Con mamma e mia figlia

Il mio matrimonio andava male, ogni giorno peggio, mia moglie non era mai contenta di nulla, non si sentiva realizzata, la soffocavo con il mio amore e si sentiva prigioniera. In questi casi la colpa non e mai di uno solo. La mia colpa era di amare lei e nostra figlia di diciotto anni.
Un giorno tornai dal lavoro, trovai l’appartamento vuoto, sul tavolo in cucina un biglietto.

“Non volermene, ti prego abbi cura di Piera. Non ho cercato di portarla con me per due ragioni, la prima e che ama più te che me e la seconda che non so dove vado e dove mi fermerò, addio Silvia.”

Girai per casa come un automa non provavo nulla, si era creato il vuoto nella mia mente, non provavo né dolore, nulla, anzi sembrava di avere un senso di liberazione, scesi giù da mia madre.

– Piero che cosa ti e successo, hai una faccia da funerale?
– Mamma, Silvia e andata via e mi ha lasciato!
– Piera come la presa? Dove e andata?
– Non lo sa ancora non e in casa.
– Piero non te la prendere, lo sai che non sono stata mai d’accordo, ti sei liberato d’un fardello, pensa a tua figlia avrà bisogno di te adesso più di prima.

In quell’istante suono il citofono era Piera. Gli spiegai cosa era successo. Mi venne vicino e disse.

– Papa e meglio cosi, ormai stava sempre a lamentarsi di tutto.

E inutile raccontare il resto, dopo aver cenato da mia madre salimmo da noi. Piera andò in camera sua e io nella mia. Mi spogliai e solo con le mutande mi distesi sul letto accesi la tv. Poco dopo entro Piera.

– Papa, posso stare un po’ con te non mi va di dormire.
– Certo che puoi, si distese al mio fianco toccando il suo corpo con il mio, distesi il braccio lei appoggio la testa e si strinse verso di me.
– Papa ti manca la mamma.
– Piera a dirti la verità, no! Mi dispiace per te.
– Per me? Se lei e andata via lasciandomi senza una parola perché devo piangere per lei, adesso avremo più tempo per noi. Non abbiamo bisogno di nessuno e vero?
– Certo amore mio, tutto il mio tempo lo dedicherò a te.
– Lei rompeva che non voleva che giocassi più con te, sei grande mi diceva, io nella mia camera ne soffrivo mi mancavi, mi mancava il nostro gioco preferito.

Quando era più piccola, gli toccavo la bocca naso fino alla fighetta, chiedendogli “Di chi e questa?” E lei rispondeva “Del mio papa.”

– Giocheremo sempre fino a che lo vorrai mi resti solo tu, almeno finché non troverai un ragazzo e mi lascerai anche tu.
– Papa io resterò sempre con te, non m’interessano i ragazzi stupidi cercano di portarti sempre nel bagno.

Mi girai per guardarla.
– Piera non sei andata nel bagno con i ragazzi?!?
Nel girarmi con la mano che avevo sotto il suo corpo gli toccai la tetta, sembrava di marmo di com’era dura, mi stavo eccitando non volevo ma il cazzo si stava ingrossando sempre di più. Restai fermo con la mano vicino al seno.

– Piera adesso vai in camera tua a dormire.

Avevo il timore che poteva vedermi in che stato ero, volevo che andasse via e volevo che restasse.

– Ci sono andata una volta sola poi non ho voluto più.
– Cosa avete fatto?
– Niente, volevano toccare sotto al vestito ma io non ho voluto e sono andata via.

Con la scusa di aggiustarla nel braccio presi il seno in mano e lo tastai, anche se fu per un attimo, era venuta sul letto con una sottanina. Guardai verso le cosce era scoperta quasi fino alle mutandine, come il più grande dei depravati mi girai leggermente verso di lei volevo farle sentire il cazzo.

– Papa lasciami dormire qui con te!
– Ti lascio stare qui se mi fai due promesse.
– Dimmi cosa devo prometterti?!?
– La prima che non dirai nulla alla nonna che hai dormito con me, sai non capirebbe l’amore che ce tra noi, poi che non vai nei bagni con i ragazzi e non ti fai toccare sotto il vestito.
– Promesso.
– Dormiamo adesso! Spensi il televisore e la luce del comodino.
– Buona notte amore mio!

La baciai sulla fronte e gli accarezzai il viso, lei si strinse ancora di più a me. Ero eccitato, al massimo ci eravamo messi di fianco e stando abbracciati il cazzo pressava contro il suo ventre.

– Piera amore ma tu mi vuoi bene?
– Certo che ti voglio bene, sai quanto mi hai fatto soffrire dal momento che non mi accarezzavi e ne giocavi con me?
– Scusa amore mio, ma tu non sei più una bambina e già non dovresti stare qui con me.
– So bene di non essere più una bambina, ma me piace farmi fare le coccole da te, del resto sarà il nostro segreto.
– Anche a me mi mancavano i nostri giochi, ma tua madre mi rimproverava diceva che non eri più una bambina.
– Adesso non c’è più lei a rompere e noi faremo quello che ci va di fare vero!
– Si amore adesso si può tutto, ti ricordi quando venivo ad augurarti la buona notte.
– Si, mi hai fatto piangere quando non sei venuto più.
– Lo facciamo da adesso tutte le sere, sei contenta?
– Sì sì, mi piaceva quando mi chiamavi la tua patatina, rifacciamolo!
– Piera amore ricordati che ai promesso di non farne parola con nessuno lo sai che non capirebbero.
– Lo so bene, se lo sa la nonna comincerebbe anche lei a rompere.

Ero pazzo quella ragazzina era mia figlia, ma il piacere che provavo era così intenso e bello che non ragionavo più.

– Facciamo come allora! Mentre io inizio a baciarti tu abbassati le mutandine.
– Un bacio sulla fronte per dimostrare a Dio che tu sei il mio tesoro. Uno sul tuo nasino, uno sulla bocca per giurarti il mio eterno amore e uno sulla patatina per farti giurare che e mia.

