Finalmente la scuola era finita, gli esami altrettanto. A casa tutti contenti, mamma organizzo una piccola festa. Mia madre e una donna stupenda, bellissima, e una tedesca in tutto, era assistente di volo e papa pilota, lei smise di volare il giorno del matrimonio. Appena sposati, mamma non ci penso due volte e decise di vivere in Italia, nella villa in Toscana, dai nonni paterni. Anche i nonni tedeschi vivevano in campagna, il nonno era un uomo prepotente e ubriacone, erano due anni che avevano divorziato. Nonna viveva da sola e insegnava nella piccola scuola del paese, mi aveva chiesto se mi andava di passare le vacanze da lei, accettai volentieri. Ero innamorato di lei come un ragazzo si crea un idolo, la donna dei suoi sogni erotici. Quando venivano da noi la spiavo e se mi era possibile cercavo di toccarla. Mi masturbavo da matto pensando a lei. Mi recavo da lei con un solo desiderio, cercare di scoparmela, non lo so come potevo fare. Il pensiero dominante era di portarmela a letto, ora non ero più il ragazzino imbranato. Dicono che sono un belo ragazzo e penso che sia vero, visto le conquiste con le ragazze della scuola, credo che sia dovuto al mischio tra mamma tedesca e padre di origini siciliane. Sono un ragazzo alto e di un biodo scuro, insomma me la cavo.
Mamma mi porto all’aeroporto, ero diretto a Francoforte, ci sarebbe stata nonna all’uscita. Al mio arrivo era lì che si sbracciava per attirare la mia attenzione. Non passava inosservata, molti occhi la seguivano, aveva un andatura da gazzella e lo sguardo di una pantera. Mamma mi raccontava che da giovane aveva partecipato a missi Germania, non aveva vinto ma era arrivata tra le prime cinque e da lì gli si erano aperte le porte per lavorare nella pubblicità, per l’amore del suo ragazzo aveva rifiutato, quel ragazzo divento mio nonno. Sempre mamma mi ha detto che al piccolo paese come si sparse la voce che era libera, gli uomini liberi iniziarono a ronzare come i mosconi, lei se la rideva, desidera restare sola che lavare le mutande a qualche stronzo.
Gli feci il segno che l’avevo vista, mi venne incontro sorridendo, ci abbracciamo, lei ci mise molto entusiasmo, baci e le solite frasi di circostanza.
– Sei diventato un bellissimo giovanotto, farai perdere la testa a moltissime ragazze del villaggio.
Dimenticavo di dire, parlo il tedesco perfettamente, mamma dal giorno che sono nato mi ha fatto da maestra.
– Nonna non esagerare, sono un ragazzo come tanti e poi se devo far perdere la testa ad una ragazza, mi devo dedicare a te.
– A me? Che c’entro io? Sono lusingata, non sono più una ragazza. Andiamo a casa, ti o preparato un buon pranzetto, solo che non ci sono spaghetti.
Durante il percorso mille domande che in verità erano senza senso, il mio sguardo era attratto dalle sue gambe. Il piccolo villaggio mi era sempre attratto, si conoscevano tutti ed erano molto cordiali. Essendo nipote unico c’era una stanza per me, era come essere a casa, mi lascio solo e mi disse di raggiungerla in cucina dove riscaldava il pranzo. La raggiunsi, era ai fornelli, la baciai sulla guancia.
– Sono un ragazzo fortunato, ho la nonna più bella del mondo.
Si giro verso di me, forse voleva dire qualcosa ma io ero rimasto con la bocca sulla guancia girandosi, venne che ci trovammo bocca a bocca, mi fermai e pure lei si blocco, provai a passargli la punta della lingua tra le labbra, ma non si mosse, pensai e in attesa di qualcosa di più. Forzai la lingua ad entrare nella sua bocca, non si oppose, apri la bocca e accolse la lingua, me la strinsi e lei ricambio la stretta, ebbe inizio un bacio stupendo. La sua bocca sapeva di buono, giocavamo con le lingue, assaporavo il gusto della sua saliva, scesi con la mano sino al culo e glie lo accarezzai per tutta la sua rotondità, sollevai il vestito e abbi una sensazione bellissima nel sentire il calore della sua carne, mi respinse.
– Mio dio cosa abbiamo fatto? Come una stupida mi sono lasciata andare. Che penserai di questa vecchia nonna?!?
– Penso due cose, la prima che sei bellissima e sono anni che lo desideravo e la seconda e stato stupendo baciarti.
