Sono Alberta, ho 25 anni e vorrei raccontare la storia con il mio bel patrigno. Mia madre era rimasta vedova quando aveva 29 anni e io solo 5; dopo un lungo periodo di lutto, ha iniziato a frequentare altri uomini e alcuno di loro li ha portato anche in casa ma non erano durato a lungo. Ormai avevo già 15 anni e quasi insistevo che mia madre si trovasse un compagno, quando un giorno mi presento un maschio nero palestrato e con un viso molto carino. Sono rimasta sorpresa, non mi aspettavo che a mia madre piacessero i neri. Dopo una settimana Akim traslocava nel nostro appartamento. Porca miseria, quasi ogni sera sentivo mia madre ansimare e gemere di goduria lasciandosi fottere con forza mentre io molto eccitata mi masturbavo con forti ditalini.
Dimenticavo: mia madre lavorava in ospedale e faceva turni. Una sera pioveva forte e Akim tornò a casa bagnato fradicio ed entra in bagno, stonato com’era però non si accorge che io ero nello stanzino della lavanderia che è proprio dentro. Mi accucciai di spalle dietro il cestone dei vestiti sporchi e aspettai per diversi minuti che avesse finito, poi lo sentii mugolare. Cominciavo a pensare che stesse male e la curiosità fu troppa e notai che potevo vederlo attraverso la sottile stoffa. Diventai rossa come un peperone. Per la prima volta vedevo un fallo maschile. Non conoscevo le dimensioni standard ma mi fece effetto vederlo e con la mente immaginai se davvero sarebbe potuto entrare nella vagina come mi diceva mamma. Era enorme. Si stava masturbando e sborrava copiosamente sulla sua pancia. A un certo punto scivolai per terra e vedendomi comincio ad emettere strani suoni dovuti alla vergogna, cosi si ricompose in un istante e sgusciò via senza dire niente. Quella notte mi rigiravo nel mio letto visto che l’inconscio mi stimolava sempre di più il piacere facendomi vibrare durante la notte il bottoncino, così iniziai a masturbarmi con forti ditalini vaginali pensando a lui. Nelle notti seguenti continuai a masturbarmi con il mio nuovo dildo pensando al quel cazzo enorme piazzato nella mia figa quasi vergine.
Non avevo mai fatto sesso con nessuno, ma non ero vergine per colpa delle masturbazioni e del mio amato dildo. Non ce la facevo più dalla voglia di sentire quel cazzo enorme quindi una sera quando mia mamma lavorava di notte, bevetti un bel bicchiere di vino per farmi coraggio e andai nella sua stanza mettendomi lentamente nel sul letto. Dormiva completamente nudo e iniziai ad accarezzare le spalle e il culo sodo. Svegliandosi non disse niente e iniziammo un abbraccio incestuoso e passionale mentre le nostre lingue frullavano vorticose nelle nostre bocche. Il calore della sua pelle contro la mia, le sue carezze lungo tutto il mio corpo mi mandavano in visibilio. Cominciammo a rotolarci sul letto come impazziti…abbracciata dal mio patrigno provavo sensazioni sconosciute. Lo stringevo forte, gli mordevo le labbra e con le unghie gli graffiavo forte la schiena: volevo sentirlo tremare contro di me!
Gli presi il cazzo in mano, iniziai a segarlo… ero eccitata da impazzire… non riuscivo più a controllarmi e prendendolo in bocca iniziai a prestare il mio primo pompino mentre gli graffiavo i coglioni pieni. Mettendomi in un bel 69 come avevo visto nei film porno, sentii la sua lingua ad occuparsi del mio grilletto, imboccai l’uccello e ripresi il servizio che avevo interrotto poco prima. Cominciammo a leccarci con passione: sentivo la sua lingua scandagliarmi profondamente la fica, percorrere tutto la fessura dalla vagina al clitoride… mentre io lo pompavo senza un attimo di pausa quel cazzo nero che mi mandava in estasi. La mia fica reclamava il suo piacere… e con la figa già in fiamme mi misi a cavallo del suo poderoso uccello: non desideravo altro che sentirmelo dentro.
Piegai il mio busto in avanti, lo abbracciai e lo baciai appassionatamente… cominciai a galoppare sopra il suo ventre. Con i nostri corpi nudi avvinghiati uno contro l’altro e con le nostre lingue che continuavamo ad slinguarsi in modo porco e perverso, alzavo e abbassavo la vagina sopra la sua verga. Non sentivo nessun dolore, solo un piacere immenso. Stavo quasi arrivando ma volevo un gran finale. Mi sollevai con il busto, sempre con l’uccello prepotentemente piantato dentro il mio ventre. Busto eretto, cosce larghe, ero seduta a cavallo sul cazzo di mio padre… ce lo avevo tutto dentro… completamente! Sentii l’orgasmo arrivare inesorabile: spinsi la fica sul cazzo e cominciai a ondeggiare freneticamente il bacino avanti e indietro mentre il mio patrigno ansimando di piacere mi riempiva di sperma caldo. Finalmente ero diventata la troia del mio patrigno e ogni volta che siamo da soli scopiamo come due matti.