Una Vendetta in Famiglia – parte 6

Io non ho segreti, con lei come lei con me.
Ci stendemmo sul letto, nudi, iniziammo a baciarci a toccarci, ci girammo nella posizione del sessantanove, mi leccava sino al buco del culo, io alternavo tra fica e culo, poco tempo dopo, la feci mettere a pancia sotto, gli apri le natiche iniziai a martellare, il buco del culo.
Che bello mi farai morire.
Allungai la mano presi la vasellina, lo spalmai su tutta la cappella, sali su sino a distendermi su di lei, guidai il cazzo, e spinsi piano, unto come era il culo si apri entrai, in lei mi fermai per darle il tempo, spinsi piano sino a piantarmi del tutto.
Giorgio come e grande.
Ti fa male.
Appena sei entrato adesso no, aspetta un po’, voglio che mi abituo averlo.
Nel frattempo avevo messo la mano di sotto , gli accarezzavo il clitoride.
Adesso ma piano.
Iniziai a pomparle il culo, lentamente, continuavo con il clitoride, la baciavo, con la punta della lingua, nel orecchio, ci sono molte donne che partano con questo trattamento.
Giorgio che belloooo, non ho mai provato un godimento cosi belloooo.
Dimmi quando sei pronta godiamo insieme.
Adessooo, belloooo, godooo.
Esplosi tutto il mio piacere in quel culo meraviglioso, restai dentro, appoggiandomi su di lei, era duro come il ferro.
Esci piano.
Aspetta se ti peso ci mettiamo di fianco, non voglio uscire.
No dopo se vorrai lo rifacciamo adesso devo andare in bagno.
Andò, via mi infilai i pantaloni volevo bere, nel corridoio senti che parlavano.
La sua amica chiese, come e andata.
Bene, pensavo che mi massacrava, invece e scivolato bene e poi e fantastico tutto lo fa con delicatezza, e ti pensa, vuole che tu godi, dopo pensa a lui.
Mi fai venire voglia di farmi una inculata con lui adesso.
Matta.
Entrai, scusate vorrei del’acqua.
Presi la bottiglia, ritornai in camera, pensai le donne sono peggio di noi, passammo la notte, a chiavare, una inculata, all’alba, la toccai Anna io vado, devo ritornare dalla pesca.
Non mi fai un servizietto.
Vado matta ci sentiamo, un bacio e via, stavo per aprire la porta per andare via.
Non mi saluti.
Era la sua amica.
Certo non volevo svegliarti ciao, la baciai sulla guancia di istinto gli accarezzai il culo, mi verrebbe voglia di andare nella tua camera.
Lusingata, ma vai.
Mi recai alla città vecchia, a quella ora arrivavano le barche da pesca, comprai del pesce freschissimo misto della qualità che di solito pescavo tornai a casa, mia suocera già sveglia.
Come andata.
Bene, ne ho preso un po’, lo vide.
Buono oggi mangiamo pesce.
Io vado nel salone, quando esce chiamami.
Ok vai, mi distesi sul divano con gli occhi chiusi, pensai, come devo fare con Sofia, mi addormentai mi sveglio mia suocera, sembrava lei mia moglie.
Ti ho portato il caffè appena uscita, bevvi il caffè e la tirai verso di me.
La società mi chiamo, ero solo, ero contento quando partivo, come chiusi mi chiamo Sofia, ciao amore mio.
Matto anche se mi fa piacere che mi chiami cosi, ce mamma.
No e uscita, con tua sorella.
Ok fa nulla.
Volevi qualcosa?.
Lascia stare.
Non fare la stupida dimmi.
Volevo chiedergli cinquemila lire, io non volevo dirlo perché tu sei buono, ma tu puoi pensare che ne approfitto.
Ti ho detto che, quando ai bisogno io per te ci sono sempre.
Ti ringrazio.
Che fai vieni tu o devo venire io.
Vengo dopo pranzo, sei gentile, se posso fare qualcosa dimmelo.
Io desidero una cosa.
Abbracciarmi puoi, te lo detto.