Restai sorpreso, aveva tanti peli sulla fighetta, diedi un bacio e rapido passai la punta della lingua tra le labbra della fica stavo per sborrare mi tirai indietro.

– Sei contenta adesso che abbiamo ripreso il nostro gioco?
– Sono contentissima e lo sono di più se sei contento anche tu.
– Lo sono amore mio, mi hai fatto la sorpresa, hai messo i peli sulla patatina, ero rimasto con la mano sulla coscia.
– Se vuoi, li taglio se non ti piace.
– Ma no amore, e più bella così. Te la mangerei per quanto devi essere bella.
– Accendi la luce, così mi guardi!
– Domani amore, adesso abbracciami forte e dormiamo.

Stese le mani per tirarsi su le mutandine.

– Amore resta così, mi piace sentire il calore del tuo corpo.

Il cazzo era fuoriuscito dalle mutande, come il più grande dei depravati me la strinsi forte, mettendo la mano sul culo.

– Papa e bello stare qui con te, staremo sempre cosi vero. Non cercherai un’altra donna adesso che mamma e andata via. Io lo so che non andavate d’accordo, per tanto non c’è l’ho con te se lei e andata via.
– Stai tranquilla, non cercherò un’altra donna, e poi ho già una.
– Chi e? La conosco?
– Sei tu angelo mio!
– Papa, perché da questa notte non facciamo il gioco di marito e moglie?
– Va bene mogliettina mia, quando saremo soli la notte giocheremo a marito e moglie dormi adesso.

Passo un po’ di tempo senza fare un solo movimento. Appena sentì il suo respiro regolare, mi sciolsi dal suo abbracciò, accesi la luce da notte e la guardai, era stupenda era rimasta con le mutandine abbassate. Il monte di venere era accennato da una peluria. Lentamente fini di sfilargli le mutandine, delicatamente feci in modo che apriva un po’ le cosce, con due dite gli apri le grande labbra e passai la punta della lingua con l’altra mano iniziai a masturbarmi. Furono sufficienti pochi istanti per sborrare e fu tanta. Dopo avermi pulito mi riaccostai a lei, l’abbracciai e lentamente dandomi del pervertito mi addormentai.
Mi sveglio il profumo del caffè appena fatto, stavo per alzarmi quando lei entro con il caffè.

– Che brava la mia mogliettina mi porta il caffè a letto!

Mi rispose sorridendo, dopo aver bevuto il caffè:
– Vieni qui amore mio dammi un bacio.
– Papa dobbiamo rimetterci in ordine presto adesso che non ce mamma può salire la nonna.
– Deve bussare, e un bacio me lo puoi dare!

Mi venne vicino e sì chino per baciarmi. La presi nei fianchi e me la tirai su di me, inutile dire che mi eccitai subito.
– Papa lasciami, può venire la nonna mi trova così e sto ancora senza le mutandine.
– Ancora senza mutandine sei? Fammi vedere!

Stesi la mano e gli accarezzai il culo, il mio culetto d’oro, glielo accarezzai, passai le dite tra le natiche e lei si rilasso stringendosi a me.

– Amore ti piace che ti accarezzo vero?
– Si provo dei brividi per tutto il corpo sembra come prendere la corrente ma leggera. Starei delle ore cosi con te, ma sarà meglio che mi alzi prima che sale la nonna, tanto questa sera avremo tutto il tempo che vogliamo vero.
– Certo amore mio, ma non mi hai fatto vedere la patatina con su i peli come e.
– Questa sera, adesso si fa tardi.
– Oggi e domenica che ne pensi se usciamo nel pomeriggio, possiamo andare a Luna Park.
– Andiamo da soli ho pure vediamo se viene anche la nonna.
– Se vuole venire perché no.
– Di sicuro verrà almeno se non deve andare a giocare a ramino.
– Mi lasci andare adesso? Mi piace stare cosi con te, pero penso che sia meglio se vado a vestirmi.

In quell’istante suono il telefono mi alzai a malincuore, era mamma mi chiese se scendevo da lei per il pranzo, mi chiese se Piera voleva andare a messa con lei. Piera mi fece segno di no. Mentre parlavo con mamma, avevo messo la mano nel fianco, la strinsi a me e scesi con la mano sul culo.

– Mamma dorme ancora, sarà meglio lasciarla dormire. Fa la forte ma soffre per sua madre, ci vediamo più tardi. Mamma ho pensato che nel pomeriggio voglio portarla un po’ in giro e andare a Luna Park vieni con noi?

Mi rispose di sì.

– Piera ai visto avevi paura che salisse, perché non sei andata a messa con lei?
– Non mi va, possiamo stare un po’ insieme.

Quando parlavo al telefono lei per sentire si era accostata a me, gli misi una mano nel fianco e stringendola dolcemente gli dissi

– Amore io vado a fare il bagno, abbiamo solo un’ora e poi dobbiamo scendere giù.
– In verità pensavo che andassimo sul letto a giocare per un po’.
– Non mettere il muso andiamo ma solo per pochi minuti.

Andammo in camera da letto, mi distesi sul letto incurante che del mio stato di eccitazione, lei si distese al mio fianco.

– Che gioco vuoi fare?
– Di marito e moglie.
– Piera amore mio e un gioco pericoloso, lo sai se tu parli con qualcuno papa potrebbe entrare nei guai.
– Papa non sono così ingenua come pensi, stai tranquillo che mai e poi mai dirò e faro qualcosa per violare il nostro segreto.
– Ti credo amore!

La baciai delicatamente sulla bocca, misi una mano tra le sue cosce lei le apri, con un dito cercai il clitoride ed iniziai a masturbarla dolcemente.

– Ti piace che ti tocco cosi.
– E bello papa, continua, mi sente scogliere tutta.

Tornai di nuovo sulla bocca e questa volta insinuai la lingua nella sua, mi corrispose giocando con la mia lingua. Mi sa che aveva già baciato prima non era un’esperta ma nemmeno ingenua. Dopo un po’ lasciai di baciarla

– Amore mi piacerebbe baciarti le tette vuoi.
– Quello che vuoi tu.

