Ti Rendo Ricca Mamma

Tutta la storia che racconterò sembra inverosimile, può sembrare, che l’abbia inventata di sana pianta. E pure e vera, mai avrei pensato che mia madre poteva diventare la mia amante, e compagna di vita.
Tutto inizio con la morte di mio padre eravamo poveri si sbarcava lunario con quel poco che portava a casa mio padre con il suo carretto di fruttivendolo ambulante, era una miseria quello che porta a casa. La famiglia era composta da me che avevo diciassette anni e mia sorella di sette anni.
Dopo i funerali, quel misero appartamentino sembrava più vuoto di prima.
– Marco come faremo, già prima era difficile, andare avanti.
– Mamma c’e la caveremo vedrai da domani esco io con il carretto ci so fare.
– Marco lo sai che dobbiamo traslocare, la padrona ci da quello del piano di sotto e più piccolo staremo stretti pero pagheremo la meta.
– Mamma ma ha solo una camera e de pure piccola.
– Lo so vuol dire che dormiremo tutte e tre nello stesso letto.
L’indomani mattina presi il carretto di papa e con pochi soldi che avevamo mi recai ai mercati generali comprai tutto quello che mi permettevano le mie poche finanze. Andai per le strade nei vicoli per il mio primo giorno fui fortunato dopo tre ore avevo venduto tutto e con un buon profitto. Al mio rientro mamma mi guardo preoccupata
– Marco che cosa e successo?
– Nulla, stai tranquilla, ho veduto tutto guarda!
Gli diedi Il denaro del incasso
– Marco?!? Amore, sei stato fortunato. Auguriamoci che la fortuna ti assista.
– Mamma, tu da oggi non soffrirai più la miseria, penserò io a te.
– Lo so che sei un bravo ragazzo, ma ho parlato con la padrona che desidero cercarmi un lavoro qualsiasi. Siediti che mangiamo qualcosa.
Mentre mangiavo mi cadde il coltello mi chinai per raccoglierlo nel prenderlo guardai verso mamma aveva le cosce aperte si vedeva il triangolo delle mutandine, restai affascinato da quella scena nel rimettermi a posto pensai ma mamma e ancora una donna giovane e bella, era solo una poca trascurata per mancanza di soldi. Mentre finivo di mangiare la guardavo lei mi sorrideva pensai che dovevo fare l’impossibile per renderla felice. Devo dire che non riuscivo a togliermi dalla mente quel triangolino, penso che sia inutile dire che mi ero eccitato il buon senso mi diceva che era vergognoso che mi ero eccitato guardando le cosce di mamma, ero troppo eccitato, cosi andai in bagno, e mi segai di brutto. Il pensiero, era quel triangolino, bianco, schizzai da per tutto.
Finimmo di mangiare lei si alzo ed inizio a rassettare io avevo una mezza idea di come fare per guadagnare qualche soldo. Andai nel cucinino mamma era impegnata a lavare I piatti.
– Mamma io esco torno questa sera
– Marco dove vai non farmi stare in pensiero
– Stai tranquilla.
La presi per i fianco la baciai sulla guancia stavo di dietro mamma devi stare tranquilla io non faro e né non permetterò mai più che io ho qualcuno ti faccia piangere.
– Vai in cerca di qualche ragazzina?
– Mamma, ho altro per la testa che correre dietro alle ragazze, e poi ho te che mi servono le ragazze?
– Adulatore verrà il giorno che incontrerai qualche smorfiosetta e ti perderò.
– Non mi perderai.
In quel istante pensai che avevo una donna tra le braccia e non mia madre come un grande depravato mi accostai a lei con il ventre misi una mano sul suo stomaco e me la strinsi leggermente. Eccitato come ero, il cazzo pressava contro il suo culo.
– Marco che fai? Lasciami finire di rassettare.
– Mi piace tenerti cosi, ti dispiace forse?
– Perche dovrebbe dispiacermi? Sono contenta, mi dimostri che mi vuoi bene malgrado che vivi nella miseria.
– Mamma, non importa, vedrai che ne usciremo fuori e tu farai la signora.
– Me lo auguro per te!
– E per te, nel quartiere ti chiameranno donna Flora!
– Non esagerare amore mio.
– Vedrai se no, faro in modo che succeda.
Poteva essere che non sentiva il cazzo premere contro di lei perche non si toglieva da quella posizione forse piaceva anche a lei quel contatto incestuoso, era ancora una bella fica, gli uomini la guardavano e ora che era vedova ancora di più.
– Marco, va bene, ma adesso mi fai finire?
– Io starei delle ore cosi con te!
– Potrai tenermi tutte le volte che vorrai!
– Davvero?!? Posso prenderti tra le braccia tutte le volte che voglio e baciarti e stringerti a me come adesso?
– Certo che puoi perché no?
Continuai a baciarla sulla guancia sul collo.
– Ti bacerò cosi tanto che ti stancherai.
– Come potrei? Ho solo voi due, più mi bacerai e più io ne sarò contenta.
– Mamma quando dobbiamo traslocare.
– La padrona dice che quando prima lo facciamo meglio e per noi.
– Domani chiederò a due miei amici di darci un aiuto.
Intanto ero sceso con la mano dal ventre ora l’avevo sul monte di Venere.
– Dovremo dormire insieme?
– Lo sai che c’e solo una camera, se non vuoi possiamo dividere il letto.
– Perche non dovrei volerlo? Sarà un’occasione in più per poterti stringere tra le braccia.
– Adesso vai! Lasciami finire.
Con grande dispiacere fui costretto a lasciarla. Presi il carretto e delle cassette da frutta. Mi avviai verso una zona deserta sapevo che cerano delle terre abbandonate e li crescevano in abbondante i fichi d’India. Quando arrivai sul posto rimasi sorpreso come mai nessuno ci aveva pensato? Cerano gli alberi stracolmi, misi a lavoro dopo un’ora avevo le cassette piene.
Tornai in città. Andai sul lungo mare. Dato che non avevo pagato la merce misi il prezzo più basso a sera avevo venduto tutto e per la prima volta mi trovavo con un bel gruzzolo al mio rientro.
– Marco dove sei stato tutto questo tempo? Sono stata in pena.
