La prima scopata con mia sorella


La storia incestuosa che vado a raccontarvi, è una storia di tutti i giorni banali, eppure succede in tutti gli angoli della terra, solo che facciamo finta che tutto va bene. Come gli struzzi, mettiamo la testa per non vedere. L’incesto è cosi diffuso che non ci sono leggi che lo possono impedire. La maggiore parte di noi maschietti, abbiamo fantasticato sulle donne di famiglia. Vi confesso che io da bambino giocavo con le sorelline è le mie cugine. Giocavamo all’ammalato è al dottore. Come è ovvio, abbassavo le mutandine, toccavo, è questo con tutte. Da quei giorni ho un ricordo stupendo, è questo condiziono la mia vita. ‘’Mi innamorai della donna.’’, tutti si innamorano, vero. Io intendo che innamorarmi della donna, come donna, non di una ma di tutte. Ho dedicato la mia vita a loro, sia come vestirle che spogliarle. Le mie modelle preferite sono: una mia cugina è le mie due sorelle più piccole di me. Erano le mie fidanzatine.
Il tempo passa velocemente, la scuola, poi il lavoro… Con mia sorella, la più piccola, successe un episodio che desidero raccontare. Un pomeriggio eravamo, da soli in casa, io ero nella mia stanza a studiare, quando entro Rita.
“Marco che fai’? Sempre a studiare? Io mi annoio.”
“È vuoi dare fastidio a me?”
“Ma no! Sai? Ricordo sempre quando con la scusa del dottore ci toglievi le mutandine.”
La guardai con lo sguardo interrogativo, si era seduta sul mio letto a cosce aperte è si vedeva il triangolo delle mutandine. Iniziai ad eccitarmi, il cazzo cresceva sempre più.
“Hai voglia di giocare? Io ti tolgo le mutandine.”
“Non hai il coraggio.”
“Credi? Ti faccio vedere io se ne sono capace.”
Lei sorrideva, m’inginocchiai davanti a lei, misi le mani sotto la gonna. Inizio a dimenare, era una finta, la spinsi all’indietro, cadde distesa sul letto. Presi l’orlo delle minuscole mutandine è le tirai sono a sfilarle. Misi la testa tra le cosce, iniziai a baciarle l’interno sino a che arrivai alla figa, lei apri le gambe per darmi più spazio, passai la punta della lingua tra le labbra della figa bagnata, mi fermai al clitoride, lo presi tra le labbra, lo tenni fermo è lo martellai con la lingua, la muovevo così rapida, da sembrare elettrica.
“Amore fratellone, come lecchi bene, dai mettiti in una posizione da potermi dare il cazzo.”
Mi girai verso di lei, senti che mi sbottonava i pantaloni è mi tirava fuori il cazzo, passo la lingua sulla cappella, fu un sollevo, era troppo asciutta, lei la umidi con la saliva. La mia sorella mi succhia in cazzo come una troia, la zoccola sapeva fare un buon pomino… Era così eccitante, non avevo mai provato prima, continuai a leccare la fica, dopo un po’ mi bagnai il dito con saliva e glielo misi nel culo.
“Fratellone mi farai morire! Che bello può essere! Adesso chiavami, basta leccare.”
Mi alzai, presi le sue gambe è le misi sulle mie spalle, guidai il cazzo, diedi un colpo di reni, entrai in quella figa calda è accogliete, era ben lubrificata, scivolai dentro senza ostacoli. Iniziai a chiavarla prima lentamente, poi aumentai il ritmo sino a che non presi un ritmo molto più veloce. Lei mi invocava di scoparla, mi chiese di rimetterli il dito nel culo, non gli diedi retta, dopo un po’ che, la chiavavo, mi sfilai dalla figa è guidai il cazzo vicino al buco del culo. Lei si fermo, con lo sguardo mi diceva non voglio. Diedi una spinta con i reni è lei urlo, io sadico spinsi sino ad entrare del tutto. Ho sognato un sacco di volte che l’ho inculata alla pecorina vedevo il suo culo che si era ben adattato al mio cazzo, come una spada nel suo fodero.
“Stronzo, che non sei! Mi hai fatto male! Adesso continua, pompami il culo! Ecco, cosi, che bello.”
Continuai a pomparle il culo, misi la mano sulla figa, è mentre la inculavo la masturbavo. Ero al limite, volevo godere, riempirgli il culo di sperma. Accelerai un po’, poi diedi un affondo è mi fermai, strinsi i denti per non gridare, sborrai, ne buttai fuori tanta. Dopo averci scambiato un bacio promettendoci che ci sarebbero stati altri incontri, ripresi a studiare.
D’incontri ce ne furono moltissimi, poi la vita ci separo, prendemmo strade molto lontano da casa, ci resta solo un bel ricordo.

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