Erano piccole ma come ho già detto erano dure come il marmo, ne presi una in bocca. Intanto continuavo e masturbarla, lasciai il seno e tornai alla bocca.

– Amore ti piace?
– Oh sì papa e bello!

Lasciai di masturbarla e me la tirai addosso

– Amore sollevati per un attimo, presi il cazzo, amore apri le cosce ecco così appoggiati di nuovo a me. Brava cosi, adesso stringi leggermente le cosce adesso fai dei movimenti delicati andando su e giù. Inizio a fare quello che gli avevo chiesto.
– Cosi va bene papa?
– Si amore mio, ma tu dimmi mi vuoi bene? Non pensi male di me che stiamo facendo questo?
– Papa e quello che volevo.
– Dimmi amore e la prima volta che provi il cazzo?
– Si e la prima volta ed bello, lo sento caldo e grosso. Io ho visto quello dei ragazzi della mia età, ma sembrava un pistolino e loro ne erano fieri, se vedono il tuo si andrebbero a nascondere.
– Amore mio e stupendo, quando te lo dico togliti rapidamente meglio evitare che ti sporco.

Volevo evitare di sborrare tra le sue cosce, non si può mai sapere ci mancherebbe anche di metterla incinta.

– Papa sto provando qualcosa di bello, non so spiegarti, ma e così bello.
– Che senti? Come dei liquidi nella fica?
– Si mi sento tutta bagnata.
– Non aver timore, stai godendo, hai avuto un orgasmo.

Mi girai di fianco portandola con me, m’insalivai un dito e tastai il suo buchetto prezioso, non potevo e non volevo chiavarla, potevo prepararla per incularla.

– Amore adesso lo metto dentro, se ti fa male dimmelo che lo tolgo, forzai ed entrai. Ti fa male?
– No, solo appena l’hai messo adesso non più.

Stavo resistendo per non godere ma non resistevo più, mi allontanai da lei presi il cazzo e continuai con la mano e venni. Guardai verso di lei, mi sorrideva, baciandola sulla bocca, gli chiesi

– Piera ti e piaciuto? Non pensi a papa come a uno sporcaccione?
– Papa e quello che volevo, non sapevo che era così bello, io ti voglio bene e voglio che stiamo cosi come adesso tutte le notti. Posso toccarlo?
– Cosa, vuoi toccare?
– Il cazzo.
– Prendilo se vuoi!
Lo prese, in mano e lo accarezzo per tutta la sua lunghezza.
– Papa ma e grande, e la testa sembra di seta di come e liscia. Papa mi prometti che me lo dai sempre? E stupendo tenerlo in mano, ed e stato di più sentirlo tra le cosce.
– Ti piace il cazzo e io te lo do sempre, adesso dagli un bacio a lui piace sapere che a te piace.
– Dove devo baciarlo?
– Sulla capocchia.
Lo bacio sulla, punta.
– Cosi o di più.
– Come vuoi tu. Ti piace baciarlo?
– E strano ma mi piace.
– D’accordo questa sera mettiamo un film porno cosi vedi come fa una donna con il cazzo con la bocca, vuoi?
– Si tutto quello che vuoi tu!
– Per il tuo diciannovesimo compleanno, cosa desideri per regalo?
– Nulla papa, mi basti tu e il mio migliore regalo.
– Amore adesso alziamoci e passato già molto tempo e dobbiamo prepararci.

Dopo aver fatto le mie pulizie entro lei nel bagno io mi vesti e gli dissi che scendevo giù dalla nonna, (mia madre non era la classica nonnina era abbastanza giovane).
Devo spendere due parole per lei, resto incinta di me appena quindicenne, io ne ho trenta, per tanto lei a quarantacinque. E un gran pezzo di donna, mio padre andò via non si sa dove molti anni prima, non so il perché ma non ha mai voluto mettersi con un altro uomo.
Avendo le chiavi, entrai senza bussare

– Mamma sono io.
– Un attimo Piero.

La voce mi arrivo dalla sua camera, mi diressi lì, la porta era socchiusa, restai a bocca aperta. Mamma si stava cambiando ed era in mutandine e reggiseno a dire poco uno schianto. Tornai sui miei passi ma cosa stavo diventando pazzo, prima mia figlia adesso mia madre solo a vederla mi ero eccitato. Poteva essere solo l’abbandono di mia moglie. Con mia figlia ho provato sempre qualcosa di diverso, e mia madre qualche volta mi ha dato da pensare ma mai come oggi.

– Piero a chi pensi?
– A nulla e tutto!

Lei si mise vicino a lavello, non so cosa mi prese, ho pure si, il fatto sta che mi avvicinai a lei da dietro e passando le mani sotto al seno me la strinsi a me, ho la mamma più bella del mondo.

– Adulatore che non sei altro sono anni che non ti sei avvicinato a me salvo per farmi gli auguri.
– Da oggi ti farò tanti complimenti e ti bacerò tantissimo.
– Come potrei stancare di te sei stato l’unica ragione della mia vita.

La baciai sulla guancia e sul collo, la strinsi un po’ di più e mi accostai con il bacino al suo meraviglioso culo. Indossava una veste sottile quasi trasparente, avevo il cazzo duro che pressava contro di lei, poteva essere che non lo sentiva.
– Piero amore mi lasci preparare.
– E bello poterti tenere cosi.
– Puoi farlo quando vuoi, ma adesso devo preparare.
– Posso stringerti e baciarti cosi come adesso? Scesi con la mano e la misi sul ventre.
– Come vuoi tu, che problema ce?
– Sei bella! La baciai sulla guancia sul collo lei si giro un po’. La baciai sulla bocca, e contemporaneamente misi la mano sul monte di venere.
– Piero smettila dai adesso arriva Piera e non e pronto.

La lasciai anche se a malincuore. Mi venne un idea anche se poteva sembrare assurda, il mio lavoro era organizzare eventi di moda, avevo uno studio ben avviato, una ditta di biancheria per signore passati i quaranta mi aveva commissionato un servizio dimostrativo, e fino a quel giorno non avevamo ancora deciso per la modella. Mamma poteva essere la modella che cercavo.
Suono il campanello della porta era Piera.

