Un giorno in spiaggia con la cognata 2

Dopo quella domenica che avevo passato con mia cognata Daria mi addormentavo solo pensando al suo bel culetto. Cercava sempre di evitarmi e per quasi due mesi non è più venuta a visitarci, veniva solo quando era sicura che sua sorella fosse in casa. Un giorno ricevetti un e-mail da lei dove diceva che doveva vedermi. Santo cielo…poteva essere il mio giorno fortunato! Elegante come sempre e ovviamente in imbarazzo, iniziò a raccontarmi i suoi desideri e il fatto che mi sognava di notte e che si masturbava pensando a me. Aveva iniziato a passare il fine settimana a casa dei suoi, e cercavamo, pur non volendo destare sospetti, d’incontrarci il più possibile. Un giorno si presentò occasione per passare del tempo insieme visto che Luciana era andata a Londra per lavoro. Non appena fu partita, mi recai da Daria, che venne ad aprirmi con addosso un intimo trasparente di pizzo rosso che mi aveva eccitato all’instante. Senza dirci una parola ci dirigemmo subito nella sua stanza, spogliandoci a vicenda ed iniziamo baciarci sul tutto il corpo, ritrovandoci in un eccitate sessantanove (quella prima volta non ha avuto il tempo di ciucciarmi il cazzo). Leccavo con appetito la bella figa depilata, e con il medio, iniziai a massaggiargli il buchetto posteriore facendola gemere di piacere. Sapevo che fosse brava ma ero meravigliato di come succhiava e leccava l’uccello e quasi mi venne in mente di provare ad allargarle la bocca. Poi Daria si misi a cavallo su di me con un movimento deciso, sedendosi sul mio cazzo gonfio e schiacciandolo con il suo peso. Sbattendo il mio cazzo nella sua vagina iniziò a cavalcarlo con forza mentre le spremevo con vigore le belle tette piccole. Voglio scoparmi anche il suo culo, pensai, e cambiando posizione la misi a pecorina e tenendola ben stretta sui fianchi affondai il viso tra le sue chiappe e iniziai a insalivare il suo buchetto stretto; penetrandolo con la lingua ben contento che la troietta iniziasse a godere. Puntai deciso il mio cazzo verso il suo buchetto e tendendola ben stretta introdussi piano l’asta dura, lei gemeva cercando di convincermi a lasciarla stare. Preso dall’eccitazione sfondai completamente il suo sedere e tra i lamenti di dolore, iniziai a muovermi dentro di lei sempre con più vigore mentre lei continuava a lamentarsi. Masturbandosi la figa umida iniziò a rilassarsi e assecondava i miei movimenti; non riuscendo e trattenermi sborrai nel suo culo stretto. Quasi sfiniti ci sdraiammo sul letto “Sei un porco maledetto, finalmente hai ottenuto ciò che hai sempre voluto, ma non posso dire che mi dispiace”.

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