Il matrimonio dei miei genitori arrivo a limite, non si sopportavano più, dare delle colpe non saprei. Non ho voluto schierarmi con nessuno dei due, anche se sono più legato alla mamma, non scrivo per retorica, tutti i figli sono legati molto di più alla madre. La colpa che posso dare a mamma e che lei e una donna dura, e titolare di una società di navigazione e forse questa e la causa di tutti i mali. Non sono qui a raccontare la vita di mia madre perché non interessa a nessuno. Dai capelli neri lunghi e vaporosi, carnagione scura, e come fosse sempre abbronzata, alta, una quarta di seno e un culo favoloso. Una gran figa, quando entra in un salone o altro luogo pubblico non passa inosservata. Con la separazione con papa gli cadde il mondo addosso, venne fuori la sua fragilità di donna, la vedevo sempre triste e svogliata e mi feci un promessa, di fare di tutto per farle tornare il sorriso e la voglia di fare.
Una sera dopo cena quando la donna di servizio andò via, mamma si era ritirata in camera sua cosi pensavo, ora parlava poco e io pensai di uscire. Mi venne la voglia di andare nel bagno, aprendo la porta del bagno restai scioccato, mamma era vicino alla cabina doccia nuda, rimasi lì come un allocco, poi mi ripresi.
– Scusami mamma, non hai chiuso la porta a chiave.
– Dario mi hai visto nuda ma sono vecchia, chi sa quante belle ragazze vedi tu.
– Nessuna e bella come te! Ti assicuro che dico la verità. Dimmi, io ho pensato di uscire, vieni con me?
– Dove mi vuoi portare? Non ho voglia di vedere nessuno.
– Andiamo da qualche parte dove non siamo conosciuti. Su bella! Vestiti, anche se e piacevole la vista ho voglia di farti divertire.
– La vista ti piace ma non sono più quella di una volta.
Mi avvicinai quasi a toccarla e guardandola negli occhi gli dico
– Sei bellissima, gli accarezzai il viso, tu fai impazzire gli uomini.
Mi guardava in un modo strano o ero io che speravo di vedere in quello sguardo quello che desideravo di vedere. I suoi occhi verdi sorridevano, mi feci coraggio, la presi per i fianchi e la strinsi dolcemente la baciai sulla guancia vicino all’orecchio e gli sussurrai
– Mi piacerebbe stringerti, cosi come sei, tenerti stretta a me, vuoi?
– Non e normale quello che mi chiedi, sono nuda e non capisco perché sono rimasta nuda davanti a te. Se desideri stringermi tra le tue braccia fallo pure.
La strinsi in un abbraccio forte e il cazzo che era duro per l’eccitazione presso contro il suo ventre. La baciai di nuovo vicino all’orecchio e gli soffiai aria calda nell’orecchio, presi il lobo tra le labbra, lei reagì spingendo il ventre contro il mio cazzo, mi spostai baciandola sulla guancia, sulle labbra e provai a dargli la lingua. Apri la bocca e accetto la lingua, iniziammo a giocare con le lingue, lei mise le mani dietro al mio collo e si stringeva, gli accarezzai la schiena e scesi sul culo, la passai tra le natiche e di là passai davanti, la misi tra le cosce, lei apri per agevolarmi e gli misi due dite in figa.
– Amore che stiamo combinando? Non possiamo, mio Dio, e bello! Continua cosi, si mi piace tantissimo.
Mi sbottonai i pantaloni, presi la sua mano e la guidai a prenderlo, lo prese e inizio a masturbarmi, mi sarebbe piaciuto un sacco ficcarglielo in fica ma credo che si spaventava dall’enormità dell’incesto completo. Entrare da dove ero uscito, tornare alla fonte della vita. Pensai di portarla per gradi, non avevo mai pensato a mia madre come una donna da portarmi a letto, di chiavarmela, ero consapevole del suo fascino di gran figa.
Mi spostai feci in modo che il cazzo gli toccava il monte di venere, lo lascio, apri le cosce e se lo mise nel mezzo e stinse leggermente le cosce, il cazzo strofinava tra le labbra della fica, iniziai a muovermi come se chiavavo.
– Che bello amore, mi piace sentire il tuo cazzo bollente che mi massaggia la fica. Continua! Cosi, ahhh, fammi godere amore mio. E bello, godoo, sborra anche tu, fammi sentire il tuo piacere tra le cosce.
Misi le mani sul culo, mi muovevo più veloce, non era uguale come chiavarla ma era sempre qualcosa di proibito ed eccitante. Schizzai tra le sue cosce, ci baciavamo come degli invasati, le nostre bocche non trovano pace. Eravamo affamati di piacere, lentamente ci calmammo.
