Mai in vita mia avrei immaginato di poter soffrire tanto per gelosia.
E ancor meno avrei potuto sospettare, fino a qualche anno fa, quale sarebbe stato l’oggetto di questo lacerante sentimento. Parlarne con qualcuno non potrei, scrivere è l’unica soluzione, anche se nascondermi dietro a uno pseudonimo mi costa comunque molto.
La mia esperienza è di quelle vergognosissime da ammettere e che pesano tanto sulla coscienza. Non cosi tanto, comunque, da indurmi al pentimento.
Ma ecco la mia storia: Vivevo una vita serena, la mia famiglia era unita e felice. Io frequentavo l’università, i miei lavoravano nel loro grande negozio di articoli sportivi e giocattoli.
Guadagnavano bene. Non potevo lamentarmi, farlo sarebbe lamentarsi del superfluo… tutto andava bene sino a che un giorno mio padre decise di assumere un’altra commessa. Trovò la scusa banale che dava un tocco di classe al negozio. Sin dai primi giorni si mise a farle una corte sfacciata e lei stava al gioco. Vedevo mia madre soffrire ed ero impotente di fronte alla sfacciataggine di mio padre. Un pomeriggio eravamo soli in casa, io e mia madre. Lui era uscito prima con una scusa. Mentre mi recavo al bagno, sentii mia madre piangere nella sua camera. La porta era socchiusa, entrai in silenzio. Lei era distesa sul letto e piangeva. Mi distesi al suo fianco, e accarezzandole la testa le feci una domanda molto sciocca:
– Mamma, piangi per papà?
– Piero, hai visto come si comporta con la nuova commessa? Perché mi fa questo? Sono cosi brutta da buttare via?
– Mamma, tu sei bellissima!
Le accarezzai il viso.
– Non piangere, vedrai che capirà il male che ti fa e la smetterà.
– Piero, ho paura, quello stronzo si e invaghito di quella piccola puttanella.
– Ma no, mamma… ti prego, smettila di piangere, diventi brutta…
Iniziai a baciarla sul viso asciugando le sue lacrime.
– Piero, guardami e dimmi la verità: come sono?
– Mamma, te l’ho già detto, sei bella.
– No, voglio che ti metti in ginocchio sul letto e mi guardi e devi dire la verità.
– Come vuoi, anche se non ne vedo il motivo.
Feci come mi aveva chiesto. Lei si mise dritta, indossava una sottanina corta e trasparente.
– Mamma, è come ti ho detto, sei stupenda.
– È la verità? Non vedi pelle raggrinzita?
– Ma no! Che vai pensando?!
Guardando quelle cosce mi venne il desiderio di toccarle. Misi una mano sulla coscia. Aveva ed ha una pelle liscia come la seta. Tornai a distendermi al suo fianco, senza togliere la mano.
– Mamma, hai la pelle di una ventenne.
– Lo dici per adularmi. Sai, di solito le rughe si formano all’interno delle gambe…
Lasciai scivolare la mano all’interno. Mi stava succedendo una cosa strana ed ero eccitato. Di strano era che toccavo mia madre e non era lecito.
– Senti qualcosa sotto la mano?
Era una sensazione stupenda e mai provata prima. Baciandola sulla guancia sentii solo una pelle che sembrava seta.
– Smettila di piangere, vedrai che ti stai sbagliando.
– Sei tu che ti sbagli, vedrai che andrà via con quella lì e io resterò sola.
– Non sarai sola, hai me e io non ti lascerò mai!
– Davvero?
– Non andrei via né morirei, te lo prometto se tu mi fai una promessa.
– Cosa vuoi?
– Desidero che la smetti di piangere che ti fai più bella di quella che già sei.
– Perché devo farlo? Per quello stronzo di tuo padre che non mi guarda più?
– Per me devi farlo, se non per lui.
Nel frattempo ero salito con la mano sin a toccare la mutandina. Sentivo un po’ di peli, è possibile che non si rendeva conto di dove fosse la mia mano?
– Desidero che lo fai morire di invidia, dovrà capire cosa perderà se decide di lasciarti.
– Credi che servirà a quall’cosa? Sono davvero passabile? Ho lai detto per consolarmi?
– Mamma per davvero lo sei, e per usare una frase poco ortodossa, ti dico che non solo sei bella, ma sei una gran fica.
– Ti ringrazio amore! Tu mi starai sempre vicino qualsiasi cosa accadra?
– Sarò sempre al tuo fianco, ti consolerò ed asciugherò le tue lacrime se sarà necessario. Tu prometti di fare quello che ti ho detto? E mi permetterai di accarezzarti e baciarti sempre?
– Faro quello che ai dett! Potrai baciare e accarezzarmi tutte le volte che vorrai!
Iniziai a baciarla per tutto il viso scesi sul collo, sotto la gola e fino tra i seni.
– Piero basta, devo alzarmi e quasi l’ora di tornare al negozio.
– Di già, io starei delle ore cosi con te.
– Veramente mi trovi cosi bella? A pensare che tuo padre è giorni che non mi tocca, non lo ricordo più da quanto tempo ormai non mi tocca e non mi guarda più, mi fa sentire vecchia e brutta.
– Tu non sei ne vecchia e tanto meno brutta, io starei delle ore ad accarezzarti se tu me lo permetti.
– Potrai farlo tutte le volte che vorrai, certamente quando saremo soli. Adesso devo alzarmi per davvero, ci vuole un po di tempo per farmi bella come ai.
Detto con mio immenso dispiacere si alzo. Aandò nel bagno ed io andai di corsa in camera mia, mi sbottonai i pantaloni di fretta e furia, ero cosi eccitato che avevo il cazzo che sembrava di marmo. Chiusi gli occhi e rividi lei distesa, furono sufficienti pochi movimenti che venni, mi morsicai un labbro per non gridare. Fu cosi bello, strinsi un asciugamano tra i denti nel’avere l’orgasmo. Era cosi intenso che ebbi l’impressione che non la voleva smettere di sputare sperma. Dopo ebbi vergogna di me stesso. Come avevo potuto fare cuna cosa simile? Cercai di pulire alla meglio.
Senti che ritornava in camera sua. Andai nel bagno feci la doccia.
Di solito il pomeriggio do un aiuto al negozio. Dopo avermi rivestito attesi mamma in cucina, nel frattempo preparai il caffè e misi un fischio di meraviglia, mamma era una gran donna lo sapevo, ma come si era messa, aveva valorizzato ancora di più sia la sua bellezza e la sua femminilità.
– Che fai mi prendi in giro?
– Ma no, e la verità! Mamma scusa, non cio pensato prima, come mai papa non ha pranzato?
– Aspettava l ‘arrivo dei nuovi ordinativi.
Non dissi nulla ebbi un brutto presentimento. Tutti, gli ordinativi l’inviavo io, papa era negato sia con il computer che con il fax.
– Piero perché hai quel espressione?
– Nulla, andiamo!
Al nostro arrivo il negozio era chiuso, apri con le chiavi di mamma. Lei, mi guardava, forse aveva capito e non voleva accentarlo. Mi augurai che mi sbagliavo. Ma, non fu cosi, come entrammo si noto il biglietto appoggiato sulla cassa. Mamma lo apri tremando ed inizio a piangere. Due, frase senza chiedere scusa.
“Sono, innamorato di Sandra, non possiamo vivere più di nascosto.”
– Piero, hai visto? Era come pensavo! E andato via dopo tanti anni.
– Mamma, smettila! Vai nel retro, staranno per arrivare gli altri commessi, e mi dispiace dirtelo, ma in questo momento la banca e chiusa?
