Una mamma stupenda inculata

Ero un ragazzo di diciotto anni, andavo a scuola, e venivo definito un secchione, un cocco di mamma, dovevo subire lo sfotto, degli altri ragazzi, e le ragazze, erano più cattive dei ragazzi, io servivo solo, per dare aiuto nel svolgere i compiti. In aula cera una ragazza che come me, subiva, vestiva male, ci scambiavamo sguardi, la nostra timidezza, ci impediva, di parlarci, un giorno fu lei a prendere l’iniziativa. La professoressa di inglese, inizio a interrogare, gli interpellati, rispondevano male, molti di loro facevano i bulli, non erano cattivi, solo atteggiarsi per apparire a gli delle ragazze, venne il mio turno e come era suo solito chiamo il mio nome in inglese, io risposi sicuro di me, e da quando avevo cinque anni che mia madre, mi insegna, tutte le sere, non sapevo leggere, e lei mi leggeva le favole. Ora lo parlavo e scrivevo perfettamente. Alla fine delle lezioni stavo raccogliendo, le mie cose, lei si avvicino.
– Ciao Toni, vorrei chiederti se mi aiuti, con l’inglese, sono una frana.
– Non oggi ciao!
Vidi che era rimasta delusa, io non avevo avuto la forza di continuare ero uno stupido, timido, pensai che avevano ragione gli altri, tornai a casa, come era normale mamma non cera, mangiai qualcosa, andai in camera mia, accesi il computer, iniziai ad aprire i siti porno cercavo qualcosa di eccitante per segarmi. Trovavo molti racconti a volte stupidi, o di una volgarità, che non a uguale. Navigando, salto alla mia attenzione “Un racconto d’incesto tra un figlio e una mamma”, iniziai a leggere mi piaceva sia come era scritto e come veniva raccontato, mi eccitai a più non posso. Spinto da quella storia, pensai a mia madre, in quell’istante, pensai mia madre e una bella donna e una gran fica, mi diedi del depravato, come potevo pensare a mia madre, in quel modo. Pensavo bene ma ruzzolavo male, il pensiero andava sempre a lei, apri un cartella dove avevo tutte le foto cercai, quelle di lei, cerano di quelle scattate al mare, era i due pezzi, guardando quelle foto mi resi conto di che fica era, uno schianto, mio malgrado, mi toccavo, il cazzo, ero troppo eccitato, lo tirai fuori, e guardando le foto di mamma, iniziai a masturbarmi. Non ci volle molto, che schizzai sperma da per tutto, ebbi l’impressione che non voleva smettere, di buttarla fuori. Mi rimisi a posto e lavai, il tutto, avevo appena finito senti mamma rientrare, di solito andava in bagno, e poi in camera sua a cambiarsi, per la prima volta pensai di spiarla, mi avvicinai alla sua camera era socchiusa, guardai, e fu uno spettacolo. Non ce pari, era con mutandine e reggiseno con calze autoreggente, tutte di colore nero, con la sua carnagione bianca, era un contrasto da mozza fiato, il mio amichetto, si raddrizzo, era come un militare che, scattava sull’attenti. Lei continuo a spogliarsi, sino a restare nuda. Restai li a guardare stupito, e arrapato, scappai in fretta in camera mia, ci mancava poco e mi scopriva, lasciai la mia porta socchiusa, la sentì che entrava in bagno attesi qualche minuto. A piedi nudi mi avvicinai alla porta del bagno e spiai dal buco della serratura. Era seduta sul bidet, tirai fuori il cazzo e con quel spettacolo, davanti alla mia visuale iniziai a masturbarmi di nuovo. Non ci volle molto, per godere, sborrai nella mia mano, onde evitare di schizzare, e sporcare da per tutto, andai in cucina a lavarmi le mani, presi una coca, andai alla finestra, guardavo i bambini, giocare a palla nel cortile.
– Ciao sei qui, pensavo che eri fuori.
– Non mi andava, ho studiato un po’, e poi mi sono addormentato.