– Dario amore non dovevamo, e stato bellissimo e sono cosi contenta come non lo ero da tempo. Faccio la doccia e usciamo?
Poco dopo uscimmo, mi chiese di andare dove volevo senza paura. Eravamo madre e figlio, in tutti i locali eleganti frequentati dell’alta società eravamo conosciuti, io ero il rampollo di una famiglia ricca anche se e vero mia madre e molto dura a tirare fuori i soldi. Quella notte la vidi sorridere e divertirsi, accettava i complimenti e il corteggiamento degli uomini singoli, tutta l’abbiente era a conoscenza della separazione, era quasi l’alba quando rientrammo a casa.
– Dario e stata una bellissima notte, dobbiamo ripeterla.
– Lo faremo, se lo vorrai e se non cambierai idea.
– Non cambierò, lo faremo. Andiamo a riposare un po’, ho molto lavoro in ufficio.
Mi bacio e sorridendo si chiuse in camera sua. Mi sveglio lo squillo del telefono, guardai l’ora erano le tredici.
– Mamma che ce?
– Dormivi? Mi dispiace di averti svegliato, hai il tempo di prepararti, tra poco arrivo e partiamo per una crociera, la governante mi sta preparando le valigie. Passeremo dieci giorni insieme, ciao.
Qualcuno si chiederà come si fa a partire in un solo giorno per la crociera, la risposta e semplice, le navi da crociere appartengono a mamma e su tutte le navi, ce una suite dell’armatore, noi possiamo raggiungere le navi in qualsiasi momento che vogliamo, si avvisa il capitano e andiamo a bordo.
Due ore dopo mamma arrivo con l’auto della società, non ci mettemmo molto e partimmo per il porto di Genova, a mezzanotte dopo i saluti ci ritirammo nel nostro appartamento. C’erano letti separati, mamma mi venne vicino, mi bacio e mi disse.
– Dormiamo insieme? Ho freddo, mi devi riscaldare!
La nave partiva per Barcellona al mattino dopo avere messo a posto le nostre cose si girava intorno, nessuno dei due prendeva l’iniziativa, la presi per mano e la portai vicino a letto, iniziai a spogliarla, lei aiutava me e restammo nudi. Ci stendemmo sul letto, me la tirai su di me, il cazzo duro spinse contro il suo ventre, lei lo piego quel tanto da poggiarsi sopra. Cerco la mia bocca, iniziammo a baciarci, le lingue sembravano di avere una volontà propria, gli accarezzavo il culo e misi le dite tra il solco di pesca, cercai il suo buco del culo, lo stuzzicai per un bel po’ e provai a mettergli un dito in culo.
– Mi piace che mi stuzzichi il culo. Sai che non l’ho mai preso nel culo?
– Vuoi provare? Sta a te.
– Non mi farai male? Sai sono tentata un po’ per provare e per non farti entrare da dove sei uscito.
– C’è qualche lubrificante?
– Io ho della crema per il viso, e neutra, possiamo usare quella.
– Lo vuoi veramente?
– Si che lo voglio, prendi la crema.
Dopo averla presa la baciai di nuovo, lasciai la bocca e scesi giù piano fermandomi prima ai due seni che erano ancora sodi, mi dedicai a loro con impegno, ho letto da qualche parte che quando ti prepari a inculare una donna devi portarla al culmine dell’eccitazione, deve essere lei a chiedere di essere chiavata o inculata, deve avere il desiderio di ricevere il cazzo. Dalle tette scesi lentamente baciando e usando la lingua, mi fermai per alcuni secondi sull’ombelico e gli feci aprire le cosce con la punta della lingua, cercai il clitoride, lo martellai con la lingua sino a che non divento duro come un fagiolo, lo presi tra le labbra, lo succhiavo e lei mi aveva messo le mani sulla testa, mi teneva pressato sulla fica, gli misi un dito in figa e uno in culo, leccavo e la chiavavo con le dite.
– Dario che bello! Mi farai venire un infarto per tanto piacere, sto godendo tantissimo, girati verso di me, dammi il cazzo ho voglia di farti un pompino, di succhiarti questa bella mazza che ai.
Non mi girai, non volevo che facendomi un pompino sborravo, desideravo incularla a lungo, desideravo che godeva, cosi la prossima volta ricorderà solo il piacere e non il dolore della penetrazione. Continuai a leccare la figa ancora e ignorando il suo richiamo di dargli il cazzo. La feci girare a pancia sotto, mi spalmai il cazzo di crema e lo misi vicino al buco del culo, guidai il cazzo e diedi una spinta leggera, la capocchia trovo la strada ben lubrificata, entro, diede un leggero grido di dolore, mi fermai e restai in attesa.