– L’ora e già passata, ma credo che lavorano all’interno.
– Prova, mi auguro di sbagliare, ma di sicuro e scomparso e ha ritirato tutti i soldi.
Era come avevo pensato. Mamma inizio a piangere senza freno.
– Mamma ti prego, vai nel retro tra poco ti raggiungo di li.
A pochi minuti arrivo il signor Aldo e l’altra ragazza dissi tutto.
– Signor Aldo la prego per oggi se la veda lei, poi da domani prenderò tutto io, non la nascondo che ci dovremo dare da fare e in piu mio padre andando via a prosciugato il conto, adesso siamo a corto di danaro.
– Non si preoccupa signorino ce la faremo. E sua mamma e di la?
– Vado da lei, penso che per oggi andremo via dovrà chiudere lei.
– Vada vada stia, tranquillo.
Andai nel retro, mamma si era distesa sulla brandina che avevamo messo per distendersi un po quando cera un po di calma.
– Mamma alzati andiamo via. Per, oggi restera solo Aldo.
– Hai visto! Avevo raggione io sono una vecchia, ormai non serve a nulla farsi bella l’eta ti condanna sempre e carogna non perdona.
– Mamma stai dicendo solo un sacco di fesserie.
Nel fratempo si era messa seduta io mi misi al suo fianco, gli misi un braccio sulla spalla la strinsi delicatamente.
– Mamma sei bella giovane e lui che e uno stronzo, ma, sene pentira di quello che ha fatto. Non piangere, non ne vale la pena di sciupare questo tuo bel viso per lui.
– Ho paura di restare sola.
– Non sarai mai sola ci sono io e non ti lascero mai, saro al tuo fianco sempre. Da domani lascero la scuola!
– Piero no, ci tenevi tanto.
– Mamma ci dobbiamo ribbocare le maniche altro che scuola qui rischia di affondare tutto. Adesso alzati, per oggi facciamo vacanza andiamo, torniamo a casa.
– Piero cosa faro?
– Una vita normale.
– Non so se ce la faro.
– Ce la farai perche`io staro al tuo fianco. Asciughero le tue lacrime con i miei baci, ti cullero e ti accarezzero sempre.
– Mi alzai, presi la sua mano e la tirai leggermente, lei continuava a piangere anche se molto meno di prima. Me la strinsi forte a me. Restai scostato con il ventre perche malgrado, la situazione solo toccandola, mi ero eccitato e non volevo che lei si rendeva conto del mio stato, la baciai sul collo e gli sussurrai
– Ti voglio bene non piangere piu ti prego.
– Piero dimmi, e piu bella quella puttanella. E vero che l’eta conta molto, voglio la verita cosi forse capire.
– Non ai nulla da capire, tu non ai nulla meno di quella.
– Dimmi allóra perche`e andato via?
– Perché non capisce nulla. Io se potrei passerei delle ore ad accarezzarti a tenerti tra le braccia.
– Ti ringrazio, anche se so che lo dici per tirarmi su.
– Non e vero, e la verita. Se ti ricordi a casa non sapevamo nulla è pure ti ho chiesto se potevo accarezzarti. E vero?
– Si ma non credevo che lo pensavi per davvero.
– Vuoi dire che non posso farlo?
Nel fratempo non lo so se fu io o lei ma avvenne che adderimmo anche con i ventri.
– Tu lo dici solo per consolarmi.
– Ti sbagli. Lo desidero per davvero, ma non voglio se tu non vuoi.
– Accarezzami se lo desideri per davvero, anche se non capisco da dove ti viene a voler accarezzarmi sia che sono una vecchia, e poi sono tua madre.
– Come devo dirtelo che sei una donna stupenda? E poi scusa cosi mi sotto valuti che pensi che se tu eri brutta al limite potevo farti una carezza al viso
Parlando e stringendola a me avevo ottenuto due cose, una che si era calmata e l’altra non poteva essere che non sentiva l’uccello premere contro di lei.
– Ti credo, ho bisogno di crederti. Ma resta sempre che sono tua madre.
– Io penso che ho una stupenda donna tra le mie braccia e le chiedo di poterla accarezzare.
Scesi lentamente con la mano dai reni giù sino a metterle la mano sul culo, non disse nulla, ripresi a baciarla per tutto il viso. Mi soffermavo sempre di piu sulla bocca. Misi tutte e due le mani sul culo, e la pressai forte sul cazzo.
– Piero dai smettila può venire il signor Aldo.
– Come vuoi, adesso andiamo a casa ho gia dato disposizione al signor Aldo. Mettiti a posto non voglio che ti vedano cosi.
Facemmo ritorno a casa e come entrammo.
– Mamma fai il caffè, io devo vedere in che guai ci ha lasciato . Ci sono delle rate da pagare.
– Dammi il tempo di cambiarmi e te lo porto.
Andai in camera mia. Accesi il computer e mi cambiai, di solito in casa indosso dei pantaloncini da spiaggia. Ad essere sincero gli scopi erano due, il primo era di stare piu comodo e l’altro se avevo l’occasione di stringerla tra le braccia, avrebbe sentito il cazzo senza incertezzem prima indossavo i jeans e quelli aderenti come sono poteva non avermi sentito. Se accettava il contatto senza avere dubbi avrei potuto fare di piu, lo so che tutto non e lecito, ma solo al pensiero del suo corpo mi ero eccitato.
– Piero, il caffe.
Sì era cambiata e come al solito aveva indossato un vestito di cotone corto e trasparente, l’aveva gia fatto altre volte ma non ci badavo. Presi la tazzina e la guardai, aveva gli occhi gonfi di pianto.
– Amore hai pianto di nuovo?
– Adesso mi passa. Come stanno i conti?
– Ci sono delle scadenze a breve termine ma, per la nostra fortuna sono dei vecchi fornitori, domani li contttatero per rinnovarle.
Si accosto a me, si chino per guardare il monitor.
– Piero a dirti la verita non ci capisco nulla con tutti quei numeri.
– Mamma e facile, siediti sulla mia gamba cosi potrai guardare meglio.
Mise una mano dietro la mia spalla, io misi la mia nel fianco. Iniziai a spiegarle i conti ma onor della verita non mi interessava nulla dei conti in quel momento. Spostai la mano sul ventre e iniziai a muoverla leggermente.
– Piero a dire la verita non ho capito molto, ma quello che ho capito, e che siamo nei guai vero?
– Mamma ce la faremo vedrai, sara un po’ difficile all’inizio, ma alla fine ce la caveremo se saremo uniti.
Nel fratempo lei si era girata sia con il viso che con il corpo per guardarmi.
– Piero siamo noi due soli.
– Dobbiamo essere uniti. Sei tu che passata la bufera inizierai a tornare tardi alla sera, ti vedi sempre con quella smorfiosetta?
– Fino a ieri si, ma da domani non la vedro piu.
– Perche? Avete litigato?
– No, e che da oggi devo pensare alla donna piu bella del mondo.
– E chi sarebbe?
– Lo sai bene. Te lo devo dire che sei una donna stupenda?
La baciai sulla bocca, trovavo sempre le labbra chiuse, misi una mano sulla coscia iniziai ad accarezzarla delicatamente salendo sempre più, aveva le cosce chiuse come forzai un po lei le apri feci scivolare la mano a l ‘interno. Mi sembro di toccare il paradiso.
– Piero tesoro non puoi toccarmi cosi.
Lo disse ma non fece nulla per impederilo.
– Mamma e una senzazione stupenda poterti toccare che facciamo di male.
