Sessantanove con la zia seguito di una inculata hard


Avevo perso mia mamma da qualche anno. Persa, nel senso che era andata via, non lo so, e non voglio saperlo cosa gli passava per la testa. Papa è un bravo uomo, l’adorava, ma non sono qui a raccontarvi il fallimento del matrimonio dei miei genitori.
La sorella di papa, mia zia Rosa, era rimasta zitella per suo volere, “dice lei”. È una bella donna, una figa, che per strada non passa inosservata. Inizio a venire a casa da noi. Papa era caduto in uno stato depressivo e lei inizio a badare noi due. Papa andava in ufficio. Zia si trasferì, divinamente da noi. Tutto andava bene.
Una mattina mi svegliai prima del solito, mi alzai con l’intendo di ritornare a letto dopo aver fatto la pipi. Entrai nel bagno, cazzo che sorpresa, c’era mia zia nuda.
“Scusa zia, la porta era aperta.”
“Lo so non mi sono chiusa pensando che dato l’ora, non era necessario. Penso che non ti scandalizzi, ne hai visto di ragazze, così bello è attraente, come sei… “
“Non lo nego, ma posso garantirti che tu sei favolosa. È guarda che bozzo mi è venuto.”
“Vado, può svegliarsi tuo padre. Non ti farai una sega, spero!”
Indosso la vestaglia è usci ridendo. Feci la pipi, ero eccitato, stavo per farmi una sacrosanta sega, quando senti la voce di papa. Indossai la vestaglia, mi recai in cucina, zia aveva fatto il caffè.
“Mi dai una tazzina?”
Mi passo la tazzina, mi guardava è sorrideva. Notai che lo sguardo andava al cazzo, che gonfiava l’accappatoio.
“Non ti sei segato, vedo che sei ancora su di giri.”
Scossi la testa e ritornai in camera mia. Mi distesi sul letto. Restai in attesa che mio padre usciva. L’atteggiamento di zia era chiaro. Un invito era cosi? O pure lo pensava? Dopo alcuni minuti senti papa andare via. Ritornai in cucina ma zia non c’era. Pensai che era ritornata in camera sua. Andai vicino alla camera, notai che la porta era socchiusa, non bussai, entrai deciso. Lei era distesa nuda sul letto.
“Ti aspettavo con ansia, ero sicura che venivi.”
“Eri così sicura di avermi soggiogato mostrandoti nuda?
“Non ero sicura, lo speravo. È ora cosa hai nella mente? Stare lì a guardare o venire nel letto a baciarmi?”
Mi tolsi l’accappatoio, dato che ero nudo, il cazzo duro a più non posso, la cappella rossa è gonfia di sangue, pulsava, la sua pelle era tesa quasi lucida. Mi distesi sul letto è la presi tra le braccia, poggiai la bocca sulla sua, apri le labbra per ricevere la mia lingua, senti che mi prendeva il cazzo, inizio a masturbarmi piano. Era una carezza calda, la sua mano calda lo teneva fermo senza pressare, mi sembrava di chiavare. Nel frattempo le nostre lingue giocavano tra loro. Mi piaceva molto il gusto della sua saliva. Un pensiero era fisso nella mia mente dal momento che l’avevo vista nuda, desideravo mettermi con la testa tra le sue cosce. Lasciai la bocca, iniziai a darle dei piccoli baci sul collo, lentamente arrivai alle tette, le aveva piccole è molto sode, quasi dure, è dato la sua età erano eccezionali. Presi uno dei capezzoli eccitati tra le labbra, era duro come un chicco d’uva, succhiai per un po’, lo lasciai. Con la bocca continuai ad accarezzarlo, scesi piano, leccando, lasciando una striscia di saliva, è finalmente arrivai alla mia metà. Il monte di venere era di un colore quasi rossiccio, con i peli ricci è lunghi. Passai la lingua a spatola, per assaporare i liquidi della figa, con la punta della lingua mi feci spazio tra quella giungla di peli, cercai il clitoride, lo presi tra le labbra è succhiai, lo tenevo fermo con le labbra è lo martellavo a colpi di lingua.
“Amore, girati, mettiti nella posizione che possa succhiarti il cazzo.”
Mi girai nella classica posizione del sessantanove, la feci girare, mettendola su di me. Che spettacolo avere sul viso la figa è il buco del culo alla portata della mia affamata lingua. Senti che mi leccava il cazzo, aveva iniziato dalle palle, sali alla capocchia, lo prese in bocca, inizio a succhiare, a pompare, ci davamo piacere entrambi. Dopo un po’, la feci togliere, la feci distendere. Lei apri le cosce, prese il cazzo è lo guido. Diedi un colpo di reni, entrai. La figa calda è umida, scivolai dentro dolcemente, mi fermai e attesi.
“Fottimi amore mio, che bello sentire questo bel cazzo grosso e duro.”
Iniziai a chiavarla forte, come voleva lei. Misi la mano di sotto, cercai il buco del culo e gli misi un dito dentro. La chiavavo è gli stuzzicavo il culo.
“Amore sei un diavolo. Sai come far godere una donna, fottimi il culo! Non sborrami in figa, lo voglio nel culo! Aspetta che mi giro.”
Mi tolsi, lei si mise alla pecorina, sputai sulla capocchia, guidai il cazzo, diedi una spinta, entrai nel culo stretto. Lei mi invocava di non badare, di non essere gentile, gli piaceva essere inculata hard alla pecorina. Io ormai ero arrivato al limite, desideravo sborrare, aumentai il ritmo è sborrai, diedi un affondo è la trattenni con il cazzo ben piantato in lei.
Da quel giorno siamo diventati amanti, chiaviamo quasi tutti i giorni. Ho una zia favolosa!

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