Realizare un sogno amare la mamma e la zia

Da bambino mi piaceva giocare con le ragazzine con le bambole, non sono gay ma mi piaceva vestirle e pettinarle a modo mio secondo quello che avevo in testa, la mia fantasia. Ho una sorella più piccola di me, lei iniziava i primi passi nella scuola di taglio e cucito, iniziai a fare dei disegni d’abiti femminili e lei cercava di realizzarli.
Nella provincia di Napoli i genitori poveri cercavano di mandare il figlio maschio a imparare un mestiere, quando dissi che volevo fare il parrucchiere per donne, mio padre inizio a imprecare che aveva fatto un figlio ricchione, mia madre lo convinse che non cera niente di male lavorare come parrucchiere.
Iniziai in un salone senza molte pretese, il padrone si accontentava, di quello che incassava. Dopo alcuni mesi mi disse che ero portato per quel lavoro, mia madre e mia sorella furono le mie cavie. A quindici anni ero diventato bravo, le signore iniziavano a chiedere di essere servite da me, la clientela aumento, tutto sembrava andare verso un successo da parrucchiere, sino a che un giorno mia zia, la sorella di mia madre mi chiese se volevo aggiustargli i capelli, ma a casa sua. Zia era una gran fica sposata con un marinaio che era sempre lontano.
– Marco vieni, sei, gentile a venire di domenica? Forse dovevi uscire…
– Stai tranquilla zia non dovevo andare da nessuna parte, lo sai che la domenica la passo a disegnare abiti.
– Mi sono già lavata i capelli.
– Zia quante volte ti ho detto che devo lavarli io!
Iniziai a lavorare sui capelli, dopo un po’ dovevo attendere perché gli avevo messo i bigodini.
– Zia devi andare da qualche parte in particolare?
– Dove vuoi che vada? Verro a pranzo da voi e poi forse nel pomeriggio andiamo al cimitero con tua madre.
– Zia tu sei bella ed io vorrei farti ancora più bella di quella che non sei, mi vuoi togliere un desiderio?
– Dimmi se posso ti accontento.
– Mi piacerebbe truccarti, ho portato tutto l’accorrente vuoi? Sappi che non l’ho mai fatto, tanto potrai sempre pulirti.
– Truccami se vuoi.
– Iniziai a fare tutto il necessario alla fine con i capelli pettinati gli dissi zia o finito guardati.
– Marco ma tu sei un mago.
– Io avevo in mente un’altra richiesta avevo timore che potesse arrabbiarsi.
– Marco dimmi cosa devo darti io desidero pagarti.
– Zia non voglio soldi da te.
– Che cosa posso fare per ricambiare.
– Ti farò una richiesta, mi auguro che non ti arrabbierai.
– Cosa sarà? Dai dimmi!
– Come sai io ho la passione di dedicare tutto quello che ho dentro, alle donne, vorrei provare con te a massaggiarti con creme di bellezza per tutto il corpo sento di poter fare molto con le mani.
– Marco mi stai chiedendo di mettermi quasi nuda tra le tue mani.
– Non quasi ma nuda lo so che ti chiedo troppo se non vuoi non fa nulla posso capire.
– Marco la mia paura non e mettermi nuda se qualcuno lo viene a sapere che figura faccio con tua madre.
– Zia che sono stupido chi lo viene a sapere se non ne parliamo noi ed io non lo faro di certo.
– Sarebbe per una volta?
– No cosa farei una sola volta? Ci vorranno molte sedute per ottenere un risultato decente diciamo almeno tre volte a settimana.
– Come facciamo? Quale scusa possiamo trovare? Daremo dei sospetti.
– Zia siamo noi eventualmente a sentirci in colpa, quante sere mi chiedi di venire a dormire da te perché hai paura a stare da sola.
– E vero non ci avevo pensato, quando vuoi iniziare?
– Possiamo iniziare domani sera, solo adesso ho portato dei campioni di crema e di latte detergente, vorrei fare una prova mettendo appena un po’ di crema per vedere eventuali allergie.
– Dové vuoi metterla.
– Sotto le ascelle e all’interno delle cosce li la pelle e più delicata.
– Che intenzioni hai fi mettermi la mano tra le cosce, ragazzo non sarà una scusa la tua per toccare?
– Zia se la pensi cosi non fa nulla lasciamo stare.
– Scherzavo come sei permaloso ragazzo mio, dai prendi i campioni.
Misi un poco di crema sul dito e glie lo misi sotto il braccio presi dell’altra e la guardai, lei mi sorrise consapevole del mio disaggio, si sollevo il vestito.
– Che devo fare?
– Apri un poco le cosce, m’inginocchiai.
Per la prima volta nella mia vita vedevo una donna con le mutandine, misi la crema passai la mano per tutto l’intero della coscia.
– Zia vedi qui si stanno formando dei noduli di cellulite penso che potranno andar via se no tutti almeno in parte.
– Va bene pero non capisco perché devo mettermi, nuda non posso restare con mutandine e reggiseno.
– Zia il tuo corpo sarà unto di creme ci sono delle creme rassodanti sia per le cosce, per il seno le natiche.
– Va bene mi hai convinta, si vede qualche reazione?
M’inginocchiai di nuovo, non si notava nulla a parte dei peli che fuoriuscivano dalla mutandine.
– La tua pelle ha reagito bene, possiamo farlo.
– Marco io ti accontento ma tu fai attenzione di non parlarne con nessuno.
– Stai tranquilla l’unico che noterà dei cambiamenti, sarà tuo marito ti troverà più bella di quella che non sei già.
– Ti credo che lo farai, ma per tuo zio non servirà non mi guarda più ormai.
– Come una donna bella come te.
– Sai quando un matrimonio fallisce e il nostro e fallito da tempo ormai, non parliamo, senti ma tu avrai delle spese dimmi il costo dei prodotti.
– Niente soldi prendo dei campioni che ci danno i fornitori lo sai che la moglie del mio datore di lavoro ha un negozio che vende i prodotti, mi ha sempre detto che posso prenderli lo sa bene che e il merito mio che il locale del marito e sempre pieno.
Parlando mi ero alzato e senza volerlo ero rimasto con la mano tra le cosce, e ovviamente mi ero eccitato.
– Marco che fai ti sei addormentato vedi che avevo ragione io vuoi toccare.
Lo disse ridendo.
– Scusa zia parlando non mi ero reso conto.
– Scherzo sta tranquillo.
Arrossendo a più non posso gli dissi.
– Zia però e bello toccarti.