– Mamma devi stare tranquilla.
Gli spiegai tutto. Gli feci vedere i Soldi.
– Marco ma sono legali non voglio che ti metti nei guai.
– Non lo faro stai calma desidero solo farti felice, desidero che una parte dei soldi che porto a casa diciamo il venti per cento lo metti da parte per un progetto che ho in mente, restando che gli altri siano sufficienti a non farci mancare nulla.
– Marco amore faremo come vuoi tu oggi ho visto piu soldi di quando tuo padre ne portava in tre giorni. Mi dispiace sei stato costretto a diventare uomo prima del tempo.
– Non importa mamma, basta che ti vedo sorridere, hai pianto troppo.
– Amore mio abbracciami
Mise le mano dietro al mio collo e mi strinse forte a se, contro cambiai mettendo le mani nei fianchi e tirandola verso di me. Ovviamente mi ero eccitato, la baciai sul collo sulla guancia e gli sussurrai ti voglio bene.
– Devi volermene sempre, siamo soli noi tre, e lei e piccolina, dobbiamo pensare a lei non voglio che cresce nella miseria come noi.
– Non succederà, e una promessa, ma tu mi devi promettere tre o quattro cose.
– Dimmi cosa vuoi che ti prometta?
Si era scostata solo con il viso
– Uno, desidero che ai fiducia in me.
– Promesso!
– Secondo, che non devi piangere più.
– Promesso!
– Terzo, che farai quello che ti chiederò avendo fiducia.
– Promesso!
– E quarto, che posso abbracciarti sempre cosi.
Guardandola negli occhi, misi tutte e due le mani sul culo a la tirai di più pressandola sul cazzo.
– Ti prometto tutto quello che vuoi tu amore mio!
– Mamma ti voglio un mondo di bene
– Anch’io amore adesso mangia qual cosa, vuoi?
Si sciolse dal mio abbraccio sorridendo mi fece sedere a tavola. Mi porse un piatto con un po di carne e della verdura cotta. Dato che il tavolo era piccolo ci toccavamo quasi con le ginocchia. Per me era un contatto piacevole, arrapante, feci cadere il coltello, e con la scusa di raccoglierlo, mi chinai sotto al tavolo, guardai le sue cosce aperte mi beai di quella visione.
Il trasloco fu rimandato d’alcuni giorni per dare una ripulita all’altro.
La vendita di frutta e verdura mi andava bene ogni giorno di più. Raccolsi tutti I fichi d’india di quel terreno abbandonato.
Mi venne un idea avevo messo un bel po di soldi da parte, da non pensare chi sa quanto, ma noi ci sentivamo ricchi. Presi I soldi, senza il venti per cento quello era per il mio progetto. Avevo degli amici disoccupati gli proposi di mettersi agli angoli delle strade a vendere ortaggi e frutta, gli davo il trenta per cento del guadagno accettarono in tre. L’indomani mattina organizzai il tutto avevo fatto delle fotocopie della licenza di papa, e inutile raccontare la storia di come andarono le cose. Dopo alcuni giorni avevo dieci ragazzi che vendevano per me. Dopo un mese incassavo la media di cinquecentomila lire al giorno.
Tornando ai primi giorni traslocammo come eravamo d’accordo con la padrona. Era veramente piccolo nella camera c’entrarono appena quei pochi mobili che avevamo. Attendevo con ansia il momento di andare a letto. Il cucinino are ancora più piccolo. Guardai la mamma era triste.
– Mamma non sarà per sempre e una promessa abbi fiducia
– Speriamo amore. Marco desidero trovare un lavoro.
– Che lavoro? tu non farai la domestica a nessuno, ti prego dammi un mese di tempo se le cose non migliorano ti troverai un lavoro.
– Come vuoi tu amore
– Io vado a letto mi devo alzare presto domattina
Poco dopo senti che veniva a letto.
– Mamma ai messo la sveglia?
– Si, stai tranquillo che ti sveglio io anche se mi dispiace svegliarti cosi presto, alla tua età dovresti andare a scuola, uscire con le ragazze e non farti carico di una famiglia.
Mi accostai a lei, gli accarezzai il viso e baciandola delicatamente sulla fronte gli dissi.
– Non ho bisogno di ragazze, e non mi pesa fare quello che cerco di fare, e poi ho te che devo farne delle ragazze?
– Hai me? Ma io sono tua madre, e tutta un’altra cosa!
– Io sono contento cosi.
Avevo messo una mano sul ventre e l’accarezzavo dolcemente, indossava una sottanina di nailon avevo l’impressione di sentire la pelle sotto la mano, scendevo sempre più giù.
– Un giorno incontrerai una smorfiosa e mi dirai “mamma l’amo e voglio sposarla”. E normale che succeda e nella legge della natura. Mi renderai nonna, e io ne dovrei essere contenta, mi farai sentire una Vecchia.
– Tu non sarai mai vecchia e io non voglio amare nessuna se no te.
– Adesso sei sincero lo pensi per davvero tutto quello che ho detto? Si avvererà un giorno!
– No, no!!
Iniziai a baciarla per tutto il viso.
– Io starò sempre con te.
Continuai a baciarla scesi sotto la gola e lentamente arrivai tra i seni, data la calda stagione aveva la sottoveste scollata che tra parentesi era l’unica che aveva.
– Sarai tu che un giorno qualcuno si farà avanti e tu gli dirai di si. Mi dirai sai “Marco io non me la sento di stare da sola, ho bisogno di un uomo, lui mi sembra bravo” e mi dirai “da oggi devi andare nel tuo letto”.
– Matto chi vuoi che mi cerchi sono vecchia con due figli e povera?
– Tu non sei vecchia. Sei bellissima, a te mancano soli dei bei vestiti, e poi fai perdere la testa a gli uomini. Ti giuro che io faro in modo di comprarti tanti bei vestiti.
– Chi vuoi che perda la testa per me?
Tornai a baciarla sul viso sulla bocca e trovai la forza di dirgli
– L’hai già fatta perdere a me.
– Tu sei mio figlio, non puoi perdere la testa per me.
– Perche? Non posso? Sei bella e ti voglio bene!
