Tutte le storie iniziano con c’era una volta, questa e una storia vera, io desidero raccontarla cosi semplicemente senza se, ne, ma. E la verità, quello che mi accingo a raccontare che poi ci crediate o no, non importa. Non mi trovo nella possibilità di mostrare le prove che dico la verità.
Tutto ebbe inizio un po’ stranamente, un pomeriggio ero in camera mia a studiare, avevo il portatile acceso, notai che su Skype c’era una certa Mary in linea. Non era tra i miei contatti, mi chiedeva di accettare l’amicizia, accettai, provai a chiamarla non rispose. Mi scrisse “Io non rispondo se vuoi scrivi, lo preferisco”. Ebbe inizio una chat, all’inizio domande senza senso, le solite “Come ti chiami?”, “Quanti anni hai”. Si descrisse, e da quello che aveva scritto doveva essere una gran fica alta bionda, un bel seno, occhi verdi. Si definì bona. Dalla descrizione mi sembrava di conoscerla. Durava da giorni, ogni giorno ci si confidava qualcosa, un giorno mi stupì, scrisse.
– Mi dici di che misura e il tuo cazzo?
Restai di stucco, era la prima volta che usava parole come “cazzo”, e poi chiedermi le misure. Da questo istante scrivevo come avveniva in chat.
– Ti do le misure del mio cazzo se prima mi dici di colore hai le mutandine in questo momento.
– Nere ridotte e trasparente, tu?
– Uso i box.
– Dimmi le misure senza scrivere cazzate.
– Non l’ho mai misurato ma ti posso dire che una volta ho preso il rotolo di carta igienica, e entrato a fatica ed e uscito un bel pezzo fuori. Contenta? Adesso tu dimmi le tette come sono? Piccole o grosse?
– Perché, a te piacciono piccole?
– No e tanto per sapere per conoscerti meglio.
Da quel giorno, divento un’abitudine di tutti i giorni, e le conversazioni diventavano sempre più erotiche. Quando chiudevamo io cancellavo la cronologia perché a volte mamma mi chiedeva di usare il mio PC. Un pomeriggio mentre eravamo in chat mi disse che mi avrebbe fatto volentieri un pompino, io che gli avrei leccato volentieri la fica. Mi scrisse “Scusa un attimo devo andare in bagno torno subito!”. Pensai vado anch’io. Per andare al bagno prima viene la camera di mia sorella Lory, la porta era aperta lei non c’era. Nel guardare l’occhio cadde sul suo portatile dove c’era Skype aperto. Non lo so ancora quale molla mi spinse a controllare, ma rimasi di merda. La ragazza che era la mia sconosciuta, era lei… Mia sorella. Cazzo! Tornai in camera mia, pensai a che fare, chiudo e la rimuovo dai contatti? La blocco o continuo? Mi piaceva quella situazione, come mi piaceva mia sorella. Molte volte avevo pensato che se non era mia sorella gli darei una botta, adesso mi si presentava l’occasione. Devo essere cauto, se fa la stronza e lo dice a mamma, apriti cielo. Iniziai ad essere più invadente, gli ponevo domande sempre più intime, un giorno gli chiesi
– Mandi una foto?
– Foto non ne mando!
– Va bene, puoi fartene una dove si vede la tua fica.
– Io la mando, se tu mi prometti che mi fai vedere il cazzo.
D’accordo, ci scambiammo le foto e mi venne l’idea di fargli una domanda, volevo sondare i suoi desideri, cosi gli scrissi
– Tu hai un ragazzo?
– Non ho nessuno, e tu hai la ragazza?
– Non ce l’ho, ma ti confesserò una cosa. Sai tenere un segreto? Mi apro con te.
– Dimmi, non ci conosciamo, a chi posso raccontare il tuo segreto.
– Io ho una sorella bellissima, e una gran fica, e buona e la desidero. Vorrei scopare con lei e amarla, ma resta un sogno.
– Non gli hai mai detto niente? Uno a volte si deve aprire.
– La fai facile ma non lo e.
– Tu ti sei confidato e io farà lo stesso con te. A me capita la stessa cosa con mio fratello, e un gran fico, le mie amiche se lo mangiano con gli occhi e io muoio di gelosia. Lo guardo e penso “Prendimi tra le braccia, baciami e spogliami, scopami.”, ma lui ha occhi per tutte, io non esisto, si vede che siamo innamorate delle persone sbagliate.
– Dico di non perdere la speranza. Tutto può succedere, magari e timido, non e facile con una sorella.
– Lui timido? E uno sfrontato che non ha pari, fotte a tutte e a tutti.
– Tu hai fatto mai un gesto per farglielo capire?
– Come mi prendi, per stupida?
– Cerca di creare un’occasione, non hai un evento qualcosa per stare insieme?
– Certo che ho, il ballo di fine anno scolastico, io non ci voglio andare perché non ho un ragazzo e da sola non mi va.
– Chiedi a lui, se accetta hai l’occasione di stare con lui in una situazione diversa.
– Ti saluto, mi hai dato un ottimo suggerimento.
Chiusi il PC, andai a prendermi una coca, arrivo Lory.
– Ciao fratello, che fai?
– Non vedi? Mi annoio, forse esco, vado a giocare a bowling. Tu vai dalle amiche.
– No, posso venire con te, vuoi?
– Non ti annoierai?
– Non mi annoierò, magari m’insegni.
– D’accordo, preparati che usciamo.
– Davvero? Il mio fratellone e il più bravo, ti voglio bene.
Mi salto addosso, si strinse forte a se.
– Ragazza calmati! Intanto le avevo messo le mani sul culo e gli diedi un bacio sulla fronte. Tu vieni con me ad un patto, che non dai confidenza ai ragazzi che sono in sala.
– Promesso e poi sto con te non mi interessano gli altri.
– Preparati, tra poco usciamo, intanto ero rimasto con le mani sul culo. Sorellina sai che hai un bellissimo culo? Mi piace un modo accarezzartelo.
– E tu accarezzalo se ti piace, io non ti dirò di no.
Mezzora dopo uscimmo, la portai nella sala gioco, c’erano gli amici. Conoscevano che Lory era mia sorella e nessuno si permetteva di fare dei commenti. Gli spiegai il gioco.
– Come si gioca io lo so, l’ho visto in tv, non ho mai giocato, lasciami provare.
Inizio a giocare e si divertiva, dopo un’ora eravamo stanchi entrambi.
– Lory andiamo, c’è la tavola calda prendiamo un panino e una coca.
Mentre mangiavamo.
– Fratellone dato che oggi sei coso bravo e disponibile, mi porti al ballo di fine anno scolastico?
– Volentieri se facciamo un patto. Mi chinai verso di lei. Io ti ci porto al ballo se quando usciamo di qua e saremo da soli mi dai un bacio.
– Certo che ti do un bacio, anche due tre, quanto ne vuoi.
– D’accordo, mi servirà un vestito adatto, credo che quello con quale sono andato io e piccolo, ne parlerò con mamma, contenta?
– Sicuro che lo sono, e al ballo sarai tu a non fare il don Giovanni. Chiaro? Sarai solo mio!
– Solo tuo, torniamo a casa, vieni.