– Ti ho svegliato io.
– Ma no, ho capito che eri a casa, quando volevo andare in bagno, ho sentito il rumore dell’acqua, ci devo andare, scusa.
Andai in bagno mi diedi una rinfrescata, e misi il cazzo sotto il getto d’acqua fredda, con la speranza che faceva il bravo, si ammosciava, ma che, ebbi l’impressione, che il freddo, lo faceva indurire di più, lo sistemai, come meglio potevo, per evitare che si notasse. Cercai nel cestino della biancheria sporca le sue mutandine, le trovai, le portai, al volto che bello sentivo il profumo della fica. Tornai in cucina, lei era al’lavello, mi avvicinai e accostandomi a lei, l’abbracciai, prendendola per i fianchi, non era la prima volta, che l’abbracciavo, solo che adesso era diverso, la baciai vicino all’orecchio, e sussurrai.
– Ho la mamma più bella del mondo!
La baciai di nuovo, mi accostai al suo culo, il cazzo più duro che mai poggio al centro, lei diede un piccolo scatto, era dovuto alla sorpresa, pensai adesso mi arriva uno sganassone, al contrario mosse il culo, sino a posizionarlo nel mezzo, del solco di pesca, il coraggio aumento misi una mano sul ventre, e glie lo accarezzavo, e continuavo a baciarla, restammo cosi un po’, poi.
– Amore dammi il tempo di preparare la cena.
– Mamma perché non usciamo, mangiamo una pizza, magari andiamo a vedere un film, domani e sabato, non lavori, dai.
– E sia amore, vado a cambiarmi, fallo anche tu, devo fare delle compere.
Poco dopo uscimmo, salendo in auto mi resi conto, di quanto era affascinante, mi si può chiedere eri cieco prima, uno non vede la mamma come donna, può avere la gobba, vecchia, o altro, resta la mamma, al momento che la vedi, come una donna che vorresti portarti a letto, tutto cambia, tutto diventa, diverso i tuoi occhi, i pensieri, vanno a lei, l’oggetto dei tuoi desideri, nel sedersi il vestito già corto. Sali su sino a scoprile un bel po di cosce, la guardavo, non riuscivo a togliere lo sguardo da quelle cosce.
– Amore che hai ti sei fissato, sulle mie cosce, che hanno sono brutte.
– Che dici, arrossendo, gli dissi sono bellissime.
– Davvero? A volte penso che l’età mi tradisce.
– Ebbi una idea, cosi, mamma sono belle, anche se penso che dovresti usare delle creme, e massaggi, ti farebbero molto bene, e in più ti farebbero scaricare un po dello stress, dato che per lavoro sei sempre seduta.
– Forse e vero, hai ragione, se io compro la crema, tu mi aiuti? Non mi va di andare da un massaggiatore, l’ora e tanti impegni che ho, con te possiamo, farlo anche dopo cena.
Entrammo nel super mercato, mentre si girava con il carrello, cercavo tutte le scuse per toccarla, dopo la spesa, lei volle entrare in un negozio di intimo, entrai con lei anche se ero un po a disaggio, mentre lei controllava gli indumenti che gli interessavano, il mio sguardo fu attratto da un manichino con reggiseno e mutandine bianche, molto bello.
– Fabio che guardi, ti piacciono.
– Belli vero, con timore, dissi stavo pensando che su di te starebbero benissimo.
– E magari vorresti vedermi come mi stanno.
Adesso si arrabbia, pensai.
– Perché no sei uno schianto, mi guardo e sorrise.
– Vuoi che li compro?
– Sì prendili, sotto voce, quasi vicino all’orecchio, ti prego, non ti arrabbiare, ti prego, mi piacerebbe, farti delle foto, con questi addosso, dimmi di sì, ti prego.
– Le faremo amore mio cosa non farei per te.
– Mi regali la macchina digitale, quella che abbiamo e antiquata, e poi si deve sviluppare il rullino, con quella digitale, le vediamo solo noi.