– Amore e peccaminoso, siamo madre e figlio.
– Mamma lo so bene ma accarezzarti e stupendo, e nelle carezze non ce peccato, sara come dici siamo contenti e per tanto non voglio pensarci.
Intanto pressavo le dite sulla fica. Potevo tentare di metterle nelle mutandine. Pensai che sarebbe stato meglio avere pasienza. Portarla con grado a quello che desideravo.
– Mamma, vuoi togliermi una curiosita?
– Dimmi se posso.
– Di che colore hai le mutandine?
– Piero che domande mi fai?
– Mamma dai, che male ce? Accontentami! Dai…
– Ce gli ho bianche.
– Mio dio, il mio colore preferito.
– Davvero non lo sapevo.
– Da oggi ti prego indossa sempre biancheria bianca.
– Lo faro. Adesso sarà meglio che vado in cucina a preparare la cena.
– Ancora un attimo. Desidero guardare.
– Cosa vuoi guardare?
– Le mutandine.
– Piero non voglio, perche oggi ti ho visto.
– Ti prego dai accontentami.
– Tu non hai visto nulla. E poi dimmi tu se il giorno che mio marito mi ha lasciata, io mi metto a fare la stupida con un altro uomo e per giunta con mio figlio. Ti sembra logico tutto cio?
– A te forse non sembra logico, a me si perche nessuno potra mai adorarti come me. Anche se tu sei mia madre.
Nel fratempo pressavo sempre di piu le dite sulla fica, tanto e vero che si era messa tra le grande labbra.
– Come la vedi tu e tutto semplice. Io ti ringrazio, capisco che vuoi farmi sentire desiderata, ma tu non puoi cercare in me una donna a parte il fatto di madre e figlio. Sono consapevole degli anni che ho se ero bella e desiderata, tuo padre non andava via.
– Gia te lo detto una volta e te lo ripeto, sei una gran fica come te lo devo dire? Se tu eri vecchia e brutta, pensi che cercassi di toccarti di volerti vedere?
– Davvero lo pensi?
– Anche se non mi piace quella parola. Perchè è la verita puo non piacere. Pero in una parola dice tutto.
– Piero non capisco, da dove ti viene all’inprovviso, sino a ieri non hai cercato mai di toccarmi. Oggi, perche` lo fai?
– Vuoi la verita? Oggi quando mi hai chiesto di guardarti. Di toccarti ho provato una sensazioni bellissima.
Intanto avevo messo un dito sotto la mutandina, volevo che si eccitava.
– Dai accontentami ti prego.
– Ma io ho vergogna, oggi se mi hai visto ed e stato senza volerlo, in quel momento non pensavo a cio che potevi vedere, e poi smettila con quel dito.
Mi guardo e per la prima volta quel pomeriggio sorrise, e non fece nulla per togliersi da quel situazione.
– All’ora vuoi accontentarmi?
Sorridendo mi disse.
– Guarda, se ci tieni tanto.
Prese lórlo del vestito e lo sollevo, appena vidi piu la mia mano.
– Che altro amore?
– Non cosi, non ho visto nulla.
– E come?
– Viene.
Mi alzai e feci sedere lei, mi inginochiai.
– Piero che fai? Non voglio.
Non dissi nulla. Iniziai a sollevarle il vestito lentament, lei aveva messo le mani sulla mia testa e mi scompigliava i capelli. È finalmente rividi quel tringolino che dal pomerriggio mi stava. Iniziai a baciare sulle cosce. Lei aveva chiuso le cosce. Forzai, delicatamente.
– Piero ti prego basta.
– Solo un attimo, dai amore.
Le apri, appena quel tanto che riuscivo a vedere l’interno.
– Sei bellissima mamma! Che dico? Stupenda!
– Piero basta, su.
Si stava per alzare lo feci anchio senza togliere le mani dalle cosce.
– Piero lascaiami, devo andare e preparare la cena tra tante cose non ceniamo neanche.
– Mamma pensi che in questo momento che ho una donna stupenda tra le braccia vuoi che penso alla cena?
Mise le mani dietro al mio collo. Mi guardava sorridendo.
– Adulatore. Non ti sembra che con la scusa di adularmi ne stai approfittando un po troppo? Ti rendi conto che stiamo in una posizione di amanti e non di madre e figlio?
Nel frattempo l’avevo fatta adderire a me, adesso non cerano piu dubbi se mai cerano stati. Adesso doveva sentire il cazzo duro come non lávevo mai avuto prima. Perche` non si tirava indietro?
– Mamma tutto quello che dici e vero. Ma tu dimmi sinceramente che ti dispiace.
– La verita e che non mi dispiace anche se penso che non dovrei stare cosi con te.
– Mamma non facciamo nulla di male se a noi ci rende felici a chi dobbiamo dar conto?
– Forse e vero, ma non voglio pensare a nulla adesso ho solo te al mondo.
– Ed io ho solo te amore mio. Stringimi, forte e non pensare a nulla se no che ci amiamo.
Si strinse forte, spostai le mani sul culo era la prima volta che glielo toccavo, la pressai forte sul cazzo ed iniziai a muovermi leggermente in senso rotatorio. Lei mi corrispose strigendosi piu forte.
– Piero dimmi la verita, prima hai detto che sono bella lo pensi per davvero? Tu esci con quelle ragazzine stupende.
– Mamma l’hai detto bene, ragazzine. Tu sei donna. Una splendida donna, a proposito perche` non andiamo fuori questa sera?
– Dove vuoi andare? Non possiamo spendere soldi. Dovrei stare malinconica per tuo padre e tu vuoi portarmi fuori?
– Mamma non siamo cosi rovinati da non poterci permettere di andare al cinema e mangiare un gelato. Riguardo a lui, non merita le tue lacrime. Aveva una donna come te e ti ha lasciata, e tu vuoi piangere… Io non ti avrei mai lasciata e mai ti lascero. Sei cosi bella! Starei delle ore cosi con te. Sai che da questo pomeriggio ho un grande desiderio.
– Dimmi che desiderio hai? Se posso ti accontento.
– Di metterci sul letto come nel pomeriggio e sfilarti le mutandine lentamente.
– Tu sei pazzo amore mio.
– Perche? Devi essere bellissima.
– Ti ringrazzio, ma tu dimentichi chi siamo.
– E dai con chi siamo. Cosa pensi che non ci penso?
– Se ci pensi veramente, togliesti quelle mani da dove ce gli hai. Ti sembra normale toccarmi il culo dimmi?
– Non lo e`. Ma cosa e normale e cosa e giusto? Per me límportante e prendere quello che la vita ci offre.
– Tu con la tua filosofia fai tutto facile adesso per davvero lasciami, preparo al meno un panino.
– Ti lascio se mi fai una promessa.
– Quale.
– Mi permetterai di tenerti ancora cosi come adesso?
– Non dovrei, ma dico di si.
– Faremo quello che ti ho chiesto.
– Quello ci devo pensare.
– Dai prometti che lo faremo domani pomeriggio.
– Piero ti ho tenuto contento, facendoti guardare e gia e tanto non basta?
– No non mi basta, voglio guardarti baciarti sempre sei troppo bella, dimmi di si ti prego.
– E che tu cerchi sempre di piu.
– Ti prometto che mi accontentero. Desidero solo che metti la sottanina nera e la mutandina bianca.
– Piero, ammettiamo che dica di si, che opinione ti farai di me?
– L’unica cosa che posso pensare di te e che mi vuoi tanto bene di accontentarmi in cose molto diverse dei doveri di una madre e questo amore che dimostri te lo ricambio dieci volte piu.