Arrivati a casa, sotto allo stabile ci sono i garage, misi l’auto nel nostro box, come scendemmo la presi per mano.
– Mi dai questo bacio?
– Certo te lo meriti.
Lei credeva che volevo un bacio sulla guancia, come avvicino la bocca a me rapido la baciai sulla bocca, resto sorpresa, non capi cosa stava succedendo. Gli ficcai la lingua in bocca, la strinsi forte a me con un braccio e con la mano gli tenevo la testa ferma, non fece poi tanta resistenza, mi respinse delicatamente.
– Pazzo se qualcuno ci vede non pensi?
– Si e vero scusami non resistevo più, il desiderio di baciarti e tanto.
– Capisco e anche a me fa piacere, dobbiamo fare molta attenzione, dopo quando i nostri guardano la tv, io ti chiederò un aiuto per i compiti, saremo da soli in camera mia.
Gli diedi una palpatina al culo, prendemmo l’ascensore, li inizia a toccarla sulla fica sopra i pantaloni.
– Che fai matto? Perché fai questo gioco con me? Mi vuoi scopare? Ti prendi gioco di me?
– Non mi prendo gioco di te, vorrei baciarti un po’ questa bella fighetta, me la dai?
– Tu sei tutto matto.
– Sarò anche matto, dai promettimi che alla prima occasione te la fai leccare un po’. Dimmi di sì, dai.
– D’accordo, solo con la bocca, non vorrei scopare, io sono ancora vergine.
– Tranquilla, ti leccherò la fica sino a farti godere, siamo arrivati.
Entrammo in casa, i nostri genitori erano nel salone guardavano la tv.
– Ragazzi vi ho lasciato la cena sul tavolo, ci pensate voi.
– Si mamma, la riscaldo io.
Andammo in cucina, mentre riscaldava la cena gli accarezzavo il culo.
– La finisci? Ti sei messo in testa che ci devono scoprire?
– Guardano quello stupido film, ero rimasto con la mano sul culo, avevo una cazzo duro, da lì a poco dovevo spararmi una sega. Presi la sua mano e la guidai sul cazzo, mi guardo sorpresa, lo strinse un po’ e mi respinse.
– Siediti e mangiamo.
La vidi contenta, era allegra e scherzava. Pensai “Vuoi vedere che veramente e innamorata di me?”, e io cosa provavo? I miei sentimenti erano confusi, ma di una cosa ero certo, aveva affermato di essere vergine e bene, ma devo convincerla che a rompergli la fica e a sverginarla devo essere io e nessun altro.
– Io vado in camera mia, tu fai passare un po’ di tempo che poi credo che siamo noi a sentirci in colpa.
Salutai i miei e andai nella mia camera, accesi il portatile, non ci volle molto e Lory era in linea con Skype, scrissi nel messaggio.
– Ciao ci sei?
– Si ci sono, come ti va?
– Bene e tu?
– Sono felicissima, sono uscita con mio fratello.
– Brava, come e andata.
– Mi ha baciata come donna, con la lingua e mi toccava il culo.
– Che pensi, che anche lui mi ama come io amo lui?
– Non lo so non vi conosco.
– E tu hai fatto qualche passo con tua sorella?
– Non c’è stata l’occasione, devo avere pazienza.
– Adesso lui viene da me con la scusa di aiutarmi a svolgere i compiti. Che devo fare? Lui mi ha fatto capire che mi vuole scopare.
– E tu cosa vuoi concedergli.
– Non sono sicura, per adesso magari gli faccio un pompino, qualcosa devo concedergli.
– Tu hai mai fatto un pompino?
– Una volta un ragazzo inaspettatamente me lo mise in bocca, stavo vomitando anche l’anima. Puzzava di piscio e non so che altro, lo mandai a fan culo. A te lo hanno fatto?
– Certo che sì. Hai trovato un ragazzo sporco, io mi lavo per bene prima, e se sono incontri in auto ho delle salviette umide neutre.
– Penso che cosi possa essere, differente, se lui lo chiedo mi auguro che non mi viene da vomitare, se no lo perdo.
– Se lui ti vuole bene non lo perderai, vai tranquilla e fai solo quello che ti senti di fare. Adesso non vuoi giocare con me? Aiutami a farmi una sega.
– Che posso fare, dimmelo tu.
– Cosa mi faresti se ti presento il cazzo davanti, quasi a toccarti la bocca?
– Niente, anche se e virtuale tradisco il mio amore. Ti saluto adesso arriva il mio amore.
Chiuse, questa veramente si e presa una cotta. Andai in bagno, mi lavai il cazzo e le palle molto accuratamente. I miei erano presi nel seguire la trama del film, potevamo stare un bel po’ tranquilli. Entrai da Lory.
– Mamma e papa che fanno?
– Tranquilla, guardano il film.
Mi distesi sul letto tirandola con me, me la misi su di me e cercai la sua bocca. Inizio un bacio molto delicato, intanto gli accarezzavo il culo. Mi eccitai, il cazzo pressava contro di lei, abbassati i pantaloni
– Voglio farti sentire che effetto mi fai, senti il cazzo come e duro.
– Lo sento, ma io ho paura. Che cosa vuoi da me?
– Voglio godere, fai con la bocca?
– Vuoi che ti faccia un pompino?
– Si mi piacerebbe moltissimo, se non vuoi fa nulla, farò da solo, pensavo che mi volevi bene, fa nulla.
– Io ti voglio bene e vorrei accontentarti ma ho paura, di là ci sono i nostri genitori, hai dimenticato?
– Sicuro che vuoi farlo?
– Si, non l’ho mai fatto, ci provo.
– Vieni qua!
Mi alzai e la portai vicino alla porta, socchiusi la porta, si vedeva il corridoio e non cera nessuno. Mi sbottonai il pantaloni e misi a nudo il cazzo.
– Adesso puoi, io controllo se vengano!
Misi la mano sulla sua testa e l’aiutai a inginocchiarsi, lo prese e vidi che si avvicino al cazzo, capi che voleva assicurarsi che non puzzava e notai che sorrideva. Apri le labbra e prese la cappella, senti la lingua che mi leccava, spinsi a invogliarla a continuare, apri la bocca e lo prese tutto. La tenni ferma, io iniziai a chiavarle la bocca, desideravo sborrare e quanto più presto possibile, non volevo restare a metà se arriva la mamma. Lei assecondava i miei movimenti e non gli veniva il vomito come mi aveva spiegato nella chat. Senti l’orgasmo arrivare forte, la tenni ferma e esplosi tutto il mio godimento, la sperma schizzo con forza. Per lei che era la prima volta, non capi cosa fare e si tiro indietro, la sperma gli schizzo sul viso.
– Amore riprendilo!
Lo riprese, continuo ancora. Mi rimisi a posto e la tirai su, presi una salvietta e gli pulì il viso, la baciai stringendola forte, le lingue si cercavano, mi deliziavo della sua saliva (quando una donna fa un pompino con ingoio, gli fa piacere essere baciata). Si senti la voce di mamma, erano pronti per andare a letto. Rapidi sfogliavamo un libro, stavamo studiando.
– Ragazzi andate a dormire e tardi, domani andate a scuola.