– Hai ragione, dopo la prendiamo, adesso prendiamo gli indumenti.
Finito le compere, andammo in pizzeria, ero al settimo cielo cosa stava succedendo, non solo mi aveva chiesto di farle i massaggi dove la potevo toccarla tutta, mi aveva detto di sì per le foto intime, mi aveva preso un macchina fotografica di quelle semi professionali, mangiammo la pizza, mamma che ne pensi se io porto tutta la spesa in auto, andiamo al a vedere un film.
Andiamo insieme all’auto.
Entrammo in una sala notammo che era semi deserta, nella nostra fila, non cera nessuno, lei sedendosi, il vestito gli scopri le cosce, lei sorrise, aveva visto dove era diretto il mio sguardo, le luci si spensero, ebbe inizio il film, i nostri bracci si toccavano, pensai di mettere il mio sotto al suo e gli presi la mano, intrecciai, le dite con quelli di lei, si giro e guardandomi, sorrise, si chino verso di me, mi sussurro all’orecchio.
– Sembra che tu mi fai la corte, ti comporti come, non fossi la tua mamma, ma una ragazza.
– Tu sei molto più bella di tantissime ragazzine.
– Grazie amore.
Mi bacio sulla guancia, e io ne approfittai, ricambiai baciandola sulla bocca, nel fare questi movimenti, le nostre mani vennero a trovarsi sulle cosce, sentire quel calore per me fu come ricevere una scossa elettrica, lentamente la girai adesso era con il dorso. Non lo so se lo fece di proposito, o pure casuale, lascio la mia mano, come a grattarsi il mento, io mi trovai con il palmo della mano sulla coscia, pensavo che, avrebbe ripreso la mano invece, non lo fece. Restai un po fermo, poi lentamente iniziai a muoverla, salendo su, con la paura, di chi e consapevole, che sta facendo qualcosa che non deve. Sali su e la feci scivolare all’interno delle cosce, ora non sentivo più, il nailon delle calze, il calore della carne, calda. Guardavo il film senza capire nulla, a un tratto le prese la giacca, e la mise sulle cosce per coprire, la mia mano. Volai nelle stelle, ci stava lo voleva anche lei, mi feci più audace. Sali sino a toccare il centro, senti dei peli che fuoriuscivano dalle mutandine. Stavo sognando non poteva essere vero, e tutto un sogno bellissimo, provai a mettere un dito nel centro e spostando la mutandina, toccai la fica, ero inesperto, lei le allargo per agevolarmi. Si rese conto che ero un imbranato, era la prima volta che toccavo la fica, lei mi venne in aiuto.
– Amore basta cosi dai, a casa ti insegnerò come fare godere una donna.
Dopo il film mangiammo un gelato, facemmo ritorno a casa, dopo aver messo, le compere a posto, lei mi sorrise.
– Giovanotto cosa, ti viene, per la testa, di fare, quel giochino.
Ora non avevo più paura, anche perché lei sorrideva, mi avvicinai la presi per i fianchi.
– Mamma non lo so cosa mi prende, ho un desiderio, fortissimo che mi stringe, l’anima, e quello di toccarti e stringerti forte, vorrei baciarti, vuoi?
– Baciami amore.
Fu lei a prendere l’iniziativa, poggio la sua bocca sulla mia, e socchiuse le labbra, gli diedi la lingua, per me era il mio primo bacio, e fu bellissimo, mentre ci baciavamo, l’accarezzavo il culo, sollevai il vestito, accarezzavo il culo, e cercando di abbassargli la mutandina, lei mise la mano tra noi, e cerco il cazzo, mi apri la lampo, lo tiro fuori, e inizio a masturbarmi. Mio dio ero in paradiso!!! Non ci volle molto che sborrai, ebbi il buon senso, di scostarmi, onde evitare di schizzarle la sperma addosso, mi allontano.
– Vai a darti una ripulita, dopo dobbiamo parlare e mettere in chiaro alcune cose.