Si questo ma ti sembrerà una cosa assurda, lasciamo stare.
Ti prego dimmi, qualsiasi cosa, desideri se posso ti accontento.
Mi auguro, che non mi giudichi male, e continuerai a volermi bene come io ne voglio e te.
Dimmi qualsiasi cosa ti voglio troppo bene, per arrabbiarmi, posso darti un rifiuto, e spero che non sia tu dopo.
Stai tranquilla, vorrei, tre cose, piccole ma per me importati, lo sai che domani sera parto.
No lo dici adesso.
Ok devo andare, tu sai che vita faccio sempre solo, anche senza donna.
Lo so fai una vita di merda e mia sorella non apprezza quello che ha, dimmi.
Verrai anche domani pomeriggio.
Certo ci tengo a salutarti.
Desidero che quando vieni, vai nel bagno ti togli le mutandine e me le dai.
Giorgio che mi chiedi?
Ti sei arrabbiata.
Ma no sorpresa si, non e una richiesta usuale, e poi che te ne fai.
Sei grande mi permetti di parlare senza mezzi termini.
Certo parla pure.
Stando da solo, la sera, nel letto le prenderò le porterò alla mia bocca e mi masturberò sentendo il profumo della tua fica, spero che non te la prendi a male.
Non so cosa risponderti, capirai mai mi sarei aspettata una richiesta del genere, ai detto tra le altre?.
Una vorrei una tua foto.
Te la do ma farei attenzione, se te la trovano, cosa dirai.
Non troverà nulla, l’altra, sono un po’ due messe insieme, quando ti togli le mutandine bianche spero, strofinale tra le labbra della fica, proprio pulisciti, lo farai?.
Ancora non lo so, altro?
Si desidero che prendi un bel po’ di peli dalla fica, li avvolgi con un filo di cotone, dai dimmi che lo farai ti prego.
Prima che ti rispondo questo, perché mi dai i soldi?.
Sarei un vigliacco, se vuoi va bene se no ti voglio sempre bene.
E perché, capisci il mio imbarazzo.
Lo capisco, ma voglio dirti anche che a volte capitava, che non volendo eri seduta e si vedeva tra le cosce, io pensavo a quando sarebbe stato bello mettermi con la testa nel mezzo, ti confesso una cosa, tu sai che per sfortuna conobbi prima tua sorella dopo te.
Lo so, io ero libera.
Quando venni a casa vostra e ti conobbi, mi dispiaceva di non averti conosciuta prima.
Chi sa io avevo mio marito che mi ronzava e non vedevo altro.
Allora mi accontenti.
D’accordo lo farò.
Ancora una quando te le vai a togliere e ti siedi mettiti di fronte a me apri le cosce, io con una scusa mi chino sotto al tavolo, desidero vederti lo farai.
Ti accontento in tutto.
Sei un amore, senti posso chiamarti da fuori.
Di mattina, sono sempre da sola.
Ok se non puoi parlare, di avete sbagliato numero.
Va bene ma quello che mi ai chiesto, devo farlo domani?.
Si a dire la verità il profumo vorrei sentirlo dalla fonte.
Sei tutto matto ma simpatico, il modo di fare, sembra tutto naturale.
E per essere sincero adesso vado al bagno, e pensandoti, mi farò una sega.
Scopa tua moglie.
Preferisco, una sega che scoparmi lei.
Non voglio sapere altro.
Oggi stai in pantaloni.
Si.
Verrai con i pantaloni.
Penso di si domani verro con il vestito, se non posso accontentarti.
Domani metti anche il tuo indirizzo.
Va bene, mi lasci adesso?.
Un attimo visto che sei cosi brava, quando vieni oggi a meta scala se non ce nessuno metti la mano nel pantalone, metti due dite nel fica, voglio succhiarle.
Che mi fai fare.
Quando vieni e meglio che cerchi i soldi a tua madre, poi magari glie li ridai va bene?.
Ok a oggi pomeriggio.
A che ora vieni.
Verso le quindici, perché.
Cosi sto fuori, ciao.