Non gli diedi il tempo di obbiettare che gli misi di nuovo la lingua in bocca, si lascio andare, la mano dal culo la spostai davanti, la misi nella mutandina e iniziai a stuzzicare il clitoride.
– Amore andiamo di là nella camera da letto.
– No, non posso, scusami. Cosa abbiamo fatto dimentichiamo, e stato bello ma finiamola qua. Siediti che il pranzo si raffredda.
Forse sbagliai, troppa fretta. Pranzammo, lei si comporto come se non era accaduto nulla, io mangiavo di fretta, desideravo andare al bagno per spararmi una sega, ero troppo su di giri. Come fini mi recai al bagno, chiusi gli occhi cercando di ricordare tutti i particolari, mi sparai una fantastica sega.
La sentivo parlare con una sua amica, andai fuori nel piccolo giardino, lei mi raggiunse.
– Vuoi venire con me? Vado a casa di una amica a prendere un te. Vieni? Lo so che non sarà divertente, ma ci sono due ragazze e le puoi conoscere.
Dissi di sì ma non mi andava tanto e lei se ne rese conto.
– Che hai? Ci sei rimasto male che ho detto basta? Non possiamo dimenticare chi siamo.
– Si e per questo, e ci sei tu a ricordarmelo. Io ti ho sempre desiderato, forse non ti sei mai resa conto che ti spiavo e cercavo di toccarti.
– Credi che io sia una stupida? Cercavo di non badarci e di non dare peso, tutti i ragazzi spiano le donne. Io quando potevo ti accontentavo, quando mi era possibile aprivo le gambe e tu mi guardavi tra le cosce, era un gioco erotico malizioso, era un gioco.
Mentre parlava sorrideva, mi dava coraggio.
-Nonna mi togli un desiderio?
– Dimmi, se posso…
– Prima ti ho toccato la figa, desidero vederla.
– No! Ma che mi stai chiedendo? Ti prego, no.
– Sono io a pregarti. Ti prego nonna!
Obbiettava, nel rifiutare diventava sempre più debole, mi inginocchiai davanti a lei e iniziai a sollevarle il vestito.
– Ti prego non farmi arrabbiare. Non voglio, ho vergogna.
– E di che? Sei bellissima!
Sollevai il vestito sino a scoprirli le mutandine, le abbassai e la sua figa bionda mi appare come un miraggio. Stupenda! Poggiai la bocca sopra, si scosto di scatto.
– Questo no! E già tanto quello che o concesso.
Non risposi, pensai che veramente era tanto di sicuro, cederà ma devo avere pazienza.
Poco dopo uscimmo, l’amica era poco distante. Al nostro arrivo nonna mi presento.
– Il mio nipote italiano!
Sorrise, lei chiamo le figlie, due ragazze belle, non erano chi sa quale bellezze. Mi invitarono nella loro stanza, erano due gemelle, si inizio a parlare di varie cose. Una di loro, Ivon, mi chiese a bruciapelo
– Vuoi scopare? Anche se tu sei metà tedesco e hai la cittadinanza italiana, quelli hanno sempre voglia, di scopare, non come i nostri a riempirsi di birra e scopano poco, ti va?
– Certo che mi va, dove? Qua? Con una?
– Noi siamo gemelle, facciamo tutto insieme. Se tu sei d’accordo andiamo sulla stalla, ce della paglia fresca e stiamo al sicuro dai occhi indiscreti. Andiamo! Ci servono i preservativi, ce gli hai?
– Non ne ho, mi dispiace.
– Li abbiamo noi. Ai nostri li avvisiamo che andiamo a fare un giro.
Uscimmo gridarono alla loro mamma che facevamo un giro.
– Scusa, non ce nessuno che lavora?
– Di solito e mio padre, oggi e andato nella città, tornerà più tardi. Noi dobbiamo dare il foraggio e mungere le mucche. Andiamo?
Mi portarono alle stalle, salimmo sopra e come avevano detto era piena tra fieno e paglia… Mi trovai con la lingua in bocca e senza che mi rendessi conto l’altra mi sbottono i pantaloni e li tiro giù, prese il cazzo, lo lecco per un po’ tutto in torno alla cappella poi lo prese, in bocca. Anche l’altra mi lascio, tolse il cazzo alla sorella e lo prese in bocca. Pensai che sto sognando, queste cose succedono solo al cinema, non e vero! Si scambiavano il cazzo come se fosse un gelato. Duro per un po’, mi lasciarono e mi misero il preservativo.