– Mamma domani non ho lezioni, non vado, e lui mi sta aiutando in matematica, una volta che e così gentile, ne approfitto.
– Buona notte ragazzi, non fate troppo tardi.
Come chiuse la porta mi sorrise.
– Sono brava, vero?
– Eh sì che lo sei! Perché hai detto che domani non vai a scuola?
– Perché anche tu non vai e staremo insieme soli fino al pomeriggio. Non sei contento? Dimmi, sei contento di come ho fatto il pompino? Per la prima volta non male, vero?
– E vero, la prossima volta non devi lasciarlo, devi ingoiare la sperma, e l’attimo più bello e lo rovini se lo lasci. O ti fa schifo la sperma?
– E la prima volta e mi piace, quando mi e arrivato il primo schizzo bollente infondo alla gola ho sentito un spasimo nella fica, credo che ho avuto un orgasmo, la prossima volta non lo lascio. Domattina, va bene?
– Certo, domattina possiamo metterci nudi, devo leccarti tutta, adesso buona notte amore mio!
La baciai e andai a dormire, per modo di dire… Ero al buio e pensavo a Lory. Stavo scoprendo un sentimento strano per una sorella, mi vedevo al suo fianco come uomo, fantasia di un malato di romanticismo d’altri tempi. Con i miei pensieri confusi mi addormentai, fu Lory a svegliarmi. Venne in camera solo con le mutandine, si mise sotto le coperte e mi abbraccio. Il cazzo duro fuori dalle mutande era come se conosceva la strada, si mise vicino al monte di venere. Cerco di baciarmi ma rifiutai, non mi piace baciare o essere baciato appena sveglio, devo prima lavarmi i denti e prendere qualcosa. Tutti noi abbiamo l’alito pesante, noi non ce ne rendiamo conto, come dà fastidio a me io posso darlo a lei.
– Lory, devo andare in bagno e facciamo colazione, abbiamo tempo sino alle quattordici.
Andiamo in cucina e facciamo colazione, lei preparo il caffè latte, io andai in bagno a fare le mie pulizie. Quella sfrontata di mia sorella era rimasta solo con la mutandina.
– Lory tu sei una provocazione, ti sembra il modo? Come faccio? Guarda qui, questo mio cazzo e già pronto a farti il culetto.
– Come il culetto? Mica mi vuoi mettere questo cazzo grosso nel culo, non mi farai sedere per un mese.
– Tranquilla, facciamo come L’ultimo tango a Parigi.
– Cosa e questa storia del tango? Il ballo con il cazzo nel culo.
Iniziai a ridere.
– Sai che bella scena, tu davanti a me che balli il tango mentre ti inculo.
– Non ce niente da ridere, spiegami cosa e sta storia.
– E un film dove lui gli abbassa i pantaloni, prende del burro e glie lo mette tra le natiche, cosi il cazzo si lubrifica per bene ed entra più facilmente.
– Si ma sai il dolore…
– Non credo, entrerà lubrificato, forse un po’ appena ti entra la capocchia, poi un volta entrata il resto viene da se, poi dipende da te.
– Preferisco che mi svergini, mi rompi la fighetta. Tanto una volta devo farlo, preferisco che sia tu a sverginarmi, so che sarai gentile.
– Guarda qua in che stato mi hai messo!
Avevo il pigiama, lo abbassai e lui come un pennone al vento usci all’aria, era fiero di se stesso, cosi duro con la capocchia gonfia di sangue e di un colore roseo purpureo.
– Non e stanco? Poverino ha bisogno di coccole. Qua c’è la tua Lory, e qui per questo.
Si inginocchio, lo prese e inizio a leccarlo tutto in torno. Mi abbassai i pantaloni e la guidai a leccarmi le palle, capi subito, sembrava che era esperta, non credo che erano le prime volte che succhiava un cazzo.
– Amore succhialo adesso, prendilo tutto! Come lo succhi bene, mi aspiri l’anima amore. Siediti sopra e te lo prendi nel culo lentamente. Ti piacerà vedrai. Ti sentirai piena e goderai un sacco.
Non rispose, si alzo e prese un po’ di burro, lo spalmo sulla capocchia e vidi che ne raccoglieva un po’ con un dito, se lo mise tra le natiche. Sorridendo si mise a calcioni delle mie cosce dandomi le spalle, presi il cazzo e lo guidai vicino al buco del culo. Forzo verso il basso sino a che la capocchia gli entro e si fermo solo per pochi secondi, l’avevo presa per i fianchi e la pressai lentamente, dal di sotto diedi una spinta e con un piccolo grido lo prese del tutto. Restammo fermi per farla abituare ad averlo dentro.
– Come mi sento bene, e come avevi detto tu. E bello e mi piace un mondo. Mi sento benissimo e sento che e mio, mi appartieni. Che devo fare?
– Adesso inizia a salire e scendere lentamente.
Il culo si era lubrificato a dovere, gli scivolava molto bene e io mi godevo l’inculata.
– Cara mettiamoci con te alla pecorina, cosi ti inculo come desidero io.
Accetto di spostarci, la trattenni per non fare uscire il cazzo, poggio le mani sul tavolo e la presi per le cosce. Mi fece un certo effetto vedere il cazzo nel culo, iniziai a incularla piano, misi la mano avanti e mentre gli pompavo il culo la chiavavo con un dito. Era vergine e avevo timore, non volevo sverginarla con il dito, glie lo volevo piantare nella figa vergine.
– Come e bello, sto godendo.
– Lo senti come sono bagnata? Amore fammi una promessa, mi devi inculare tutte le volte che possiamo.
– Certo che godi, adesso sto per sborrarti in culo. Che piacere godo! Oh mio dio che bello, sborro!
Gli diedi un colpo a piantarmi dentro, lei grido e sborrai. Si tolse, era nervosa.
– Stronzo hai rovinato tutto! Mi hai fatto mal. Perché?
– Scusami, mi sono fatto prendere, o goduto così tanto e non mi sono controllato. Scusato?
– Lo sai che ti voglio bene, vado a darmi una ripulita che ho il burro che mi cola tra le cosce.
– Dopo vado io.
– E se riempio la vasca facciamo il bagno insieme, ti va?
– Si inizia, arrivo tra poco.
Lei andò di la, fini di bere il mio caffè latte. Chiamai la mia ragazza per spiegarle perché non ero andato all’università, si offri di venire a casa da me, ma gli risposi che ci saremmo incontrati la sera al solito posto. Raggiunsi Lory nel bagno, era nuda e pronta per entrare in vasca. Mi strofinava con il sapone e si divertiva a insaponarmi il cazzo e le palle. Ci gioco un po’, si diverti a mettermi un dito nel culo.
– Ti piace? Vedo che si, il cazzo ha dato uno scatto, dimmi ma tu hai provato a farti inculare, magari solo per provarci cosa si prova?
– Non o mai provato e mai lo farò, non interessa e smettila, può darsi che solleticandomi il culo mi eccito, cosa vuoi che ti inculo di nuovo?
– No per oggi mi basta, ho goduto tantissimo, per oggi mi basta. Adesso mi vesto, devo fare delle telefonate e poi preparo il pranzo, tu?
– Studio anch’io.
