Una Vendetta in Famiglia – parte 2

Grazie se vuoi.
Mia moglie andò via, restammo soli.
Giorgio che ti e saltato in mente, quel gioco sotto al tavolo.
Te lo detto che devo farti la corte.
Se tua moglie capiva?
Lei non vede più in la del suo naso.
Va bene ma e pericoloso.
Parlavamo quasi bocca a bocca, per non farci sentire.
Comunque e stato stupendo, toccarti.
Sei mio genero non dimenticarlo.
Lo so, ma mi piaci da morire.
Non ne parliamo più, mi aiuti.
Non era arrabbiata, a dire la verità, la vidi contenta.
Potrò toccarti.
Non lo so, a dire la verità ne sono lusingata, ma sono anche consapevole, chi sei.
Dai dimmi di si, ti prego.
Ti accontento, ma fai molta attenzione, non sia mai che ci scopre.
Stai tranquilla, sappi che ti toccherò, più di quello che pensi.
Va bene aiutami adesso.
Ci mettemmo a rassettare la cucina, quando finimmo.
Vai adesso lavo a terra.
Guardai nel corridoio verso le camera erano chiuse, tornai in dietro.
Che ce.
Questo rapido la baciai sulla bocca, gli passai la lingua tra le labbra, e gli accarezzai il culo.
Vai ti prego ho paura.
Dimmi ti farai baciare.
Si mi bacerai, ma vai.
Ero cosi eccitato, che avevo il cazzo sembrava di marmo.

