Una Vendetta in Famiglia – parte 4

Come mi scopai la cognata

Come ho detto la telefonai di mattina.
Ciao Anna come va.
Bene e tu.
Sto bene puoi parlare. Si sono sola, perché?.
Cosi posso dirti che ti amo.
Giorgio, non devi dirlo, sei sposato e anche io.
Lo so, ma che posso farci se non penso altro che a te, ti ho sempre davanti a gli occhi, nella mente, nel cuore, tu cosa provi.
A essere sincera non lo so, da quando mi hai dato quel biglietto, e quel gioco sotto al tavolo, ti penso spesso.
Vedi che anche tu provi qualcosa.
Forse, dirti che sono innamorata no, sono confusa, ecco.
Senti io mi trovo che posso parlare liberamente puoi farlo anche tu.
Si ti ho detto, che sono sola.
Desidero chiederti delle cose, particolari, tu sai che sono lontano e senza una donna.
Lo so a volte con mio marito ne parliamo che vita e la tua, dimmi cosa vuoi chiedermi.
Sarò sincero, e spero che non ti arrabbierai.
Stai tranquillo, qualsiasi cosa dirai non mi arrabbio.
Desidero che mentre parlo con te, faccio da solo.
Cosa fai da solo.
Una sega, mi masturbo.
A questo.
Si, vuoi?
E io cosa posso fare.
Rispondi alle mie domande, e se ti va ne fai anche tu con me.
D’accordo proviamo, non lo mai fatto, inizia tu.
Adesso mi sono abbassato i pantaloni, e lo preso, inizio a menarmelo, dimmi di che colore hai alle mutandine.
Bianche.
Il mio colore preferito, la fica ce lai piena di peli, come e.
Non tanti lunghi, ne corti.
Alzati il vestito e abbassa la mutandina.
A che scopo non puoi vedermi.
Mi piace immaginare che lo fai per me.
Lo fatto.
E vero.
Te lo giuro.
Adesso immagina, che ci stiamo baciando, ti ho messo due dite nella fica, tu che fai.
Ricambio il bacio, ho preso il tuo cazzo duro, e ti masturbo.
Amore, mi sono inginocchiato davanti a te e te la lecco, ho preso il tuo pisello tra le labbra e lo succhio e lecco.
Giorgio mi hai fatto partire, e iniziato come un gioco, adesso continua, mi sto masturbando pensando che sei qui con me.
Adesso mi sono alzato, e ti ho sfilato le mutandine.
Aspetta un attimo, vengo subito, ecco sono di nuovo qui.
Dove sei andata.
Ho preso una zucchina, adesso me la metto dentro, ecco adesso, parla tu, io mi sto chiavando la zucchina.
Ti ho messo le mani sotto al culo e ti ho sollevata, tu ai preso il cazzo e lo guidi, sono dentro, e ti chiavo.
Giorgio che bello, mi sento piena, ho gli occhi chiusi e come tu fossi qui, che bello, chiavami forte, godooo, che bello.
Amore io sto venendo quanto ti vorrei, e sborrarti, dentro.
Anche io lo vorrei.
E stato stupendo vero.
Si e vero.
Adesso chiudo, dimmi quando pensi di essere libera.
Tutte le mattina, sabato e domenica, sta a casa.
Ok ti do un bacione forte sia sulla bocca che uno sulla fica calda.
Ricambio e ti do una leccatina al cazzo, ma questo e solo un gioco mi piace, e lo rifaremo, ma finisce qui.
Ok ciao.
Le telefonate, furono spesse, quando il lavoro lo permetteva, il contratto fini, organizzai il mio ritorno, di mattina sapevo bene che mia moglie, trovava tutte le scuse, per uscire di mattina, e io volevo, scoparmi mia suocera, tanto della moglie non mi interessava per niente.
Sali su a casa, bussai, avevo le chiavi, non volevo metterle paura, mi venne aprire.
Giorgio non hai avvisato che venivi.
Lo so volevo fare una sorpresa, stavo per baciarla sulle guance.
Sono sola, mi chiusi la porta alle spalle, ci baciamo, misi la mano sotto al vestito, andiamo sul letto ti voglio.
Non sai quanto lo vorrei, non manca molto che rientra tua moglie.
Vieni, la portai vicino alla piccola finestra che era nel corridoio, da li si vedeva l’atrio, chiunque entrava, veniva visto, tu guarda giù, la feci mettere alla pecorina, gli alzai il vestito, gli abbassai le mutande, guidai il cazzo entrai, in quella fica pelosa, era già umida, iniziai a chiavarla.
Giorgio godi tu non pensare a me.