Andai, in bagno e dopo avermi lavato tornai da lei era sul divano, presi posto vicino a lei.
– Amore mio, io capisco che tu non ai avuto esperienze, sei ancora, un ragazzo, tra noi, possiamo giocare un po, ci divertiamo, ma non si va oltre ai toccamenti e baci, non pensare di chiavarmi. Questo non deve succedere, e non avverrà, poi, con le mani e bocca possiamo fare quello che vogliamo, d’accordo?
– Mi rendi felice! Ti chiedo posso… tenerti nuda tra le braccia? Possiamo dormire insieme?
– A questo punto, vieni a dormire, con me.
– Quando faremo le foto?
– Domani amore, adesso e tardi, andiamo a letto. Tu hai goduto prima, adesso, tocca a me. Vai a letto io ho le mie pulizie, ti raggiungo tra poco.
Andai in camera di mamma, misi a letto solo con i box, sognavo a occhi aperti, venne mamma, spense la luce, si mise al letto, nel accostarmi mi resi conto che era nuda, ci abbracciammo e le mie mani non trovavano un punto, dove soffermarsi, ci baciammo, misi la mano sulla fica, lei apri le cosce.
– Caro ti guido io.
Prese la mia mano, e la guido, al centro della fica.
– Amore lo senti quel pisellino e quello che devi, sollecitare per farmi godere. Ecco cosi impari in fretta! Continua cosi amore mio! Che bellooo, cosi, metti un dito dentro, chiavami con il dito.
Lei aveva preso il cazzo e mi masturbava.
– Amore un attimo ti prego.
Si sciolse dal mio abbraccio, apri il cassetto del comodino, prese un cazzo in lattice.
– Amore adesso io lo metto dentro e sarai tu a chiavarmi, devi andare lentamente, mi raccomando.
– Lo faro!
Se lo mise dentro, vidi quel grosso cazzo scomparire dentro di lei, lo diede a me, iniziai, il più antico gioco del mondo, andavo avanti indietro molto lentamente, dopo un po.
– Amore aumenta vai più svelto, cosii, sì cosii, godooo, che bello amore mio, resta ben piantato dentro, fermo, che bellooo, amore mio, toglilo adesso.
Lo sfilai, spinto dalla curiosità, lo annusai, aveva un buon odore, come uno zobbie, mi venne di passare la punta della lingua, alla cappella, era, era buono.
– Amore se vuoi assaggiare il mio nettare, passa la lingua tra le labbra della fica, ti piacerà di più.
Feci come aveva detto, passai la punta della lingua a raccogliere, tutto il liquido che potevo.
– Amore girati, verso di me dammi il cazzo, voglio succhiarlo.
Mi girai, lo prese, e inizio, leccarlo tutto in torno alla cappella, lo prese in bocca ed inizio a succhiarlo, dopo un bel po, che facevamo il sessantanove, cercai di uscire dalla sua bocca non volevo che, si arrabbiava, sborrandola in bocca, lei mi trattenne, e io esplosi, nella sua gola, lo trattenne, sino a che non ingoio tutta la sperma. Ci abbracciammo, stanchi ma felici ci addormentammo. L’indomani mattina, al mio risveglio ero solo, mi stirai come un gatto, restai un po a letto a bearmi, di quel, sogno, che si era avverato.
– Ti sei svegliato amore? Ti alzi che ti preparo la colazione.
Mi diede un bacio, andò via, dopo colazione, lei mi mando in camera mia, a studiare, nel pomeriggio, si decise di passarle la crema, si mise sul letto nuda, a pancia sotto, iniziai a massaggiarla, quel culo cosi bello, era un richiamo, al mio cazzo, era come diceva, inculami, presi un po di crema, la passai tra le natiche, assaggiai, il buco del culo, e la penetrai, non disse nulla, andavo dentro fuori, per un po’, mi abbassai i box, mi distesi su di lei.
– Amore che fai.
– Sarà bello vedrai!