– Anch’io ti voglio bene, tu e tua sorella siete tutto per me, adesso dormi che devi alzarti presto.
– Lo so ma mi piace un mondo poterti stringere ed accarezzarti.
– Tutte le notti dormiremo insieme, mi potrai prendere tra le braccia tutte le notti
– Mi permetterei di accarezzarti?
– Certamente potrai accarezzarmi tutte le volte che vuoi, guai a te se non avrai delle attenzioni per me penserò che non mi vuoi bene.
– Io ti amo amore mio ti accarezzerò sempre ti colmerò di baci e carezze.
– Davvero mi vuoi tanto bene nonostante la vita che fai?
Mi accostai a lei anche con il ventre, il cazzo in piena erezione presso contro la sua coscia.
– Io non ti voglio bene, ti amo amore mio.
Continuando a baciarla scesi con la mano sul monte di venere.
– Ti amo dovrai dirlo ad una ragazza non a me.
– Io voglio dirlo a te ti dispiace?
– Sarei matta a dire che mi dispiace, a dire la verità mi fa piacere sentirtelo dire.
– Ed io lo dirò sempre anche perche e la verità.
Avevo la mano sulla mutandina sentivo i peli sotto il palmo della mano, baciandola sulla bocca gli dissi ti amo forse voleva dire qualcosa, apri la bocca insinuai la lingua nella sua, cercava di respingermi pensai che se mi facevo respingere adesso non avrei avuto altre occasioni, mi dava dei pugni sulla schiena diminuivano ogni attimo sino a che mise le mani dietro al mio collo e corrispose giocando con la mia lingua. Rimisi la mano sulla mutandina tirai dolcemente verso il basso, ebbi una scossa a sentire i peli della fica sotto il palmo della mano.
Mi respinse dolcemente.
– Marco mi fai mancare l’aria!
– E bello baciarti amore.
– E bello ma e peccato siamo madre e figlio.
Aveva chiuso le cosce per evitare di farmi mettere le dite tra la fessura, quando smaniavo il desiderio di potermela scopare era tanta, dovevo essere paziente, non sarà facile, ma per dio mi deve dare la fica, deve darmi il suo corpo, e il suo amore.
– Amore sarà anche peccato e cosi bello dimmi che ci baceremo ancora, tenerti cosi e baciarti e la cosa più bella della mia vita.
– Amore e peccato non posso permettere che tu mi tocchi la…
– Mamma di che peccato parli Dio si e dimenticato di noi che peccato abbiamo mai fatto per vivere nella miseria.
– Forse hai ragione tu, pero una cosa ti chiedo di fare attenzione di non fare nessun gesto in presenza d’altri che nessuno viene mai un minimo sospetto.
– Mamma, amore mio che mi prendi per stupido?
– Non lo sei, lo so bene e sappi che oltre ai baci non si va.
– Mi accontento, pero mi permetterai di baciarti tutta? E di non mettere limiti alle carezze?
– Questo posso concederlo, adesso devi dormire e tardi su amore.
La baciai sulla guancia e vicino all’orecchio gli sussurrai
– Ti amo, sai che o un gran desiderio!
– Che cosa desideri amore?
– Ho un po vergogna a dirlo.
– Che sarà mai dopo che mi hai baciata, hai la mano dove sai e hai vergogna?
– Desidero mettermi con la testa tra le tue cosce e baciarti tutta, desidero leccarti la fica.
– Amore mio, come posso dire di si?
– Lo so che si fa senza chiederlo, ma tra noi e diverso, dai ti prego dimmi di si!
– Domani vedremo buona notte amore ti sveglio io.
Alle quattro mi chiamo
– Sveglia amore, mi dispiace svegliarti ma devi andare. Ti preparo del caffè.
Mi alzai andai al bagno, dopo aver fatto le pulizie mattiniere andai in cucina mi passo il caffè
– Come ti senti?
– Mi sento bene anche se avrei dormito sino a mezzogiorno.
– Questa notte non volevi dormire hai visto?
– Stai tranquilla, come vado fuori mi passa. Dammi I soldi.
Me li passo. Sulla porta mi chinai e la baciai dolcemente sulla bocca. Torna a letto anche se verrei volentieri con te e non per dormire.
– Vai, vai amore questa sera abbiamo tutto il tempo.
– Mi accontenti?
– Tu hai solo quello per la testa?
Stringendola dolcemente gli dissi
– Si, ho te per la testa, il pensiero di te mi fa volare la giornata. Mi dai un bacio prima che vado?
– Ti bacio ma cosi!
Mi bacio rapida sulla bocca e ridendo mi spinse fuori
– Al tuo ritorno mi bacerai per tutto il tempo che vuoi.
Non fu cosi non rifiuto di farsi baciare, ma trovava mille scuse per non farsi baciare tra le cosce, io credo che lei aveva paura che una volta che iniziavo a leccargli la fica non si sarebbe trattenuta e saremo andati oltre, e io mi sparavo delle seghe a raffica.
Come ho già detto prima, dopo un mese incassavo cinquecentomila al giorno, a mamma davo centomila non volevo che pensasse che mi ero dato allo spaccio di droga nel quartiere ne girava tanta.
Il rapporto con mamma non andava oltre forse anche dovuto alla mia paura di perdere quello che mi concedeva. A distanza di due mesi avevo messo da parte un bel gruzzolo.
– Mamma un giorno mi hai detto che volevi un lavoro.
– Se lo trovo ci vado tutto può servire a toglierci da questa miseria, anche se stai guadagnando tanto.
– Mamma io intendo un lavoro nostro non devi trovare nulla. Ho intenzione di chiedere alla padrona di casa se ci da in affitto il locale che da sulla strada se ce lo da apriremo un negozio di frutta e verdura, e possiamo rialzare il sogno di papa.
– Sarebbe stupendo ma ci vogliono soldi e tanti.
– Mamma, vieni!
Andammo nella stanza da letto, nel mio cassetto avevo una cassetta chiusa a chiave diede un grido di meraviglia quando vide tutto il denaro.
– Marco, amore, cosa ai fatto per avere tanti soldi?
– Nulla d’illegale stai tranquilla.
Gli spiegai dei ragazzi che vendevano per me in vari punti della città, dopo i primi, altri avevano fatto richiesta cosi avevo allargato il giro.
