Una Vendetta in Famiglia – parte 3

Giorgio lascia faccio io.
Resto nuda cazzo era ancora bella, restai nudo anche io ci mettemmo sotto lenzuola.
Spegni la luce.
Perché?.
Non mi va tanto di farmi vedere.
Sei bellissima e voglio riempirmi gli occhi per quando non ci sarò.
Il seno non era molle per la sua età era abbastanza duro, presi il capezzolo eccitato tra le labbra, lo stuzzicavo reagì immediatamente, indurendosi, intanto avevo messo una mano tra le cosce, cercai il clitoride, lo massaggiavo, anche lui si indurì, lasciai il seno e scesi giù, sino al monte di venere, era come avevo pensato, la fica, folta di peli neri, e un po’ ricci, gli feci aprire le cosce, stavo per mettermi con la testa nel mezzo, ma lei.
Giorgio, mettiti nella posizione che possa succhiare il cazzo.
Mi girai nella posizione del sessantanove, lei di sopra, che spettacolo, quella fica tutta aperta sul mio viso, quasi con reverenza accostai la lingua, e la intrufolai dentro, intanto lei aveva iniziato, a succhiare il mio cazzo, non ricordo il tempo, che duro, la tolsi, e mi misi sopra di lei, mise la mano tra noi, e guido il cazzo.
Giorgio amore prendimi, non resisto più.
Lentamente entrai in lei, mise i piedi sulle mie gambe, mi abbraccio, forte.
Giorgio resta cosi, per un po’, ben piantato dentro, che bello sentirti dentro di me.
Poco dopo.
Adesso Giorgio, dai chiavami, fammi, sentire, tutta la tua forza.
Iniziai il più antico gioco del mondo, ci baciavamo, tutto duro alcuni minuti, insieme gridammo il nostro piacere, ci scambiammo baci e carezza, io ero sempre dentro di lei.
Giorgio togliti sono un po’ stanca.
Mi distesi di fianco, stesi il braccio, lei capi alzo la testa e la poggio sul mio torace, gli accarezzai i capelli.
Giorgio dimmi come e possibile che io sono cosi felice, sapendo che sei il marito di mia figlia?, mi sento in colpa.
Non sentirti in colpa, non devi, e ti voglio dire, quello che di sicuro non sai, io e tua figlia non si chiava più da un bel po’ di tempo.
Ma che dici?.
E cosi, e per essere sincero, solo se la guardo non lo trovo più, mi ci vuole la lente di ingrandimento, con te ai visto, con te, sono pronto a ricominciare, guarda.
Vedo, vedo.
Andiamo di la beviamo qualcosa.
Si ma io ti voglio ancora.
Dopo amore, anche io voglio, coccolare questo bel cazzo, andiamo.
Stava per mettersi la sottana, ma no resta cosi, mi piace guardarti.
Non mi sento a mio aggio, so bene gli anni che ho.
Sei bella, la presi con una mano sul fianco, abbracciati andammo in cucina, prendemmo una bevanda, mi misi seduto e la faci sedere sulle mie gambe.
Mi fa male, a pensare quello che mi ai detto, vuoi dirmi il motivo.
Questa sera no, ho troppo voglia, di amarti, quando sarò stanco, voglio coccolarti,(ero sincero).
Come vuoi, torniamo a letto vieni.
Mi sembro una scena comica, lei mi prese il cazzo e andava avanti, sembrava di portare il cagnolino a guinzaglio, ci amammo ancora, poi ci addormentammo abbracciati.
Mi svegliai all’alba, il sole, illuminava la camera, guardai verso di lei dormiva, era scoperta ed stava, a pancia sotto, era scoperta, glie lo accarezzai, pensai vado a farmi un caffè, ero in procinto di alzarmi quando lo sguardo andò, sul comodino, cera un barattolo di crema per il viso, come un automa, lo presi, ne presi un bel po’ con il dito , delicatamente gli apri le natiche e glie lo spalmai sul buco del culo, mi distesi, su di lei.
Amore ancora non sei stanco?, fammi girare.
Aspetta resta cosi, guidai il cazzo vicino al buco del culo, attesi.
Giorgio non li no ti prego.
Sono io a pregare te, ti voglio, dimmi di si se non vuoi, non lo facciamo, ma vorrei sentirti di si.
Fai piano, e molto tempo che non lo fatto, e poi hai un cazzo che fa un po’ paura prenderlo nel culo.
Amore mi piacerebbe che mi dici una cosa.
Dimmi che cosa vuoi.
Devi chiedermi di incularti, mi piacerebbe sentirtelo dire.
Giorgio amore inculami, ma piano.
Spinsi e la cappella trovo la sua strada, spingevo piano.
Fermati mi fa male.
Vuoi che esco.
No voglio, che me lo dai tutto, entra piano.
Entrai del tutto, e mi fermai, dimmi quando posso iniziare, a pomparti questo tuo meraviglioso culo.
Vai adesso lo sento bene.
Iniziai a pomparla, e ci baciavamo, quando esplosi, pensai, con un po’ di amarezza, e una.
Mi addormentai di nuovo.
Amore il caffè.
Mi strofinai gli occhi, presi il caffè, lei si era seduta sul letto e stava solo con la sottanina, gli misi la mano tra le cosce, era senza mutande, tolsi il lenzuolo, vienimi sopra.
Amore mi hai massacrata, ma ci verrei lo stesso sopra, ma devi lavarti, ricordati che mi ai fatto il culo.
Ridemmo entrambi, mi alzai, feci le pulizie del mattino, lo fece anche lei.
Giorgio io vado a fare un po’ di spesa vado qui nel quartiere vuoi qualcosa.
Si che torni presto, ho voglia matta di questo bel culo, glie lo accarezzai.
Devi aspettare questa notte, vado.
Passammo una settimana grande, le chiesi di stare per casa senza mutande, come me la sentivo, la giravo alla pecorina e la chiavo, pompini, inculate che settimana ragazzi.
Poi torno quella stronza di mia moglie, arrivo anche la telefonata, della società che lavoravo, da li a giorni partivo, in un momento che potevo parlargli.
Amore all’ultimo momento dammi le mutandine quelle che indossi.
Che ne fai.
Sentirò il profumo della tua fica.
A volte chiamavo di mattina, e quando, era sola facevamo delle telefonate porno io mi facevo una sega a sentire la sua voce.
Una mattina chiamai a casa di Anna, sapevo che era sola…

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