Dopo averci asciugati e rivestiti, ognuno andò nella propria camera. Accesi il portatile, dopo alcuni minuti arrivo l’avviso che lei era in linea, pensai che mi aveva scritto “Ci sei?”, poi volevo conosce cosa ne pensava dell’incula se ne parlava.
– Ci sei?
– Si ci sono. Come stai?
– Bene, che dico… Benissimo!
– Sono curioso, dimmi cosa ti rende così felice?
– Mi sono fatta inculare dal mio fratello.
– Ti e piaciuto?
– Certo che sì, ma mi dispiace che l’ho mentito. Non era la prima volta che lo prendevo nel culo, l’ho fatto credere che ero vergine anche di culo, ma non lo sono da tempo.
– Chi e stato a farti il servizio? Il tuo ragazzo?
– Ma no, io non ho mai voluto avere un ragazzo, sono innamorata follemente del mio fratello.
– Allora chi ti ha rotto il culo?
– Mi vergogno un po’ a dirtelo.
– Non ci conosciamo dillo se vuoi, se non fa nulla.
– Mi auguro che non mi giudichi una puttana… E stato il mio padre, anche se mio fratello c’è l’ha molto più grande.
– Dai… Mi prendi per i fondelli?
– E vero, te lo giuro. Ti dico tutta le verità! Io sono d’accordo con i miei genitori di portarlo a fare l’amore di gruppo.
– Non ti capisco bene, con chi fare l’amore di gruppo?
– Noi siamo in quattro, e la nostra intenzione e di coinvolgere anche lui.
– E tua madre?
– Con lei facciamo delle grande leccate di fica. Io faccio un pompino a papa mentre lei mi lecca, o lui mi incula e io sono con la testa tra le cosce di mia madre. Penserai che siamo una famiglia deplorevole.
– No, penso che siate fantastici! Tua madre vuole scoparsi tuo fratello?
– Si ne parla spesso, lo desidera tanto e per questo anche se lo amo voglio che scopa con la mamma. Si e capito il grosso cazzo che ha tra le gambe, papa poveretto fa quello che può, ha un affarino piccolo. Ti lascio, ho da fare, ti terrò informato su gli eventi. Ciao!
Chiusi. Ci voleva qualcuno che mi dava uno schiaffo. Era un sogno? Dormivo? Devo svegliarmi… Che qualcuno lo faccia. Guardai il PC e mi resi conto che era vero. Tutto era scritto lì e se sì e inventata tutto per apparire spregiudicata che non era vergine di culo l’avevo capito. Come fare? Come mettermi nel gruppo? Il pensiero di scoparmi mia madre mi andava un sacco. Dovevo provarci e come. Se non era vero mi sarei preso una sberla e chi sa che altro. Dovevo pensarci su, cercai di studiare, mi impegnai così tanto e non mi resi conto del tempo. Venne Lory a chiamarmi, i nostri erano rientrati e il pranzo era pronto.
– Ciao, come va?
– Bene! Tu hai da fare nel pomeriggio?
– Non tanto perché?
– Mi serve aiuto nel negozio, mi aiuti?
– Certo mamma, vengo.
I miei avevano due negozi di abbigliamento, uno lontano dal altro, c’era una gara tra loro non dichiarata, chi guadagnava di più, tutti gli anni vinceva mamma.
– Dobbiamo andare adesso prima dell’apertura, ti dispiace?
– No, andiamo!
Poco dopo uscimmo con l’auto di mamma, e una bella donna e un pezzo di fica. E stata la prima donna nella mia immaginazione quando iniziai alle mie prime masturbazioni. La spiavo nel bagno, cercavo le sue mutandine sporche e cercavo gli odori della fica. Arrivati a negozio
– Mamma che dobbiamo fare?
– Stamattina sono arrivati i nuovi arrivi. Mi aiuti a metterli a posto?
– Io ti aiuto volentieri, ma perché non hai mai voluto assumere un aiutante?
– Non e facile, troppi problemi, meglio da sola.
Gli scatoloni erano nel retro, iniziai, li aprivo e gli passavo gli abbiti. Nel passargli cercavo di toccarla, una volta il seno poi il culo, tutto avveniva come era un gesto casuale. Un’ora dopo avevamo finito. Nel retro c’era un piccolo divano che mamma usava per riposarsi un po’, si mise seduta e si massaggio i piedi, colsi la palla a balzo.
– Che c’è mamma, ti fanno male i piedi?
– Si, e da stamani che mi sono fermata solo pochi minuti per il pranzo.
M’inginocchiai davanti a lei, gli tolsi le scarpe.
– Te li massaggio io, sono bravo, ricordi?
– Si amore che mi ricordo, tutte le sere al mio ritorno a casa ti piaceva massaggiarmi i piedi e intanto sbirciavi tra le cosce, non dirmi che non e vero.
– Mi avevi scoperto e non hai detto nulla?
– Che dovevo dire? Ti piaceva, ti vedevo che eri eccitato e subito andavi in bagno, penso che ti masturbassi, e vero?
– Non posso negarlo, sarei stupido.
– Adesso mi vuoi massaggiare per poter sbirciare di nuovo? E questo che vuoi?
– Mamma mi metti in imbarazzo, non sono più un ragazzino.
– Lo so sei un uomo. E che uomo! Sei l’oggetto di desiderio di molte amiche mie, dai massaggiami pure.
Mi sorrideva, pensai che Lory avesse scritto la verità. Iniziai a massaggiarli i piedi, lei apri le cosce e vidi il paradiso. Guardai lei e sorrideva, la presi per una provocazione, cosi sali lungo le gambe e sino alle ginocchia spingendo il vestito su.
– Che ai, non puoi vedere bene? Le vuoi scoprire?
– Si mi piacerebbe vederti le cosce tutte scoperte. Non ti arrabbiare, mi piacerebbe un sacco toglierti le mutandine, desidero vedere la tua fica, lo immaginata così tanto… Mi accontenti?
– Sono tua madre, capisci cosa mi chiedi? Ti sembra normale?
– Non lo so se sia normale, mi piacerebbe, vuoi ti prego?
– Le tolgo io o vuoi farlo tu?
– Lo faccio io!
Misi le mani sotto la gonna, presi l’orlo del collant e lo sfilai. Continuai con la mutandina, mi sembro un sogno. La sua fica era rasata, iniziai a baciarle l’interno delle cosce, salivo sempre più su e lei mi blocco.
– Basta così, hai visto abbastanza. Cosa hai nella mente? Vorresti arrivare a metterci la bocca sopra?
– Sarebbe stupendo, lasciami fare.
– Ti lascerei fare ma non posso, sono sudata e da stamani che non mi lavo e sento che non emano un buon profumo. Ti lascerò fare in un altro momento, adesso rivestiamoci.
Ero contento che non si era rifiutata, anch’io avevo sentito il cattivo odore che arrivava dalla fica. Mi alzai, presi la sua mano e la tirai su.
– Mamma, di leccarti la fica posso anche attendere, ma darti un bacio questo non voglio attendere più.
Non mi disse nulla, resto in attesa, poggiai la bocca su quella di lei, ci stringemmo in un abbraccio forte mentre le nostre bocche si fondevano in un bacio appassionato. Gli sollevai il vestito e gli accarezzavo la coscia e il culo, fu lei a cercare di aprirmi i pantaloni e tirarmi fuori il cazzo, lo accarezzava.