– Da domani potrai toccarmi quasi tutti giorni vai adesso che si sta facendo tardi e io devo uscire.
Attesi con ansia l’indomani, quello che avevo chiesto a zia era la verità, il turbamento era arrivato al momento che l’avevo vista le mutandine.
L’indomani sera come eravamo d’accordo andai a dormire da lei.
– Marco ai cenato.
– Si lo sai che mamma non mi lascia in pace se non mangio.
– Vuoi iniziare subito.
– Come vuoi tu e se lo vuoi.
– Non sono il tipo che si tira indietro, ma tu l’hai mai vista una donna nuda.
– Zia lo sai che sono un ragazzo come posso averla vista.
– Dove vuoi che ci mettiamo sul letto.
– Non potrei lavorare, prendiamo una coperta e un lenzuolo e mettiamolo sul tavolo.
Dopo aver preparato il tutto, la guardai, ero imbarazzato e nello stesso tempo ansioso di poterla vedere e toccare, sorridendo inizio a spogliarsi, stavo per avere un colpo, per me era la prima volta che vedevo una donna nuda.
– Marco, sono fuori testa a mettermi nuda davanti a te, se ne parli con qualcuno parola mia non ti rivolgo più la parola.
– Zia e vero che ho soli quindici anni, ma non sono né uno stupido e ne un chiacchierone.
– Lo so che non lo sei, ed e per questo che ho accettato.
L’aiutai a stendersi, penso sia inutile dire tutto quello che feci, devo solo dire che la massaggiai per due ore dopo averla lavata con il latte detergente, lavorai molto nell’interno delle cosce.
– Zia per questa, sera penso che basti.
– Marco io mi sento un’altra, e vero che tu hai qualcosa nelle mani, desidero che si ripeta quanto più e possibile.
– Mica posso venire tutte le sere daremo da pensare, e poi mi devo impegnare tutti i giorni.
– Ti dispiace adesso hai iniziato e mi vuoi lasciare a meta? Se vuoi ti posso pagare lo sai che non mi mancano i soldi.
– Zia io da te non prenderò mai un soldo, desidero chiederti due cose non lo so se posso.
– Dimmi che cosa desideri se mi sarà possibile, ti accontento.
– Ho un po’ vergogna a chiedertelo.
– Dai non aver timore dopo che mi hai vista nuda e mi hai toccata come neanche mio marito lo ha fatto mai, hai vergogna?
– Come ai detto ti ho toccato da per tutto, ma non li, e quello che desidero non lo mai toccata.
– Marco ma ci sei andato cosi vicino se mi toccavi, non avrei detto nulla, adesso mi sembra strano dire metti la mano se vuoi magari mentre mi massaggi e tocchi un po’ non dico nulla. Sei contento? E l’altra cosa che volevi chiedermi quale?
– Desidero che m’insegni a baciare vuoi?
– Marco mi sa che non sei cosi, ingenuo come vuoi far credere.
– So di non essere ingenuo non lo mai detto, sto tutti i giorni con le donne e loro mi prendono in giro, in ogni modo se non vuoi non fa nulla.
– Di ma tu avevi programmato già tutto?
– Di baciarti sì tutte le volte che ti vedo, non penso ad altro che di baciarti adesso ti arrabbierai.
– Perché veramente desideri baciarmi
– Più di ogni altra cosa al mondo, cosa credi perché ho voluto truccarti, massaggiarti e vero che non posso chiederlo a tutte, ma e anche vero che desideravo toccare te.
– Ti credo, adesso aiutami a scendere dal tavolo, vado a farmi un bagno caldo e poi mi darai un bacio.
– Ti posso aiutare ti lavo la schiena.
– Puoi farlo ormai mi hai toccata da per tutto e domani lo rifaremo vero.
– Zia come faccio? Non si può, dire che vengo anche domani a dormire da te.
– Dai vedi come devi fare, trova il modo.
– Facciamo cosi, io il pomeriggio dalle quattordici alle diciassette sono libero, verro da dietro cosi nessuno mi vedrà.
– Hai visto che puoi farlo!
L’aiutai a scendere dal tavolo nel farlo, misi la mano sul monte di venere, lei mi sorrise.
– Non ce la fai ad aspettare vero?
– Ti renderò anche questa più bella.
– Che vuoi fare?
– Te la pettinò e taglierò i peli, farò un triangolo perfetto,
– Marco ti lascerei, fare ma non lo faremo quando torna mio marito mi darebbe della pazza e farebbe troppo domande.
– Perché, ti ispeziona?
– Non la fa, ma come e normale vuole fare l’amore.
– Lo so che vuole farlo, mica dice spogliati, fammi vedere come sei, vi conoscete ormai.
– Tu piano, piano vuoi saper troppo andiamo nel bagno se no va finire che prendo freddo.
Riempimmo la vasca lei s’immerse nella folta schiuma.
– Dai volevi aiutarmi lavami la schiena.
Iniziai a lavarla.
– Scusa zia, tu hai detto che il tuo matrimonio e fallito, malgrado, il fallimento ti vuole ancora lo so che non sono fatti miei, per tanto se non vuoi non rispondere.
– Posso anche risponderti ragazzo mio il sesso e una cosa e fare l’amore e un’altra cosa. Lui con me fa sesso e basta, devi capire da solo cosa voglio dire, bada di non farne parola con nessuno neanche tua madre lo sa. Povera Anna e stata fortunata ad avere figli come te e Sonia, ma sfortunata nel trovare un marito stronzo peggio del mio. Andarsene lasciandola senza un soldo e con debiti adesso per fortuna ci sei tu che la stai aiutando, dovrai farlo, sei tu che devi farla sorridere di nuovo e farla rifiorire, lei e bella e più di me, e lei che dovresti cercare di curare un po’ n’avrebbe bisogno.
– Zia io a dirti la verità mi sento in colpa forse papa e andato via per causa mia, i guai sono iniziati quando lui mi accusava di essere un gay, e mamma mi difendeva.
– Non devi pensare che e andato via per colpa tua, le cose non andavano bene già da molto tempo, adesso pensa a curare lei.
– Mica posso dirgli ti voglio massaggiare mettiti nuda sai dove mi fa scappare.
– E tu non glie lo chiedi puoi dirgli di restare con mutandine e reggiseno poi dopo che avrete preso confidenza glieli togli sarà naturale e vedrai che non dirà nulla, adesso vai nel soggiorno, ti raggiungo tra un minuto.
Poco dopo mi raggiunse aveva indossato un accappatoio.
– Marco vuoi una coca un succo d’arancia?
