano da casa sua, ma soprattutto da suo marito. Io mi sono separata ho avuto altri quattro uomini, ma come lui mai. Mi manca la sua dolcezza, il suo saper fare sesso. Questo mi andava di raccontare, a voi l’ardua sentenza. Sono una troia, forse. Mi piace fare sesso? Certo che si. Ho rimorsi? Nessuno!

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