Fuori la porta cera una sdraio, il nostro e una palazzina a tre piani, uno appartamento per piano, sopra di noi non cera nessuno, cosi si poteva stare anche in mutande, salvo famigliari nessuno veniva, dopo pranzo le donne rassettarono, la stronza doveva uscire, adesso si era messa con i testimoni di Geova, tutte lei li trovava, per fortuna usci prima del arrivo di Sofia, mia suocera mi disse che si riposava, non potevamo nulla i ragazzi,quel giorno erano usciti prima da scuola, andai a sedermi fuori, poco dopo senti dei passi salire le scale guardai, era Sofia, passato il secondo piano a meta scala, si fermo si guardo intorno, mise la mano nel pantalone, strofino un po’ poi si ricompose, alzando gli occhi mi vide e sorrise, Sali.
Dove sono.
Tua madre sta sul letto, e tua sorella uscita.
Giorgio che mi fai fare.
Presi la sua mano e la portai alla bocca, leccai le dite ne presi uno lo succhiai, leccai come a volere fare un pompino, me la fai toccare.
Cosa.
La fica solo un attimo ti prego.
No e già troppo, quello, entro.
Un attimo presi un biglietto da cento e glie lo passai, tieni.
Grazie.
Nulla tu per me sei importante, devi trovare il modo di poterti stringere tra le braccia.
Vediamo se mi sarà possibile.
Prima che capiva rapido la baciai sulla bocca, gli passai la lingua tra le labbra, non fece nulla solo sorridere, entro in casa.
Il lettore leggendo penserà che sono un fanatico delle mutande, non e cosi a me delle mutande non me ne frega un cazzo, penso che se tu chiedi le mutandine sporche a una donna la reazione può essere che ti manda a fanculo, ma se accetta lei sa bene che quello che vuoi non sono le mutande, ma la fica, dandole sa che dopo gli chiederai di venire a letto con te.
Prima di andare avanti voglio raccontare una breve storia.
Alcuni anni fa, avevo diciannove anni, mi trovai per lavoro a Rotterdam, in Olanda, precisamente a Schiedam, cera un viale alberato, a destra e sinistra, nel mezzo un bar Pavilon, i bar di quelle zone non sono come i nostri, si ballava al suono del jukebox, restai li per cinque mesi circa, conobbi una ragazza Sophia, verso la mezzanotte si andava via la mattina si andava a lavoro, noi due andavamo nel bosco, si chiavava, dopo un po’ lei inizio a farmi un mezzo pompino, non gli leccai mai la fica, una sera intera a ballare come matti, sai che profumo usciva.
Nel abbiente che frequentavo cera un detto, non so se sia vero che al gli uomini greci piace molto il culo, nel bar che frequentavo cerano molti operai greci, e Sophia un giorno inizio a rompere, a me mi piacciono e greci, per tutta la serata a rompere e io zitto, all’ora che andavamo via, ci inoltrammo nel bosco, e siccome, era caduta un po’ di pioggia e l’erba bagnata la misi alla pecorina si reggeva appoggiata a un albero gli sollevai il vestito, abbassai le mutande, e di un solo colpo la inculai, diede un grido ma ero entrato la trattene, stai ferma adesso te lo do io il greco lo so fare anche io, fui un po’ carogna, ma venni, gli sborrai nel culo, dopo averci messi a posto.
Giorgio perché lai fatto, mi ai fatto molto male.
Cosi la finisci tutta la serata tu mi piacciono i greci, ecco ho fatto il greco.
Cosa centra, con quello che mi ai fatto.
Non lo sai a loro piace molto fare il culo alle donne anche a gli uomini.
No amore scusami io non intendevo questo volevo scherzare, mi piacciono gli Italiani.
Alla mia partenza mi disse che era incinta, che io sappia, quei mesi era stata solo con me, lei lavorava nei cantieri navali, alla mia età non seppi cosa rispondere, oggi non lo so se lei ebbe un figlio, figlia, mi sarebbe piaciuto saperlo, io conoscevo solo il nome, adesso dopo tanti anni non ha più senso.