– Amore vuoi godere? Hai bisogno di sborrare? Sei cosi eccitato… Vuoi che ti aiuti?
– Se vuoi sì!
Non mi attendevo tanto e non ci speravo, si rimise seduta, mi tiro giù i pantaloni e subito prese il cazzo in bocca senza preliminare, subito inizio a succhiare, l’avvolgeva con la lingua, la scena che era davanti a me mi eccitava un sacco. Mia madre seduta davanti con il mio cazzo in bocca che mi faceva un pompino fantastico, a dire poco, era cosi arrapante, non e cosa di tutti i giorni. Puoi leggere nei racconti, quando succede non credi, ti sembra quasi che sogni. Volevo resistere per potere prolungare quel piacere, non ce la feci più e schizzai sperma in fondo alla sua gola. Mi pulì il cazzo con la lingua e mi rimise a posto sia il cazzo che i pantaloni.
– Mamma e stato fantastico! Tu non vuoi godere?
– Avremo tempo ragazzo mio! Adesso vai devo aprire il negozio, prendi la mia auto e all’ora di chiusura mi vieni a prendere, mi farò trovare pulita e profumata. Non solo ti voglio accontentare, desidero averti, voglio che mi fai godere. Ciao, vai!
Cosa, stava succedendo? Stavo vivendo in un sogno o in un’altra realtà. Era possibile cosa succedeva? Nella mia famiglia facevano le orge e io non ero all’oscuro? Ma no, adesso mi sveglio e resterà un sogno, magari resterà un sogno. Mia madre che mi fa un pompino con ingoio e mi attende stasera per scopare. C’è qualcosa che non capisco, adesso mi sveglio.
Alle venti ero al negozio, come mi vide sorrise.
– Vai nel retro, finisco con la signora e chiudiamo.
Mentre mi allontanavo senti mamma dire “E mio figlio maggiore”, la cliente rispose “Complimenti e un bel ragazzo”. Poco dopo mamma mi chiamo, aiutai a chiudere le vetrine le luci e andammo nel retro.
– Attendi un attimo.
Andò nel piccolo bagno, non ci mise molto e fece ritorno.
– Baciami, sono stata in uno stato di attesa tutto il pomeriggio.
Ci baciammo con avidità, sembravamo due amanti che non si incontravano da tempo, iniziamo a spogliarci, uno aiutava l’altro.
– Mettiamo una coperta per terra.
La prese, e la distese.
– Vuoi che ci mettiamo nudi? Penso che lo desideri, vero?
– Si, su questo possiamo anche rimandare, fa un po’ freddo.
– Non sentirò freddo perché sarò tra le tue braccia e mi riscalderai.
Finimmo di spogliarci, ci stendemmo sul pavimento, ci scambiammo dei baci e carezze. Gli accarezzavo i seni, presi un capezzolo in bocca e lo leccavo, con due dite stuzzicavo l’altro. Lasciai il seno e scesi giù verso la fonte del piacere, la figa era di un colore quasi rossiccio, lei aveva i capelli rossi, una novità per me e si notava che si radeva. Misi la lingua tra le labbra della fica come a volerla penetrare, era già bagnata. Mi chiese di mettermi nella posizione del sessantanove, mi girai restando io di sopra e iniziai a leccare e a raccogliere con la lingua i succhi della fica, lei mi spompinava.
– Amore vienimi sopra, scopami. Ti desiderò! Chiavami, fammi sentire questo bello e grosso cazzo, come mi riempie la fica.
Lei lo prese e lo guido, spinsi, entrai in quella figa bagnata e calda.
– Cosi che bello. Mi sento piena, chiavami forte non essere delicato. Mi piace sentire forte il cazzo che ho nel corpo. Fammi godere, e il tempo che faccio da sola.
Misi le mani poggiate per terra, mi sollevai quel tanto da non pesarle addosso. La chiavavo come aveva chiesto lei, ritmo non tanto svelto, ma dei colpi forti. Il mio pube sbatteva con forza sul suo monte di venere, mise i piedi sul mio culo e si teneva abbracciata.
– Fottimi, chiavami cosi! Ho la fica che cola, non ho mai goduto così tanto, sborrami godiamo insieme amore!
Gridammo insieme, era un piacere mai provato prima, non era la solita scopata, venni e lei con me. Ci rilassammo senza uscire da lei, me la girai portandola di sopra.
– Amore e ancora duro, vuoi continuare?
– Ho atteso così tanto che non mi basta, e tu?
– Se lo vuoi lasciami riprendere fiato e riprendiamo. Ti ho fatto proprio bene, chi sa questo bel cazzo a quante l’hai dato.
– Ma no! Che pensi che vada in giro a scopare con tutte quelle che mi vengono a tiro?
– Adesso se ai voglia scopiamo di nuovo, inizio a sentire freddo.
– Basta cosi, rivestiamoci! Ci rifaremo del tempo perduto.
– E vero, mi do una ripulita anche perché devo preparare la cena.
– Mamma e tardi, compra qualcosa in rosticceria.
– Faremo come dici.
Tornammo a casa e dopo cena chiamai la mia ragazza, mi scusai, ci vedevamo l’indomani all’università. Era incazzata nera, si calmerà. Gli augurai la buona notte e mi ritirai nella mia camera. Come era la mia abitudine accesi il portatile, non manco molto che Lory mi mando un messaggio. Il solito “Ci sei?”
– Ci sono, dimmi hai novità?
– Niente di eccezionale, anche se sono arrabbiata con mio fratello.
– Che ti ha fatto di così grave?
– Mi ha ignorata oggi lo stronzo e si e dedicato alla mammina.
– Cosa c’è di male se si dedica a tua madre.
– E che lui non si rende conto di due fattori. Il primo non capisce il fascino che esercita sulle donne e il secondo che quella puttana di mia madre ha la fica che gli prude che se lo vuole scopare. Hai capito perché sono incazzata nera?
– Posso capirti almeno credo.
– E tu che hai fatto? Sei riuscito a farti tua sorella.
– Non lo so, devi capire che per me non e facile, a volte sembra che lo vuole, altre volte si incavola.
– Fai come ha fatto mio fratello, la stringi gli fai scendere la lingua in gola, si bagnerà le mutandine e non dirà di no.
– Devo seguire il tuo consiglio. Dimmi, ti farai chiavare dal tuo fratello?
– Credo che gliela do la mia fica, l’ho conservata per lui ti pare, e arrivato il momento. Ti saluto, devo andare.
Mi distesi sul letto, era chiaro lampante che lo stupido o il cieco ero io, dovevo trovare il modo di unirmi al gruppo di famiglia. Ma come? Poi cera un altro dilemma, ha detto delle due donne, papa aveva un cazzo piccolo in confronto al mio, e se sentiva a disaggio poteva non reggere al confronto, ma non che io sia chi sa cosa, io mi vedo normale, non ho mai fatto confronti con altri e ne con i pornodivi. Quelli sono uomini particolari, ho un brutto difetto, non riesco a farmelo drizzare se ci sono uomini, in un’orgia solo una volta mi capito e feci cilecca per mia fortuna. La ragazza che mi aveva invitato me la scopavo regolarmente, mi capi e spiego agli altri il mio disaggio, non mi senti tanto male nel mio fallimento, nel partecipare all’orgia non ci provai, più.