– Come sei bella amore mio.
– Papa dopo pranzo usciamo?
– Certo amore viene anche nonna.
– La nonna mi piace lo sai pero pensavo che uscivamo da soli, mi sarei sentita la tua ragazza.
– Lo sei amore, pensa che da questa sera ci baceremo e ci accarezzeremo come due fidanzati non sei contenta?
– Si lo sono.
– Andiamo in cucina la nonna e quasi pronta.

Poco dopo ci mettemmo a tavola, avevo Piera alla mia destra e mamma di fronte. Mia figlia era occupata a mangiare. Allungai un piede e toccai quello di mamma, lei mi guardo e mi sorrise, glielo accarezzai salendo lungo la gamba. Mi allungai fino a che misi il piede tra le ginocchia, mi mimo “Smettila ti può vedere”. Mi rimisi a posto, finimmo di mangiare, mamma inizio a sparecchiare, Piera chiese se poteva aiutare, mia madre disse che era meglio di no per evitare che si sporcava, disse che nell’attesa andava nella camera a guardare la tv. Come usci mamma sotto voce mi disse.

– Piero cosa ti esaltato in mente di fare quel giochetto sotto il tavolo? Se Piera capiva cosa pensava di noi.
Mi ero avvicinato e prendendola per i fianchi gli dissi.
– Scusami ma mi e venuto un desiderio cosi grande di toccarti che non ho pensato a quello che facevo.
– Piero non c’è nulla di male, ma lei poteva capire male.
– Ai ragione ti chiedo scusa di nuovo, ma il desiderio di toccarti mi e rimasto.
– Smettila matto siediti. Mi spinse ridendo verso la sedia, lei inizio a lavare i piatti.
– Mamma ho avuto un idea, giorni fa ho firmato un contratto per organizzare una presentazione di indumenti intimi per donne over. Mi vuoi fare da modella?
– Tu sei tutto matto, io mi vergogno.
– Mamma per il provino sarò solo, per tanto non ai nulla da vergognarti, poi sei bella hai un corpo fantastico. Intanto aveva finito con la cucina, mi avvicinai e prendendola nei fianchi, dai mamma dimmi di sì.
– Piero non sono più una ragazzina.
– Mamma tu sei bella, dimmi di sì dai ti prego se non va bene lo sapremo solo io e te.
– Va bene mi hai convinta! Adesso lasciami mi vado a cambiare.
– Ti voglio un mondo di bene, me la strinsi forte a me, e gli accarezzai la schiena!
– Piero amore mio lo so che mi vuoi bene, ma non soffocarmi, se viene Piera penserà che siamo diventati matti a stare cosi abbracciati.
– Ti dispiace, che ti abbraccio?
– Ma non capirà. Mi piace che lo fai, pero preferisco quando siamo soli, mi potrai tenere cosi per tutto il tempo che vuoi.
– Mamma scusami ma devo dirti che io provo una sensazione bella diversa del passato, mi piace toccarti stringerti e baciarti tutto il giorno.
– Ne sono felice, ma come ho già detto quando siamo sicuri di essere soli.

Poco dopo uscimmo andammo sul lungo mare, di là mangiando un gelato andammo a Luna Park. Piera inizio come al solito a voler andare dappertutto, vicino al tunnel dell’amore
– Mamma andiamo!
– Piero non sono più una ragazzina.
– Ma non sei una matusalemme, e poi al buio posso toccarti vieni.
– Tu sei tutto matto e io che ti do ascolto.

Prendemmo, posto gli misi una mano sulla spalla e la strinsi dolcemente.

– Piero ma che ti prende, ti comporti come se non fossi tua madre.
– So bene chi sei, ma so che stando al tuo fianco sono felice come mai prima d’ora.

Come entrammo nel tunnel la baciai sulla guancia sulla bocca che restava chiusa. Misi la mano sul ginocchio e lentamente sali verso su fino a sotto il vestito, come grande sorpresa aveva le calze auto reggenti, misi la mano nel mezzo pensavo che me lo Impediva, apri le cosce per favorirmi, riuscì appena a sentire i peli che fuoriuscivano dalle mutandine.

– Piero smettila stiamo per uscire.

All’uscita Piera ci aspettava.

– Papa ci sono, degli amici vi dispiace se vado con loro?
– Vai pure solo non fare tardi!

Gli diedi un po’ di soldi, mi bacio e nell’orecchio mi sussurro “Torno presto ho voglia di andare a letto presto”. Scappo via.

– Piero e noi che facciamo?
– Vieni passeggiamo un po’ poi dopo ritorneremo a casa.
– Come vuoi.

Gli misi la mano sulla spalla ed iniziammo a girare tra i vari giochi, lei non parlava, lentamente la portai verso la spiaggia, ci allontanammo molto dalla calca, ad un certo punto la spiaggia fa una curva e ci sono delle barche tirate a secco. Mi fermai vicino a una grossa barca ci nascondeva da occhi indiscreti.

– Mamma cosa hai? Non hai detto una parola.
– Piero cosa credi che sia stato facile farti mettere la mano dove sai senza dire nulla?
– Mamma forse ho sbagliato ma ti ripeto, per la prima volta nella mia vita sono felice. Non penso che sei mia madre, penso solo che ho una donna splendida al mio fianco. Iniziai a baciarla per tutto il viso. Ti amo, ti amo amore non mi respingere so bene che il nostro e un amore impossibile, ma ti amo ed era vero.
– Davvero mi ami? Non devi scambiare l’amore filiale con quello di uomo donna.
– Sono sicuro di quello che dico. Ti amo, dimmi di si amore mio, dimmi che mi ami anche tu.
– Amore mio io ti amo dal giorno che sei nato.
– No non quello tipo di amore.
– Piero sono frastornata, non e tutti i giorni che tuo figlio ti dichiara di amarti.
– Lo so amore! Non avevo smesso un solo istante di baciarla per tutto il viso, dimmi di sì amore e saremo felici per il resto della nostra vita.
– Piero amore ma tu mi stai chiedendo di diventare amanti e il più grande dei peccati l’incesto, lo capisci? Se io non faccio la forte vivremo nel peccato e saremo dannati per l’eternità.
– Mamma, cosa vuoi che mi interessa? Se amarti vuol dire peccato, peccato chi lo ha mai detto. Chi ha fatto queste leggi? Poi lo sai che io sono un non credente, di quale inferno parli? Il nostro inferno e qui possiamo vivere felici. Abbiamo preso un po’ di paradiso, vivi male? Sei infelice? Vivi il tuo inferno personale.
– Piero torniamo a casa, non mi va di continuare questo discorso qui nascosti come due amanti, con te che continui a baciare e le tue mani non stanno un attimo ferme.