– Non voglio bere nulla, come ti senti dopo tanto tempo a farti massaggiare?
– Mi sento bene che dico benissimo guai a te se non verrai ancora.
– Zia ti ho promesso che cercherò di venire tutti i giorni.
– Promesso?
– Prometto faro tutto quello che vuoi io sono felice quando ti vedo sorridere.
– Marco tu mi vuoi baciare vero?
– Se vuoi sì!
– Devi essere tu a prendere l’iniziativa no la donna.
– Io non so come fare.
– Vieni vicino a me poggia la bocca sulla mia e metti la tua lingua nella mia bocca, e il resto verrà da se, l’istinto ti dirà cosa fare.
Feci quello che mi aveva detto, e fu stupendo, fu come disse lei il resto venne naturale, misi una mano sulla coscia attesi una sua reazione che non venne. Sali verso su sino a mettergli la mano tra le cosce, pensai che mi respingeva, mi favori aprendo le cosce. Ero maldestro gli frugavo la fica con le dite, lei mi accarezzava la nuca e stringendomi sempre più forte, ad un tratto strinse le cosce e si tesa tutta, aveva avuto l’orgasmo. Mi respinse dolcemente e riapri le cosce.
– Marco amore mi togli il respiro.
– Zia e bellissimo baciarti.
– Ti piace?
– Tanto ti prego, ancora.
– Va bene ancora uno ma smettila di frugare la passera.
– Non vuoi che ti tocco, più?
– Amore per questa sera basta baciami adesso.
Ci baciammo ancora e ancora. Dopo un po’ ero esausto, avevo goduto nei pantaloni, mi frullava una domanda nella testa.
– Zia posso farti una domanda forse e insolita ma ti prego non ti arrabbiare.
– Parla pure liberamente non mi potrei arrabbiare con te.
– Ho sentito i grandi dire che leccano la fica e vero.
– Marco e vero ma adesso non so cosa pensare ho sei per davvero ingenuo o lo fai.
– Zia veramente non lo so.
Mi guardo negli occhi e mi disse:
– Ti credo mi disse.
Baciandola sulla guancia gli sussurrai
– Posso provare?
– Marco piano piano mi stai chiedendo di diventare amanti, Hai trovato la scusa dei massaggi per arrivare a questo?
– Zia scusa, ma non e vero la mia non era una scusa, volevo tutto questo so bene che sono un ragazzo ma devo dirti che sono sempre stato innamorato di te, se ci pensi vedrai che ti ricorderai degli episodi, quante volte ho cercato di stare con te, di toccarti quante volte mi hanno dato del maldestro perché mentre eravamo a tavola facevo cadere il coltello ho pure la forchetta, era per spiarti tra le gambe, nel mio portafoglio porto sempre una tua foto, nel mio tempo libero sto sempre a guardarti e baciare quella foto, ecco adesso ti ho confessato il mio segreto, di sicuro riderai di me.
– Marco amore non potrei mai ridere di te, come potrei? Devi pensare che io sono molto più grande di te, sono tua zia e più importante sono sposata e vero che mio marito e uno stronzo, ma ciò non cambia che e mio marito. La tua e una infatuazione che con il tempo ti passera.
– No io ti amerò per tutta la vita, adesso non vuoi che ti bacio più e che ti massaggio.
– Ma no amore ci baceremo ancora a dirti la verità mi e piaciuto molto anche a me, mi auguro che ti comporti da uomo.
– Stai tranquilla se prima cercavo di toccarti ho pure di spiarti da oggi non lo faro più per evitare che qualcuno capisce.
– Bravo cosi devi fare, dimmi la verità dopo quello che ce tra noi puoi dirla, che facevi quando mi spiavi tra le cosce.
– Mi fai vergognare.
– Non devi dimmi.
– Lo sai andavo nel bagno chiudevo gli occhi e facevo da solo, misi una mano sul ventre e l’accarezzavo dolcemente.
– Va bene per questa notte già e successo molto andiamo, a dormire.
– Zia accontentami dai, solo un attimo.
– Marco amore sono cose che si fanno senza chiedere che vuoi che dica io quello che devi fare.
– Io non voglio fare nulla contro il tuo volere, ho paura che ti possa arrabbiare e dopo non ti farai ne baciare ne toccare.
– Non mi arrabbierò mai con te stai tranquillo, ci tieni cosi tanto a provare.
– Sì ti prego.
Mi guardo e sorridendo disse:
– Ho perso la testa amore mio, leccami se lo vuoi cosi tanto.
Si distese sul divano e allargo le cosce, aveva la fica ricoperta di folti peli ricciuti, con le dite apri le grandi labbra e mi disse
– Marco vedi quel pistolino e quello che devi leccare forte se vuoi che mi piace.
Mi avvicinai lentamente e con la punta della lingua iniziai a martellarle il clitoride.
– Marco amore impari in fretta, cosi metti un dito dentro ecco bravo mi fai morire, prendi tra le labbra il pistolino e succhialo, e martellio con la lingua, ecco cosi, che bello amore.
Era bello e mi piaceva da matti, dopo un po’ strinse le cosce mettendo le mani sulla mia testa e mi presso sulla fica mi tenne fermo per un po’, poi si rilasso e mi scompiglio i capelli, mi tolse da quella posizione e si rimise seduta prese il viso tra le mani e mi bacio.
– Marco dimmi ti e piaciuto leccarla.
– Tanto, zia promettimi che lo rifaremo ancora.
– Sì amore lo rifaremo ancora se lo vuoi cosi tanto, adesso lascia che penso a te.
Mi sbottono i pantaloni e me li tiro giù, prese il cazzo lo accarezzo dolcemente.
– Per essere un ragazzo stai ben fornito, amore che ai goduto già.
– E stato troppo eccitante, toccarti poi baciarti e toccarti la fica sono venuto senza toccarmi.
– E caldo e liscio, tu mi hai leccato la fica ed io te lo succhio questo bel cazzo che hai.
Si chino e diede dei colpi di lingua tutto intorno alla cappella, poi lo prese in bocca ed inizio ad andare su e giù, mai avrei pensato d’avere tanto, avrei voluto durare a lungo, ero a limite
– Zia!
Gli gridai
– Sto per venire.
Pensavo che si tirava indietro, invece continuo sino a che sborrai, lei continuo spremendo sino all’ultima goccia.
– Marco mio piccolo amore, sarai contento spero.
– Zia come non mai.
– Marco quando siamo soli chiamami per nome, prestando attenzione di non farlo davanti agli estranei.
– Per non correre rischi quando saremo soli ti chiamerò amore.