Entrai in casa, erano sedute, parlavano, i ragazzi dissero che uscivano, anche Sofia andò via, tornai di la, cara non perdiamo tempo, lo sai domani vado via.
Lo so e da quello che vedo sono più dispiaciuta io, che lei, come mi vuoi.
Chiavarti vieni andammo sul letto, una chiavata rapida.
L’indomani la inculai, la stronza usci la scusa comprare quello che mi serviva.
Nel pomeriggio venne Sofia, stava con la gonna, come poté mi passo una busta, la nascosi, era la foto di sicuro, stavamo in cucina era grande cosi tutto avveniva li, si alzo andò nel bagno, pochi minuti fece ritorno, prese posto mi guardo mi sorrise, poggio gli avambracci sul tavolo, parlavano dei soliti vestiti, feci cadere il cucchiaino mi chinai per raccoglierlo, guardai verso di lei era a cosce aperte la fica si vedeva benissimo mi lancio le mutandine, le raccolsi, mi rimise a posto, in un attimo che non badavano a me gli mimai sei bellissima.
Contento?.
Feci il cenno con la testa si.
Io vado ti saluto Giorgio fai buon viaggio.
La accompagnai alla porta, mi bacio, sulle guance, ti voglio bene sussurrai.
Anche io te ne voglio.
Mi piacerebbe stringerti.
Non possiamo adesso ti chiamo.
Non capi di la a poco squillo il telefono, era lei chiese a mia moglie se potevo andare, il rubinetto si era bloccato.
Che fai ci vai un momento?.
Ok prendo gli attrezzi e vado.
Come entrai, dove perde.
Ti ho fatto venire, solo che voglio che ci abbracciamo forte.
La presi per i fianchi e la strinsi forte, la baciavo sul collo, iniziai ad accarezzarla lungo la schiena sino al culo.
Giorgio adesso ce una piccola perdita vedi se la togli.
Dimmi stai ancora senza mutande.
Si.
Fammi dare un bacio sopra ti prego.
Come devo fare tu chiedi sempre di più.
Accontentami dai.
Dallo.
Mi inginocchiai, gli sollevai il vestito, misi tutte e due le mani sul culo, e poggiai, la bocca sulla fica, lei mi accarezzava i capelli, passai la lingua tra le labbra, leccai, mi tiro su.
Basta Giorgio, ti prego.
Mi alzai gli feci una carezza, andammo nel bagno, riparai il rubinetto, va be vado, l’abbracciai, vado ti chiamerò, da fuori, d’accordo. guai a te se non lo fai.
Se non vuoi dillo, desidero baciarti vuoi?.
Dopo che mi hai baciata li, puoi anche baciare.
Che bacio bellissimo che fu, non disse nulla quando gli sollevai il vestito misi la mano tra le cosce, dopo un po’ ci staccammo aveva stretto le cosce,mi sorrise vai adesso.
Non ti lascherei mai.
Io non vorrei lasciarti, andare.
E tre pensai, con lei mi dispiaceva usarla per la mia vendetta, veramente le volevo bene.
Vennero a salutarmi un po’ tutti chi chiamo.
Parti ormai era diventata una abitudine, fare le chiamate di mattina quando potevo, mia suocera Anna, adesso Sofia, erano sempre chiamate porno, con Sofia, una mattina chiamai, sola.
Si come stai bene.
Si grazie della sorpresa.
Quale.
La foto in bichini i peli.
A quello, la foto era l’unica decente che avevo, e poi visto la richiesta, dei peli mutandina, ho pensato cosi mi vede intera.
Ai fatto benissimo.
E la guardi.
Come ti ho detto una volta parlo senza nascondere, mi sono fatto tante di quelle seghe, i peli me li metto come fossero dei mustacchi, le mutandine sulla bocca, guardo la foto, e godo pensando a te.
Non ti farà male.
Ma no, e tu mi pensi.
Si mi viene sempre in mente quando ci siamo baciati, chiudo gli occhi e penso la tua mano tra le cosce, mi sento bene, per un po’, poi penso chi sei, e ci sto male.
Non pensarci amore, ti amo, capisci.
Ho capito non so ne cosa rispondere, e ne cosa fare.
