Un viaggio con mia sorella

Un mio amico si era trasferito a Malaga per lavoro, era un giovane, come me, in cerca di lavoro che se non ai Santi in Paradiso non lo trovi. Era un cuoco alle prime esperienze, in chat mi disse che se volevo, potevo passare un po di giorni di vacanza da lui, accettai, era una buona occasione, per fare una vacanza. Mia sorella Piera, come senti che partivo, per Malaga.
– Tom mi porti con te? Dai non ti darò fastidio!
– Non vieni, sempre tra i piedi vuoi stare?
– Sei cattivo e stronzo, ti odio.
– Ok odiami pure, basta che non rompi!
Andò via piangendo, mia sorella era insopportabile, da un po di tempo mi stava sempre tra i piedi, non usciva mai con un ragazzo, solo qualche amica, eppure e una bella ragazza. Per dirla tutta e una gran fica, alta con i capelli neri, corvino, carnagione chiara, non nascondo che, ancora non lo so, ma una volta, ero in camera mia, disteso sul letto, iniziai a toccarmi il cazzo, da sopra i pantaloni, e normale mi eccitai, mi sbottonai i pantaloni, iniziai a farmi una sega, si inizia per pensare a una donna di tua conoscenza, e cosi feci. Pensavo alla mia professoressa di matematica, che era una gran fica, al momento di sborrare, pensai a Piera, pensai di essere tra quelle cosce stupende, per questo che cerco di evitarla, e lei e una tentazione continua, a volte penso di saltarli addosso, solo il buon senso mi trattiene.
Poco dopo venne mamma.
– Io devo uscire! Dopo vai dalla tua sorella, calmala, potresti essere più gentile lei ti vuole cosi bene e tu la maltratti.
– Va bene dopo la calmo, vai tranquilla.
Senti mamma uscire, andai da Piera, entrai senza bussare. Era distesa sul letto con solo la biancheria intima, quanto e bona, e che fica, fortunato, chi se la chiaverà, un giorno, e perché non io.
– Ancora arrabbiata sorellina?
– Sei venuto a sfottere, lasciami in pace stronzo, che non sei altro, io ti voglio bene e tu mi tratti male.
Aveva gli occhi arrossati, era prossima a piangere di nuovo. Mi distesi al suo fianco, i nostri corpi si toccavano, e io mi stavo eccitando.
– Vieni qui amore anche io ti voglio bene, e lo sai? E che devi capire, che io devo vivere la mia vita, perché non accetti di uscire con un ragazzo, sei bella. Non credo che ti manca, qualche ragazzo che ti gira intorno.
– Ce uno ma lui non mi vede.
– Scusa e cieco per caso?
– Forse lo è, o forse e stronzo come te.
Intanto mi ero accostata a lei sino a toccarla con il cazzo.
– Perché vuoi venire con me?
– Stiamo insieme, ci divertiamo, perché no?
– Lo sai che partendo per una vacanza, io voglio divertirmi. Voglio uscire con qualche ragazza. Mi porto dietro a te? Rifletti, quando ti presento, questa gran gnocca e mia sorella, questo e quello che vuoi?
– Allora e vero mi ritieni una gran gnocca, davvero?
– Certo che lo sei, meglio che mamma non lo sa, che cosa penso, se no sai il casino. Poi mamma ti fa venire?
– Se glie lo dici tu non ti dira di no.
– Tu ai tutte le intenzioni di rovinarmi la vacanza?
– Farò la brava, sei hai vergogna di dire che sono tua sorella… Puoi dire che sono la tua ragazza.
– Ancora peggio cosi non rimorchio!
– Dai portami con te, e poi si può dire che siamo una coppia aperta e che vogliamo fare nuove esperienze.
Si era messo di fianco, anche io, i nostri corpi si toccavano, la sua bocca era, a pochi centimetri, dalla mia…. una voglia pazzesca di baciarla.
– Sì e magari succede che io non bacio mai la mia ragazza?
– Va bene per finta che poggi la bocca sulla mia, che male c’e? Puoi farlo!
– Proviamo, vediamo come viene.
– Sì proviamoci.
Poggiai la bocca su quella di lei, provai a passare la punta della lingua, tra le sue labbra, pensai adesso mi da uno schiaffo. Corrispose inizio a giocare con la punta, anche lei, mi staccai, che stavo facendo, e mia sorella.
– Come e andata non male, no? Mi porti con te?
– Si verrai con me, rompi balle.
– Ti amo fratellone, ci divertiremo un mondo.
Mi salto addosso, si venne a trovare distesa su di me, e dato che ero eccitato, indossavo pantaloncini corti e leggeri, il cazzo duro come un’asta di ferro, pressava contro il suo ventre, lei non se ne curava, ne approfitai, la toccavo da per tutto.
– Hei ragazzina calmati.
– Mi rendi felice.