Tutto era avvenuto stando stretti guancia a guancia. Si scosto e guardandomi fisso negli occhi.
– Sembri sincero! Va bene, domani lo faremo.
Con mio inmenso dispiacere fui costretto a lasciarla andare.
Líndomani mattina andammo, al negozio fui impegnato tutta la mattina al telefono all’ora di chiusura ero riuscito a convvincere tutti i fornitori di darmi credeito.
– Piero come stanno le cose?
– Hanno accetato tutti. Con dificolta!
– Meno di quello che mi aspettavo. Una buona notizia! Andiamo a casa e l’ora di chiudere.
– Mamma vai tu, io resto chiuso dentro ce da lavorare come vedi nel magazzino ce un ammasso di roba invenduta.
– Piero e tutta roba un pò rovinata o fuori moda.
– Lo so bene. Io ho l’ideia di mettere tutto in evidenza è a un prezzo basso e tutto a un solo prezzo. Glielo sempre detto a papa ma lui non voleva consigli.
– Piero se non vieni tu che ci vado a fare a casa? Pensavo di preparare qualcosa per pranzo.
– Tu devi mangiare.
– Mamma ieri sera ho cenato.
– Si, un panino.
– Per te io dovrei stare sempre a mangiare.
– Facciamo cosi, io adesso compro qualcosa e preparo, qui prendo qualcosa di freddo va bene? Cosi ti aiuto.
– Fai come vuoi mamma.
Mentre lei si dava da fare a preparare da mangiare, iniziai a lavorare di lena. In un angolo del magazzino papa aveva attrezzato un piccolo cucinino e un lettino.
– Piero lascia, ho preparato un insalata e del prosciutto.
Mentre mangiavamo mi cadde il coltello. Nel chinarmi guardai sotto al tavolo, gli guardai le gambe e mi ricordai della promessa. Preso dal lavoro mi era passato. Solo a pensarla mi eccitai. Appena finimmo inizio a rassettare gli, andai vicino alle lábbra.
– Sai che da ieri sera che non ti do un bacio? E troppo amore mio.
– Anche per me e troppo tempo che non mi baci. Stringimi tra le tue braccia.
– Vuoi che ti stringo solo?
– Baciami, accarezzami, fammi sentire il calore del tuo amore.
Iniziai a baciarla per tutto il viso e sulla bocca che trovavo sempre chiusa. Misi una mano sotto al vestito ed gli accarezzavo la coscia. Fu lei a spingere contro il cazzo, inizio a contro cambiare i baci.
– Amore dimmi di che colore hai le mutandine?
– Bianche come piacciono a te.
– Perche` non togli i collant, non mi piace accarezzarti cosi, sembra di toccare della plastica.
Mi guardo e sorridendo mi disse
– Vado un attimo al bagno.
Andai a distendermi sul lettino. Fu di ritorno pochi minuti dopo, si distese al mio fianco la ripresi tra le braccia, iniziammo a baciarci di nuovo ovviamente rimisi la mano sotto al vestito.
– Mamma hai una pelle che sembra di seta. Mamma vogliamo fare quello che abbiamo detto ieri sera?
– Piero qui? E poi mi vergogno.
– Dai, avevi promesso.
– Lo so, e poi non ho la sotto veste nera come vuoi tu.
– Non fa nulla, poi lo rifaremo a casa come voglio io.
– Perchè vorresti rifarlo ancora?
– Sempre amore sono sicuro che sei uno schianto.
– Cosa vuoi farmi fare.
– Dai dai amore.
La baciavo rapidamente per tutto il viso.
– Dai dimmi di si.
– Ma, cosa hai in mente veramente?
– Te lo detto, desidero toglierti le mutandine lentamente molto lentamente. E guardarti a lungo, dai, di si.
Stava per cedere
– Non penserai male di me?
– Pensero che mi ami.
– Fallo.
Nella foga la baciai rapido sulla bocca trovai le labbre aperte insinuai la lingua rapidamente. Non gli diedi il tempo di protestare se protesta ci sarebbe stata. Mi inginochi sul letto lei aveva chiuso gli occhi. Il vestito era salito su, gia gli vedevo le mutandine. Misi le mani lungo le cosce. Iniziai a salire lentamente, mi stavo comportando da perfetto stronzo quella donna era mia madre ed io ne approfittavo del suo momento di debolezza. Ma era cosi eccitante che non badavo molto ai sentimenti che potevo offendere e poi se lei non voleva poteva rifiutarsi, pensandoci bene e stata lei a iniziare dicendo toccami. Nel fra tempo ero arrivato alle mutandine, solo a vedere quel triangolino di stoffa tra le cosce mi fece andare su di giri piu di quello che non ero. Iniziai ad abbassarle lentamente, lei restava con gli occhi chiusi, appena iniziai a vedere il pube nero e ricciuto il cazzo inizio a sputare sperma cazzo, avevo goduto solo a vederla. Continuai a tirare verso il basso, riusci a vedere appena le grande, labbra che lei strinse le cosce. Gliele tolsi del del tuttto. Iniziai ad accarezzarle le cosce.
– Quanto sei bella, sei più bella al di la della mia immaginazione.
Forzai delicatamente per farla aprire le gambe fece un pò di resistenza, ma poi le apri quel tanto di mettere la mano. Mi rimisi al suo fianco e iniziai a baciarla, cercai il clidorite con le dite. Era duro, si era eccitata anche lei.
– Piero non voglio, basta.
– Rilassati amore mio non succede nulla di strano e stupendo amore.
– Piero tesoro ma tu mi tocchi come se fossimo amanti.
– Non siamo amanti ma due che hanno scoperto di stare bene insieme e si amano al di la del legame che ci lega.
– Sara come dici, io ti ho accontentato adesso non farmi arrabiare togli quella mano.
Feci come mi chiedeva, non ci tenevo a farla arrabbiare. Chiuse le cosce ed io misi la mano sul pube.
– Amore posso tenerla cosi?
– La vuoi sempre vinta tu.
La baciai sul collo presi il lobo tra i denti e lo morsichiai delicatamente.
– Piero, smettila mi fai venire i brividi.
– Ti amo amore mio, sei piu bella di quello che pensavo.
– Davvero mi trovi bella?
– Te lo detto sei stupenda mi vuoi fare una promessa?
– Dimmi.
– Lo rifaremo questa sera a casa?
– Cosa? Vuoi rifarlo?
– Si amore, e stato stupendo. Promettimi che lo rifaremo.
– Piero ma tu devi farlo con le ragazze della tua età non come.
– Mamma e te che desidero vedere e questa sera dovremo farlo con la sotto veste nera nel fra tempo ero riuscito a mettere un dito tra le grande labbra.
– Piero cosi tanto ti piace? Guardarmi?
– Mamma devo dirti la verita cosi capirai quando e grande l’amore che ho per te e sopratutto quanto ti trovo bella. Posso parlare liberamente?
– Parla, cosa sara mai.
– Mamma per la prima volta nella mia vita o goduto senza toccarmi solo a guardarti.
– Cosa posso dirti, se ti piace tanto lo rifaremo.
– Ti ringrazio amore mi rendi felice. Pero mi darai piu tempo.
– Perche non hai visto abbastanza?
– Non mi hai lasciato il tempo, volevo e voglio guardarti meglio tra le cosce.
– Come devo fare con te? Chiedi sempre di piu.
– Dai dimmi di si.
– Come vuoi tu lo rifaremo.
– Ti amo amore.