Dirmi quello che provi per me.
Penso di amarti anche io.
Mi fai felice, senti fai attenzione ti ho spedito una lettera, ci sono dei soldi comprati un regalo, poi distruggerla d’accordo.
Va bene ti ringrazio, anche se il regalo più bello e la tua chiamata, e vorrei averti qui, Giorgio dove ci porterà tutto questo.
A vivere, l’amore come possiamo ti do un bacio forte, e non solo sulla bocca.
Ricambio anche io.
Ricambi i baci io intendo anche la tua micia.
Ho capito, tu cosa vuoi che ti rispondo, che ti bacio il pisello, non lo dirò sulla bocca lo ricambio ciao amore.
Si deve pensare che non sono uno sprovveduto, quando mi resi conto di che pasta era fatta la stronza, presi provvedimenti, siccome vado tutti i mesi in Belgio, apri un conto e tutti i mesi mandavo un po’ di soldi, si dice dalle mie parti o schizz, fiss fa o pantan, cosi negli anni avevo accumulato un bel gruzzolo.
Alla fine del contratto, come mio solito tornai, anche questa volta, volevo arrivare di mattina poi successe un fatto straordinario, non avevo detto nulla a casa che tornavo, l’istinto mi spinse a chiamare Sofia, ciao amore.
Ciao dove sei.
Amisterdarm, prima di mezzogiorno sto a casa scusami se ti ho svegliata.
Non dormivo, lo sanno che arrivi? Ieri ho parlato con mamma e non a detto niente.
Nessuno lo sa perché.
Forse mi chiamerai una sfacciata, ma mio marito e fuori in trasferta, sta in Libia , se vuoi e puoi, arrivi di sera e vieni da me, ho un desiderio, di sentirmi abbracciata, e coccolata da te.
Posso farlo, e mi fa piacere, solo lo sai che questa volta non mi accontenterò di abbracciarti.
Lo so cosa credi, saremo nudi, ecco cosi sai bene cosa voglio.
Verso le diciannove va bene.
Quando vuoi tu, lo sai sono isolata, nessuno viene ti aspetto.
Al mio arrivo, mi feci portare a una pensione, presi una camera, andai a dormire, avvisai che sarei mancato alcuni giorni, pagai in anticipo, presi il bus e arrivai a casa di Sofia, mi apri, come era bella, truccata ben vestita, era quello che mi aspettavo, dalla stronza, mi chiusi la porta alle spalle, rapido ci abbracciamo cercando il contatto dei nostri corpi, un bacio con passione, mi respinse dolcemente.
Vieni amore, abbiamo tutta la notte per noi.
Mi porto in cucina.
Ti ho preparato una cena, a base di pesce, ai fame vero.
Si ho fame di te amore.
Ho fame anche io di te ma mangiamo adesso.
Ti dispiace se faccio la doccia, nella camera che ho preso non cera l’acqua calda, ho portato della biancheria pulita.
Certo vieni, qui ce tutto quello che ti serve.
Mi lascio solo, mentre ero sotto il getto del’acqua, mi resi conto, di essere felice, era quello che volevo vivere, e non avevo avuto, dopo avermi asciugato indossato la biancheria, misi l’accappatoio del marito, la raggiunsi, Sofia ti dispiace, che lo messa.
Ma no ai fatto bene, ho messo giù la pasta, siedi.
Era una scena già vista, una scena da film, mangiammo ridendo e raccontarci, finito di cenare, aiutai a rassettare, ci guardammo, sorridendo.
Vieni, mi porto in camera da letto.
Giorgio amore sono tua per questa notte, fai di me quello che vuoi, dirò di si a tutto quello che vorrai, solo una cosa ti chiedo amami, e con delicatezza, non scoparmi, desidero che fai l’amore, non so se mi sono spiegata.
La presi tra le braccia, ho capito, e non e una bugia ti amo, e faremo l’amore.