– Amore anche se ci vede qualcuno penserà che siamo amanti che problema hai.
– Se ci vede uno sconosciuto, posso anche fregarmene, ma se per caso se passa qualche conoscente che figura facciamo?
– Hai ragione tu come sempre.

Gli misi il braccio sulla spalla e la strinsi leggermente, lei ricambio mise la sua mano nel mio fianco e si strinse a me.

– Mamma in privato, posso chiamarti per nome?
– Credi che se mi chiami per nome, dimentichi chi siamo?
– Non potrei, solo sarà più bello più intimo.
– Piero dico no e per una semplice ragione, potresti farlo davanti a gli altri, a tua figlia, qualcuno potrebbe chiedersi perché, poi mi sembra che dai per scontato che io abbia detto di sì.
– Non lo do per scontato ma so che tu provi quello che provo io. E solo il tabù dell’incesto che ti fa paura, si sincera!
– E vero non lo nego, e radicato in noi la paura del peccato.

Intanto era calata la sera, nel posto dove eravamo era in penombra delle luci del Luna Park. Mi fermai presi il suo viso e guardandola negli occhi gli dissi

– Amore ti amo, come mai potrei amare un’altra donna? Amami ti prego!

La baciai sulla bocca, misi la lingua nella sua e fu stupendo perché mi corrispose e non solo con la lingua, accarezzava i miei capelli e si stringeva a me ed il non trovavo pace con le mani, pochi minuti poi mi respinse delicatamente.
– Piero ti prego, basta, portami a casa!
– Sei arrabbiata?
– No stai tranquillo, qui ho sempre paura che ci veda qualcuno.

Arrivati nella zona di luci e bancarelle
– Se vuoi restare ancora, restiamo possiamo fare dei giri sulla ruota panoramica.
– Piero no veramente preferisco far ritorno a casa.
– Come vuoi.

Mentre guidavo stesi la mano e la misi sulla coscia lei prese la mia con la sua e me l’accarezzo.

– Pensa a guidare.
– Lo disse ridendo.

Aveva accettato il mio amore.
Come entrammo in casa e chiudemmo la porta, la presi tra le braccia e ci baciammo con trasporto e amore. Misi una mano lungo la coscia e gli sollevai il vestito, inizia ad accarezzarle prima la coscia lentamente poi il culo. Passai le dite nel solco di Pesca, passai davanti misi la mano nel mezzo delle cosce scostai le mutandine ed iniziai a farle un ditalino.

– Piero amore fermati un attimo, mi sto facendo trasportare dal tuo entusiasmo, desidero parlare un po’ andiamo in salotto, fai il bravo.

Andammo di là nel salotto, ma non la lasciai ero sempre abbracciato a lei, ci sedemmo, e volevo iniziare di nuovo.

– Piero ti pregò, non abbiamo molto tempo che arriva Piera, ascolta con attenzione quello che ho da dirti. La tua può essere una infatuazione dovuto alla perdita di tua moglie adesso vuoi aggrapparti a qualcuna, ma non puoi farlo con me che sono tua madre, mi dirai che ti o corrisposto ai baci ed e vero, non ti nascondo che mi e piaciuto baciarti anche se non avrei dovuto ci siamo baciati da amanti. Domani o tra un po’ di giorni tutto tornerà nella norma e sarà solo un bel ricordo di questa sera anche se peccaminoso.
– Non e come pensi tu, mia moglie non la penso, e stato solo ieri che mi ha lasciato e pure mi sembra che non ci sia mai stata. Adesso non abbiamo molto tempo che viene Piera di sicuro, baciamoci ancora un po’ vuoi?
– Come devo fare con te? Non vuoi capire! Baciami se vuoi!

Iniziammo a baciarci misi la mano direttamente tra le cosce, in quell’istante suono il citofono, era mia figlia, mentre attendevo che salisse.

– Mamma domani mattina verrai con me allo studio?
– Si verro, ma hai promesso che staremo noi due da soli.
– Promesso! Dimmi che mi ami!
– E inutile parlarne ora lascia che riesco a capire che tutto questo non sia un sogno.
– Mamma scusa ma prima quando ti o accarezzato ho sentito dei peli fuori delle mutandine ti dispiace eliminarli, sai per le foto.
– Piero mi fai vergognare.
– Scusa!
– Perché tu fai tutto facile, comunque lo farò!

Andò in cucina. Piera come entro si aggrappo al mio collo e rapida mi bacio sulla bocca.

– Papa ti dispiace che sono andata con gli amici, non mi porti il muso?
– Che vai a pensare amore? Hai mangiato le solite porcherie?
– Abbiamo preso una pizza e una cola.
– Non vuoi nulla per cena?
– No, sono piena. Non voglio mica diventare grassa.
– Un po’ lo sei, guarda qua che bel culetto che hai, ovviamente parlavo sotto voce.
– Perché, e grosso?
– Ma no amore dopo te lo mangio.
– Andiamo subito di sopra, non perdiamo tempo qui.

Andammo in cucina.
– Mamma non preparare nulla lei ha mangiato già, io prenderò un bicchiere di latte, Piera deve ancora fare i compiti per tanto saliamo. Sali da noi più tardi?
– No Piero ci vediamo domani, adesso devo mettere un po’ d’ordine nei miei pensieri.

Come entrammo in casa, e chiusi la porta.

– Papa baciami.