Ci misi poco e la sborrai, dentro, mi piantai forte, dentro, e la tenne pressata sul cazzo.
Giorgio lasciami dai amore.
Ci rimettemmo a posto, la presi tra le braccia, e ci baciammo.
Rientro mia moglie, falsamente, ci baciammo, come due estrani, estendo, una allegria falsa, dopo pranzo, andai a riposarmi senti la stronza, telefonare a tutti per dirgli che ero arrivato, nel tardo pomeriggio, iniziarono arrivare, i fratelli e sorelle con mogli e mariti, tutti venivano, con la scusa di salutare , invece si aspettavano qualcosa.
Quando salutai Anna, nel stringergli la mano, e baciandola sulle guance feci in modo che, le nostre mani, stessero tra noi giù, cosi venni a trovarmi, con il dorso sulla fica, e lei sul cazzo, io strofinai, e lei ricambio, tutti in decimi di secondi, non venne Sofia la sorella di mia moglie, il mio prossimo obbiettivo, trovavo ogni pretesto per toccare Anna, in un momento gli chiesi posso venire da te domattina.
No ho paura cerco io il modo di incontrarci.
La sera a letto mia moglie voleva chiavare ma a me non mi si rizzava.
Io non ti credo che non ce la fai più, tu vai a puttane, arrivi a casa sazio.
Mi credi non mi credi sai che cazzo me ne frega, guardalo stronza, portalo il tribunale.
Perché mi fai questo.
Sono stanco, di tutto, sempre pieno di debiti, non ci sono soldi che ti bastano, sei un pozzo senza fondo, sappi che sono arrivato a limite, adesso vado a dormire sul divano, e lasciami in pace, se no questa notte, ti ammazzo di botte.
Ebbe il buon senso di non rispondere, andai in cucina, presi un po’ di caffè, rimasto ero seduto al buio, entro mia suocera.
Vi ho sentiti, mi dispiace, vorrei aiutarvi ma non so cosa fare.
Gli feci una carezza lieve, non puoi nulla.
La mattina dopo, senza guardarci, presi il caffè che mi diede mia suocera, dovevano uscire insieme vidi la suocera, non molto contenta di andare, penso che gli sarebbe, piaciuto restare, cosi si poteva chiavare, andai a sedermi, nel salone dove mi raggiunse mia moglie.
Giorgio scusami per ieri, mi sono sentita che non mi vuoi, più, e cisto male.
Delle scuse non mi interessano, devi cambiare.
Lo faro vedrai.
Va bene, vai adesso.
Vuoi qualcosa.
Nulla grazie.
Dalla finestra controllai che partivano, chiamai Anna, ciao sola?.
Si, tu.
Sono uscite, perché non hai voluto che venissi.
Qui a casa mia ho paura, domani pomeriggio, devo andare in campagna, da una mia amica, se tu puoi ci possiamo vedere.
Per me va bene, tu che prendi? Il bus?
Si e scendo, dopo il paese, mi aspetti li?
Va bene, e per l’amica?
Lei mi copre non sa di te, io copro lei, lei me, ciao a domani alle quindici.
Rapido chiamai a un mio amico, ciao Marco, sto bene sono tornato ieri, mi puoi prestare le chiavi, della casa al mare.
Passo sotto da te e te le do, solo fai attenzione di lasciare qualcosa che mi mette nei guai con mia moglie.
Stai tranquillo.
Avevo promesso ai ragazzi di fargli un dolce che a loro piace tanto, avevo iniziato a lavorare, quando bussarono alla porta, infastidito andai ad aprire, era la sorella di mia moglie, Sofia, Ciao, come mai?
Ieri non potevo, sono venuta adesso, a salutarti.
Ti ringrazio, gli misi una mano nel fianco, e mi chinai a baciarle le guance, feci una cosa fuori dalla norma, la strinsi delicatamente, cazzo il seno premendo contro di me senti di come erano duri.
Ti posso offrire, un caffè.
Ti ringrazio, ma volevo parlare con mamma.
Non ci sono.
Quando tornano?
Non saprei, sai bene come siete voi donne.
Come faccio adesso?
Vuoi aspettarle, vieni di la sto facendo il dolce.
No vado via, ero venuta sia per salutarti, ma volevo, chiedere a mamma un favore.
Immaginai subito, soldi, era in difficoltà, lei non era come la sorella, il marito guadagnava poco, quando lavorava, quando aveva voglia, e in più usava le mani.

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