– Sono il tuo amore non me lai detto.
Presi il suo viso e baciandola delicatamente sulla bocca gli sussurrai
– Ti amo ti amo
Lei ricambio, dopo un po’
– Basta così amore andiamo, a dormire.
– Posso dormire con te.
– Non lo sai quando mi piacerebbe, ma tuo zio molte volte arriva senza preavviso ed entra senza bussare, forse cerca di trovarmi con il mio amante, buona notte amore mio, domani.
– Avremo tempo di stare insieme

L’indomani mattina ero euforico mi sentivo uomo, avevo l’amante, quanti ragazzi parlavano di fica, ma non sapevano neanche com’era fatta. Andavo di fretta. Al mio rientro a casa mamma era impegnata in cucina, la salutai come sempre baciandola sulla guancia,
– Marco tra un attimo e pronto.
– Mamma che hai sembri strana, hai pianto?
– Lascia perdere, nella mia vita disgraziata non ho mai avuto fortuna.
– Mamma perché forse ti manca papa e colpa mia che andato via.
– No amore non e colpa tua, non devi pensarlo neanche per scherzo.
– Allora perché piangi? (Gli accarezzai il viso) Non piangere ti prego, sciupi il tuo bel viso.
Presi il suo viso con tutte e due le mani e la baciai sulle guance sugli occhi sul naso sulla bocca.
– Ti voglio bene mamma.
– Marco tu sei un bravo ragazzo, alla tua età dovresti andare a scuola e invece grazie a te riusciamo ad andare avanti.
– Mamma io faccio quello che voglio fare, e la mia passione per tanto non mi pesa, non piangere più ti prego.
– Cercherò di non farlo.
Mi strinse a se baciandomi sulla guancia.
– Marco perdonami se non ho potuto darvi di più di quello che avrei desiderato.
– Mamma come devo dirti che io sono contento così?
Nel frattempo avevo messo le mani nei suoi fianchi e la baciai sul collo. Dalla mattina ero in uno stato di eccitazione avanzato, pensavo sempre a quello che era successo la sera prima e quello che mi accingevo a fare, per tanto solo il contatto bastava e il cazzo s’indurì a più non posso. Mi allontanai col bacino per evitare che poteva accorgersi della mia eccitazione. Lei si strinse di nuovo ebbi l’impressione che spinse il ventre contro il mio.
– Marco un giorno troverai una smorfiosa ed io non sarò più nulla per te.
– Io non cercherò nessuna, ho già la ragazza.
– Chi e la conosco?
Si allontano solo con il viso.
– Sei tu la mia ragazza.
– Io sono la tua ragazza? Bello mio, e poi non lo sono più una ragazza ormai.
– Tu sei bella, molto bella, avresti bisogno solo di curarti un po’ di più.
– Sai che bello poterti abbracciare.
– E da un bel po’ che non mi abbracci più, perché non lo fai più.
– Ti stringerò tante di quelle volte tra le braccia che ti stancherai di me.
– Puoi stare sicuro che non mi stancherò mai di farmi accarezzare e baciare da te.
– Posso tenerti sempre cosi?
Nel dirlo la strinsi ancora di più, e scesi con la mano quasi sul culo.
– Puoi perché no, ne sarò felice se avrai delle attenzioni per me, mi sentirò meno sola.
– Se tu sei contenta ti colmerò di baci e di carezze, da questo momento mi avrai sempre intorno. Posso baciarti sempre ed accarezzarti come adesso?
Faci una carezza per tutto il culo, il messaggio era chiaro.
– Certo amore mio puoi fare quello che vuoi, basta che non lo fai in presenza d’altri non capirebbero, adesso lasciami finire.
– Starei delle ore cosi con te.
– Avremo tempo amore.
Si sciolse dal mio abbraccio e si giro verso i fornelli, l’abbracciai da dietro mettendo le mani a croce sotto al seno, e baciandola sul collo, mamma questa sera e il turno di Sonia di dormire dalla zia vero?
– Sì perché.
– Avrei un idea vorrei massaggiarti con delle creme che ho preso al negozio sono ottime per la cura della pelle. Vuoi?
– Certo se ti fa piacere perché no, e ora che mi curi un po’.
– Mamma io intendo massaggiarti per tutto il corpo.
– Ho capito amore.
– Vedrai mi prenderò cura di te, ti faro più bella di quello che già sei.
– Mi metto nelle tue magiche mani.
Appoggio la testa sulla mia spalla e chiuse gli occhi, continuai a baciarla sul collo sulla guancia.
– Ti voglio bene non dovrai piangere mai più ne per miseria ne perché ti manca qualcosa.
Scesi con la mano sul ventre.
– Penserò io a te per tutto.
Scesi con la mano ancora più giù sino a metterla sul monte di venere.
– Ti ringrazio amore fa che tutto ciò si avvera.
– Lo farò, tu sei tutto per me.
Pressai le dite sulla fica mettendo la mano nel mezzo delle cosce anche se era da sopra al vestito senti di aver forzato tra le labbra.
– Ti chiedo solo due cose.
– Dimmi qualsiasi cosa vuoi ed e già tua.
– Uno e che non voglio più vederti piangere, secondo che mi permetterai ti poter stare sempre cosi con te, poterti accarezzare e fantastico.
– Te l’ho già detto amore importante di non farlo in presenza di qualcuno, se fai un solo gesto sbagliato non ti avvicini più a me.
– Stai tranquilla non sono uno stupido.
– Lo so che non lo sei, ma adesso mi lasci finire, non vuoi mangiare oggi?
– So io cosa mangerei.
– Dimmi cosa vorresti mangiare.
Te mangerei a forza di baci.
– Matto lasciami adesso.
Poco dopo ci mettemmo a tavola ero seduto di fronte a mamma, allungai il piede gli accarezzavo il suo, lei mi sorrideva, alzai il piede fino a metterlo tra le ginocchia di più non arrivavo. Mi piegai e guardai tra le sue cosce era senza mutande, ripresi il mio posto, lei mi guardo e sorrise che era un invito a continuare. Dopo aver mangiato lei inizio a rassettare l’aiutai come si mise a lavare i piatti gli dissi.
– Mamma io esco ci vediamo questa sera.
– Mi lasci sola? Pensavo che restavi un po’ con me.
L’abbracciai di dietro come prima e baciandola sulla guancia.
– Devo andare ho un impegno ma questa sera iniziamo la cura, mi fai una promessa?
– Dimmi che vuoi che ti prometta.
– Mi lascerai fare tutto quello che voglio desidero che tutto il tuo corpo fiorisca di nuovo.
