Questo racconto risale a tanti anni fa, quando avevo 32 anni ed ero sposato da quasi 5 con Iride. Il nostro matrimonio non andava a gonfie vele per il fatto che era un po’ freddina, opponeva ostacoli a rapporti completi e pensavo fosse dovuto ad un’educazione molto all’antica, a eccessivo pudore o alla mia frenesia che la spaventava. Le nostre scopate erano troppo regolari e poco coinvolgenti. Comunque pensavo da un bel po’ di tempo di sedurre una mia collega.
Una domenica Iride lavorava (era infermiere in ospedale) e sento qualcuno che bussa al campanello, appena uscito dalla doccia in accappatoio vado ad aprire e vedo mia suocera. Rimango sorpreso, non era frequente che lei venisse a trovarci, anzi non era mai successo e soprattutto sapendo che Iride era al lavoro. Chiede di sua figlia, si sorprende di non averla trovata, ma di sicuro fingeva perché avrebbe dovuto sapere che lei era al lavoro. Comincio a parlare del più e del meno, ma capisco che il motivo della visita doveva essere un altro e più preciso: riferì che trovava la figlia depressa e non riusciva a capire granché se non che qualcosa non funzionava nel nostro rapporto e mi chiese gentilmente dei chiarimenti.
A disagio e rosso come un peperone raccontai dei suoi rifiuti a prenderlo in bocca, ad offrirmi il culo, persino a lasciarsi leccare anche se le dicevo che era una cosa che mi piaceva tanto. Raccontandole tutte queste cose, iniziai a eccitarmi e cercavo di coprire il gonfiore che si notava sotto l’accappatoio. Andai a fare un caffè e a un certo punto sentii il profumo di mia suocera (dimenticavo si chiama Paola) dietro la schiena e lei che mi abbracciava sussurrandomi ” E tanto tempo che vorrei fare sesso con te e non smetto di sognarti”. Tentai una resistenza troppo debole, ormai ero abbastanza eccitato e mia suocera mi era sempre piaciuta. Mi accostai davanti al suo viso e la baciai timidamente, introducendo la lingua nella sua bocca.
Allora le carezzai i seni sopra la camicia e sentii capezzoli grossi eccitandosi sotto le mie dita. Anche coperte dal reggisenno le sue tette erano uno spettacolo bellissimo per gli occhi e sentivo il cazzo che quasi esplodeva. La spinsi sul divano, le allargai le cosce e inginocchiandomi ai suoi piedi le tolsi le mutande e iniziai a baciarle la fica, a leccarla, a introdurre la lingua giocando con il clitoride mentre lei gemeva e si contorceva sotto le mie leccate. Sentii un fiume di umori ad allargarmi la bocca facendomi sentire sapori quasi dimenticati. Rimase sconvolta sul divano con le gambe allargate, una distesa sul pavimento, l’altra con il ginocchio alzato e appoggiata al divano e molto eccitato le sfondai la figa bagnata in un solo colpo muovendomi come un matto, sentendola stretta come un guanto vellutato. Porca miseria se ci sapeva fare! Si muoveva assecondando i miei movimenti finché gemendo di piacere le sborrai tutto dentro.
Finalmente, si avviò verso il bagno, si lavò e torno a rivestirsi in fretta. Poi mi disse di non parlarne con nessuno e che doveva restare un segreto tra noi due. Sono passati quasi 5 anni almeno una volta al mese riusciamo a vederci per scopare e per dire la verità me ne frego della vita coniugale.