Scambiandoci dei baci, iniziai a spogliarla, quando resto nuda si distese sul letto, che spettacolo, era come ho detto nascondeva il suo corpo coprendosi con vestiti in adeguati, il colore della sua pelle era di un colore, come le donne caraibiche, colore delle pesche mature,iniziai a baciarla da per tutto sino a mettermi con la testa tra le cosce.
Il lettore mi scuserà non me la sento di raccontare, il rapporto,(tutto era iniziato per vendetta, con le altre, si, con Sofia, mi sono reso conto di amarla), posso solo dire che si fece l’amore varie volte, mi diede tutta se stessa, siete curiosi, volete sapere se mi diede il culo, mi dispiace non lo dico tirate voi la conclusione, fu una notte intensa, non dormimmo per niente, al’alba mi rivesti amore vado, anche se non vorrei.
E io non vorrei lasciarti andare.
Amore ti faccio una proposta, pensaci, andiamo via insieme rifacciamoci una vita.
Dove andiamo a nasconderci, devo dire addio a tutta la famiglia, se non eri chi sei, non avrei esitata dimmi come mi guarderei allo specchio sapendo che avrei tolto il marito a mia sorella al padre a miei nipoti, che li adoro, non possiamo.
Lo disse piangendo, ci incontreremo ancora.
Mio marito deve stare due mesi fuori, la mia casa e isolata puoi venire quando vuoi.
Ci baciammo, piangendo entrambi, forse inconsapevoli che quello era un addio come amanti.
Andai alla pensione verso le nove presi il taxi andai a casa, come era suo solito non cera, per amor, del vero per la prima volta ne fui contento, mia suocera poveretta era la martire, era lei che badava ai ragazzi e tutte le faccende domestiche, ci baciammo, gli dissi che ero stanco andavo a dormire, ci rimase male, forse pensava di scopare, ma dovevo recuperare, la notte passata con Sofia mi aveva messo a terra, e poi ditemi come si fa a scopare una donna di cinquantanove anni, dopo avere trascorso, una notte con una bella, e giovane trentenne.
Scusami ma sono stanco e non mi sento tanto bene mi butto sul divano.
Le altre donne, di famiglia, due vivevano troppo lontano, e non potevo, neanche provarci, un’altra era cosi stupida, che solo al pensiero di un approccio, era un pericolo, meglio lasciar perdere.
Cera la figlia della stupida, Patrizia, avete presente Pamela Prati, nel pieno del suo splendore, era la gemella, solo era più bassa, un pomeriggio, venne da noi la nonna, stronzetta nel senso buono della parola sapeva del mio debole per lei, cercava di sfruttarmi, come era nella norma quando doveva andare via, zio mi porti a casa, andiamo, sapevo bene che voleva essere comprato qualcosa.
Andiamo dai.
Questa ti frega anche questa volta.
Era la stronza a parlare.
A me mi frega, se io lo permetto, e se voglio.
Come salimmo in auto, dai dimmi cosa vuoi.
Ho visto degli stivali ma i miei non possono.
La guardai, mi sorrideva indossava minigonna vertiginosa.
Patrizia ma ti vedi come ti vesti come stai si vede la mutandina.
E la moda.
La moda e mettermi le mutandine in vista.
Che problema ce, non ai mai visto delle mutande.
Andiamo va.
Stavamo nel traffico cittadino, lei si era girata verso di me con le cosce aperte.
Che fai mi provochi.
Ti faccio affetto vedi zio io non sono più una bambina.
E vero sei una ragazza stupenda, ma sei mia nipote.
Nipote, zio dimmi, se tu divorzi da mia zia, io cosa sono per te, niente, vero.
La sua domanda non faceva una piega.
E vero per meta, io ti ho conosciuto bambina, avevi quattro anni, per tanto tu anche se ti salterei addosso, e non lo faro, per me resti la mia bambina, e finisce qui.
Mi incontrai ancora con tutte e tre, chiavando, inculando.
Un giorno mia suocera mi fece restare di stucco.
Giorgio dimmi la verità a te piace molto mia figlia Sofia, vero.
Ma che dici?.
Ti ho visto come la guardi, tua moglie e cieca non io, non ai mai guardato tua moglie, ne me come guardi lei, e lei ricambia, i tuoi sguardi e sono pieni d’amore, dammi della visionaria.