Il sabato mattina restavamo a casa io e Lory, i nostri vecchi andavano ai rispettivi negozi, ero ancora a letto anche se ero sveglio da un bel po’.
– Ciao dormi? Fammi spazio.
Si mise sotto le lenzuola, mi abbraccio e cerco il cazzo. Si sa che alla mattina, l’abbiamo sempre duro, (ce un indovinello, Perché quando uno si sveglia ha il cazzo duro e quando si alza si ammoscia? La risposta e perché non posso stare due cazzoni all’impedì)
– E già pronto all’uso! Vuoi che ti faccia un pompino? O mi vuoi inculare?
– Ti voglio scopare, mi devi dare la fica!
– Non te la do, ho paura! Lo vorrei credimi, ma non me la sento.
– Come vuoi, che preferisci bere un po’ di crema fresca…
– A volte sei coglione, ti sembra il modo di esprimerti?
– Perché se ti dico fammi un pompino, cosa cambia?
– Con te non c’è verso la vuoi vinta tu come sempre.
– Io mi alzo, devo andare al bagno e poi fare colazione, prima non facciamo niente. Andiamo, magari mentre io faccio colazione, tu ciucci il biberon e ti bevi il tuo latte, ti va l’idea?
– Ti devo succhiare tanto, che mi farai affogare nella sborra.
– E il tuo cazzo!
– Che ne sei cosi orgoglioso, non si rizzerà per una settimana, cosi a quella smorfiosa che ti scopi non avrai nulla da dare.
La guardai, cazzo era gelosa della mia ragazza.
– Fai purè sei tu che ti stancherai.
Ridendo mi alzai, dopo aver fatto le mie pulizie andai in cucina, Lory voleva fare la dura, l’amore che provava per me era forte era lì e mi preparava la colazione. Come me la mise davanti sbattendo i piatti nervosa, si inginocchio, tiro fuori il cazzo senza leccarlo un po’ per inumidirlo se lo prese in bocca. Inizio a succhiare rapido, mi faceva sentire i denti.
– Lory mi fai male, basta! Questo non e piacere.
Diminuì il ritmò, divento più delicata, io continuavo a mangiare, ero duro a godere, se lo desideravo andavo avanti per molto tempo. Basta che penso a qualcosa altro e sborro quanto voglio. Dopo un bel che mi spampinava inizio a mostrare la stanchezza.
– Sei stronzo l’ho capito! So che pensi a qualcosa che ti distrai da quello che provi, io come una stupida a succhiare il cazzo per niente.
– Colpa tua, che vuoi? Adesso vieni, mettiti sopra e inculati. Ti piace lo so e non era la prima volta, mi hai detto una bugia.
– Una mezza bugia.
– Esiste la verità, non mezza bugia. Chi ti ha fatto il culo?
– Non posso dirtelo, mi dispiace.
– E perché sarebbe mezza la bugia?
– Perché lui ha il cazzo piccolo e non mi ha fatto così male. Quando i sono impalata sul tuo mi sono sentita aperta e dopo piena, mi sembrava di sentirlo nella pancia.
– Adesso impalati di nuovo, mi piace vederti quando cavalchi con il mio cazzo nel corpo.
– Sei sadico, ma per farti contento m’impalo.
Prese la crema questa volta, preparo sia il cazzo che il suo buco del culo, questa volta si mise a cavallo, mettendosi di fronte si impalo lentamente. Stronza, così mi toglieva la vista, non potevo vedere il suo culo pieno del mio cazzo. Mise le mani sulle mie spalle e inizio a salire e scendere, presi i seni e gli stringevo sempre molto di più, delicato stringevo i capezzoli per farli indurire. Reagirono al mio massaggio, diventarono duri e presi uno in bocca, lo succhiavo come un bambino succhia il latte dalla madre.
– Mi piace quando mi succhi le tette e mi strizzi i capezzoli.
– Ti piace sentire dolore quando scopi?
– Si anche se non lo so cosa si prova a scopare, adesso conosco solo le inculate.
Gli diedi una pacca sul culo e poi ancora.
– Ti piace? Vuoi che continui?
– Si dai, ancora… Sto godendo! Ancora più forte, cosi, sii…
Sborrai con lei, ci andammo a vestirci per uscire, andammo al centro commerciale a fare la spesa. A me non piace fare la spesa, mi annoio a morte. Sono uno molto pratico, entro vado dritto a quello che mi serve metto nel carrello e via, pago e finisce tutto. No le donne devono guardare tutto e di più. Dal super mercato passammo da mamma, fu contenta di vedermi, non tanto quando vide Lory. Credo che aveva l’intenzione di portarmi nel retro, le donne decisero per il pranzo al momento di uscire.
– Mi vieni a prendere questa sera?
– No, mamma mi dispiace, ho un impegno con Debora. Gli ho promesso che andiamo in discoteca. Ti serve aiuto? Posso nel pomeriggio se vuoi.
– Va bene, devo finire il lavoro che ieri abbiamo lasciato a metà.
Nel fare ritorno a casa Lory era silenziosa, non era nel suo carattere.
– Cosa hai? Hai perso la lingua?
Non rispose, in casa aiutai a mettere quello che aveva comprato a posto e la bloccai
– Mi dici che hai? Perché sei cosi scontrosa, non dici una parola.
– Me lo chiedi? Non porti me in discoteca, vai con quella succhia cazzi della tua ragazza. Non basta, poi ti vai a scopare mamma nel negozio. Non dirmi che non te la scopi perché non ti crederei. Sputa fuori la verità!
– Non so di cosa parli! Cosa pretendi, che io non abbia più una vita mia? Devo ricordarti che sei mia sorella? Con tutto il bene che ti voglio io non so più cosa fare e cosa vuoi. Che ti aspetti da me? Dimmelo!
– Vorrei e desidero più di ogni altra cosa al mondo che mi tratti come donna, che sono io la tua ragazza e per sempre.
– Ma ti senti cosa dici? Che facciamo? Per tutta la vita staremo insieme? Vuoi vivere come una coppia e magari speri di avere anche un bambino?
– Io ne sarei felice di avere un figlio con te.
– No, io lunedì vado dallo psicologo. Sto dando di testa, o sono io o tu. Avere un figlio?? Basta, non voglio più sentire niente. Se ti va mi chiami quando arrivano papa e mamma. Me ne andai in camera mia, ero molto nervoso. Cosa si era messa in testa? Mi darei degli schiaffi da solo. Perché l’ho fatto? Mi sono impegolato in questa storia. Mentre uscivo dalla cucina la senti piangere. Oh mio Dio, aiutami tu! Che devo fare? Come uscirne fuori senza ferire nessuno? Io li amo, sono tutta la mia vita, la mia famiglia, come farei senza di loro?
Fu lei a svegliarmi, era in piedi e mi guardava.
– E pronto! Stronzo sei contento di avermi fatto piangere? Mamma e papa sono a tavola, vieni a mangiare se vuoi che ti devi strozzare.