Poggiai delicatamente la bocca sulla sua, gli diedi la lingua, misi la mano sotto al vestito ed gli accarezzai il culo. Passai le dite tra le natiche e forzai, con un dito entrai nel buco del culo, iniziai ad andare dentro e fuori.

– Papa come e bello, continua.
– Ti piace il dito nel culo?
– Oh sì, e stupendo. Mi sento venire meno sulle gambe.
– Ti fa male?
– No, te l’ho detto e stupendo!
– Adesso ne metto due dimmi se senti dolore la smetto, forzai ed entrai con due dite. Lei diede un sospiro, ma non disse nulla. Andai un po’ dentro fuori, dopo un po’ la smisi. Piera basta per adesso, adesso o voglia di fare la doccia.
– Dormo con te vero?
– Certo amore, ti devo baciare tutta.

Andai nel bagno regolai il getto dell’acqua mentre mi lavavo entro lei nuda, aveva messo la cuffia, si mise anche lei sotto il getto dell’acqua. Iniziammo a lavarci a vicenda, prese il cazzo e lo scappello.
– Papa ma stai sempre cosi?
– Sei tu che mi fai questo effetto amore! Nel frattempo gli stavo stuzzicando la fighetta, lei imparava in fretta avevo lasciato il cazzo e m’insaponava le palle mi lavo per fino il pertugio, ci lavammo la schiena a vicenda. Quando lavai lei mi tolsi dal getto d’acqua gli insaponai il buchetto, avevo il cazzo pieno di sapone, glie lo passai tra le natiche. Volevo vedere come reagiva. La sua reazione fu di spingere il culo verso di me, lo guidai vicino al buco ed iniziai a spingere, ma malgrado la tenevo fermo e spingevo non entro di un millimetro.

– Papa perché non entra, prova ancora.
– Piera dopo sul letto, ti preparo a riceverlo e ci aiuteremo, con un po’ di crema, ma tu vuoi provare? Può essere doloroso.
– Papa o tu mi svergini e me lo dai nella fica o pure mi fai il culo, ma io voglio sentirti dentro di me, e non dire che sono piccola nonna e restata incinta di te alla mia età.

Mio Dio ma ero uscito fuori di senno quella ragazzina era mia figlia e io nudo mi facevo toccare e la toccavo. Ma che cazzo mi stava succedendo, passi mia madre e una donna adulta se mai accetterà siamo consapevoli di quello che vogliamo. Piera una ragazzina si comportava da donna infatuata di me, il cazzo si ammoscio, lei mi guardo, avevo iniziato a piangere, mi rimisi di nuovo sotto il getto dell’acqua.

– Papa che ti e successo.
– Nulla amore nulla. Usci dalla doccia indossai l’accappatoio andai in camera mia, poco dopo mi raggiunse si distese al mio fianco.
– Papa mi vuoi dire cosa ti e successo perché hai pianto.
– Piera amore non capisci il perché? Sono tuo padre e ho fatto di te la mia amante. Mi sento il più grande dei vermi, ecco perché o pianto. Amore io penso che e meglio finirla qui, non e successo nulla di imperdonabile stiamo ancora in tempo.
– Papa lo sai che mi dai un dolore, io ho passato la giornata aspettando questo momento e tu mi rifiuti. Non mi interessa sapere chi sei, so che io voglio stare con te. Non mi vuoi bene? Io mi alzo e vado in camera mia, sappi pero che tutto quello che avverrà sarà per colpa tua. Da domani mi farò tutti i ragazzi della scuola diventerò la puttanella, dell’istituto.
Scappo via piangendo, aveva un carattere forte come sua madre era capace di mettere in atto la sua minaccia. Mi alzai, andai nella sua camera si era buttata sul lettino a pancia sotto e piangeva. Gli accarezzai la testa
– Non piangere amore mio, devi capire il mio stato di padre, io ti voglio un mondo di bene e desidero solo la tua felicita.
– La mia felicita e essere la tua donna.
– Lo sei amore vieni nelle mie braccia, sarò dannato ma voglio che siamo felici. Si mise seduta e mi abbraccio.
– Papa io sono felice quando sono nelle tue braccia.
– Amore anche per me e lo stesso, vieni andiamo in camera mia! Abbracciati andammo nella mia camera, gli tolsi l’accappatoio, era nuda. Mi tolsi il mio, ci stendemmo sul letto, era uno splendore di ragazza, quelle tette sembravano scolpite nel marmo di come era dure (dico tette per dire, ma non riuscivo a tenerle in una mano), inizia a baciare dalla bocca lentamente la gola intanto con una mano l’accarezzavo dovunque presi una tetta quasi tutta in bocca, lentamente scesi sul ventre, gli feci aprire le cosce, quella fighetta cosi fresca e giovane mi faceva andare in tilt. Iniziai a leccare prima piano poi sempre più veloce. Mi girai mettendomi nella classica posizione del sessantanove, non volevo dirgli quello che desideravo l’istinto gli avrebbe suggerito cosa fare. Continuai a leccargli la fica per un po’, lei aveva preso il cazzo e mi masturbava lentamente, vedendo il suo buco del culo ebbi una scossa cosi roseo il buchetto con i suoi raggi a raggiera sembrava un bocciolo di fiore era lì per poterlo cogliere. Passai la punta della lingua rapido come se era elettrica, la sua risposta fu di inarcarsi quando più poteva verso la mia avida bocca. Mise le mani sulla mia testa e cercava di pressarmi verso il suo buco prezioso, dopo un po’, la lasciai, mi inginocchiai sul letto e gli misi il cazzo vicino alla bocca.
– Amore fai un po’ a me quello che io ho fatto a te.
– Papa che devo fare dimmelo tu.
– Prendi la capocchia in bocca e succhia come vorresti succhiare da un biberon, amore non sei obbligata a farlo solo se vuoi.
– Voglio farlo, penso che come a te ti e piaciuto leccarmi la fica e il culo, piacerà anche a me succhiare il cazzo.