Spinsi la cappella trovo la sua strada, entro.
– Amore no, non voglio mi fai male?
– La cappella e entrata, ora lo prendi facilmente.
– Sì ma fermati, lascia che mi abitui ad averlo dentro.
Restai disteso su di lei e fermo, dopo un po, fu lei.
– Dai amore adesso piano, inizia a pomparmi, il culo, e bellooo, quando tempo e passato, dai svelto adessooo, sììì, metti la mano davanti e fai come ti ho insegnato.
Misi la mano di sotto lei inarco un po il culo dandomi la liberta di movimento, iniziai a masturbarla.
– Dai amore che bellooo, sto per godere, dai schizzami, fammelo sentire.
Esplosi, nel suo culo, stupendo, e lei con me.
Da quel giorno cambiarono, molte cose, il lunedì a scuola mi sentivo un altro, ero più sicuro di me, e la ragazza, goffa ma bella, Mary, mi guardo e fece un timido sorriso, durante l’ora di pausa, mi avvicinai a lei.
– Ciao! Ti chiami Mary vero? Io sono Fabio, ti va di prendere un gelato o una coca dopo la scuola?
– Si accetto volentieri!
Iniziammo a uscire, insieme, un giorno la baciai, e divento la mia ragazza, una sera a letto con mamma dopo, aver soddisfatto, i nostri desideri, gli raccontai di Mary.
– Bravo mi fa piacere, me la farai conoscere?
– Certo vorrei che l’aiuti senza darlo a vedere.
– Di che si tratta?
– Si veste male, non lo so se e povera, oppure e lei che non sa, o non vuole.
– Invitala a pranzo domenica, me la vedo io.
La domenica successiva, la portai a casa, mamma come la vide, resto meravigliata di quanto era fica, un culo e due zizze stupende, non avevo avuto l’occasione, o pensato sempre di fare una spagnola, deve essere stupendo mettere il cazzo tra quelle belle tette, loro due, andarono in camera da letto, li senti andare in bagno io mi stavo, per addormentarmi, fu mamma chiamarmi, andai in camera, da letto era uno schianto, un pezzo di fica da fare girare la testa.
– Sei bellissima!
Dopo pranzo, mamma e lei rassettarono, poi mamma uscì, restammo da soli, vieni ti faccio vedere la mia camera, la portai, di la, apprezzo la stanza. La presi tra le braccia e la baciai, mentre la baciavo gli sollevai il vestito, era senza calze, gli misi la mano sul culo, gli apri le natiche, e con un dito, gli stuzzicavo il buco del culo, mi sbottonai i pantaloni, la guidai a prendere il cazzo, inizio a farmi una sega, intanto con il dito la penetrai nel culo.
– Amore ti va di scopare?
– Ho paura io non lo mai fatto, sono ancora vergine. Se poi ci resto, che facciamo.
– Fatti inculare, sarà bello, vedrai.
– Questo cazzo cosi grande, nel culo, mi ucciderai.
– Ma no con un po’ di crema ti entrerà, facilmente. Vedrai!
– Come vuoi… ti voglio solo accontentare, ma ho paura.
– Sarò delicato, e piacerà anche a te.
L’aiutai a spogliarla, restammo nudi, la feci stendere sul letto, iniziai a baciare e leccare dai seni sino alla fica gli feci aprire le cosce, misi la testa nel mezzo, con la punta della lingua, cercai il clitoride, lo martellai mi girai offrendogli il cazzo, mi distese e ci mettemmo nella classica posizione del sessantanove, lei mi masturbava, la presi per la testa e la forza, vicino alla capocchia, timidamente, inizio a leccare tutta la cappella, apri la bocca e l’accolse, non credo che era cosi ingenua, mi succhiava il cazzo, che nemmeno mamma, mi faceva dei pompini cosi. Dopò un bel po che ci leccavamo, mi tolsi, dal sessantanove, la girai alla pecorina, presi un po di crema, mi unsi il cazzo, e il suo bel buco, era perfetto, con i suoi raggi a magliera, ne passai un bel po, nel buco del culo, penetrandola con un dito, poi con due, lei inizio a gemere di piacere. Guidai il cazzo e spinsi, piano, ma continuo. La cappella si fece strada, entro, lei grido.