Gli afferrai la mano e la tirai sul letto abbracciandola.
– Vieni qua golosona mia! Come devo fare con te?
Non gli diedi il tempo di rispondere, gli chiusi la bocca con la mia e gli ficcai di prepotenza la lingua in bocca. Mi dava dei pugni sul petto ma non faceva nulla per liberarsi. La voce di mamma che ci chiamava ci porto alla realtà.
– Ti sei calmata?
– Non del tutto, e tu non trattarmi più così. Non farmi piangere!
Non risposi. Durante il pranzo ero con il capo chino, non volevo guardare nessuno. Finito di pranzare.
– Vieni con me? Mi aiuti a finire?
– Mi dispiace mamma non posso, devo uscire adesso!
Di fatti usci di casa, nell’uscire feci un segno a mamma e lei capi, mi sorrise. Andai al negozio, non tardo molto. Arrivo, entrammo dalla porta del retro come chiusi la porta la presi tra le braccia e ci baciammo.
– Amore non perdiamo tempo che non ne abbiamo, voglio che mi chiavi! Scopami, e da ieri che penso a te. Con questo stupendo cazzo che mi tromba.
La feci poggiare a uno scaffale, gli alzai il vestito, gli abbassai le mutandine e mi chinai. Gli diedi una leccata alla fica e al buco del culo.
– Caro dammi il cazzo, lo voglio sentire che mi chiava.
Lo guidai, entrai di colpo, la presi per i fianchi e iniziai a pomparle la fica. Mi ricordai che a Lory gli era piaciuto farsi schiaffeggiare il culo. Provai con lei, gli diedi una pacca sul culo non molto forte.
– Dai, come sai che mi piace? Dalle più forti.
Tale madre, tale figlia! La presi a pacche sempre più forti.
– Amore godono! Che bello, dai chiavami più svelto.
Gli allargai le natiche aveva un bel buco del culo. Lo tenni aperto e feci cadere un po’ di saliva, fui fortunato, colpi il buco al centro, usci dalla fica.
– Perché sei uscito? Ero pronta per godere.
– Adesso godi di più!
Guidai il cazzo vicino al buco e spinsi. Diede un grido di dolore.
– Perché amore? Te l’avrei dato, ma non adesso che stavo godendo così bene.
– Un attimo e ti piacerà tantissimo.
Iniziai ad incularla, non manco molto che inizio a venire contro al cazzo, ripresi a schiaffeggiare il culo.
– Amore mio avevi ragione tu, e stupendo! Un’inculata con te e fantastica… Ti senti il culo pieno amore! Sto godendo tanto! Cosi! Che bello amore, vengo.
Aumentai movimenti, gli feci una sborrata in quella voragine che era il suo culo. Usci da lei.
– Mamma sei fantastica! Godi su tutto quello che facciamo.
– Sono una donna molto calda e mi piace il cazzo. Ti dispiace?
– A me? E perché mai? Ne traggo vantaggi, ti posso scopare e tutto quello che vogliamo.
La salutai e andai all’incontro con la mia ragazza. Al nostro incontro non ero più convito di volere stare con lei.
– Che hai oggi? Mi sembri assente, non sei più quello di prima. Mi chiamavi dieci volte al giorno, adesso se lo fai e solo per dirmi che non vieni. Hai un’altra? Dillo e la facciamo finita.
– Non ho nulla, sono preoccupato per gli esami. Cosa credi, che sia così facile?
– Quanto rompi tu e gli esami alla scuola. Ma pensa a divertirti, la vita e una sola! Andiamo da qualche parte isolata e ti faccio un bel pompino, cosi ti passa tutto. Altro che studiare.
– Ma tu pensi che un pompino risolva tutto? Io voglio altro dalla vita, desidero diventare qualcuno nel ramo della ricerca e solo studiando ci posso riuscire.
– Tu sei un povero illuso, credi che un giorno scoprirai la medicina contro il cancro e ti daranno il Nobel?
– Non so se scoprirò mai qualche medicina, ma di sicuro voglio collaborare. E il lavoro che desidero fare, anche mia sorella desidera lo stesso.
– Quella e sempre tra i piedi.
– Senti! A me basta cosi, finisce qua! Non voglio più vederti.
– Ma chi ti vuole? Sei un fallito, tu e la scuola… Sai quanti ne trovo che vogliono scopare senza tante manfrine.
– Debora sai che ti dico? Vaffanculo se trovi qualcuno che accetta di incularti questo culo moscio che hai. Sono i pantaloni che lo tirano su, non vali niente, neanche quando fai un pompino.
Sali in auto e mi allontanai con lei che mi insultava. Girai in una strada, mi fermai, non ero arrabbiato al contrario ero sollevato, stavo bene con me stesso. Chiamai, Lory
– Ciao ci vuole molto a cambiarti? Vengo a prenderti e ti porto in discoteca.
– Il tempo che arrivi sotto casa e sono pronta.
Non avevo mai visto Lory cosi contenta. Per evitare d’incontrare la ex, andai in una discoteca fuori città. Non cera nessuno di nostra conoscenza, ci comportammo come una coppia. Erano le tre quando facemmo ritorno a casa. In ascensore mi chiese di baciarla. I nostri vecchi dormivano.
– Lory, mi piacerebbe averti nel mio letto.
– Non possiamo, abbi pazienza e dormiremo insieme.
Il mattino dopo i miei ci svegliano. Amano passare la giornata fuori città e andare sulla costa a pranzare al ristorante. Quella domenica si desiderava stare insieme. Arrivati al mare io e Lory a piedi nudi ci rincorrevamo e ci allontanammo un bel po’ da i nostri.
– Caro sediamoci ti devo parlare.
C’era una barca capovolta, non potevamo sederci ci appoggiammo alla barca.
– Dimmi che hai da dire così importante? Sembra che non sai da dove iniziare.
– E vero, desidero che mi rispondi con sincerità. Va bene?
– Dimmi, ti prometto che sarò sincero.
– Devi sapere che chi mi ha fatto il primo il culo e stato papa. Mi dispiace per lui, il suo cazzo vicino al tuo fa ridere. Quando mi hai inculato la prima volta ho sentito un po’ di dolore, ma non e questo il punto. Mi devi dire… Ti vuoi scopare mammà? Che poi io penso che te la sei scopata già. Questa storia di aiutarla nel negozio non la credo. Te la vuoi scopare.
– Dimmi cosa devo rispondere? Perché mi racconti tutta questa storia?
– Semplice! Dimmi se vuoi scoparla ed e fatta! Mamma, papa e io facciamo sesso a tre. Io e mamma facciamo il sessantanove, papa o m’incula o chiava la mamma. Se ci stai lo facciamo in quattro, sta a te decidere.
– Loro sono a conoscenza, di quello che mi stai raccontando e vogliono che io partecipo?
– Si! Che mi dici?
– Ad un patto, che ti farai chiavare! Io voglio la tua fica, desidero sentirti mia, se per te va bene io accetto.
– Va bene te la do. Scoperai mamma?
– Se lo vuole sì.
– Non fare l’ipocrita! Te la scopi già, lo so. Torniamo indietro e quando gli staremo vicini prendi mamma e baciala. Ficcagli la lingua in bocca e cosi capiranno che hai accettato.