– Marco tu sei nato per arrivare in alto!
– E tu verrai con me!
– Mamma adesso voglio che ti cambi e usciamo, dobbiamo fare spesa, desidero che ti compri dei vestiti e della biancheria elegante.
– Marco possiamo attendere!
– Ti prego, desidero vederti elegante, nel quartiere devono girare la testa per guardarti. Non voglio che succede più che ti guardano con pietà, e finito il tempo della miseria.
Mi sentivo euforico con tanti soldi tra le mani chi l’aveva mai visti?
Sorrise sì cambio ed uscimmo, lascio mia sorella dalla nonna. Eravamo abituati a piccoli negozi e molte volte comprava di seconda mano. La portai nel centro aveva quasi vergogna ad entrare, come vide i prezzi sotto voce mi disse
– E caro andiamo via!
– Ti prego compriamo quello che vuoi, desidero vederti elegante e più bella di quella che lo sei già.
– Prese dei vestiti sia per lei che per mia sorella, scelse per me, io restai in disparte non capivo nulla di vestiti e misure. Intervenni nella scelta della biancheria intima.
– Marco, questa ne possiamo fare a meno, possiamo comprare quella meno cara.
Eravamo lontani dal padrone del negozio.
– Amore desidero che compri la più bella. Sarà uno spettacolo guardarti. Mi auguro solo che quando sarai vestita elegante non perderai la testa per qualcuno e io non sarò più nulla, a parte di essere tuo figlio.
– Caro ti giuro che nessuno mai e dico mai, mi toccherà o mi vedrà con questi indumenti addosso.
– Ed io?
– Tu solo amore mio mi potrai vedere.
Tornammo a casa carichi di pacchi la gente del palazzo ci guardo con meraviglia. Com’entrammo in casa scaricammo tutto sul letto. Mi venne vicino. Mise le mani dietro al mio collo.
– Sono tanto felice amore mio, dammi un bacio.
Iniziammo a baciare prima con dolcezza, poi con frenesia, misi una mano lungo la coscia e dolcemente gli sollevai il vestito, altre volte gli accarezzavo il culo, questa volta misi la mano nella mutandina e per la prima volta gli toccavo la fica. Mi aveva permesso solo il monte di Venere, iniziai a farle un ditalino.
– Marco amore mio che bello continua
Con l’altra mano mi sbottonai i pantaloni e tirai fuori il cazzo. Presi la sua mano e la guidai, lo prese ed inizio a masturbarmi.
– Amore andiamo sul letto, ti voglio.
– No amore quello non possiamo farlo, godi cosi come sto godendo io.
Non ci volle molto per venire gli gridai il mio amore e lei il suo.
– Marco mi dispiace lo so che vuoi di più, devi capire che siamo madre e figlio e già questo non e normale.
– Lo so mamma, io ti amo e voglio che tu sia felice. Sono contento anche cosi, pensai questo e il primo passo, devo chiavarti.
Ero rimasto con la mano tra le cosce, devi promettere che questa sera mi togli il desiderio di tanto tempo.
– Che mai desideri?
– Lo sai che desidero mettermi con la testa tra le tue cosce e baciarti tutta. Adesso ti ho toccato la fica puoi anche permettermi di vederla e leccartela un poco.
– Amore questa notte ti accontento, adesso desidero indossare la biancheria che hai voluto comprare.
– Posso guardare?
– Vuoi vedermi mentre mi cambio?
– Che problema ce? Dopo quello che ce tra noi?
– Va bene ma smettila di frugare ancora nella mia figa, mi farai partire di nuovo.
– Lo sai che starei delle ore a baciarti ed accarezzarti a fessa.
– La fessa ho pure pichiacca e la fica detta in napoletano.
– Bello! Non e un giocattolo. A dirti la verità anche a me mi piace sia tenerlo in mano che tu stuzzichi la fica, adesso basta dai desidero provare i vestiti.
– Ho un’idea dopo che ci vestiamo di nuovo usciamo, andiamo a mangiare qual’cosa e si può andare anche ad un cinema.
– Tutto e bello amore, ma sarà per un’altra volta, questa sera voglio assaporare la felicita stando solo tra le tue braccia.
– Posso aiutarti?
– In cosa vuoi aiutarmi?
– A cambiarti, desidero da matti vederti con quella biancheria che abbiamo comprato. Devi essere da sballo!
– Mi faro vedere, pero mi cambio da sola non mi va di farmi vedere nuda.
– Perche vuoi togliermi questa soddisfazione di aiutarti e vederti quanto sei bella? Non vuoi che ti guardi la fica? Ecco!
Mi chinai di scatto, affondai il viso sul pube, era folto di peli, iniziai a baciarla.
– Marco basta ti prego hai vinto tu.
Dopo cena, guardammo la tv, controllai l’ora, amore andiamo a letto.
– Vai, ti raggiungo, devo andare in bagno.
Poco dopo venne a letto, ci abbracciamo era nuda, si stava per realizzare, il mio sogno, le mani non trovavano pace nel esplorare il suo corpo. Iniziai a baciarle i capezzoli eccitati, ne presi uno in bocca, lo martellavo, scesi giù, sino all’ombelico, gli passai la punta della lingua dentro, gli feci aprire le cosce, poggiai la bocca sopra, volevo sentire il profumo di fica, per me era la prima volta. Passai la lingua tra le labbra, trovai il clitoride, era grandicello, tanto da prenderlo in bocca, lo succhiavo, come se facevo un pompino. Lei mise le mani sulla mia testa e gemeva di piacere.
– Amore che bello, leccami, mettimi un dito nel culo, cosi che belloo.
Mi girai portandomi nella posizione del sessantanove, prese il cazzo e lo accarezzava.
– Amore mettiti di sopra, fai in modo che possa succhiare il cazzo.
Mi misi di sopra, che fu bello, leccare i suoi liquidi, io non resistevo più, sborrai, senza capire se la voleva la sperma, non lascio di succhiare, lo lascio solo quando, non ne usciva, più.
Da quella notte, facevamo dei sessantanove, che duravano un eternità.