– D’accordo ma ti rendi conto in che posizione stiamo, e poi… anche se sono tuo fratello, sono un uomo.
– Lo sento, che lo sei.
– Tu con le tue forme, mi farai impazzire di gelosia, quando saremo a Malaga.
– Allora sei geloso di me.
– Dai prima di festeggiare, devo chiamare il mio amico, sentiamo se può ospitarci, in due, non abbiamo tanti soldi per permetterci l’albergo, lo chiamo con skype, vedo se e in linia, e tu togliti, gli misi le mani sul culo, sorellina lo sai che ai proprio un bel culo.
– E intanto tocchi.
– Mi piace molto, ti dispiace?
– No, puoi accarezzarlo quando vuoi, e tutte le volte che vorrai.
– Ti troverai le mie mani, da per tutto. Mi togli una curiosita?
– Dimmi.
– Te lo dico nell’orecchio, si chino mettendo l’orecchio vicino alla mia bocca, dimmi se lo vuoi ai peli sulla fica, o ti depili.
– Che domanda mi fai.
– Puoi rispondere o pure no, come vuoi.
– Non mi depilo, o il monte di venere, folto, di peli, neri, contento? Ficcanaso!
Gli tappai la bocca con la mia, e la baciai, questa volta, gli diedi la lingua, l’accetto, giocavamo il gioco antico come il mondo, intanto gli accarezzavo il culo, passai le dite tra il solco di pesca, ero cosi eccitato che stavo per sborrare nelle mutande, la scostai togliendola di dosso.
– Scusa devo andare in bagno.
– Vai a masturbarti? C’e l’hai cosi duro, starai per scoppiare, dimmi la verita?
– Si e cosi non resisto più.
– E perché, non lo facciamo insieme, io ti masturbo, e tu lo fai a me, anche io sono, eccitata.
– Cara sorellina, seì sicura di quello che stiamo per fare, Possiamo ancora fermarci. Dai tira fuori il gigante, non fare tante storie e solo una sega. Mi abbassai i pantaloncini, scatto fuori come una molla, lei si era tolto le mutandine, era come aveva detto aveva la fica, folta di peli neri e ricciuti, e cosi che mi piace, la fica e non quelle depilate, non mi attirano.
– Fratellone, ai un bel cazzo, come e grosso!
– In fica te la riempe, sarebbe bello, farci una bella e sana scopata!
Gli chiusi la bocca dandogli la lingua, lei prese il cazzo e Inizio a segarmi, misi la mano tra le cosce, e finalmente, gli toccavo la fica cercai il clitoride, restai sorpreso ce l’aveva, grande, al tatto sembrava un piccolo cazzo, lo presi, tra le dite, lo stuzzicavo, lei continuava, a masturbarmi.
– Continua che bello, mettimi un dito dentro, vorrei questo bel cazzo dentro, la fica mi sbrodola, godooo, mio amore.
– Che bellooo.
– Amore Piera sto per sborrare.
– Non schizzare, un attimo.
Non capi cosa, vole fare, lo capi subito, poggio la bocca sul cazzo e continuo a segare, sborrai, lei raccolse tutto in bocca, aveva preso solo meta della capocchia tra le labbra. Quando fini di sborrare, lei presso la vena sotto al cazzo, presso sino a fare uscire, l’ultima goccia, la raccolse con la lingua, e venne a baciarmi.
– Contento fratellone?
– Come non potrei, adesso sono sicuro che passeremo una bella vacanza, vado a vedere se il mio amico e in linea.
– Se non ci può ospitare, ce ne andiamo al mare, nella nostra casa, che ne pensi?
– Come vuoi tu.
L’amico non era in linea, lasciai un messaggio, con la richiesta poco dopo arrivo la risposta, potevamo andare. Piera e io eravamo euforici, due giorni dopo partimmo in auto, andammo a Genova, ci imbarcammo con tutta l’auto sul traghetto per Malaga, al nostro arrivo cera il mio amico ad attenderci, alla vista di Piera, resto come uno stupido a guardarla, io e lei ridemmo di lui, e io non gli avevo detto che era mia sorella, pensava che era la mia ragazza. La camera che ci dava era senza pretese, per noi. Era perfetta, cera un solo letto, ormai, non ci davamo peso. Sapevamo che da quel giorno, tutto era cambiato tra noi. L’amico di sera lavorava, Piera ed io, alla mattina sì andava nella spiaggia, pomeriggio in giro, la sera dopo cena in discoteca. La prima notte, al momento di metterci a letto, restai con la bocca aperta, si mise a letto nuda, la meraviglia, non era solo perché era nuda, con l’abbronzatura, era uno spettacolo, credo che un pittore del Seicento, l’avrebbe presa per modella.
– Sveglia che fai? Ti sei incantato? Sappiamo entrambi che vogliamo scopare, c’è l’hai il preservativo.