Prese la cappella in bocca ed inizio a succhiare, ebbi l’impressione che mi succhiava l’anima.
– Amore adesso leccala tutto in torno, che bello cosi ancora un po’, adesso se vuoi prendilo in bocca, tutto quello che puoi e poi lo cacci fuori. Piano piano imparava in fretta. Misi una mano sulla sua testa e l’accompagnavo, stavo per godere e non volevo farlo nella bocca, glie lo tolsi di bocca e continuai col mano, venni, sborrai nella mia mano.
– Papa perché volevo provare come di sapore tu ai leccato i miei liquidi perché io non posso?
– Vuoi provare? Riprendilo in bocca qualche goccia c’è ancora succhiala!
Lo prese ed io passai le dite sotto al cazzo pressando, lecco l’ultima goccia, andai nel bagno a pulirmi al mio ritorno la presi tra le braccia e me la strinsi forte tra le braccia. – Sei contenta di quello che abbiamo fatto?
– Si, tutto e bello!
– Non mi giudichi male che ti ho leccato il culetto?
– No! Che vai a pensare? E stato bello, solo quando hai iniziato e laccarlo mi aspettavo che ci mettevi il cazzo.
– Amore ai visto quanto e grosso ti farei un male del diavolo.
– Papa lo prendono tante donne, prima o poi lo devo prendere anch’io. Sarà doloroso mentre non entra la prima volta poi aperta la strada, tutto sarà più facile e bello.
– Non lo so amore ho un po’ paura, mai vuole il Dio ti succeda qualcosa. Che si dice il dottore alla polizia?
– Papa ma come sei catastrofico! Che possa mai succedere? Se sento troppo dolore quando inizi ad entrare te lo dico e ti togli. Hai messo due dite dentro e non e successo nulla, metterli a confronto e vedi che la differenza non e poi molta.
– Amore dormiamo adesso, domani faremo un prova prenderò un po’ di vasellina cosi sarà più facile farlo entrare. Spensi la luce, la baciai lei ricambio.
– Papa lo sai che mi piace il sapore dello sperma? La prossima volta il pompino lo voglio fare per intero.
– Come vuoi tu amore dormi adesso.
La mattina dopo la svegliai
– Amore dai e ora, io ero già pronto, preparai la colazione, poco dopo mi raggiunse, mi venne vicino e mi bacio.
– Papa a dirti la verità, non mi va di andare a scuola! Perché non restiamo a casa? Sai che bello passare tutta la giornata a letto.
– Bella, io ho uno studio e un lavoro e tu devi andare a scuola. Su bella dai!

Mi fece la linguaccia, poco dopo usci io attesi un po’ e scesi da mamma. Entrai come mio solito. “Ciao ma”, gridai nell’entrare. Mi venne incontro nel corridoio, guardo alle mie spalle. “E andata a scuola”, gli misi le mani nei fianchi, mi sorrise mi chinai e la baciai sulla bocca. Si strinse a me, stringendola forte gli dissi

– Amore vuol dire che ai accettato il mio amore?
– Sono pazza ma dico di sì, non ho dormito questa notte pensando a te e alla tua proposta. Siamo figli di incesti, baciami amore mio!

Ci baciammo e mai un bacio della mia vita fu più passionale e pieno d’amore. Avevo messo una mano sotto il vestito, stavo per metterla tra le cosce, ma lei mi fermo.

– Amore ti prego non adesso. Lascia che mi abitui al nostro rapporto e già bello cosi. Non aver timore sono tuo anima e corpo, quanto manca che Piera finisce la scuola e va da i miei in campagna?
– Non molto ormai, (pensai che chi sa se ci vorrà andare con quello che ce tra noi).
– Perché cosa cambia?
– Non capisci amore mio potremo stare tutte le notti insieme, penso che sarà meraviglioso.
– E lo sarà amore, dormirai poco, solo adesso desidero che mi togli un desiderio.
– Che desiderio hai? Dimmelo se posso.
– Desidero baciarti un po’ tra le cosce, solo un po’! Ti prego, non ti chiedo di più.
– Fallo se lo desideri così tanto.

Mi inginocchiai ed iniziai a baciarle le cosce, gli abbassai le mutandine, aveva la fica piena di peli neri e ricci, affondai il viso ed iniziai a leccare come un invasato, lei mise le mani sul mia testa e mi accarezzava.

– Piero amore mio basta ti prego.
Mi tiro su e mi bacio sulla bocca.
– Amore perché mi ai fatto smettere e così bello?
– Prima ho detto di sì per accontentarti, e per dimostrarti che non faro marcia indietro, non mi interessa nulla sarò tua almeno sino a che mi vorrai.
– Amore io non cercherò un’altra donna desidero passare il resto della nostra vita insieme.
– Si vedrà inseguito, andiamo! Fammi rimettere in ordine, vuoi ancora che faccia il provino oppure era una scusa per arrivare a questo?
– Mi servirebbe, sei bella, ma se non te la senti decidi tu, non mi servono in questo momento.
– Ho capito mi hai fregata! Non fa nulla, ti amo troppo per arrabbiarmi.
– Non ti ho fregato, domani vieni e faremo le prove.
– Sono in una confusione totale, dimmi di sì.
– Va bene domani alle dieci, ti va bene?
– Certo!
– Dimmi quando possiamo passare del tempo da soli?
– Aspettiamo che Piera, vada dai nonni.

Pensai che questo anno farà obiezioni con il rapporto che si e venuto e creare tra noi.
– Che devo dire, di mattina sei impegnato, alla sera sei con tua figlia, sta a te trovare il tempo.
– Possiamo fare cosi domattina, come finiamo torneremo a casa insieme, avremo tre ore tutte per noi.
– Va bene, vado e tardi.
– Verrai per il pranzo.?
– Sicuro, cercherò di venire quanto più presto mi sarà possibile.
La baciai, andai a lavoro. Al mio arrivo incontrai i miei collaboratori, non ero presento la mia mente era diretta alla mamma. Dopo un ora la mia assistente mi richiamo alla realtà. Chiesi scusa, non posso continuare. Salutai e dissi che sarei tornato l’indomani mattina. Tornai a casa di mamma quanto più presto mi fu possibile. Me la prendevo per il traffico, per i semafori rossi e finalmente arrivai a casa, mamma mi apri.

