La cugina monella

Mi chiamo Giacomo, ho 23 anni e studio economia all’università di Bologna e lavoro part-time in un piccolo negozio d’informatica e abito in un monolocale piccolissimo. Devo raccontare il mio segreto… sono innamorato di mia cugina Carolina. Tutto ebbe inizio quando avevo poco più di 17 anni e Carolina abitava da noi mentre frequentava l’università di architettura. Il mio uccello è davvero grande e l’ho capito presto cambiandomi in spogliatoio con altri ragazzi e vedendo le occhiate che mi lanciavano. Un giorno, appena uscito dalla doccia, mi stavo asciugando e come un fulmine mia cugina Carolina entro nella mia camera senza bussare, trovandomi nudo. Vedendomi cosi non riuscì a dire nemmeno una parola e poi il suo sguardo passò dai miei occhi al mio cazzo con le palle gonfie. Non disse niente, io non riuscii a reagire per qualche secondo. Poi mi girai di scatto dandole la schiena e mi misi i boxer. Quella sera visto che non mi parlava, andai nella sua camera e dopo due chiacchiere, chiese scusa per essere entrata nella mia camera senza bussare alla porta. Più tardi nel mio letto non riuscivo a smettere di pensare alla belle tette e gambe lunghe di Carolina e per fare ancora due chiacchiere sono andato (senza bussare alla porta) nella sua camera. Minchia…che bella vista…Carolina a gambe allargate si masturbava con passione con un grosso dildo (nemmeno mi aveva sentito entrare) e per quasi due minuti l’ho guardata eccitato, sentendo il cazzo scoppiare. “Cazzo…cosa fai qui?” disse. Un po’ in imbarazzo, l’ho raggiunta e l’ho baciata sulle belle labbra, mentre buttavo per terra il suo giocatolo erotico. “Infatti, stavo pensando proprio al tuo cazzo grosso mentre mi masturbavo”. Bella mignotta inizio ad accarezzarmi sopra i pantaloni l’uccello eretto, poi tirandolo fuori lo prese in bocca meravigliandosi del suo spessore e inizio a slinguare la cappella facendomi mugolare di piacere. Mettendole le mani sulla testa cominciai a spingerla lentamente facendola ingoiare fin alla base il cazzo grosso mentre accarezzavo le belle tette grosse e i capezzoli eccitati. Sdraiandola sul letto salii sopra di lei, aprendole le gambe- Quando lei sentii che il cazzo si infilava tra le sue cosce alzò il bacino e il mio uccello duro scivolò dentro facendola urlare di piacere e anche un po’ di dolore. Si tappò la bocca per non far sentire le urla mentre si dimenava tutta sotto i miei colpi sempre più veloci e forti che le allargavano la fica stretta. Dopo alcuni minuti di passione amorevole sborrai tutto il mio liquido dentro la sua vagina bagnata, riempendola tutta. “Spero che tu prenda la pillola” Ben contento usci pianino dalla sua stanza. Nei mesi seguenti non ho perso nessuna occasione per godere.

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