– C’è l’ho, non pensavo che saremmo andati a letto, per scopare.
– Non vuoi? Mi rimetto il pigiama!
– Credi che io sia pazzo, a dire di no, non sogno altro.
– Allora vieni, anch’io lo voglio da tempo, troppo, tempo.
– Mi distesi al suo fianco, la baciai sulla bocca.
– Sai a casa quando ti o detto che cera un ragazzo che mi piaceva e non mi filava, sei tu stronzo mio, sono innamorata di te da qualche tempo.
– Non so che dirti! Forse lo sono anche io, non so se solo attrazione sessuale, o ce dell’altro.
– Non ci pensiamo adesso, amami, scopami, desidero sentire dentro di me questo grosso cazzo, e tanto tempo che mi masturbavo pensandoti.
Non risposi, ci baciamo, lei prese il cazzo, io due dite nella, fica ci masturbavamo a vicenda.
– Amore vuoi che te lo succhio un po prima.
– Se vuoi si, girati che ti voglio leccare, questa bella fica, devo farti gridare di piacere!
Si mise sopra di me, la fica, sembrava un frutto maturo, qualche goccia vicino ai peli sembravano gocce di rugiada, passai la lingua a raccoglierle, aveva un buon gusto, era nettare di fica, lei intanto mi succhiava il cazzo, e mi accarezzava le palle gonfie di sperma, leccavo la fica cercando di penetrarla con la lingua, con un dito gli stuzzicavo il buco del culo. Mi tolsi dalla posizione del sessantanove, mi distesi su di lei, stavo per penetrarla, lei mi blocco.
– Amore il preservativo, non vorrai mettermi incinta.
– Sai non mi piace, quel affare, farò attenzione, so controllarmi.
– Non voglio! Mettilo, non fare il bambino ti aiuto io dammelo.
Glie lo diedi, a essere sincero non ci riesco mai lo rompo. Forse e grosso, non mi viene, lei fece una cosa a me sconosciuta, se lo mise in bocca, chino la testa sul cazzo e scese giu forzando il cazzo lo prese in bocca, tutto, Quando, lo caccio fuori aveva messo il preservativo. Una tecchinica mai vista prima, mi sorrise, si mise in posizione per scopare, mi distesi su di lei, la penetrai. Lei mise i piedi sulla mia schiena, iniziai a chiavarla. Non so spegare, era una scopata deversa, un piacere. Mai provato prima, forse era dovuto all’incesto, il peccato, che stavamo commettendo, era un piacere. Mai, provato prima.
– Che, bello fratellone mio, chiavami forte, come e bello. Mettimi un dito nel culo, cosi che bellooo, chiavami il culo a si così bellooo godooo.
Continuai a scoparla, venne molte volte, o una facolta di decidere io il momento di sborrare, al momento che notai che aveva goduto abbastanza, diedi dei movimenti più veloci, e venni, e fu tanta sborra. Quella notte, scopammo molte volte, al nostro risveglio eravamo esausti, restammo a letto tutto il giorno, lsciammo la camera, solo per la cena.
Come terminammo di cenare, di corsa in camera, un vecchio disse “beata gioventu”. Gli leccavo la fica, lei il cazzo, cosi andò avanti, per tutti i dieci giorni, alla partenza eravamo un po’ tristi sapevamo che, a casa, non sì poteva farlo spesso, la rassicurai che potevamo trovare il tempo, magari non in casa. Si poteva uscire, e scopare in Auto, si scopava quando avevamo l’occasione, in macchina o pure, a casa, io non cercavo, delle ragazze, mi resi conto che amavo mia sorella come donna, e lei amava me, come uomo e non come il fratellone.
Passava il tempo, il nostro amore, filava dritto, senza alti e bassi, poi un giorno ci cadde una tegola in testa, i nostri genitori, decisero, di andare, dai nonni in Puglia, subbirono un incidente, morirono entrambbi, fu un duro colpo d’assorbire, perderli entrambi, in una sola volta… Dopo i funerali, che si svolsero, in Puglia, tornammo a casa, era vuota, ci guardavamo, e nessuno sapeva che dire, Piera ha pensato che
– Qui e meglio vendere, andiamo a vivere nella casa al mare, li nessuno ci conosce, possiamo vivere la nostra vita come una coppia, che ne pensi?
– Possiamo anche qui, devo finire la scuola lo sai, poi il tuo lavoro… come fai?
Si decise di attendere, la fine della scuola, per il mio lavoro, non cerano problemi era a metà strada tra la villa.
Ci trasferimmo in estate, la casa in citta fu venduta, tutto filava nei migliori dei modi, poi Piera, si innamoro di un ragazzo, decise di lasciarmi, e forse e stato bello, sino a che e durato. E partita per la Francia.
Io dopo la delusione, mi guardo in giro, per adesso mi scopo una vicina, ma questa e un’altra storia.

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