– Mi metto nelle tue mani già te lo detto, anche se adesso sei cattivo mi lasci, sai che mi piace che mi stringi cosi.
– E a me piace tenerti.
Ero un ragazzo ma non stupido, penso che si era eccitata e adesso voleva godere. Misi la mano sul monte di venere, e pressai un po’ volevo vedere come reagiva, reagì rilassandosi sul mio torace, continuai a baciarla sul collo e vicino l’orecchio. Spostai la mano e la misi lungo la coscia e lentamente sollevai il vestito.
– Marco amore che fai.
– Lasciati andare sarà bello vedrai.
– Non posso farmi toccare cosi da te sei mio figlio.
– Non ha importanza chi siamo, e bello volersi bene.
Avevo messo un dito tra le labbra della fica e gli stuzzicavo il clitoride.
– Ma tu mi vuoi bene?
– Certo che te ne voglio.
– Mamma sai prima ti ho visto tra le cosce sai che sei bella, quando ti ho detto che volevo mangiarti e questa che voglio.
– Lo so amore avevo capito, davvero mi trovi bella?
– Tu sei bella, e per quello che ho visto devi essere uno splendore.
– Marco amore com’e bello, muovi il dito più svelto cosi.
– Mamma quando stai per godere avvisami.
– Perché che vuoi fare.
– Desidero che mi godi in bocca, desidero leccarti questa tua splendida fica, lo fai?
– Sì amore sì adesso, adesso.
M’inginocchiai rapidamente ed affondai il viso, in quella splendida fica, lei mise le mani sulla mia testa e mi teneva pressato sulla fica.
– Marco amore non posso fare questo con te.
Feci orecchie di mercante, diceva che non poteva intanto mi pressava sulla fica. Cercavo di mettere la lingua quanto più dentro era possibile, era qualcosa di sublime leccare i suoi liquidi. Sd un tratto mi presso cosi forte che mi mancava l’aria, si rilasso e allento la presa diedi un paio di linguate, poi mi rialzai, la baciai sulla bocca.
– Marco com’e possibile che sia successo.
– Mamma e stato bellissimo, promettimi che mi permetterai di leccartela ancora.
– Amore come posso dire sì adesso e successo cosi senza pensare a quello che facevamo.
– Mamma e bello a te piace a me pure perché negarci questo piacere.
– Cosi tanto ti piace?
– Oh sì e sai quando e stato più bello? Quando hai goduto e mi tenevi pressato sopra.
– Amore mi dispiace non volevo.
– Mamma e stato l’attimo più bello, promettimi che lo rifaremo ancora e di più dovrai fare come adesso pressarmi sopra e stato l’attimo più bello.
– Amore e peccato ma lo rifaremo, ma tu devi promettere che fai molta attenzione a non fare e dire nulla che possa dare il minimo sospetto.
– Stai tranquilla non sono mica scemo, mi devi promettere che questa notte lo rifaremo. Penso che sarà ancora più bello.
Nel frattempo l’avevo stretta a me accarezzandogli il culo e baciandola sulla guancia.
– Perché sarà più bello?
– Inizierò a baciarti e leccare iniziando dalla fronte sino al punto più nascosto del tuo corpo
Gli passai le dite tra le natiche sfiorando il buco del culo.
– Dimmi sì ti prego.
– Sì amore mio se non la smetti te lo faccio fare di nuovo adesso.
– Mi prometti che quando starai per godere mi pressi la testa su.
– Amore quello viene naturale, così tanto ti piace?
– E bellissimo.
– Ok lo farò.
– Mamma non vuoi fare nulla per me, non e giusto come faccio resto cosi.
– Che vuoi fare`amore.
– Un attimo mi sbottonai i pantaloni e li abbassai.
– Apri le cosce.
Lo fece, lo misi nel mezzo
– Mamma mio Dio quando e bello.
– Marco amore mio vai piano sarà ancora più bello, ecco cosi, amore quando sei pronto tirati indietro non godere tra le cosce non si può mai sapere, Poi desidero che mi godi in bocca come tu ai fatto con me, sono uscita di senno oggi, ma non mi importa sono troppo felice di stare con te in questa situazione.
– Mamma non resisto più sto per venire.
Si sciolse dal mio abbraccio e si inginocchio, prese il cazzo e diede delle linguate tutto intorno alla cappella, poi lo prese in bocca, strinse il cazzo sotto per fermare l’orgasmo. Misi le mani sulla sua testa e l’aiutavo ad andare avanti indietro. Stavo per esplodere, la fermai con il cazzo tutto in bocca la tenni ferma, esplosi. Ingoio tutta la mia sperma, lo lecco, tutto intorno, lo lascio, si alzo e mi sorrise.
– Sei contento? Quanta ne avevi? Mi stavi soffocando, ma era buono.
– Mi dispiace, non volevo, ma sai in quel momento uno non pensa.
– Lo so amore, ma e stato bello sentirti esplodere in fondo alla mia gola, solo che non mi aspettavo che ne avevi cosi tanta.
– Mamma e stato stupendo, bellissimo, stasera lo rifacciamo?
– Si amore saremo soli, una volta chiuso la porta staremo tranquilli.
– Desidero tenerti nuda tra le braccia, mi accontenti?
– A questo punto che siamo, ti accontento ci metteremo nudi, solo una cosa ti chiedo, non dovrai provare a metterlo dentro.
– Perché? Sarebbe bellissimo poterti chiavare.
– Lo so ma per due motivi dico di no, il primo, potrei restare incinta e capirai poi sarebbe incesto completo.
– Restare incinta, si può usare le pinnule o il preservativo, a parte che io mi so controllare e posso tirarmi fuori prima che godo, per l’incesto chi se ne frega ci amiamo e questo basta.
– La fai facile tu.
– E facile se lo vogliamo, la baciai sulla bocca, amore saremo felici.
– Che vuoi diventare il mio amante?
– No l’amante, ma l’amore della mia vita.
– Vai adesso, stasera vediamo.
Andai al lavoro, ero al settimo cielo, non mi aspettavo di arrivare tanto con mamma. Sono stato sempre attratto da lei, non ci provavo, un po’ uno non pensa che la madre non accetta gli approcci di suo figlio. Come fini l’orario di lavoro andai di volata a casa, mia sorella era già andata dalla zia.
– Ciao amore vuoi cenare?
– Si ma prima desidero baciarti.
– Baciami amore anch’io desideravo che venivi, presto non so cosa mi succede ma ti ho atteso tutto il giorno, come una donna innamorata che aspetta il suo amore.
