Mi chiamo Fabio e ho 34 anni. L’episodio che vi sto per raccontare mi è realmente accaduto circa dieci anni fa e mi ha radicalmente cambiato la vita e segnato l’inizio della mia relazione con mia madre. All’epoca dei fatti aveva 44 anni e io 24 e, a causa della mia timidezza con le ragazze, ero ancora vergine. Come tutti i ragazzi avevo iniziato a toccarmi pensando a lei dall’età di 14-15 anni e lo spiavo dalla serratura della porta del bagno. Sentivo il cazzo scoppiare di un piacere immenso quando pensavo a lei e sognavo come sarebbe stato bello poterle toccare le sue grandi tette o il suo culo grosso. Mio padre era mancato quando avevo 10 anni ed e non ho più sentito mia madre parlare di nessun relazione. A volte mi dava un piacere indescrivibile annusare la biancheria intima di mia madre, leccarla, strofinarmela sul viso per sentire l’odore della sua figa e spesso mi capitava di masturbarmi annusando quel bel odore. Quell’ anno come al solito siamo andati al mare da suo fratello maggiore che abitava vicino a Marina di Ragusa, dove dovevamo restare 2 settimane. Visto che la casa dello zio Mateo era piccola mi sentivo proprio fortunato a dormire insieme alla mamma. Nei primi tre giorni le davo le spalle e mi accarezzavo lentamente il cazzo (non volevo farmi sentire quando mi segavo). Un vero incubo, andavo a dormire con il cazzo duro e mi svegliavo altrettanto duro. “Amore della mamma, sei arrabbiato con me, perché non mi parli di tre giorni?” No, mamma stai tranquilla.” Il giorno dopo mi svegliai prima di lei e andando in bagno, tirai fuori il cazzo dai pantaloni del pigiama e cominciai a segarlo. Preso dall’eccitazione non mi accorsi che mia madre stava venendo verso di me e quando aprii gli occhi la vidi in piedi “che fai”?. Non riuscivo a parlare per la vergogna, ero paralizzato davanti a lei con il cazzo ormai moscio, rosso come un peperone. Avrei voluto nascondermi ma ormai era fatta e decisi di affrontarla, dissi “pensavo a te, mamma”. Era il suo turno di diventare rossa e girandosi uscì dal bagno. Quel giorno non abbiamo parlato e alla sera quando son andato a letto l’ho sentita accarezzarmi le cosce. Ero sul letto paralizzato, la mano della mamma era calda ed io eccitatissimo. Girandomi, iniziai a baciarla, la camicia da notte mi sembrava un po’ più aperta del solito e mostrava un po’ di più del suo seno grosso. La mano iniziò a salire piano sulla mia coscia, s’infilò nei pantaloni afferrando l’uccello e iniziando a segarlo lentamente, accarezzandolo con maestria. Presi a respirare al ritmo della sega e con un sospiro più profondo degli altri riempii i miei pantaloncini di sborra. Quando estrasse la sua mano, lecco un po’ la sborra e girandosi di spalle si mise a dormire senza dirmi una parola.