In campagna con la zia

Mio padre e nato al sud in un piccolo paesino e a 16 anni è venuto a Milano per lavoro. E l’ che ha conosciuto la mamma e con lei ha fatto me, Matteo. Come ogni anno andiamo giù dalla zia Teresa dove restiamo per quasi un mese, visto che mio padre ha ancora una piccola casa vicino a lei. Per dir la verità quell’ anno non avevo voglia si stare in campagna ma per fortuna eravamo vicino al mare. Avevo appena compiuto 18anni, pensavo solo alla figa e quasi mi ammazzavo di seghe. Sentii la zia in bagno e molto curioso iniziai a spiarla vedendola pisciare e lavarsi la figa pelosa. Da quel giorno ho iniziato a spiarla ogni volta che potevo e ovviamente subito dopo mi segavo di brutto. Dimenticavo; zia Teresa è vedova a parecchi anni. Secondo me, la zia si era accorta che la spiavo perché aveva un atteggiamento strano; strusciava su di me il culo e le tette grosse ogni volta che aravamo da soli e non perdeva nessun occasione per mostrarmi le chiappe. Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri, i miei erano andati in spiaggia e con il pretesto di un mal di testa sono rimasto a letto. Con gli occhi socchiusi ho iniziato ad accarezzarmi le palle e molto eccitato segavo il cazzo lungo e grosso. “Matteo sei solo”, La zia era entrata nella mia camera e subito aveva notato il gonfiore “Ti stai masturbando” deciso a giocare l’unica carta dissi ” Si, pensando a te”. Senza dire una parola si sfilò lentamente la vestaglia, era tutta nuda con le poppe grosse che penzolavano e in mezzo alle gambe un ciuffo grosso di peluria. “Allora è cosi che volevi vedere la zia, quando mi spiavi in bagno”? Eccitatissimo mi son messo in ginocchia e ho iniziato a leccare la peluria folta affondando lingua sopra il clitoride e scendendo sul buco del culo. Gemeva di piacere spingendo più profondamente la mia testa, per poi spingermi sul letto e avvolgere la cappella con le labbra , ingoiandolo pian piano fino alla base mentre con l’altra mano mi accarezzava le palle gonfie. Stavo quasi per venire ma riuscii a trattenermi e affondando i 23 cm di cazzo dentro la vagina bagnata cominciai a fotterla con botte decise mentre lei si masturbava il clitoride rosso e gonfio. A pecorina sbattevo le palle sulla patacca e guardando quel buco scuro tirai fuori l’uccello dalla fica e lo puntai al buco del suo culo, spinsi senza pensar due volte e sentii il mio cazzo affondare leggermente nel buco stretto (ovviamente c’è stato mio zio a sfondarlo per primo) e spingendo forte sino in fondo, le sborrai dentro riempendola tutta. Spero che lo prossimo anno io possa affondarlo ancora.

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