Un mese dopo aprimmo il negozio nel vicolo dove abitavamo, la merce che mi serviva iniziava ad essere molta cosi tutti i giorni affittavo un furgone. Il mio colpo di fortuna venne da un cuoco di navi mercantile. Un giorno pensai di caricare il carretto con solo frutta scelta e mettermi a l’uscita del porto la zona passeggeri. C’erano molte navi da crociera che ormeggiavano al molo. Il primo giorno mi andò bene, molti stranieri si fermavano al mio carretto, cosi ci ritornai dopo tre giorni si fermo un cuoco di un mercantile mi disse che se gli davo lo sconto e gli portavo il tutto sotto la nave lui comprava tutto. Chiesi il permesso alla guardia di finanza, mi fece entrare, mi chiese di portargli una stecca di sigarette, all’uscita gli chiesi cosa ci voleva per entrare tutti I giorni. Pensai se vado io sotto le navi forse vendo di più. Mi disse di recarmi in capitaneria era lì che mi potevano concedere un eventuale permesso. Non voglio raccontare com’e quando ottenni il permesso, cosi tutti I giorni entravo nel porto alle sette del mattino, i cuochi iniziarono ad ordinare la roba il giorno prima. Iniziarono a chiedermi della roba che non era di mia competenza, ma tutto portava guadagno.
Tornando a quella sera della biancheria, andammo in quella che si chiamava stanza da letto. Il letto era pieno dei vestiti che avevamo comprato lei guardandomi, sorrideva, inizio a spogliarsi mi avvicinai gli accarezzai il viso.
– Marco ma ti sembra normale quello che facciamo?
– Non lo è, ma io posso dirti solo che sono felice come non mai. La vita ci sta sorridendo e se poi ci amiamo al di la, di madre e figlio, la nostra felicita e doppia.
– Sara, non sono cosi convinta, di una cosa sono certa che non sono mai stata cosi contenta come lo sono oggi, e questo e per merito tuo. Tutto il resto non conta come hai detto tu, ci amiamo al di la di madre e figlio, e vero, provo qualcosa per te diverso, sono felice quando mi baci, mi tocchi, e non voglio farne una malattia, e peccato, oppure non lo e, se quando sarò morta andrò all’inferno non importa, sona vissuta in paradiso. Spogliami amore mio!
L’aiutai a togliere i vestiti, quando resto nuda restai ad occhi spalancati era uno splendore.
– Mamma sei stupenda
– Davvero mi trovi bella?
– Lo sei per davvero.
La presi per I fianchi.
– Toglimi il desiderio di tenerti nuda tra le braccia.
– Amore questa notte ti accontento, staremo abbracciati a baciarci, e io sarò nuda. Adesso fammi mettere questa bella biancheria che mi hai comprato.
– Fai pure io starò a guardare
Mise la mutandina e il reggiseno. Più si vestiva e più diventava affascinante.
– Mamma lo sai che sei bellissima? Domani vai dal parrucchiere e sarai da far girare la testa più di quello che non sei.
Mi venne vicino e disse
– Non m’interessa far perdere la testa a nessuno io ho te e mi basta. Basta che non andiamo oltre un certo limite io sono felice e non mi necessita nessuno.
Si era vestita con gli abiti nuovi.
– Mamma io sarò felice se passeremo la nostra vita insieme.
Mi fece una carezza e mi disse.
– Amore mio come puoi dire di voler passare la tua vita insieme con me, io non voglio andare oltre a certe cose.
– Mamma che ai paura che ti chiedo di chiavare?
– Si amore mio quello non voglio e non posso.
La strinsi tra le braccia, e stringendola forte gli dissi
– Mamma, io ti amo, se non vorrai non fa nulla io sarò contento lo stesso.
– Amore mio un uomo ha bisogno di chiavare, e nella legge della natura.
– Mamma devo essere io a dirti che ci sono altri modi per godere? Facciamo quelle belle leccate, che posso volere di più? Dammi tempo pensai.
– E tu ti accontenterai?
– Per me la cosa più importante averti tra le braccia, poi tutto il resto conta poco. Vederti felice, sorridere, per me e più importante di una chiavata, anche se mi piacerebbe non dico di no. Sarebbe un offesa alla tua bellezza, so pure chi siamo e non faro nulla che possa farti soffrire.
La mia fortuna ebbe inizio con un cuoco si vede che i marinai dovevano avere una parte importante nella mia vita, una mattina entrai nel porto dall’entrata delle navi da crociera, mi fermo un signore dopo seppi che era il maestro di casa. Sulle navi da crociera il maestro e colui che si occupa di tutto il sistema d’approvvigionamento.
– Ragazzo come ti chiami?
– Marco.
– Marco hai altra frutta come questa?
– Perche questa e poca signore?
– Per quello che penso io si e poco.
– Mi dica quanto ne vuole e vedo cosa posso fare, gli risposi.
Mi rispose tutto quello che gli avrei procurato lui lo comprava. Il signor la Rosa mi prese in simpatia, mi disse un giorno
– Perche non ti metti un piccolo ufficio? Metti telefono fax e la cosa più importante i documenti necessari, se lo fai io ti faro degli ordini che tu con il tuo carretto non riusciresti a vendere in un anno.
Tornando a casa pensavo come potevo fare io non capivo nulla di documenti. Mi ricordai di Sara. Sara e una ragazza del quartiere che si era diplomata da alcuni mesi e non trovava lavoro.
Spiegai tutto a mamma.
– Marco accontentati di quello che abbiamo, tra quello che porti tu e quello che vendo io stiamo diventando ricchi perché chiedere di più alla sorte?
– Perche io voglio di più e so di poterlo avere.
Sara la conoscevo di vista aveva qualche anno più di me andai a cercarla, non sapevo neanche che scuola aveva. Pensai che più di me ne sapeva di sicuro. La trovai al bar era con gli amici. La chiamai
– Scusa Sara posso parlarti in privato?
– Tu sei Marco vero?
– Si, sono io.
– Cosa vuoi?
– So che ti sei diplomata da poco io non so se vai bene per me, ma di sicuro ne sai più di me.
– Non lo so cosa ai in mente sappi che sono segretaria d’azienda.
– Penso che sia quello che fa per me, gli spiegai cosa volevo fare.