Non so cosa rispondere.
Te la vuoi chiavare.
Ma che dici.
Non essere ipocrita, lo vuoi?.
Torno a ripetere che non capisco, perché non pensiamo a noi.
Io ho parlato con lei, ho detto la stessa cosa a lei.
La risposta.
Secondo te, mi a confessato di amarti, e consapevole che impossibile, tua moglie e la sorella.
Appunto ti prego finiamola qui.
Non mi ai risposto, vuoi fare l’amore con lei, se vuoi vi aiuto, sono consapevole di comportarmi male, io amo te e mia figlia, Sofia, vorrei vederla felice, almeno un giorno, che ne dici.
Che dai i numeri.
Ok pensaci, vuoi fare qualcosa abbiamo tempo.
Si farti il culo, e questa volta, non sarò gentile mi paghi per quello che ai detto.
Che bugiardo, guardati solo a parlare di lei, ce lai duro andiamo.
Tutto precipito quando chiesi il libretto di risparmio alla stronza, trovava mille scuse, mi arrabbiai, aveva pulito il conto non mi arrabbiai, non dissi nulla, scesi giù andai in agenzia immobiliare, misi in vendita un terreno, lei non sapeva nulla, l’avevo comprato a nome di mio fratello, chiamai lui, gli spiegai il tutto, chiamai la società e dissi di chiamarmi al più presto anche oggi stesso, ero uno molto portato in società mi dissero che di li a un ora mi chiamavano, e cosi fu, andai da Sofia,.
Amore come mai.
Parto domani, e voglio salutarti amore, io non torno più non ci vedremo più, vieni via con me.
Non posso, abbracciami, perché amore.
Lo sai non resisto più.
Andammo sul letto e fu amore.
Andai via misi un avvocato, per il divorzio, che nazione e la nostra un divorzio ci vollero anni e una montagna di soldi.
Mi dedicai anima e corpo, al lavoro, molte volte chiamavo Sofia, lei piangeva, mi disse che era incinta.
Amore dimmi la verità e mio.
Non lo so, e vero, come sei partito e tornato mio marito, per tanto non lo so, chi mi a fatto il regalo.
Non sei contenta?.
Certo che lo sono, era tempo che ci provavo,e per me e un regalo.
Vuoi che ti chiami.
Guai a te se non mi chiami.
Ok mi dici di che colore ai le mutandine.
Bianche e non te lo dico, perché a te piacciono cosi.
Va ne ti bacio e ti stringo, ti amo amore, appena posso ti chiamo, e magari faremo l’amore, per telefono.
Va bene, so che dovrai venire per andare in tribunale verrai da me?.
Puoi esserne certa, ciao.
Sul lavoro conobbi una straniera, oggi e mia moglie.
Sofia ebbe una bambina guarda il caso la chiamata Giorgia, ho pensato che sia mia, dopo anni lo cercata su un social, a una somiglianza con mia madre spaventosa, durante questi anni ho chiamato sempre, e quasi tutti i mesi gli davo qualcosa.
La stronza fa una vita, di merda, abbandonata da tutti, i famigliari la madre non c’è più, e povera, questa e stata le mia vita.
Prima di chiudere, voglio dirvi, che e vero che la mia vita e iniziata male, ma poi mi sono ripreso, sono un uomo felice, forse quello che scriverò, molti lettori saranno invidiosi, e de questo.
Quando mi resi conto di che pasta era fatta la stronza, mi diedi da fare, prima delle donne di famiglia, praticamente mi sono scopato, donne che molti lettori non lo faranno mai.
Mi sono scopato italiane, spagliole, portoghese, francese con olandese, tedesca, greca, arabe, indiane, cinese, giapponese, filippina, somola, varie donne di tutto il continente africano, da nord a sud, inglese, danese e norvegese, di tutto il continente americano, Polacche, rumene bulgare, e non ricordo altro.
Buona lettura.

Publicato in Cognato e Cognata, Genero e Suocera. Parole Chiavi , , , , , .