La presi, tra le braccia e cercai la sua bocca, iniziammo a baciarci con frenesia e desiderio, misi una mano lungo la coscia e gli sollevai il vestito, misi la mano nella mutandina.
– Dopo amore, desidero prima lavarmi, sono rimasta cosi tutto il tempo volevo che rimanesse ancora tutto il piacere che mi ai fatto provare.
– E adesso che e bello sa di fica e no di sapone.
– Non dire stupidaggini amore, in questo momento puzza, e lo so bene. Dopo, a letto farai quello che desideri, e lavati anche tu, io intanto rassetto.
Andai a lavarmi, mi rasai quei quattro peli che avevo sul viso, mi illudevo che avevo la barba, mi profumai, andai in camera da letto. Dopo una mezzora venne, indossava una camicia da notte corta e trasparente, spense la luce, si mise a letto, ci cercammo, le nostre bocche si fusero tutte in un unico piacere, i nostri corpi aderivano, il mio cazzo duro presso sul suo monte di venere, gli tolsi la vestaglietta e io le mutande, gli accarezzai una tetta, giocavo con il capezzolo, si indurì, dava l’impressione di un chicco d’uva, lo presi tra le labbra lo lambivo con la lingua. Misi la mano tra le cosce, e come mi aveva insegnato la zia, cercai il clitoride lo presi con due dite, lo stringevo e lo massaggiavo delicatamente. Lei prese il cazzo e lo massaggiava con una delicatezza vellutata. Lascia il capezzolo e scesi giù verso la fonte del piacere. Misi la testa tra le cosce, gli allargai le labbra della fica con la lingua cercai il clitoride, gli diedi delle leccate rapide, gli misi due dite dentro e iniziai a chiavarla con le dite.
– Marco girati verso di me, dammi il cazzo così posso succhiartelo.
Mi girai portando il cazzo all’altezza della bocca, senti subito la lingua sulla capocchia, lambiva tutto in torno, lo prese in bocca e inizio a farmi il pompino. Mi dedicavo alla fica, provai a stuzzicarle il buco del culo e attesi una sua reazione, ci fu, ma non negativa.
– Marco amore, mettici un dito dentro, mi piace essere stuzzicata al buco del culo.
– Perché non ti fai inculare? Non sarebbe più bello?
– Un’altra sera, adesso continua, sto godendo che bello amore! Cosi, muovi il dito più veloce, leccami la fica e godiamo insieme.
Alcuni secondi esplosi, ingoio tutto, mi strinse la testa tra le cosce e ci rilassammo. Mi addormentai come un angioletto tra le braccia di mamma. Mi sveglio al mattino con un succo d’arancia e lo zabaglione.
– Mamma a che serve lo zabaglione?
– Ti metterà in forza bello, mio, questa sera mi devi fare il culo bello. Dopo che ti sei addormentato non pensavo altro che di farmi fare il culo da te. Desidero farti questo dono, sono vergine di culo, a te l’onore di rompermi il culo. Adesso alzati che si fa tardi per il lavoro.
Poco dopo andai a lavoro, iniziai, e qualche cliente abituale mi chiese
– Cosa ai Marco? Sembri diverso?
A una che conoscevo molto bene e con cui avevo confidenza, mi pose la stessa domanda, mi chinai all’orecchio e gli sussurrai
– Ho fatto l’amore per la prima volta!
– Bravo, ti dai da fare, giovanotto! Devo fare attenzione, adesso sarai più sicuro di te e farai la corte a tutte le clienti.
– La prima sarà lei, dove troverei una bella come lei?
– Adulatore, ti darò una mancia molto generosa.
– La ringrazio signora, le volevo chiedere un favore se può.
– Dimmi che cosa desideri che faccia?
– Avrei in mente di creare un giro di servizio a domicilio, di massaggi e trucco, forse ne può parlarne alle sue amiche. Non voglio che il principale lo sappia.
– Bene hai la prima cliente, sono io, e di sicuro ti troverò delle clienti. Non e che e solo una scusa per cercare di scopare? Dillo subito!
– Mi mette in imbarazzo.
– E perché, io dico quello che penso.
– Nel caso in cui io dico che non e cosi, lei si può offendere e non diventerà la mia prima cliente. Se gli dico di sì ho anche intenzione di scopare con lei, mi manda a quel bel paese, praticamente a fan culo, come mi devo comportare? Mi dica lei!
– Vieni da me nel pomeriggio, mi farai massaggi e il trucco, se ci viene voglia di scopare si deciderà se farlo o no.
– Grazie! Le dico adesso, ogni volta che viene qua io le guardo le gambe, ho sempre pensato cosa succede se mi metto con la testa tra le cosce della signora.
– Ti davi una risposta?
– Si che mi avrei preso un gran ceffone.
– Quello che hai voglia di fare, non lo so se te lo permetto. Certo non qui, ci vediamo da me nel pomeriggio.
Mamma non trovava molto lavoro, mio padre non dava nulla, era solo uno scansa fatica, cosi avevo pensato che potevo guadagnare dei soldi extra. Quella sera volevo restare a dormire da mamma, ma era il mio turno di dormire da zia. Cercai la mia sorella se ci andava lei. Non volle, io e mamma ci guardammo e lei mi disse.
– Sarà per un’altra volta, la zia mi aveva chiesto di non cenare, desiderava cenare con me al mio arrivo.
Come chiuse la porta, mi abbraccio mi ficco letteralmente la lingua in bocca e io rapido gli sollevai il vestito e gli accarezzai il culo, e come avevo fatto con mamma gli misi un dito nel culo. Mi sbottono i pantaloni e tiro fuori il cazzo che era già pronto all’uso. Mi masturbo un po’ poi si allontano.
– Vieni, ceniamo! Abbiamo la notte davanti a noi, metterò il ferro e che vada al diavolo, mi a chiamato e in pieno oceano.
– Come lo sai che sia vero? Può raccontarti una bugia.
– Non può, quando chiama e sono in navigazione, chiamano con Roma radio. Quando squilla l’operatore mi dice il nome della nave, tranquillo mio giovane amante abbiamo la notte tutta per noi. Prima di cenare ho un desiderio. Desidero che ci immergiamo nella vasca da bagno piena d’acqua calda e profumata, vuoi?
– Insieme? E stupendo, andiamo che aspettiamo?