Lei inizio a parlare una lingua a me sconosciuta non capivo nulla
– Sara te la senti di fare tutto quello che ci vuole come sai sono all’inizio e non so come finirà. Se vuoi lavorare per me posso offrire un mille euro, al mese come Il lavoro si avvierà, tu sarai la prima a percepire lo stipendio normale e metterti a posto con i contributi. Se accetti da oggi lavori per me.
– Accetto! La prima cosa dobbiamo trovare uno studio darti un nome, i fornitori marittimi hanno tutti un nome che sia facile da ricordare.
– Desidero chiamarlo come mia madre che ne pensi? Donna Flora Forniture di bordo?
– Tu sei il boss! Non farai come fanno tutti i datori di lavoro con le segretarie?
– Che cosa fanno?
– Tastano il culo alle loro dipendenti.
– Stai tranquilla non lo faro.
– Perche cosa ha il mio culo, che non ti va di toccarlo?
– Sei una ragazza stupenda, ma io ho altro per la testa voglio diventare qualcuno, voglio uscire da questo quartiere. Dimmi cosa ti serve per poter iniziare?
– La prima cosa mi devi dare dei soldi per iniziare le pratiche, poi devi darti da fare per trovare un locale per farne un ufficio, senza non posso chiedere ne fax ne telefono. Dovrai prendere un computer e trovare un locale per farne un deposito, io domani vado al comune per iniziare le pratiche.
Tornai a casa mamma mi venne vicino e mi saluto come al solito, baciandomi sulla bocca.
– Sei in ritardo, dove sei stato?
– Sono stato da Sara, ho fatto un patto con lei, non gli pagherò uno stipendio regolare sino a che non avvierò l’affare.
– E bella vero?
– Sei gelosa?
– Dovrei?
– Non hai il motivo, tu sei la donna della mia vita, anche se sono arrabbiato con te.
– Cosa ho fatto per farti arrabbiare?
– Lo sai bene, sono mesi che ti chiedo di incularti, li possiamo provare, e tu rimandi sempre trovi mille scuse per rimandare.
– Cosa credi che sia facile? Sei mio figlio, a volte vorrei accontentarti in quello che vuoi, ma poi il buon senso prevale, ed non ho il coraggio di andare oltre.
– Mamma io posso capire, ma tu cerca di capire me, io non voglio nessuna altra donna all’infuori di te, e tutto quello che sto facendo e per te, per amor tuo non voglio vederti piangere per mancanza di soldi. Non vado in cerca di altre ragazze, sono contento di dedicarmi a te, ma tu devi capire e cercare di accontentare.
– Amore hai ragione, questa notte ti prometto che ti accontento.
– Vedi? Cerchi sempre di rimandare cosa ci impedisce di farlo ora?
– Nulla lo impedisce, una cosa e stando a letto e mentre mi baci e mi accarezzi, scendi lentamente verso giù, mi giri a pancia sotto, mi vieni su e ci proviamo, devo essere molto eccitata per poterlo provare. Altra cosa e stendermi sul letto e fallo, abbi pazienza ti prometto che questa notte non mi tiro indietro, adesso parliamo del tuo progetto.
– Mamma lo sai te ne ho parlato prima, comunque mi serve un locale per farne un deposito e un altro per fare l’ufficio, ce qualcosa nei paraggi?
– Per l’ufficio, che ne pensi se torniamo nel nostro vecchio appartamento, e ancora sfitto la padrona ha fatto dei restauri vorrà qualcosina in più, ma ce lo possiamo permettere e questo ne fai l’ufficio, per il deposito non lo so se hanno affittato il vecchio Garage e abbastanza grande.
– Sei un angelo amore mio, solo una cosa mi dispiace lasciare questa casa dopo mi dirai di dormire nella mia cameretta.
– Stupidone mio non pensare che farei lo sbaglio di mandarti a dormire da solo chi mi terrebbe tra le braccia e coccolarmi? Mi sono abituata ai tuoi baci, alle tue carezze, adesso usciamo andiamo a vedere se il garage e ancora sfitto.
– Mamma andiamo pure, pero io volevo trovare qualcosa fuori del quartiere.
– Ti sbagli amore e qui che devi realizzare i tuoi sogni. Devi dimostrare a tutti che si può migliorare dandosi da fare e non piangere sulla propria miseria, nel quartiere si parla gia di te e lo fanno con rispetto, e come avevi previsto tu, iniziano a chiamarmi Signora Flora.
– Come vuoi tu amore mio, restiamo qui se vuoi, andiamo adesso.
Il locale era libero quella sera stessa, firmai il contratto, era sporco e mal ridotto ma era meglio di niente. Mamma parlò con la padrona di casa, fu felice di darci in affitto L’altro appartamento, il mio futuro deposito non era lontano da Dove sarebbe nato il mio ufficio.
– Mamma devo uscire!
Andai al bar dove sapevo di trovare i miei Amici e molti che vendevano per me.
Al bar trovai tre degli amici, li chiamai in disparte, gli spiegai quello che avevo in mente.
– Ragazzi io vi chiedo di aiutarmi, nel pomeriggio dobbiamo pulire e pitturare il garage, fare degli scaffali, traslocare e adattare l’appartamento in ufficio. Se lo farete e le cose mi vanno bene voi sarete i primi ad essere assunti a stipendio fisso e tutti i documenti a posto e non dimenticherò chi mi avrà aiutato.
Dissero di si. Feci ritorno a casa.
– Marco mangia ho preparato un po’ di salsiccia, cosa ai fatto con gli amici.
– Mi sono messo d’accordo, domani pomeriggio traslochiamo e diamo una pitturata. Dovrò comprare qualche mobile e il computer per Sarà, meglio che vado con Sara.
– Amore non dargli potere potrebbe sentirsi indispensabile.
– Stai tranquilla, non lo faro, e Anna dove e?
– Dorme da mia madre, lo fatto per te amore mio cosi saremo sicuri di fare quello che vogliamo senza paura che si sveglia, sei contento?
– Come non potrei esserlo. Vieni!
Stesi la mano, lei mi diede la sua, la tirai delicatamente la feci sedere sulle mie gambe.
– Tu sei contenta di quello che sto per fare?
