Avevo fatto una promessa. Raccontarvi la mia storia incestuosa con la mamma. È il seguito, dei viaggio nei ricordi.
Avevo da poco compiuto i diciannove anni. Mio padre, ci lascio, un infarto se lo porto via in pochi minuti. Da quel momento, mamma cambio, da una bella signora sempre elegante è ben vestita, divento una che non si curava, non gli interessava i giudizi dei famigliari, unica parola era “A chi serve?”. Un pomeriggio andai nel suo studio di architettò’.
“Ciao ma, hai un po’ di tempo?”
“Dimmi, come mai sei venuto?”
“Sono stanco di vederti cosi, adesso basta. Sei giovane e bella, non puoi è non voglio vedere che butti via la tua vita così. Aggiustati andiamo a cena.”
Stava per obbiettare, non gli diedi il tempo, la girai, gli diedi una bella pacca sul culo.
“Vai, non sento ragioni.”
“Vado, vado.”
Pochi minuti è fu pronta.
“Amore, sei bellissima.”
“Grazie! Mi hai chiamata amore, è la prima volta che mi chiami così.”
“È lo farò molto spesso. Andiamo?”
Di solito con papa è mamma si andava in un ristorante napoletano. Il cameriere ci saluto, con calore.
“Amore, dopo andiamo a ballare o al cinema?”
“Cosa hai in mente tu va bene per me.”
“Ce un film che vorrei vedere, se ti va.”
“Va bene, dimmi perché tanta voglia di farmi contenta?”
“Amore mio sei bellissima, sei una gran figa, non puoi è non voglio vederti così.”
“Grazie, forse hai ragione.”
Alla fine della cena uscimmo è la portai al cinema. Il mio scopo era di farla distrarre, il film che avevo in mente era erotico. Volevo farla partire, eccitare, era molto tempo che non stava con uomo. Una notte senza che mi vedeva la spiai, si masturbava, si era messo una carota in figa… in quel momento pensai che mamma mi piaceva. È non pensai più chi era, volevo chiavarla. Desideravo con tutto me stesso mettermi con la testa tra le sue cosce. Il film inizio, dopo alcuni minuti, mi girai verso di lei, come in sincronia si giro a guardarmi, gli misi la mano sulla spalla, lei sorridendo si accosto a me con la testa. Passai la mano sulla nuca, si chino verso di me, non gli diedi il tempo, la baciai rapido sulla bocca, forse dovuto alla sorpresa era con le labbra semi aperte, gli diedi la lingua e la tenni ferma con la testa. Corrispose al bacio. Le lingue giocavano tra loro. È io assaporavo la sua saliva, il cazzo duro come non mai, pressava contro i pantaloni. Lei mi allontano sorridendo. Era un buon inizio. Guardai il film senza capirci un accidente. Ero troppo eccitato, il cazzo pulsava. Mi alzai e gli dissi:
“Vado al bagno.”
“Amore siediti, non puoi aspettare a casa?”
“Mamma, mi scappa!”
Mi recai al bagno, come entrai mi passo la voglia. La puzza di piscio era cosi forte che ti mancava il respiro. Tornai sui miei passi.
“Già fatto?”
“Lascia perdere, stavo per soffocare.”
Del film non mi interessava più, alla fine del film fu una liberazione. Tornammo a casa, volevo fare la doccia mi sentivo la puzza di piscio addosso.
“Buona notte caro! È stato bello questa sera. Mi auguro che ce ne siano delle altre serate così.”
“Stai sicura che c’è ne sono moltissime sere cosi, devi riprendere a vivere.”
Mi avvicinai la presi per i fianchi, volevo baciarla sulla bocca, lei si giro è mi diede la guancia, sorridendo, andò via. Incazzato nero, andai a fare la doccia. Sognavo di scoparla e ti mettermi con la testa tra le sue cosce. Ritornai nella mia stanza, mi distesi sul letto, mi ero calmato e pensavo a mamma. Lentamente mi eccitai, iniziai a segarmi molto lentamente, ad un tratto la porta si apri, mi copri rapidamente, era mamma, indossava una vestaglia che era un velo, notai che era nuda, sotto a quel velo.
“Amore, ero stanca di attenderti. Pensavo che venivi da me. Mi fai spazio?”
Restai di stucco, si tolse quel velo che la copriva, si distese al mio fianco e mi scopri.
“Ammazza ragazzo, che bel pennone che hai è come è teso. Vedo la capocchia tesa è rossa che pulsa da quanto sei eccitato. Adesso lo calmiamo un po’.”
Lo prese, inizio a masturbarmi molto lentamente, nel frattempo mi baciava sul petto. Passata la sorpresa, iniziai a baciarla sulla bocca, pochi attimi è lasciai di baciarla. La feci spostare, lei capi le mie intenzioni e si mise su di me nella posizione del sessantanove. Mi venni a trovare con la figa, sul viso, a portata della mia bocca è della mia lingua. Passai la punta della lingua tra le labbra della fica, il suo sapore era di muschio selvaggio è mi piaceva, iniziai a martellare il clitoride con la punta della lingua.
“Mi piace come lecchi bene amore mio.”
Sentivo è assaporavo i suoi umori, la figa era un lago, lei si tolse.
“Scusami amore, ma ti voglio dentro di me.”
Si mise a cavallo su di me, prese il cazzo è lo guido, s’impalo, si fermo quando il cazzo non lo vedevo più. Fu una sensazione bella, piacevole ma strana, vedere il mio cazzo scomparire nel suo corpo. Presi le tette, erano piccole è sode, le strinse delicatamente, mentre lei inizia a dettare il ritmo di salita è discesa. Era così eccitante, contro la mia volontà non resistevo più. La bloccai mentendola pressata sul cazzo, la chiavavo dal di sotto.
“Amore mio, godo…”
“È io con te amore.”
Quella notte la passammo a chiavare e coccolarci. Da quella notte diventammo amanti, andava tutto bene sino a che un giorno si presento con un uomo è mi disse che dovevo capire, voleva rifarsi una vita.
Aveva ragione lei, io non la presi bene. Non sopportavo l’idea che lei nella camera a fianco, scopava con il suo compagno. Cosi decisi di andarmene, accettai il lavoro che mi offrivano.
Il resto lo sapete dal primo racconto.
Un viaggio nei ricordi 2
Publicato in Madre e Figlio. Parole Chiavi figlio scopa mamma, leccate di figa, madre scopata dal figlio, mamma troia, sessantanove, storia incesto, storia incestuosa.