Vi ricordate che vi ho raccontato la storia incestuosa con mia sorella Chiara, il viaggio in treno per le vacanze in Sicilia. Al nostro arrivo a Messina, c’era il nostro nonno, Alfio, che ci abbraccio con affetto, guardai come toccava mia sorella. Vecchio ancora in cerca di emozioni.
Al nostro arrivo a casa, la nonna, una matrona con due tette grosse, ti soffocava nel suo abbraccio. Ci voleva bene è quella volta dell’anno che ci vedeva, ci viziava. Siamo gli unici nipoti.
Io è Chiara alla mattina andavamo al mare, la spiaggia con le sue acque azzurre, era un paradiso. Dalla scopata in treno, siamo diventati amanti e ci comportiamo come due fidanzati, lontano dai nonni. Passo una settimana e arrivo la mamma, papa non poteva venire a causa del lavoro.
Al suo arrivo, notai che lei e Chiara parlavano tra loro, mi guardavano e sorridevano. Chiara mi confido, gli aveva raccontato di noi due, da quel giorno iniziai a guardarla in un modo diverso.
Non so voi, io sono convinto che un figlio non vede mai la madre come l’oggetto del desiderio sessuale, sino a che non scatta qualcosa dentro di noi. Basta una parola, un gesto, a volte una posizione, lei seduta e tu vedi le sue mutandine. Solo in quel momento scatta in noi il desiderio di possederla, la vuoi… diventa l’oggetto dei tuoi desideri. In quel momento accadano i tabu, non pensi al peccato dell’incesto, la vuoi è basta. Così fu per me, dal giorno che mia sorella mi disse di loro due. Ora è diventato un chiodo fisso.
Iniziai a farle capire il mio desiderio, gli facevo di continuo i complimenti. Trovavo tutte le scuse per toccarla, lei se la rideva.
Un pomeriggio non siamo andati al mare, era un tempo bruttissimo.
Mamma mi chiese se mi andava di portarla al super mercato, il nonno ci dava la sua auto.
Sali in auto, notai che indossava una gonna leggera e corta, nel sedersi si aggiusto, ma non copri le cosce, credo che le scopri di più. Neanche a dirlo mi eccitai. Come ci allontanammo, mi dice:
“Che fai? Bada a guidare, ti sei fissato a guardarmi le cosce? Ti piacciono? Io penso che sono un po’ grasse, tu che ne pensi?”
“Penso che hai delle cosce stupende. Credo anche che devono essere belle e lisce all’interno.”
Con la speranza che non avevo frainteso, allungai la mano, glie la misi nel mezzo. Lei rise, provai di più, toccai il centro, per mia fortuna era senza calze, nel spostare la mutandina non trovai ostacoli. Senti al tatto che aveva la figa depilata.
“Giovanotto che hai nella mente? Pensa a guidare. Ti piacciono le mie cosce?”
“Certo mamma. Dammi solo un momento, ora ho un solo desiderio, se tu sei d’accordo. Vorrei mettermi con la testa tra le tue cosce.”
“Adesso? Ti sembra una cosa da chiedere a tua madre?”
“Mamma, tu sei una donna molto calda, hai bisogno di fare sesso, io ti desidero, che c’è di male?”
Svoltai in viadotto, conoscevo molto bene la zona, c’era un posto folto di alberi, l’auto sarebbe restata nascosta dagli eventuali passanti. Come mi fermai, scesi dall’auto, apri la portiera dalla parte di mamma e la feci mettere i piedi a terra. Mi inginocchiai davanti a lei, che sorridendo apri le cosce. Il paradiso era li a portata della mia bocca, scostai la mutandina, passai la lingua tra le labbra, non potevo leccare la figa bagnata, gli sfilai le mutandine con due dite, gli apri le labbra. Presi il clitoride tra le labbra della figa e praticamente iniziai a succhiarlo, mi piaceva averlo in bocca.
“Amore mio, sei un diavolo con la lingua.”
Continuai per un bel po’, intanto avevo messo due dita nella figa ormai bagnata.
“Amore di mamma, come sai farmi godere. Scopami piccolo mio, dammi quel cazzo.”
Mi fece sedere sul sedile dietro, mi venne sopra, si mise a cavalcioni su di me, guido il cazzo duro e si impalo. Mise le mani sulle mie spalle, inizio a salire e scendere. Mi misi le mani sul suo culo, la fermai, la chiavavo dando dei colpi dal di sotto.
“Amore toccami il clitoride.”
Glielo masturbai mentre lei mi gridava il suo amore. Non riuscivo a capirla, era una donna diversa. Non era la madre che conoscevo in quel momento, ma una mamma zoccola, una amante stupenda. Duro ancora un po’ la nostra scopata nella macchina. Ad un certo punto mi chiese di non sborrarle nella figa. Mi tolsi appena in tempo, la mia mamma porca lo prese e continuo con la mano, poi lo prese nella bocca e lo succhio sino a che non usci l’ultima goccia, poi ingoio tutto. E stato il migliore pompino con ingoio che io ho mai ricevuto nella mia vita.
“Amore sei stato stupendo. Scusami che non ti ho fatto venire dentro, la prossima volta userai il preservativo. Andiamo adesso, siamo stati degli incoscienti, poteva passare qualcuno.”
Quella fu la vacanza più bella della mia vita. Poi con il passare gli anni, il lavoro mi porto lontano dalle donne che amavo.