– Lo sono anche se ho un po paura, in pochi mesi hai cambiato la nostra vita, perché vuoi sfidare la sorte?
– Mamma un giorno ti chiesi di avere fiducia in me e devi darmi la tua fiducia, senza il tuo appoggio e il tuo amore non riuscirò in nulla.
– Il mio amore non verrà mai meno in tutto quello che farai.
– Mamma io non parlo dell’amore materno ma quello di uomo e donna.
– Non verrà mai, nemmeno amore, a volte quando penso a te non ti penso come figlio, bensì come l’uomo della mia vita. Sei contento?
– Come non potrei esserlo? Esco di nuovo dopo cena, vado a casa di zia, voglio dirle se lavora per noi, anche lei ha bisogno di soldi. Che ne pensi?
– Sono d’accordo, prima che tu assuma degli estrani aiuta quelli di famiglia.
– Bene andiamo a letto, dopo devo uscire.
– Facciamolo quando torni.
– No! Ti voglio adesso!
Ci stendemmo sul letto, ci spogliammo, restammo nudi, tra bacia e toccamenti, eravamo eccitati, la girai. La misi con il ventre sotto, presi un cuscino e glie lo misi sotto, cosi, il culo si inarco, gli allargai le natiche, gli leccai il buco del Culo, presi un po di crema dal comodino mi unsi la cappella e guidai il cazzo, spinsi lentamente ma senza fermarmi, la cappella. Trovo la sua strada, e scivolai, tutto dentro.
– Amore mio, quanto e grosso mi hai aperta tutta, aspetta un po che mi abituo ad averlo dentro. Adesso inizia a pomparmi molto lentamente, ecco cosi, mi piace amore.
– Promettimi che me lo dai sempre questo bel culo, come e stretto!
– Amore sto godendo, ho la fica che mi cola, sborrami nel culo! Che bello?!
Esplosi con lei, la sborrai nelle viscere, restai ancora un po’, poi mi tolsi, mi distesi al suo fianco.
– Amore e stato bello veramente.
– Sì anche se mi sento tutta rotta, ho goduto tanto.
– Questa notte lo rifacciamo.
– No amore lascia riposare questo povero culo.
Mi alzai e dopo avermi ripulito, ero in procinto di usciere.
– Procurati dei preservativi.
Non piacciono.
– Devi, li nel culo, e un focolaio di batteri, puoi prendere qualche malattia
Dopo cena usci di nuovo, come avevo detto andai da zia.
– Ciao zia. Come va?
– Bene come mai sta sorpresa?
– Volevo parlarti!
– Entra vieni sono sola, la nonna e uscita.
Mia zia era una, bona, non sono mai riuscito a capire come che non ha trovato un uomo, e stava con nonna, vivevano con quel poco di pensione, che aveva la nonna, e quando trovava qualche lavoro non si tirava indietro. Andammo nel piccolo cucinino.
– Vuoi un caffè.
– No ho finito di cenare da poco.
– Allora, dimmi tutto, il quartiere parla di te.
– La gente piace spettegolare.
– Se… ho parlato con tua madre, ed molto orgogliosa di te, mi auguro se diventerai ricco, ti ricorderai di me.
– Sono venuto per questo! Mi servono due persone di fiducia, una e mamma e l’altra vorrei che fossi tu.
– Dimmi, che cosa posso fare.
– Nulla di eccezionale io ho preso in affitto un deposito, e appena e pronto l’ufficio e il deposito, arriverà molta merce, e ci saranno sia gli operai che autisti, e tu devi sorvegliare che non rubano e che svolgono il lavoro per bene.
– Va bene, quando inizio.
– Appena e pronto ti avviso, voglio dirti che al’inizio lo stipendio non sarà alto, poi se le cosa vanno come devono andare ti aumento e ti metterò apposto, che ne pensi?
– Va bene, stai tranquillo, farò tutto quello che vorrai.
Mi alzai, per andarmene, lei si avvicino e mi accarezzo il viso, si chino per baciarmi sulla guancia, io rapido la baciai sulla bocca, me la strinsi, forte, lei forse sorpresa apri la bocca ed io rapido gli diedi la lingua, non si ribello, ma corrispose, iniziai ad accarezzarle il culo, poi scesi con la mano lungo la coscia e gli sollevai il vestito. Era senza quei maledetti collant, ero in procinto di mettergli la mano nella mutandina, ma lei si stacco e me lo impedì.
– Ma che ti prende?
– Mi piaci moltissimo ecco cosa mi prende.
– Anche tu mi piaci molto, ma sono tua zia.
– E che vuol dire, mi piaci da morire, la baciai sulla bocca, dimmi di si, vuoi?
– In cosa devo dirti di si? Vuoi scoparmi? Ti vuoi togliere lo sfizio di pensare, mi sono fatto mia zia?
– Perché pensi questo di me?
– Cosa devo pensare che sei innamorato di me? E se si, non pensi che me lo devi chiedere? Dirmi che sei innamorato di me e cosi che si fa.
– Mi piaci molto ma da dire ti amo ce ne passa mi dispiace non posso prenderti in giro, non vuoi pazienza e un sogno che non si avvera.
– Mi rifiuto, non mi dai più il lavoro?
– Sarei uno stronzo e non lo sono, va bene cosi, vieni domattina a casa nostra, vado ciao.
– Dove vai? Baciami stupido!
La presi per i fianchi, me la tirai a me quasi con prepotenza, cercai la sua bocca come un assetato cerca l’acqua nel deserto, gli sollevai il vestito, gli misi la mano nella mutandina, lei fece lo stesso con me, tiro fuori il cazzo, ci masturbammo a vicenda per un po, la girai e le feci poggiare le mani sul tavolo gli sollevai il vestito, aveva un bel culo sodo. Lei era di carnagione scura, sembrava una mulatta, gli abbassai le mutandine.
– Zia posso chiavarti? Ho lo vuoi nel culo?
– Chiavami vai tranquillo, non posso avere bambini.
Era quello che volevo sentire, non avevo ancora scopato, non avevo, provato, la fica, lo guidai entrai dentro di lei. Che sensazione! Bellissima! Sentivo il cazzo scivolare, in una guaina calda e bagnata, la presi per i fianchi, gli davo dei colpi da spaccargli la schiena, lei inizio a gemere.