La baciai con foga e rapidità per tutto il volto, lei inizio a ridere, appoggiai la bocca sulla sua forse lo voleva o pure fu presa alla sprovvista gli misi la lingua in bocca. Non fece resistenza. Inizio a corrispondermi intrecciando la lingua con la mia. Forzai la mano per farle aprire le cosce, gli misi due dite dentro la fica e iniziai ad andare dentro fuori, era bagnata e cosi le dite scivolarono bene. Lei lascio di baciarmi.
– Piero amore che fai?
– Rilassati e godi che ne hai bisogno.
– Ma non posso farlo con te.
– Perche` no amore? Godi, godi e non pensare a null’altro.
– Piero dovrei aver vergogna a dirlo ma io ho goduto prima come te quando mi toglievi le mutandine.
– L’avevo capito amore e non vuoi ancora?
– Per oggi basta.
– Come vuoi ma devi fare una promessa che non mi dirai piu che non vuoi.
– Te lo prometto e poi ti avevo gia detto che lo rifaremo a casa.
– Io non mi rifersco alla mutandine. Anche a toccarti questa fica stupenda che ai.
– Piero ma che modo di parlare e mai questo?
– Perche` come devo dire alla passera? O pure il tuo nido d’amore?
– Non e necessario dire nulla.
– Come vuoi, ma resta che ce l’hai stupenda.
– Tu non cambierai mai, vuoi sempre l’ultima. Lasciamo stare.
– Prometti che ti farai accarezzare sempre.
– Non ti sembra di chiedermi una cosa fuori dalla norma?
– Mamma già tutto e fuori dalla norma.
– Piero ne parliamo a casa mettiamoci inordine.
– Un attimo amore io le ho tolte e io te le rimetto.
Presi le mutandine gliele infilai giu da i piedi, al momento che arrivai vicino alla fica di scatto mi chinai diedi un bacio sopra.
– Quanto sei bella ti mangerei se potrei.
– Tu sei tutto matto. Lascia finisco da sola vai a lavarti.
Da quel momento aspettavo con ansia l’orario di chiusura. La mia ideia di vendere a unico prezzo tutti gli articoli sportivi e i giocattoli fuori moda e un po rovinati funziono quella sera stessa. Non so il perche` ma quel giorno che avevamo iniziato da soli si ebbe l’impressione che i clienti avevano capito le nostre difficolta economiche. Quel giorno le vendite furono quasi eccezionale.
Erano passati appena due giorni dal momento che papa era andato via, a me sembrava che non cera mai stato. Dopo la chiusura ritornammo a casa.
– Piero, adesso senza fare storie preparo una cena calda e da ieri pomeriggio che non mangiamo normale.
Andai in camera mia, lavorai per un po. Il pensiero di lei non mi faceva pensare ad altro. La ragiunsi in cucina. Era impegnata a lavare l’insalata.
– Tra un po e pronto! Se mi aiuti ad apparechiare la tavola te ne sarei grata.
Mi avvicinai da dietro e la presi per i fianchi.
– Amore, non dovrai mai piu chiedere per favore, faro tutto quello che vorrai.
– Da dove viene fuori tanta voglia di essere servizievole?
– Dall’amore che ho per te.
– Perché, prima non mi volevi bene?
– Che centra oggi e un amore diverso.
– Piero lo sa solo dio l’amore che ho per ta, ma questa storia non puo andare avanti. Come siamo soli mi stringi ed inizi a baciarmi come se fossimo amanti.
– Perché, ti dispiace? Ti prego non rovinare questa, attomosfera stupenda che si e creata tra noi.
– Piero noi siamo madre e figlio, io a limite potrei accettare, di continuare, ma la mia paura e che tu piano piano mi chiederai di piu ed io potrei cedere e questo non potrei accettarlo.
– Di cosa ai paura che posso chiederti di chiavare?
– Piero non mi piace che parli cosi.
– Perche` come devo dire? Fare l’amore? Cosa cambia?
– Cosi non ci sono malintesi, va bene comunque e quello che mi fa paura.
– Mamma, girati.
Si giro, mise le mani dietro al mio collo e io la tenevo per i fianchi.
– Io sarei un bugiardo e sarebbe un offesa per te se direi che non mi piacerebbe piantarmi dentro di te e chiavarti sino a farti gridare di piacere e quando saresti stanca vorrei dormire restando dentro di te. Ma so bene che resta un sogno. Io mi accontento di quello che possiamo fare e quello che noi vogliamo.
– Piero tu hai la facoltà di semplificare tutto ti sembra normale parlare cosi a tua madre?
– Mamma tu mi conosci bene non ho mai usato mezzi termini.
– Apparecchia la tavola!
– Prima mi devi dire che cosa vuoi fare, posso continuare a baciarti possiamo continuare come prima?
– Preferisco finirla adesso.
– Non e successo nulla di cosi grave d’avere rimorsi, prima che accada qual’cosa.
– Non voglio pensarci piu.
La guardai fisso negli occhi era seria e non sorrideva piu mi caddero le braccia.
– Come vuoi, mi stai uccidendo.
Non gli diedi il tempo di rispondere che la piantai in asso ed andai in camera mia tanto valeva che uscivo cosa restavo a fare il casalingo. Mi stavo comportando da perfetto idiota. Mi spogliai ero rimasto solo con le mutande lei entro.
– Piero che fai non vuoi cenare?
– Esco. Mangero una pizza fuori.
– Perché ti comporti cosi? Mi lasci sola solo perche ti ho detto che non voglio che mi tocchi come donna?
– Mamma cerca di capire tu non puoi essere egoista vuoi tenermi in casa a venticinque anni a farti compagnia? Il rapporto che si era venuto a creare tra noi era qual cosa di bello meraviglioso ed io pur di viverlo volevo stare sempre con te. Ma non vuoi, ed io rispetto il tuo desiderio e forse hai ragione tu. Ma non puoi pretendere di tenermi a casa.
– Piero anche per me e qual’cosa di meraviglioso, ma ho paura che ci lasciamo trascinare in qual’cosa di piu peccaminoso.
– Non ce nulla di peccaminoso in due che si amano.
– Piero ma tu ti senti quando parli? Noi siamo madre e figlio non due sconosciuti.
– Mamma so bene chi siamo, e inutile che ripeti sempre la stessa cosa, per me resti una donna una magnifica donna.
Mi ero avvicinato a lei e gli accarezzai il viso.
– Mamma cerca di capire. Desidero baciarti, toccarti e accarezzarti piu di ogni altra cosa al mondo, ma se tu non vuoi, dimmi cosa posso fare per convincerti che il nostro rapporto e stupendo meraviglioso? E non ce nulla di cosi grave.
– Piero amore mio ma lo vuoi capire che siamo madre e figlio? E quello che mi chiedi e peccato.
– Mamma e peccato non amarsi. Chi a stabilito che madre e figlio non possono amarsi? Chi a fatto le regole? Non io, noi non dobbiamo dar conto a nessuno se no a noi stessi.
– Piero io non lo so, devi capire la mia paura.
– Mamma io ti capisco, tu dimmi al negozio oggi pomeriggio non e stato bello?
– Si lo e stato.
– Perché nasconderlo? Io non chiedo di piu. Ormai i nostri corpi si toccavano. E tu ti accontenti? Solo di quello che abbiamo fatto oggi?
Gli misi le mani nei fianchi e la strinsi dolcemente a me.
– No, qual’cosa di piu te lo chiedero, non aver timore. Ti chiedero di baciarti tutta vederti e stringerti a me. Desidero uscire con te, portarti a ballare, a passeggio, tenerti per mano, dirti a tutte le ore del giorno che ti amo senza pensare che sei mia madre. Questo voglio. Baciarci sino anche le lingue saranno indolenzite, accarezzare il tuo corpo, desidero che mentre ti bacio posso accarezzarti dove voglio senza paura che non vuoi. Capisco che ai paura che possiamo chiavare. Non lo faremo stai tranquilla.