– Amore sei entrato tutto? Sento che mi hai aperto il culo.
– Non sono del tutto dentro, solo la capocchia e dentro.
– Entra del tutto fammelo sentire tutto, mi devi annientare. Ho voglia di godere e soffrire, lo desideravo nel culo, pompami dai.
Spinsi, entrai del tutto e iniziai a pomparle il culo, lei inizio a gemere di piacere, misi la mano di sotto e gli stuzzicavo il clitoride.
– Che bello amore, non ho mai goduto tanto cosi. Pompami, chiavami forte! E bellissimo, godoo!!O sì, cosi e bellissimo.
Avevo accelerato il ritmo di entrata e uscita, non resistevo più, sborrai… Mi rilassai restando dentro di lei, la baciai sul collo, lei si giro e ci baciammo con la bocca.
– Amore sei stanca? Vuoi che mi tolga? Vuoi continuare?
– No! Sono distrutta, togliti di sopra.
Mi tolsi, mi misi di fianco e lei si giro e mi abbraccio, ci addormentammo felici.
Erano le dodici, lei mi sveglio, aveva un bicchiere con succo d’arancia.
– Buongiorno amore, la nave e partita, preparati abbiamo, dei doveri lo sai.
– Mi alzo tranquilla!
I doveri… Salutare il comandante, il capo commissario di bordo. Tutti ci guardavano con rispetto, nell’entrare nel ufficio del commissario, c’era una ragazza al banco del ufficio informazione, bellissima, guardandola, mi venne in mente le madonne fiorentine, una bellezza, mozza fiato in seguito venni a conoscenza che lei era di Firenze. Gli feci il mio migliore sorriso, lei ricambio il sorriso, non capivo se era di cortesia o perché ero il rampollo della padrona, futuro armatore, mi augurai che era per me. Dopo aver salutato lo staff chiesi a mamma di fare un giro da solo, mi disse vai. Mi fermai al banco
– Signorina posso offrirgli un aperitivo? Mi chiamo Dario.
– Io sono Loredana! Non posso accettare tutti gli inviti dei passeggeri.
– Credo di essere diverso! Mi dica di si, e non perché sono il figlio della signora Cristina.
– Anche se lo vorrei devo stare al mio posto, sino a che non finisce il mio turno.
– Me la vedo io, accetta.
Mi disse di si, rientrai nell’ufficio del commissario e gli chiesi di sostituire la ragazza, attesi alcuni minuti e lei fu libera. Questa storia con la ragazza non c’entra, posso solo dire che alcuni anni dopo ci incontrammo negli U S A, oggi e mia moglie e ci amiamo molto.
Tornando alla crociera con mamma, dopo i saluti ci comportavamo come tutti i passeggeri, la sera dopo cena andavamo nel salone delle feste, si ballava, guardavamo lo spettacolo tutte le sere, in camera si facevano dei sessantanove infiniti e inculate.
– Dario questa notte voglio chiavare, desidero che mi scopi.
– Mi rendi felice e quello che più desidero.
– Ti credo, ma tu vuoi scoparti la ragazza, come si chiama, Loredana, vero?
– Non dico di no, siamo soli amici e poi lo sai qui in questo contesto siamo sotto gli occhi di tutti, adesso voglio con tutto me stesso scoparti.
– Portami a letto e fammi impazzire di piacere.
Ci spogliammo, restammo nudi entrambi, inizio a baciarmi per tutto il viso.
– Amore mio, figlio e amante, sono una donna perduta, non m’interessa. Stenditi su di me, entra dentro di me, scopami e chiavami forte, fai in modo che raggiunga il massimo del piacere.
Mi misi con la testa tra le cosce e iniziai a leccargli la fica, dopo un bel po’, mi invoco di chiavarla, sali su tra le cosce aperte, fu lei a prendere il cazzo e a guidarlo all’ingresso della fica.
– Chiavami, entra in me, ecco così! E una sensazione stupenda, sentire il tuo cazzo dentro il mio corpo… Scopami con forza, non essere gentile. Mi piace sentire il cazzo che entra con forza, si amore mio chiava forte lascia che godo, cosi amore. Sborrami in fica, che bello amore!
Aumentai il ritmo come desiderava lei, fui costretto a prendere il lenzuolo tra i denti per non gridare, tanto era forte il piacere, era la prima volta che godendo schizzando lo sperma in figa. Provavo un piacere così intenso, lei grido con me, scopammo ancora quella notte.
La crociera fini, tornammo a casa e si scopava tutte le notti, poi mio padre torno a casa, si chiarirono, e io come era nei progetti parti per gli Stati Uniti. Come ho scritto incontrai Loredana e ci sposiamo.