– Fabio mi fa male toglilo ti prego.
– Amore un po di pazienza, rilassati non stringere il culo.
Attesi un po quando vidi che si rilassava, iniziai a incularla, lentamente.
– Amore adesso va meglio.
– Sì adesso lo sento che mi scivola bene.
La inculavo e la masturbavo, lei a un tratto grido di piacere, aveva goduto di culo.
Due giorni dopo, la sera a letto con mamma, dopo averci scambiato baci e carezze, nettavamo nella posizione del sessantanove, quella sera avevo altri progetti, mi misi con la testa tra le cosce, con le dite gli allargai le labbra della fica, presi il clitoride, tra le labbra, lo succhiavo.
– Amore girati, dammi il cazzo, che possa succhiartelo.
Feci finta di non sentire, continuavo, a leccare la fica, gli misi un dito in culo e uno in nella, fica.
– Amore dai girati, voglio succhiarti il cazzo.
Lasciai di leccare, la fica e lentamente sali su, sino a distendermi sul suo bellissimo corpo, lei cerco la mia bocca, credo che non si era resa conto, che ero in una posizione, favorevole, a chiavarla. Misi la mano a prendere il cazzo, lo guidai, entrai, dentro di lei, si blocco, prese la mia testa tra le mani.
– Amore mio non dovevi, saremo dannati, all’inferno.
– No mamma, in paradiso ti porto, e se devo andare all’inferno, ci vado volentieri, se questo vuol dire amarti.
– Allora chiavami amore e dannazione della mia vita, solo non sborrarmi dentro, adesso chiava forte, fammi godere come mai prima d’ora.
Iniziai a scoparla, con un ritmo e forza da sfiancare un cavallo, ma lei, mi assecondava venendomi incontro, con il bacino.
– Amore mio che bello mai avrei pensato, che sarebbe stato cosi bello, chiavare con te, sto per godere di nuovo, fermati un attimo, e presse il cazzo, dentro senza muoverti, ecco cosììì, che bellooo, godo, sbrodolo tuttaaa.
Mi tirai fuori, continuai, con la mano schizzai, sperma sul suo corpo. Appagato, mi distesi al suo fianco, lei si alzo andò in bagno a lavarsi, io lentamente caddi nella braccia di Morfeo.
Da quel giorno mi scopavo mamma tutti i giorni, alternavamo tra, scopate, inculate e sessanta nove, mi inculavo Mary, era diventa brava a fare i pompini, il culo era aperto adesso si faceva inculare con piacere, la fica non me la da, se un giorno ci sposiamo… una scusa da ipocrita.

Tutti gli anni alla fine della scuola, andavo da mia nonna in campagna, questo anno non volevo, con due donne per fare sesso sfrenato lasciavo tutto, mamma fu dura, non volle sentire scuse, cosi, mio malgrado, parti per la campagna, mamma mi aveva regalato un’auto. Al mio arrivo nonna, mi saluto con entusiasmo, portai i bagagli in camera mia, scesi in cucina, nonna preparava, il caffè, la guardai e pensai cazzo ma nonna, ha un bel corpo. Malgrado l’età, mi alzai, andai di dietro, gli misi le mani ad abbracciarla e la baciai sul collo.
– Ho la nonna più bella del mondo!
– Bella?!? Ti ringrazio, forse lo ero una volta, adesso.
– Sei bellissima!
Si giro forse voleva dire qualcosa, ci venimmo a trovare bocca a bocca, poggiai la mia su quella di lei, e gli diedi la lingua, e lei l’accetto. Ma questa e un’altra storia, se mai ci sarà un seguito ve la racconterò.

Publicato in Madre e Figlio. Parole Chiavi , , , , , , , .