– Non parlare piu baciami.
Iniziai a baciarla per tutto il viso e nel fratempo avevo messo una mano sotto il vestito, gli accarezzavo la coscia e il culo. Lei ricambiava i baci, gli misi la lingua in bocca e lei la succhio forte. Misi la mano nella mutandina. Aveva le cosce chiuse come senti che volevo metterla nel mezzo le apri. Iniziai a stuzzicarle il clidorite. Si era eccitata gia.
– Piero basta! Dopo cena… dai… non diro di no.
– Mamma dopo ti farai togliere le mutandine come al negozio? E stato stupendo amore.
– Lo faremo amore se lo desideri cosi tanto. Lasciami, andare adesso.
– Ancora un bacio ti prego.
Mi sorrise e mi offri la bocca. Intanto io avevo continuato a stuzzicarle il clidorite. Aveva iniziata a stringere ed aprire le cosce pensai che quello era il momento, presi la sua mano e la guidai a prendere il cazzo come senti il contatto cerco di allontanare la mano e di respingermi. Pensai se mi faccio respingere adesso dovro iniziare daccapo, gli misi due dite dentro. Andavo dentro fuori rapidamente.
– Piero, non voglio, lasciami!
– Mamma, ti amo. Ti amo! E ti amero per tutta la vita baciami ancora, ti prego.
Nel fratempo avevo forzato la sua mano vicino al cazzo. Finalmente lo prese, la guidai a farmi masturbare.
– Piero mio dio che stiamo facendo?
– E bellissimo, mamma, continua. E vero e bellissimo non ti fermare.
Mi scostai un po e il cazzo tocco sulla mutandina.
– Che vuoi fare amore?
– Adesso ti abbasso la mutandina e te lo metto tra le cosce vedrai che sara più bello.
– No amore.
– Lasciami fare! Amore dai dimmi di si, che lo vuoi tra le cosce.
– Sì amore dammelo, non importa più e troppo ecitante sentire il cazzo che mi tocca.
Gli tolsi la mutandina, gli misi il cazzo tra le cosce, strofinava tra le labbra della fica. Lei mise le mani dietro la mia schiena io sul suo meraviglioso culo, andavo avanti indietro come se chiavavo.
– Che bello amore, anche se non e dentro eccitante lo stesso.
Gli misi un dito nel culo.
– Dimmi ti piace, che ti chiavo anche il culo?
– Sì e bello tutto quello che mi fai, sto godendo come mai prima.
Gli feci aprire le cosce un po’ di più. Presi il cazzo gli strofinavo, la cappella tra le labbra della fica, i peli lo graffiavano un po’, il piacere era superiore al dolore.
– Tu mi farai morire dal piacere, che bello.
– Andiamo sul letto desidero scoparti, sarà bello vedrai.
– E peccato amore e questo e grave, e incesto, lo sai, accontentiamoci di questo.
– Come vuoi tu amore. Prometti solo una cosa, che dopo ti metti nuda e ti farai leccare la fica. Vuoi?
– Sì!
– Vero? Prometti?
– Quello sì lo prometto.
– Ti metterai nuda, voglio e desidero tenerti tra le braccia nuda.
– Si amore ti accontento ma adesso basta, dai dopo faremo, quello che mi hai chiesto.
– Fai godere me adesso vuoi?
Sì continuo con la mano. Lo prese, inizio a sefarmi, intanto gli avevo messo due dite dentro e la chiavavo con due dite nella fica, e non smettevo di chiavarlle il culo. Era cosi eccitante quello che stavamo facendo, e quello che toccavo… non era di tutti i giorni fare un ditalino a tua madre. Il peccato, il tabu dell’incesto, rendeva tutto molto ararrapante. Al momento che stavo per godere mi scostai per non schizzarle addosso il mio godimento. Non calcolai che data la forte eccitazione la sperma usci con forza e abbondante, ci scambiammo un bacio.
– Piero io preparo la cena, ti dispiace dare una pulita?
– Va bene, pulisco e dopo faccio la doccia.
– Ti aspetto di la, preparo qualcosa.
Mentre pulivo per terra la senti canticchiare, non lo so chi l’abbia detto fare l’amore fa bene, io aggiungo, scopare, fa bene al corpo. Dopo la doccia e aver cenato, mentre lei rassettava io accesi la tv. Guardavo senza capire nulla, i miei pensieri erano confusi accavalati uno al’altro, come salvare la nostra attivita e come farla a convincere che io me la volevo scopare. Poco dopo mi raggiunse si mise seduta al mio fianco come era mia abitudine da molti anni che ho l’abbitudine di stendermi sul divano e poggiare la testa sulle sue cosce. Prima era al di sopra del vestito, quella sera lo sollevai a scoprirgliele, lei mi fece una carezza al viso e mi scompiglio i capelli. Gli diedi un bacio sulle cosce, mi girai e venni a trovarmi con il viso a pochi centimetri dalla fica. Era rimasta senza mutandine, per amor del vero non usciva un buon odore. Una volta ho sentito dire a mia nonno che un fica non lavata puzza come il baccala, forse e vero.
– Amore togliti, devo lavarmi, dopo vado a letto. Non obbiettare ti prego, lo so che avevo promesso, lo faremo domani, desisero stare un po’ da sola.
– Come vuoi tu, basta che, non mi dirai più non voglio, ne morirei.
– No amore mio, tranquillo, sono combattuta tra due pensieri, il dolore dell’abbandono di tuo padre e il tuo l’amore. Il tuo so bene che non verra mai meno a prescindere l’amore tra madre figlio.
– Ci puoi giurare amore.
Mi bacio augurandomi la buona notte. Restai li per un bel pezzo riflettendo, ma successe che mi addormentai li sul divano, mi sveglio mamma al mattino, mi aveva portato il caffè. Poco dopo uscimmo per andare al negozio, mi diedi da fare per aqueitare i creditori, ai due commessi gli chiesi se avevano pazienza, mi dissero di andare avanti. All’ora di chiusua pomeridiana i commessi andavano a casa per il pranzo. Mamma preparo un pasto frugale nel retro ci stendemmo sul lettino, iniziammo a baciarci, giocando con le lingue e gustando il nettere della sua saliva gli sollevai il vestito, aveva i collant, mio dio quanto li odio. Sono sicuro che li abbia inventato un gay, senza offesa, per gli omosessuali. Hanno creato, una barriera, all’esplorazione del corpo femminile. Lei capi la mia impazienza.
– Amore lascia faccio io.
Mentre lo diceva, se la rideva, li tolse e fu pratica si sfilo anche le mutandine di colore bianco, mi aveva accontentato, gli avevo chiesto di indossare sempre biancheria bianca. Si rimise al mio fianco riprendemmo a baciarci. Misi la mano tra le cosce, lei le apri per agevolarmi, iniziai a massegiarle il clidorite, lei mi sbottono i pantaloni tiro fuori il cazzo e inizio a segarmi. Ero stanco di fare seghe, volevo chiavare, gli misi un seno fuori, presi il capezzolo, tra i denti, lo martellavo velocemente con la lingua.
– Amore mio che bello, tu mi farai morire di piacere come mi tocchi. Mi bagno la fica, cosi amore, fai come ieri sera, un dito nel culo.
– Sarebbe meraviglioso scoparti.