Il pomeriggio uscivo, mancavo qualche ora, passeggiavo sotto la pineta, vicino casa, al rientro, la vidi che andava nello scantinato, lei non mi aveva visto, non cera nessuno, scesi anche io la porta era aperta, entrai.
Giorgio che ci fai qui, a pensarci bene, mi aiuti pesa, la cassetta.
Certo, la presi per i fianchi, e la tirai delicatamente a me.
Giorgio ma tu che vuoi da me?.
Voglio baciarti, non gli diedi il tempo di rispondere, poggiai la bocca sulla sua, apri e succhio la mia lingua, intanto gli accarezzavo il culo sodo, gli sollevai il vestito, misi la mano nella mutandina, rapido gli copri tutta la fica, che bello al tatto sentivo che era di quelle belle fighe pelose, misi un dito dentro.
Giorgio ti prego siamo degli incoscienti, qualcuno può scendere, ci sono altri inquilini, fai il bravo dai.
La baciai sulle labbra, presi la sua mano e la portati a toccarmi il cazzo duro.
Ti desidero.
Non possiamo mio Dio ma cosa sto facendo.
Taci amore, e la baciai di nuovo,e lei era rimasta con la mano sul cazzo, sopra ai pantaloni, ma avevo ottenuto già tanto.
Giorgio andiamo, dai.
Ok domani usciamo.
Si.
Presi la cassetta andammo di sopra, era da un bel po’ che non ridevo e scherzavo, quel pomeriggio, non facevo altro.
A cena, mentre mettevamo a tavola riuscì a dirgli siedi, vicino a me.
Sorrise, i ragazzi non cerano, lei si mise, vicino ma non tanto, riuscì lo stesso a stare a contatto, dopo cena, le donne rassettarono, io andai nel salone accesi la tv, poco dopo mi raggiunsero, le donne sul divano io in poltrona, guardammo uno stupido programma, i ragazzi fecero ritorno, mia suocera li fece mangiare, e cosi a mezzanotte si andò a letto, ero eccitato a più non posso, potevo chiavarmi mia moglie, ormai l’odiavo, cosi mi alzai andai al bagno e mi sparai una bella sega, sembrerà strano, invece e la verità, ormai ero arrivato al punto se solo la guardavo, il cazzo non lo trovavo più.
L’indomani, mattino uscimmo, per andare al centro commerciale, si passa un ponte molto lungo, alla fine, la strada e costeggiata da alberi, e ci sono delle arie di parcheggio, al primo ci entrai.
Che fai Giorgio.
Mi fermai, nulla di strano ma ho voglia di baciarti, andai incontro alla bocca di lei e ci baciammo, misi la mano tra le cosce, restai sorpreso, aveva delle calze autoreggente, penso che si era preparata.
Giorgio può venire qualcuno.
A questa ora non viene nessuno stai calma, continuammo a baciarci, scostai la mutandina, iniziai a masturbarla, dopo un po’, mi sbottonai i pantaloni e tirai fuori il cazzo, presi la sua mano e la guidai a prenderlo, inizio a segarmi.
Sicuro che siamo soli.
Si amore, ti voglio.
Qui, non se ne parla.
Intanto andava su e giù che era un piacere, misi la mano sulla sua testa e la pressai delicatamente verso giù.
Vuoi che lo prendo in bocca.
Lo desidero se vuoi?
Tu guardati intorno se vedi arrivare qualche auto mi avvisi.
Va bene, si chino e inizio a leccare in cazzo, tutto intorno.
Amore quando mi viene vuoi che mi tolgo.
No che ai intenzione di sporcare tutto, vienimi, in bocca.
Mise la mano sotto mi accarezzava le palle e intanto, succhiava il cazzo, lo prendeva tutto quello che poteva poi lo lasciava piano, il bello, era che sentivo, che non solo andava su e giù, succhiava, era la prima volta, che provavo un pompino cosi, arrivai a limite, non resistevo più, e venni la bloccai, esplosi tutto il mio piacere, lo lecco, pulì con la punta della lingua, la cappella, apri la portiera e sputo, gli porsi una salvietta si pulì, mi guardo, la sorrisi e la baciai ci baciammo per un bel po’.
Giorgio andiamo adesso?.
Solo un attimo sono stato egoista tu non ai goduto.
Ho goduto, non come avrei voluto, ma basta che mi baci io godo, tu sei contento.
Come non potrei, solo che mi piacerebbe chiavarti.
Lo faremo ma quando avremo l’occasione.
Ci scambiammo un bacio, e partimmo, durate il giro per negozi sembravamo due innamorati, era contenta e anche io.
Il giorno seguente era sabato, venne, a farci visita un fratello con moglie e bambini, la moglie aveva, trenta otto anni, un gran pezzo di fica, dopo i saluti i pasticcini, e il caffè, mi scusai andai nel’altra camera svelto presi un pezzo di carta, e scrissi, io sono innamorato di te io esco pazzo, ti amo, feci il bigliettino in un piccolo pezzo, lo misi intasca, tornai da loro, lei non cera pensai che era andata in bagno, io andai in cucina, lei doveva passare di la, invece era in cucina, che fai.
Mia figlia vuole il succo e lo sto riscaldando un po’.
Presi il biglietto, tieni nascondilo.
Lo prese, e lo mise in cassaforte, cioè tra i seni, io tornai di la, poco dopo, torno diede il succo alla bambina, mi guardo e sorrise, si guardo intorno nessuno badava a noi, mimo cosa vuoi.
Amarti mimai, sorrise di nuovo.
Lunedì mattina, la sorte mi venne incontro, venne a farci visita una cugina, parlando ci invito a a passare una settima da lei al mare, io dissi di no, invogliai a mia moglie di andarci con i ragazzi.
Non ti dispiace, resti solo.
Ma no, e poi ci sarà mamma, guardandola chiesi ho vai con loro.
No a me il sole e la sabbia non mi vanno per niente.
Nel pomeriggio si organizzo, lei voleva partire con l’auto, ti porto io non mi va di restare senza auto, li portai era abbastanza lontano, cosi senza auto di sicuro non sarebbe tornata, al mio ritorno, come chiusi la porta alle mie spalle la presi tra le braccia, ci baciammo, volevo spogliarla.
Giorgio aspetta abbiamo tutto il tempo che vogliamo, tra poco arriva Antonio con la moglie Anna.
Era quella che gli avevo dato il biglietto.
Ci scambiammo, carezze e baci, poi arrivarono, come entrarono, lei aveva la bambina in braccio io con la scusa di baciare la bambina, gli toccai il seno, il mio corpo nascondeva il tutto, pensai adesso si innervosisce, invece mi sorrise, pensai ce cascata anche lei, ci mettemmo seduti a tavola, mia suocera preparo il caffè, mio cognato parlava solo di calcio, lei non era lontano da me cosi allungai il piede, e lo accarezzai, e lei non lo ritiro, qualche ora dopo se ne andarono, restammo soli, preparo la cena, dopo cena la presi in braccio, e la portai in camera sua, la poggiai sul letto, iniziai a spogliarla.

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