Mi spogliai velocemente, sembrava che la vasca poteva volare via. Zia mi segui, in pochi secondi eravamo nella vasca con l’acqua bella calda e profumata, ci copriva completamente. Prese una spugna, ci verso su del bagnoschiuma in abbondanza, me la passo per tutto il corpo, contra cambiai. Mi piaceva un sacco insaponarle le tette e lavarla tra le cosce. Mi lavo il cazzo, mise un dito nel culo per lavarmi meglio, mi spiego che quando una donna ti fa il pompino se il culo non e lavato bene si sente un cattivo odore. Mi chiese di fare lo stesso con lei, ridevamo, ci scambiavamo dei baci. Usciti dall’acqua, mi profumo, ebbi l’impressione di essere il suo giocatolo o forse il figlio che non ha. Il paradosso e che il marito dichiara che io sono al suo posto il grande maschio, in seguito si vedrà. Mi passo un accappatoio, cenammo un buona cena, mi diede una bistecca alta due dite, cotta al sangue.
– Devi metterti in forza!
Stava diventando una mania tra lei e mamma, dopo cena mi disse di accendere la tv in camera da letto, la sentivo che rassettava, mi raggiunse. Data la stagione calda si tolse l’accappatoio e resto nuda, mi abbraccio.
– Marco spegni quello stupido apparecchio devi amarmi.
– Zia io ti voglio scopare, sarà la mia prima volta!
– Sicuro che mi scoperai e sono felice che sia io a darti questa gioia per la prima volta. Prima mi lecchi un po’ e io te lo succhio. Sai che hai un bel cazzo ed e anche grande. Mio marito si sente uno stallone, ma se vede te si va a nascondere.
Inizio a ridere.
– Zia devo usare il preservativo? Io non ce l’ho.
– Ho provveduto, io tranquillo.
– Zia io devo metterlo, perché e la prima volta che chiavo. Fammi sentire cosa si prova, voglio sentire il calore della fica.
– D’accordo entrerai per poco, poi lo metti! Il cornuto si vanta, e cola mia che non arrivano figli. Io penso che sia lui che non e buono a fecondare. Mi fa una rabbia quando scopiamo, sembra un coniglio, non riesce a durare e viene, poi con una faccia da cretino mi domanda e stato bello? Vero amore? Un cazzo! Questa mia povera fica gli vorrebbe gridare “Chiavami stronzo”, gli rispondo con ironia, “E stato fantastico”, lui si pavoneggia, meglio non pensare a lui. Abbracciami mio piccolo grande amore.
Iniziai dai capezzoli, ha un seno stupendo molto più grande di quello di mamma. Un giorno devo provare alla spagnola, ho sentito delle donne nel salottino d’attesa dove lavoro, ne parlavano tra loro. Gli capezzoli erano un po’ mosci, quelli di mamma sono duri, pensai tra me “Che cazzo ti frega? E questo il momento di metterti a fare confronti?”. Presi tra i denti un capezzolo, iniziai a succhiare e mordicchiarlo, leccavo e muovevo la lingua con rapidità, inizio a indurirsi. Continuai sino a che tutte e due diventarono duri, nel frattempo, avevo messo la mano tra le cosce, due dite nella figa bagnata, lei mi aveva preso il cazzo e mi masturbava. Mi spostai, presi la posizione del sessantanove, aveva un pube molto folto, di peli neri e ricciuti, scostai i peli e passai la punta della lingua, per farmi strada. Lei mise le mani ad aprire le grande labbra, presi il clitoride tra le labbra, lo leccavo e succhiavo, mentre avevo un dito nella fica e uno nel culo. Lei aveva preso il cazzo, mi leccava e lo prendeva quanto più gli era possibile. Senti che con la punta della lingua apri la boccuccia del cazzo duro, un bel po’. Mi invito a cambiare la posizione.
– Amore, vienimi sopra, scopami, chiavami forte con questo bel cazzo, vienimi sopra.
Mi distesi su di lei, prese il cazzo e lo guido, mi abbraccio forte, mise i piedi sui miei reni e spinse. Entrai in lei, iniziai, a chiavarla lentamente, era la mia prima chiavata, mi volevo godere ogni attimo, dopo un po’.
– Marco, mi dispiace, devi mettere il preservativo, ti lascerei fare ma ho paura.
Lo prese e mi aiuto lei a infilarlo sul cazzo, mi guido a metterlo dentro di nuovo. Cazzo quel coso non mi piaceva per niente. Era la prima volta in tutto, ripresi a chiavarla, ci scambiavano baci poi lei mi chiese.
– Mettimi un dito nel culo.
Lo misi, che cosa succede, tutte fissate con il culo? Io ero arrivato al limite, venni, continuavo a chiavarla con foga, lei grido.
– Godo amore mio, ti amo, che bella chiavata, dobbiamo farlo tutti i giorni, ti amo amore mio.
In quel momento l’amavo anche io come poteva essere il contrario, un giovane che si fa la sua prima scopata, mi disse di andare in bagno e di buttare il preservativo nel cestino della spazzatura. Dopo a letto volevo ricominciare.
– Dormi e tardi, non sprecare la tua giovane energia volendo tutto in una notte, abbiamo tempo.
Mi addormentai con il viso poggiato sulle sue tette grosse, felice di averla avuta e la possibilità di averla ancora, e dormire con le zizze come cuscino. L’indomani mattina mi sveglio con un cornetto il cappuccino e lo zabaglione
– Ti fa bene, devi riprendere forza.
Non la capivo, questa mania, mi recai a lavoro, avvisai mamma che non andavo a pranzo, alle quattordici mi recai dalla signora Mariella.
– Sei puntuale, accomodati!
– Dove possiamo metterci?
– Sul letto, ti va?
– Certo va bene, se e possibile mettiamo un grande asciugamano per evitare che sporchiamo tutto.
-D’accordo!
Stese l’asciugamano, si tolse l’accappatoio e resto solo con la mutandina. Non era niente male, mi sorrise, aveva notato il mio sguardo di ammirazione e sorpreso. Iniziai a massaggiarle il corpo, forse non e professionale ma io mi ero eccitato, ora che ero lì volevo scoparmela. Massaggiai il culo, non disse nulla, gli abbassai le mutandine, mi agevolo con i movimenti, lavoravo di fianco al letto. Mi tolsi le scarpe e sali sul letto, le massaggiavo la schiena con forza, tirai fuori il cazzo, presi della crema e glie la spalmai tra le natiche. Guidai il cazzo, gli scivolo dentro come niente, di sicuro non era la prima volta.
– Marco come hai capito che mi piace prenderlo nel culo?
– Una con un culo come il tuo, per forza che cose gli piace, essere inculata. Credo che molti sono attratti da questo culo.