– Lo so amore mio, sarebbe incesto completo. Ti potrei fare il culo.
– Mio dio io non lo mai preso nel culo, mi fai venire, il desiderio di provarci. Mi ammazzi con questo cazzo cosi grosso, adesso, vai più forte sto sbrodolando, tutta, amoreee.
Strinse le cosce cosi tanto, ebbi l’impressione che mi stritolava la mano. Ero pronto, per sborrare, mi alzai per non sporcarci noi due, restai in piedi all’altezza del suo viso, iniziai a segarmi.
– Amore dallo a me, ci penso io a questo bellissimo arnese.
– Si mise seduta, prese il cazzo e inizio a menarmelo dolcemente. Spingevo verso di lei sino a che non arrivai a toccargli la bocca con la punta del cazzo. Lei capi il mio desiderio, apri la bocca e prese la capocchia tra le labbra. Senti che mi solleticava con la punta della lingua, non forzai, restai in attesa della sua decisione, apri di più la bocca e lo prese del tutto, misi la mano sulla testa, la invogliai a succhiarlo. Non si fece pregare, inizio ad andare dentro fuori, quando entravo tutto in bocca, sentivo che succhiava, come un bambino succhia il latte dal capezzolo materno. Mi calai i pantaloni del tutto, mi prese le palle e le massaggiava. Era una goduria, stavo per arrivare a limite per sborrare, volevo e desideravo che il pompino continuava, cosi pensai ad altro, la sborrata rientro, non duro a lungo il piacere era troppo. Al momento che stavo per schizzare
– Mamma non resisto più sto per venire.
Volevo tirarmi indietro e finire con la mano, lei mi blocco per farmi capire che voleva degustare il mio godimento la mia sperma, glie lo feci arrivare in gola, la bloccai, e schizzai forte, resto cosi per alcuni secondi poi uscì, mi diede una leccata alla cappella, mi rimisi a posto. Lei mi guardava, il suo sguardo interrogativo era come la pensavo. Non potevo dirgli mi hai fatto un pompino fantastico, cosi per farle capire che non solo ero contento che non giudicavo, la baciai dandogli la lingua.
– Amore e stato fantastico.
– Ti e piaciuto? Cosa penserai di questa tua mamma che si comporta da puttana?
– Ma che dici? Non devi pensarlo neanche lontanamente, ci piace e lo facciamo. Stasera vedrai devo metterti la lingua da per tutto, tra fica e culo, dobbiamo gridare di piacere.
– Mi sono lasciata andare, era molto tempo che non lo prendevo con la bocca. Forse non ti fara piacere, ma tuo padre si lavava poco e puzzava di piscio, cosi anche quando lui lo chiedeva, rifiutavo, una volta si arrabbio, gli dissi fatti un bagno e lo faremo, non volle si giro sul lato, fece l’offeso, non rivolgendomi la parola per giorni, voglio vedere se si lava con la bonazza.
– Non ci pensare più! Ci sofri lo so bene.
– E sempre mio marito, e tuo padre.
– Mamma per favore ci ha lasciati nella merda, non voglio più sentirlo. Devi Capire che l’amore può finire tra un uomo e una donna, ma non morira mai l’amore di un genitore.
– E vero poteva andarsene, rifarsi la vita con l’altra, ma ha portato via tutto mettendoci nelle condizione di fallire. Vedi che ti dico? E devi ricordarlo, la bellona Ucraina quando riuscira a prendere tutti i soldi, lo rimandera indietro e tornera un pezzente, un morto di fame.
– Tu pensi che possa succedere? C’e l’ho con lei perché mi ha portato via il marito, e stato più lui che non gli lasciava un attimo di tregua, mi sembrava una brava ragazza, magari si e innamorata anche lei.
– Mamma ma fammi il favore? Tu vedi troppe commedia alla televisione.
– Va bene non ne parliamo più, rassettiamo il tutto tra poco arrivano.
Alla chusura, passammo al super mercato per la spesa a casa, mentre lei preparava la cena io lavorai al pc. Mi chiamo per la cena. E dopo aver cenato guardammo la tv, il mio pensiero era come convincerla a scopare. Dopo un po’.
– Mamma io vado a fare la doccia, e vado a letto.
– Dopo di te vado io.
Feci la doccia, lavandomi mi ficcai un dito unto di sapone nel culo, era come lavarlo un po’ più dentro. Penso che la donna, se vuole leccarti tra le palle e il buco del culo, devi essere pulito profumato cosi le viene voglia di leccarti e darti piacere. Dopo avermi profumato, andai in camera da letto nudo, mi coricai coprendomi con il lenzuolo.
– Seì già qui? Vado a lavarmi, faro presto, desidero essere amata.
Torno poco dopo, indossava una vestaglia bianca e trasparente, il contrasto del nero della fica era evidente e molto eccitante per il mio sguardo avido e lussurioso. Lei sorrise al mio fischio di ammirazione, se la tolse, resto nuda, bella, bellissima, e dire, bella era riduttivo, si mse sotto lenzuole, ci abbracciammo iniziamo a scambiarci piccoli baci e ci scambiavamo carezze. Nessuno di noi due toccava il sesso, si voleva lasciarlo ben pulito. Dopo un po’ che ci scambiavamo coccole, inizia a baciarle i seni, o le zizze, mi piace un mondo chiamarle, zizze, ho l’impressione che ti riempi la bcca quando lo dici. Mi fermai, nel centro presi un capezzolo tra i denti e mentre lo stuzzicavo con la punta della lingua, presi l’altro con due dite e lo stringevo delicatamente. Lentamente scesi giù, mi soffermai a leccargli l’ombelico, gli feci aprire le cosce, cercai il clidorite con la lingua, lo martellavo cosi veloce che la mia lingua sembrava eletrica.
– Amore girati, dammi il cazzo, anche io desidero darti piacere. Lo voglio succhiare, mi piace sentire la capocchia tra le labbra.
Mi girai e misi lei di sopra, la feci abbassare leggermente, mi trovai la fica aperta sembrava una ostrica, ti invitava, a succhiarla. Lli misi un dito dentro la chiavavo con il dito e gli leccavo il clitoride, lei, nel frattempo, mi leccava sotto le palle, sentì che me lo prendeva in bocca e iniziava a farmi un pompino stupendo. Dopo un bel po’ di tempo mi tolsi da sotto, misi lei, mi distesi su di lei.
– Amore perché non mi hai lasciato finire, sai che mi piacere sentire il tuo schizzo caldo e cremoso in fodo alla gola.
– Adesso amore sarà ancora più bello.
In un solo colpo entrai dentro lei, resto a bocca aperta. Mi guardava quasi spaventata, stava per parlare, forse voleva obbiettare, ribellarsi. Non gli diedi il tempo gli chiusi la bocca con la mia, gli diedi la lingua, iniziai a muovermi, a scoparla molto lentamente. Lei era immobbile, avevo l’impressione di chiavare un cadavere, non lo era solo perché il suo corpo era caldo, non volevo chiavarla cosi, se non voleva meglio togliermi e godere con la mano.
– Amore vuoi che mi tolgo? Se non vuoi, fa nulla.
– Non dire cazzate, ora sei entrato, scopami con forza, quasi con violenza. Fammi male, sfondami l’utero, voglio e desidero godere di questo tuo grosso cazzo.
Iniziai a chiavarla con forza, si aggrappo a me come l’edera al muro. Mi veniva in contro ad ogni colpo. Quella notte scopammo varie volte e da quella notte, iniziammo a vivere una vita di coppia. Eravamo felici e contenti. Salvai il negozio e tutto sembrava andare nei migliori dei modi. Mi dedicavo solo a lavoro e a mamma.