Gli andammo incontro, come arrivammo vicino presi mamma per i fianchi me la tirai a fare aderire i nostri corpi e gli cercai la bocca, gli diedi la lingua e lei l’accolse. Mentre ci baciavamo senti una mano palparmi il cazzo, mi girai, era mio padre. Non duro a lungo sia il bacio che palparmi il cazzo, non cera nessuno, la spiaggia era deserta.
– Ti ho palpato il cazzo solo per costatare se e vero quello che mi hanno raccontato tua madre e Lory, che sei ben dotato. Non pensare che mi piace il cazzo, non sono molto dotato e vero. Mi piacciono la fica e il culo, il culo sempre di una donna.
– Non l’avevo pensato! Poi per la grandezza del cazzo non ha importanza, importa solo come lo usi.
– E quello che si dice. Senti a me, puoi usarlo come meglio puoi, la grandezza conta e come. Prendi loro due, cosa credi? Da quando ti sei inculata Lory e chiavato tua madre non fanno altro che decantare il tuo cazzo che gli riempie e godono come due troie. Donne, torniamo a casa? Desidero vedere questo stallone in azione. E anche un punto di orgoglio e mio figlio.
Tutti e quattro, la prendemmo in allegria, mamma inizio a prenderlo per i fondelli. – – – Caro mio quando vedrai il suo cazzo che ci tromba ti renderai conto di che pasta e fatto nostro figlio.
– Mamma, mi ha chiesto di dargli la fica, e stanco del culo e vuole scoparmi.
– Figlia mia, devi decidere tu se vuoi che sia lui il primo, che ti svergina.
– Lo amo troppo per dirgli di no.
– Come vuoi, lo volete fare questa sera?
– Si con il tuo aiuto, noi quattro insieme.
– E bello da parte tua che desideri farci partecipe alla tua prima volta.
Lory mi prese sotto braccio sino all’auto. Si fece ritorno a casa, tra noi c’era un’aria sospesa di allegria. Avevamo pranzato a base di agnello, un buon bicchiere di vino, solo mamma beveva coca, cosi lei poteva portarci a casa.
– Ragazzi a turno una bella doccia e anche noi, dopo tutti sul lettone.
Un’ora dopo eravamo tutti e quattro nella camera da letto dei miei, con gli accappatoi. Mamma fu la prima a mostrarsi nuda, era una cinquantenne, ma un gran pezzo di fica, non aveva nulla da invidiare a Lory, che di anni ne aveva solo venti. Mi aiuto lei, capi che ero lievemente imbarazzo. Restai nudo, mi fece distendere sul letto, anche papa e mia sorella si misero nudi. Le due donne si misero di lato io nel mezzo e papa dietro a mamma. Il mio cazzo era moscio, forse era dovuto all’imbarazzo, mamma andò immediatamente al sodo e lo prese in bocca, lo succhiava e mi accarezzava le palle. Lory inizio a leccarmi sotto le palle, mamma gli lascio le palle e lei ne fu contenta. Mamma cambio la posizione e si mise su di me, nella posizione del sessantanove, papa si mise di dietro e la inculo mentre lei poggio la fica sul mio viso, vedevo il cazzo di papa che usciva ed entrava in quel culo che avevo assaggiato. Iniziai a lavorare di lingua, era la prima volta che vedevo un cazzo, e che non era il mio a lavorare un culo. Dopo un po’ stavo arrivando al limite. Mamma si libero da papa e fece mettere Lory, distesa gli lecco un po’ la fica.
– Amore ti senti pronta? Vuoi che ti toglie la verginità?
– Si mamma lo voglio dentro di me!
– Apri le cosce e tirale su, ti metto un cuscino sotto al culo cosi glie la offri nella posizione migliore.
Mamma mi invito a mettermi tra le cosce di Lory, per montarla. Prese il cazzo e lo guido.
– Amore entra piano, si gentile.
Diedi una piccola spinta e il cazzo entro solo con la capocchia, mi fermai, spinsi ancora entrai piano senza fermarmi sino a che non entro del tutto.
– Amore vuoi che stia fermo per un po’?
– No, e passato, adesso scopami! Chiavami, sono tua amore! E bello averti dentro di me.
Iniziai a chiavare molto dolcemente nel frattempo la baciavo per tutto il viso, non ci volle molto che lei inizio a gemere di piacere.
– Amore dimmi quando sei pronta per godere, appena posso mi tiro fuori.
– No, perché e così bello! Sborrami nella figa, voglio sentire la tua sborra calda.
Non risposi, continuai a chiavare sino a che mi resi conto che lei aveva avuto più di un orgasmo. Mi tirai fuori e continuai con la mano anche se avevo il cazzo imbrattato di sangue vaginale. Esplosi schizzando la sperma sul suo corpo. Mamma si era premunita di una asciugamano umido, lavo me e pulì lei. Più tardi scopai con mamma mentre papa la inculava, lei si era messa su di me e papa dietro.
– Che bello! E un sogno che si avvera, due cazzi nel corpo, mi sento piena. Scopatemi e inculatemi forte, li voglio sentire i vostri cazzi.
Da quel giorno scopavamo a quattro tutte le volte che si desiderava di farlo. Mamma mi disse “Da oggi dormite insieme siete cosi giovani, godetevi la vita, usate il preservativo.”. Due sere dopo, eravamo nella mia camera.
-Amore guarda! Gli feci vedere il contatto su Skype.
– Amore mi prendi per stupida? Lo sapevo che eri tu, volevo farti capire cosa desideravamo, tutto qua.
– Sono un cretino! Come ho fatto a non capire? Fa niente, sono felice di come sono andate le cose.
Mi laureai in ricerca farmaceutica, cercai lavoro tra mille difficoltà lo trovai. Due anni dopo anche Lory si laureo, anche lei in cerca del primo impiego. Una sera ero al PC cercando un lavoro adatto a lei, navigando su Internet, trovai un sito americano.
– Amore guarda, che ne pensi?
– Prendono noi? Chi sa quanti ci hanno provato.
– Che ci costa? Io scrivo e come va, va. Ma se dicono di sì che facciamo? Ci trasferiamo in Florida? Ma se prendono solo te?
– Non se ne parla, ho insieme oppure non se ne fa niente, tu vieni con me.
– Sicuro chi ti lascia.
Mandai tutto quello che serviva e non ci pensai più. Una sera squillo il telefono erano loro, dopo varie trattative ci fu l’accordo un mese dopo partimmo. Con la benedizione dei nostri vecchi non avevamo specificato che eravamo fratelli, accettai un solo appartamento ed ebbe inizio un periodo felice. Un buon lavoro ben pagato, scopavamo tutte le volte che si desiderava, quasi tutti i giorni.
Un giorno venne a turbare la nostra felicità, quando Lory scopri di essere incinta, fu una tegola. Si parlava con mamma tutti i sabati pomeriggio, Lory chiese consiglio a mamma, quella non si scandalizzo, disse
– Eh bravi i miei ragazzi, mi renderanno nonna!
Venne al mondo una bellissima bambina e Lory, la volle chiamare con il nome di nostra madre, Loredana. E questa la nostra storia.