– Stenditi, ti cavalchiamo noi! Ce la fai a farne due? Se non, ci diamo il cambio. Mi raccomando non sborrare subito, se no rovini tutto.
– Non lo so, siete troppo arrapante! Ce la metterò tutta per resistere.
Non mi risposero, mi distesi e una di loro si mise a cavalcioni, l’altra, impugno il cazzo e lo guido e disse.
– Dai troia impalati su questo cazzo! E dal momento che hai visto la sua foto che te lo volevi scopare, adesso sali e scendi! Goditi questo bel cazzo. Abbassati un po’ che ti metto un dito in culo, so che ti piace troietta.
Si chino verso di me, in quella posizione era difficile fare il movimento di sali e scendi, la presi per i fianchi chiavavo da sotto. La sorella gli mise un dito nel culo e lei inizio a gemere di piacere.
– Che bello sorellina! Mi sento piena, vai più forte con il dito! Mi sento penetrata dappertutto.
– Si va bene, sbrigati a godere che lo voglio provare anche io.
– Un attimo sorella, e troppo bello essere chiavata! Dai tu chiavami più forte, ecco così! Godoo.
Si rilasso, la sorella la tolse e s’impalo lei. Cercavo di ritardare a sborrare. Come si impalo sborrai, lei inizio a salire e scendere e si ripete la stessa cosa, lei sul cazzo e la sorella che gli pompava il culo con il le dita, credo che era cosi arrapata, grido che godeva. Ci rimettemmo a posto.
– Bello italiano, ti e piaciuto farti le gemelle? Se si ci vediamo domani sera quando papa ha finito il lavoro.
– Vediamo, se nonna non ha progetti ci vediamo, sia chiaro che al prossimo incontro sarò io a dirigere il gioco.
– Ci sta bene!
Tornammo a casa loro, nonna mi guardo e mostrava nervosismo, non ci badai, poco dopo tonammo a casa. Feci la doccia, chiamai mamma con skype, le solite frasi, parlo un po’ anche con la nonna.
– Dopo, nonna, pensavo di fare un giro, pensavo di andare a Francoforte.
– Se vuoi vacci pure! Pensavo che eri venuto per tenermi compagnia non per correre alla cavallina.
– Non ti capisco a cosa alludi, di uscire era un’idea perché non mi va di vedere la vostra tv.
– Come vuoi! Vedi che li ci sono dei film nella lingua Italiana, ci guardo anche io.
Cerano dei film di vecchi, commedia all’italiana, trovai “Malizia”, mi ricordavo di avere visto un pezzo ed era molto eccitante, e poi e con la stupenda Laura Antonella.
– Nonna sei pronta? Ho trovato un film.
– Arrivo! Prendo dei dolce e un vino bianco molto dolce. Eccomi qua, fai partire la cassetta.
Schiacciai il play, inizio il film, la nonna mi passo il dolce e un bicchiere di vino, era freddo e leggermente frizzante, molto buono. Il film ebbe inizio, nonna non capiva molto e mi chiedeva di tradurle. Mi arrapai molto alla scena dove il ragazzo gli toglie la mutandina sotto al tavolo, alla scena dove lei gli apre il pigiama guardai lei e credo che si era eccitata anche lei. Il film fini, mi diede la buona notte e si ritiro In camera sua, persi un po’ di tempo e poi mi ritirai nella mia camera. Disteso sul letto al buio pensavo a nonna, inutile dire che avevo il cazzo così duro da dolermi, mi alzai andai vicino alla sua camera, ero indeciso cosa fare, entrai, nella camera era buio, entrai in silenzio, sollevai le coperte, mi misi sotto la coperta, mi avvicinai a lei, credendo che dormiva, lei mi abbraccio.
– Caro ero in attesa, ero sicura che venivi. Baciami il mio giovane amore.
La baciai, all’inizio delicato, poi tutto divento sesso, le nostre mani non trovavano un punto in cui fermarsi, si tolse la corta camicia da notte e resto nuda, io avevo solo i box.
– Amore vienimi sopra. Scopami, e tutto il giorno che desidero sentirti dentro di me.
Entrai in lei, si strinse forte invocandola di chiavarla. Fu una chiavata stupenda, delicata, senza fretta di raggiungere l’orgasmo, senza concordarlo, gridammo insieme l’esplosione del nostro piacere.
Mi fermai un mese, anche se mi dispiaceva dovevo fare ritorno a casa, era stata una vacanza indimenticabile, mi promise che appena poteva veniva lei a trovarmi.