– Ai ragione, ma adesso taci e inculami forte, mi piace sentire le palle sbattere contro il culo.
Iniziai a fottere veloce, ormai mi sapevo controllare di non sborrare subito.
– Marco cosi come scopi bene sto sbrodolando, ho la fica che cola, sborrami in culo, cosi… vengoo.
Dopo averci rivestiti e dato una pulita, la truccai, non mi chiese quanto mi doveva, mi passo dei soldi che per guadagnarli dovevo lavorare una settimana al salone. Finito il lavoro, tornai a casa, non dissi nulla a mamma dei soldi, li misi da parte, avevo intenzione di mettere dei soldi da parte per aprire un mio salone è se per riuscirci dovevo scoparmi delle signore ove. Chi sene fregava? Scopavo e mi pagavano. Si sparse la voce, tra le amiche della signora, si creo un giro di tre incontri a settimana, e tutte erano molto generose. Io accumulavo soldi. Tornando a quella sera, mamma mi accolse baciandomi e mettendomi la lingua in bocca. Dopo un bel pezzo che ci baciavamo.
– Marco la cena e pronta, vieni, ti o atteso tutto il giorno! Sono diventata pazza, una madre malata, d’amore per il figlio. Oggi sono stata tutto il giorno in uno stato di eccitazione, pensando di scopare con te.
– E io non vedevo l’ora che arrivava l’orario di chiusura.
Dopo cena mia sorella andò a dormire dalla zia, restammo soli. Aiutai a rassettare come finimmo, ci guardammo e ridendo di corsa in camera da letto. Sembravamo due ragazzini, e in verità in quel momento non pensavo minimamente che la donna, nuda che mi era davanti era mia madre. Poco mi interessava, era bella, un gran pezzo di figa. Una cosa avevo capito di lei, amava fare il sessantanove. Dopo un po’ che ci leccavamo gli avevo messo due dite nella figa calda, al momento che mi resi conto si era bagnata tutta e smaniava il suo corpo. Era un fremito di piacere, misi il preservativo ed entrai in lei. Iniziai prima lentamente, sino a che.
– Marco, che bello! Scopami forte, sarò dannata all’inferno per questo, ma non importa! Chiava amore e dannazione della mia vita.
– No all’inferno, ti porto, ma nel paradiso, del piacere.
– Si e cosi, godo, ho la fica che mi cola, cosi amore mio.
S’inarco spingendo contro di me, mi blocco chiedendo di fermarmi, e ben piantato dentro di lei, attesi che si rilassava, ripresi a scoparla sino a che non sborrai.
Da quella sera molte cose sono cambiate, iniziai a scopare ogni giorno tra le due clienti e le donne di famiglia. Andava alla grande, l’unica cosa che non avevo previsto era di essermi innamorato della zia, glie lo confessai. La sua risposta fu.
– Marco dici che mi ami? Ti amo anche io, il nostro può essere solo un amore. Fatti degli incontri, quando mio marito non ce, devi trovare una ragazza della tua età. Io sarò un bellissimo ricordo e null’altro.
– Ti amo, non lo so né come e ne quando. Noi due vivremo e ci ameremo per sempre.
Le dichiarazioni di un giovane inesperto e innamorato. Avevo messo da parte un bel po’ di soldi, senza avvisare mamma iniziai a cercare un locale. Un giorno tornando dal lavoro, com’era mia abitudine, mi fermavo al bar scambiavo quattro chiacchiere con gli amici. Quella sera c’era un’atmosfera tesa, erano silenziosi e tristi.
– Cosa e successo ragazzi?
– Marco, non sai nulla?
– Torno adesso dal lavoro, cosa dovrei sapere?
– La nave dove e imbarcato tuo zio e altri quattro ragazzi del nostro quartiere, si pensa che sia affondata, non si sa altro.
Salutai, andai a casa di corsa. Mamma non c’era, era dalla zia, gli raggiunsi. In quel momento era arrivata la notizia che erano morti tutti. Alle diciassette quarantacinque aveva interrotto i collegamenti, una nave che era nelle vicinanze l’aveva vista inabissarsi, le condizione del mare erano, proibitive.
Zia rimase vedova, un proverbio “Il male e di chi muore, chi resta trova pace e si rassegna”. Alla zia non solo gli assegnarono una ottima pensione ma prese una grossa cifra dall’assicurazione. Per un po’ zia non volle scopare, malgrado, tutto era suo marito. Dopo un mese, gli ormoni si ribellarono, mi chiamo, andai da lei.
– Marco amore, scusami ti ho trascurato. Baciami ho bisogno di te.
Ci baciammo là sul letto.
– Zia, io voglio dirlo a mamma salvo se non lo sa di già! Io voglio vivere con te.
– Anch’io lo voglio, gli parlo io con la speranza che non mi dia della puttana. Sia chiaro, dal momento che vivrai qui basta con le altre, anche con tua madre. Desidero una relazione sana, sei d’accordo?
– In tutto amore.
La sera dopo, tornato dal lavoro, come entrai mamma.
– Marco, e venuta mia sorella piangendo e sì e confidata. Io immaginavo che cera qualcosa, adesso vai ti aspetta.
– Grazie mamma, io sarò per te sempre tuo figlio e ti aiuterò economicamente.
– Lo so che lo farai.
Da quel giorno viviamo da coppia, sotto casa sua c’è un locale di sua proprietà. Con quello che avevo io, la zia mise il resto e si realizzo il mio sogno. Riuscì ad aprire il salone. La zia lavorava con me. Mamma e mia sorella erano con me. Gli affari volarono, tutte le clienti da dove lavoravo prima, vennero da me. Qualcuna mi corteggiava, Chiara sembrava un poliziotto, io me la spassavo della sua gelosia, capito ancora di scopare con mamma. Una mattina, prima che arrivassero le prime clienti.
– Marco, devo parlarti un attimo.
– Dimmi, e successo qualcosa?
– Non e successo nulla o si, la prima cosa che voglio fare e dirti grazie, mi hai reso la vita meno amara. Mi hai amata come donna, ti sei fatto carico di noi tre. Sei riuscito a non farci mancare nulla e per questo, grazie.
– Mamma dai cosa hai da dire?
– Lo conosci il professor Ciro? Mi ha chiesto di sposarlo, che ne pensi? Se non vuoi gli dico di no.
– Mamma che sei uscita di senno? Devi dire di sì, se lui ti piace.
– Non ti arrabbi con me che mi sposo?
– No, se tu sei felice lo sono anch’io.
La mia storia finisce qua. Il resto non conta, e storia di tutti i giorni.

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