– Marco che bello, chiavami forte e cosi che mi piace spaccami l’utero, fammelo sentire tutto questo grosso cazzo, mettimi le palle dentro, tutto ti vogliooo, o la fica che mi cola, stringimi i seni, fammi male, cosi chiava forte, cosììì! Godooo!
Mi piantai dentro, la fica, e mi bloccai, ero fermo cosi sborrai, poggiai la testa, sulla sua schiena, era la mia prima chiavata, e volevo ricominciare ma lei…
– Marco togliti, di sicuro sta per arrivare mamma, avremo tempo di farci una scopata, se lo vorrai.
Ci rimettemmo a posto, appena in tempo che arrivo nonna, dopo delle parole senza senso andai via.
Mi recai alla pizzeria presi delle pizze, tornai a casa, la mia sorellina ne andava pazza, il bello, che in me vedeva la figura paterna, mi chiamava papa, diventavo sempre più ricco. Dedicandomi, alla mia attività, e al amore per mia madre, non era mai uscito con una ragazza, mamma mi invoglio a cercarne una, sai per non dare a vedere, cosi chiesi a Sara se voleva uscire, e accetto.
Ero un po impacciato, anche se lei era una mia dipendente, fu lei a togliermi dal imbarazzo.
– Marco dimmi la verità! Tu mi hai portata fuori perché desideri Scoparmi? Se e questo che vuoi, andiamo in ufficio, e mi scopi, io lo desidero come te.
Andammo in ufficio, c’era un divano.
– Mi vuoi nuda? Se lo vuoi mi spoglio!
– Non sentirai freddo?
– Mi riscalderai tu, adesso non parlare, baciami.
Era una esperta, come restammo nudi, si inginocchio, e inizio a leccarmi il cazzo, iniziava da di sotto, mi prese un palla in bocca. Lascio, mi lecco sotto tra palle e culo, mi fece stendere, si mise nella posizione del sessantanove, iniziai con mettergli la lingua dentro, la fica, mi senti ribollire il sangue, quando senti la lingua vicino al mio, buco del culo, era una sensazione nuova, e arrapante. Dopo un po che ci leccavamo, la girai gli montai sopra, fu lei a prendere il cazzo e guidarlo dentro di lei.
– Marco hai un bellissimo cazzo, pompami, forte, solo tirati indietro. Non voglio restare in cinta.
Eh ci mancava questo, la chiavavo molto lentamente, quando chiavo non mi piace essere bruttale, lei si era aggrappata a me mettendo i piedi, sulle mie cosce, mi baciava e mi dichiarava di amarmi. Dopo un po’ lei gridandomi.
– Godooo!
Mi sfilai, dalla fica, la girai a pancia sotto la inculai.
– O mio dio mi stai aprendo tutta, lo sento nella pancia.
Eccitato come ero, sborrai, nel culo. Ci lasciammo con la promessa che ci saremmo ancora fatte delle sane scopate. Tornai a casa, mamma, dormiva, mi distesi al suo fianco, lei si giro. Abbracciandomi.
– Ti sei divertito amore.
– Una serata diversa, dal solito.
– Te la sei scopata?
– Mamma che domanda mi fai?
– Te la sei scopata, non dirmi che non sia vero?
La feci tacere, mettendogli la lingua in bocca, il cazzo si ingrosso.
– Vuoi incularmi? Lo sai non dico di no, ma se lo vuoi lavati e metti il preservativo.
Andai nel bagno, a lavarmi ma non avevo tanta voglia di scopare. Non potevo dirlo, lontano da me il pensiero di renderla gelosa. Tornai in camera, iniziammo i nostri e fusioni, al momento, che eravamo pronti lei si stava per mettersi a pancia sotto, la misi sul fianco.
– Facciamolo cosi, non ti peso.
– A me piace sentirti su di me.
– Dopo magari!
Non misi il preservativo, nel girarmi per prendere la solita crema, notai che nella posizione, che era, si vedeva la fica. In una visuale mai vista, presi il cazzo alla radice, glie lo passai tra le natiche, glie lo mise tra le labbra della fica.
– Che fai amore? Mettilo dentro, inculami non resisto più, ti voglio sentire dentro di me.
Gli misi una mano davanti, la strinsi forte, e diedi un colpo di reni. Entrai nella fica, voleva liberarsi ma la tenni ben salda.
– Amore questo no, non dovevi farlo, saremo dei peccatori.
– Lasciati andare, e quello che vogliamo d’anni.
Iniziai a scoparla.
– Amore, giriamoci, e la nostra prima volta e ti voglio sopra di me.
Mi tolsi, e mi distesi, su di lei, entrando dentro alla sua fica che tanto avevo sognato, la chiavavo con frenesia, non mi sembrava vero, la stavo scopando, penso che lei, lo desiderava quando me.
– Amore, mio dio, perché abbiamo perso tanto tempo, scopami, chiavarmi forte, con forza, ho la fica che mi cola di come sto godendo.
– Ti farai scopare sempre, e bello scoparti.
– Sì amore mio, tutte le volte che vorrai.
Da quel giorno scopavamo tutte le notti, tutto sembrava che andava nei migliori dei modi, poi un giorno, tornando a casa, la vidi piangere.
– Mamma che ce, perché sei ridotta in questo stato.
– Sono incinta, hai capito? Mio dio come faro? Sono una svergognata incinta di mio figlio.
– Amore e bellissimo, avremo un bambino.
– Tu sei mio figlio lo capisci? Che ce di bello?
– E bellissimo, comprerò un casa, lontano da qui, me lo posso permettere, possiamo andarcene in provincia nessuno ci conosce, e vivremo come marito e moglie, cresceremo il nostro bambino.
Dopo molte assicurazione riuscì a convincerla, un mese dopo comprai una villa in provincia, mamma, adesso la chiamo con il suo nome, Flora, diede alla luce una bellissima bambina. Oggi viviamo, un bellissimo sogno d’amore, siamo felici, e ricchi, ho realizzato la promessa, che gli avevo fatto. Il resto e storia! Lei sa che mi scopo la zia, e la mia segretaria, e questo e tutto.

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