Un giorno si presento mio padre al negozio ci saluto, mi venne incontro sorridendo. Mi allontanai, lui capi, si fermo. Cerco mamma e gli andò vicino, riporto quello che dopo mi racconto mamma.
– Cara ho fatto una grossa cazzata, so che non merito il vostro perdono, aiutami ti prego, sono rovinato.
– Tu vieni qui dopo che ci ai lasciato nei guai e hai portato via tutti i soldi? Ci stavano togliendo tutto e ora devo perdonarti? Cosa ti aspetti che ti dica “O caro, vieni, torna a casa ce il tuo posto che ti aspetta”, e no, se lai pensato ti sbagli e di grosso.
– Non mi aspetto che tu mi dica questo, so di non meritarlo.
– Cosa ce la tua bonazza ti ha fregato. Tuo figlio me lo disse che tu credulone eri caduto nella trappola della gran fica e grazie al suo impegno il negozio e salvo.
– So che ho sbagliato, ti prego aiutami! Non ho nessuno al mondo, nel retro ce il lettino dormiro li, vi aiuto nel negozio, lavo anche i pavimenti.
– Devo chiederlo a Piero, non posso decidere da sola, hai scaricato tutto su di lui! Adesso vattene, torna per l’ora di chiusura dormirai qua.
– Piero hai visto tuo padre? Che dici?
Mamma mi racconto tutto, io non volevo, ma lei mi convinse, affermando che era mio padre e che tutti possono sbagliare. Inizio a dormire e a lavorare nel negozio. Lui cercava sempre di parlarmi, mi chiedeva il lavoro, era mio padre, si inzio con il buongiorno e poi, si inizio a parlare. Non l’avevo perdonato del tutto. Lui inizio a corteggiare mamma e lei inizio a cedere al suo coreggiamento. Una sera a letto dopo aver scopato gli chiesi.
– Mamma che succede tra te e papa?
– E mio marito, ci siamo amati molto prima che facesse lo stupido.
– Lo ami ancora vero?
– Sì lo amo.
– E io?
– Tu sei diverso, prima di tutto sei mio figlio e un il mio amante proibito.
Non se ne parlo più, notai che lui insisteva, un giorno entrando nel retro li trovai che si baciavano, mi videro e come due allocchi sorrisero. Io non avevo nulla da sorridere, capivo che avevo perso mia madre e amante. Di fatti, una sera.
– Questa e l’ulitima notte che passeremo insieme, domani sera papa torna qui, siamo una famiglia, dobbiamo essere uniti.
– E noi che faremo diventeremo due estrani?
– No, non dorimiremo più insieme e non lo faremo tutti i giorni, quando capita ci faremo una scopata.
Papa quella sera fece ritorno a casa, in apparenza eravamo una famiglia che aveva trovato la felicità non era cosi. Io ne soffrivo, ero geloso che lui aveva preso il posto nel letto di mamma, cosi decisi di finire gli studi. Non mi venne di scoparla più, ora l’odiavo. E amore confuso tra odio gelosia, amore filiale. Dopo la scuola parti per Londra, mentre studiavo mi trovai un lavoro e una ragazza. Mi sposai senza avvisarli, un giorno mi presentai da loro con mia moglie, Polacca, e la mia bambina. Non tornai per molti anni una telefonata e basta anche se mamma si lamentava.
Sono passati dieci anni dai fatti raccontati, mia madre mi chiamo per avvisarmi papa era morto un infarto, tornai per i funerali, presi un permesso per cercare di capire cosa fare, alla fine decisi di fare ritorno. Era una settimana che stavo a casa da mamma, una sera, mentre stavo per andare in camera mia, vidi la sua semi aperta, bussai entrai.
– Che fai non dormi?
– No, pensavo a quello che devo fare. Da domani per fortuna mi porterai la mia bella nipotina, resta un po’ vuoi?
Mi distesi sul letto.
– Mamma quanto tempo e passato.
– E vero ragazzo mio, sono una vecchia ormai.
– Sei ancora una bella donna, non buttarti giù.
– Dimmi, hai mai pensato che quello che abbiamo fatto in quel periodo sia stato un peccato, non hai mai avuto rimorso?
– No mamma, non ho mai avuto. Ho provato solo dispiacere, lui non solo era tuo marito, anche mio padre, era giusto cosi come andata. Ho sempre ricordato con amore tutto e lo rifarei.
– Mi dispiace e per questo che ti sei allontanato?
– In parte sì! Come potevo restare alla sera nella mia camera sentire che scopavate. Tutto giusto tutto normale, io non lo sopportavo.
– Ti e passata! Inseguito hai quel bel pezzo di fica come moglie.
– Mamma non e passata per niente, dopo quello che ce stato tra noi possiamo parlare chiaro, io non ho leccato una fica se non pensavo che eri tu. Non ho scopato una donna che non chiudevo gli occhi pensando che scopavo te. Se una donna mi facevo un pompino chiudevo gli occhi e pensavo che eri tu. Come hai detto tu, ho una gran fica come moglie, quando me la scopo penso che sei tu sotto di me.
– Cosi ti ho rovinato?
– Non mi ai rovinato, guarda, solo a starti vicino e parlartene ce l’ho duro.
Lei guardo la mia patta e si notava il gonfiore, sorrise.
– Ti faccio ancora effetto?
– E come che lo fai!
Non toglieva gli occhi dal mio cazzo.
– Perché non lo saluti? E molto che aspetta.
– Vuoi che ti faccia un pompino?
– Se lo vuoi, sì mi farebbe molto felice.
Non rispose, si chino, inizio a leccarlo, mi tolsi i pantaloni, mi prese le palle e le massaggiava. Si ricordava il mio punto debbole, mi faceva impazzire di piacere essere leccato, quello spazio tra palle e il buco del culo. Dopo un po’
– Mamma togliti le mutande e vienimi su impalati sul cazzo.
Non mi rispose, si tolse le mutandine, si mise su di me a cavallo con il cazzo puntato dritto alla sua fica.
– Piero amore, sono vecchia ormai, non lo so se mi entrera e farlo alla mia età poi.
– Tu forza un po’, di sicuro sei bagnata! Ti scivolera dentro vedrai.
La presi per i fianchi, la tiravo in giù e mi alzavo di sotto la fica, si apri come un fiore carnivoro inghiotti il cazzo tutto sino a toccarmi le palle.
– Piero amore che bello sentirmi piena del tuo cazzo, e come hai detto tu, si lubrifica bene la mia vecchia passera.
– E io sono dieci anni che aspetto questo momento.
Resto ferma per un po’, poi con il mio aiuto inizio a salire e scendere, che scopata ragazzi. E per la prima volta gli sborrai in fica. Me la scopai tutti i giorni, dovevo ritornare a Londra per organizzarmi, per tornare, il resto non conta. Mia moglie fu d’accordo a stare e vivere nello stesso appartamento con mamma. Andavano d’accordo e io da quel giorno lo lasciata vivere una vita tranquilla. Capitava qualche volta di sfugita in cucina se eravamo soli, mi faceva un pompino o ci facevamo una scopata. Un giorno mi chiese che malgrado era vecchia, voleva provare a prenderlo nel culo, in passato si era sempre rifiutata di farsi in culare, e qui, finisce la mia storia con mamma e amante.
Devo lasciare il letto della mamma
Publicato in Madre e Figlio. Parole Chiavi cazzo grosso, figa pelosa, madre scopa figlio, madre spompina figlio, pompino con ingoio, sesso orale.