– Come mai già di ritorno.
– Devi capirlo da sola il motivo.

La presi per mano e la portai in camera da letto.
– Che vuoi scopare? Credo di si, ma mi devi dare tempo di fare le mie pulizie personali, non mi faccio toccare se non mi sento pulita. Vado a fare la ddocci!
– Vengo con te, e meglio che la faccia anch’io. Ridendo come due ragazzini l’aiutai a spogliarsi. Restammo nudi entrambi, iniziammo a passarci a vicenda la spugna piena di bagnoschiuma, intanto ero eccitato a più non posso. Avevo il cazzo duro che puntava un po’ verso su, gli passai la spugna sulla schiena, scesi sul culo e tra le natiche lasciai la spugna e usai la mano, misi un dito nel culo e andai dentro fuori per un po’.

– Che fai, mi vuoi inculare?
– Se lo desideri!
– Inculami piano, e molto tempo che non vengo presa di culo e non scopo.

Si appoggio al vetro spingendo il culo in fuori, guidai il cazzo, diedi una spinta, entrai. Diede un piccolo grido, poi spinse verso di me per riceverlo tutto.

– Amore, ci si sente bene, sentire di nuovo un cazzo che ti pompa…. dai adesso fottimi!

La presi per i fianchi e iniziai a fotterla lentamente, desideravo darle il tempo che il culo si lubrificava, aumentai il ritmo sino a dare dei colpi da sfiancare un cavallo.

– Cosi che mi piace, dai fammi sbrodolare, mi mancava di scopare.
– Mamma ti sto inculando, non scopando.
– Non fare il pignolo, scopami, fammi sentire tutto il cazzo! Sborrami nel culo, godooo! Quanto e bello! Godi, sborrami nel culo, cosi, che bello!

Diedi dei colpi rapidi, sborrai, gli diedi una spinta e mi fermai. Fini di sborrare e ci rilassammo. Dopo averci dato una risciacquata andammo in camera da letto, non persi tempo, mi misi con la testa tra le cosce e cercai il clitoride. I peli ancora bbagnat davano una sensazione di freschezza, era come assaggiare una ostrica, leccavo e raccoglievo i suoi liquidi, aavevan un gusto di liquore esotico.

– Caro girati, dammi la possibilità di potere succhiare il cazzo, mi piace tenerlo in bocca.

Mi girai, lo prese, ebbe inizio un sessanta nove favoloso. Dopo un bel po’ che ci leccavamo a vicenda, mi distesi su di lei, volle guidare lei il cazzo per penetrarla. Ebbi l`impressione di entrare in una voragine bagnata e scivolosa. Il cazzo entro facilmente ed ebbe inizio una scopata fantastica, un vulcano di emozioni, non e cosa di tutti i giorni, scoparsi la propria madre. Da ragazzo mi ero segato un modo al pensiero di lei, ora si erano avverati, tutti i miei sogni di ragazzo. Ero dentro alla sua fica e me la stavo scopando.
– Scopami, che bello amore mio! E cosi bello essere chiavata da te. E una vita che desideravo sentirti dentro di me. Chiavami forte, fammi sentire il cazzo che mi trapana sino in fondo alla mia anima perversa, godooo, amore.
Si strinse fortissimo a me gridando il mio nome, io venni con lei gridando il mio piacere e la mia liberazione di un orgasmo pieno. Usci dal suo corpo, mi distesi, lei mi abbraccio.

– Amore mi hai sfiancata, ma bello, e peccato, ma non importa, sto bene e mi sento una meraviglia. Mi devi scopare più spesso!
– Tutte le vvolt che ne avremo l’ooccasion. Ricominciamo?
– No! Sei matto amore? Guarda l’ora, tra non molto torna Piera, sarà meglio rivestirci e tu te ne vai di sopra, ti manderò lei a chiamarti quando e pronto.

Ridendo e spingendomi mi mando di sopra. Mi distesi sul letto e pensai a mia moglie, e gli mandai un grazie, andando via mi aveva aperto la via sia verso, il letto di mamma che di godere della giovinezza di mia figlia Piera, senza rendermene conto mi addormentai, fu Piera a scuotermi.

– Papa andiamo da nonna il pranzo e pronto, come mai eri già a casa?
– Mi girava la testa, cosi ho preferito tornare a casa.
– Adesso ti senti bene?
– Certo amore, mi e bastato vederti per sentirmi già bene.
– Amorevole bugiardo, stai bene perché ti sei fatto una bella dormita.
– E tu sei una bella fica, vieni qua, dammi un bacio. Si chino e mi bacio sulla bocca, misi la mano sotto la gonna, lei si allontano ridendo.
– Papa dopo avremo del tempo, adesso nonna ci aspetta, andiamo!

Mamma mi servi e mentre mangiavamo, il mio sguardo passava dall’una all’altra, notavo la loro rassomiglianza, belle, e io mi sentivo l’uomo più fortunato del mondo dato che le amavo e loro ricambiavano questo amore fatto di sesso. Pensai, se riesco a farle capire che possiamo vivere insieme senza tenere due appartamenti, quello di mamma era di sua proprietà, io in affitto, quello che più mi intrigava era farle capire che potevamo scopare, divertirci sessualmente. Mi intrigava molto il pensiero di stare in tre sul letto, potevano fare un po’ tra loro mentre io mi trombavo una di loro. Come fare? Per Piera, poteva accettare un rapporto saffico, ho trovato dopo me la scopo, gli rompo la fica, e volgare lo so, non mi viene altro, mi piace il pensiero di rompergli la fica vergine, sverginarla, posso raggirarla come voglio, resta che cerco tutte le scuse e la strada per scoparmela.

– Papa dove sei? Portaci con te visto che era visibile che stavi in un mondo felice.
– Sono qua con voi amore! Pensavo a quanto siete belle e io fortunato ad avere il vostro amore.
– Papa anche noi siamo contente di essere le artefice della tua felicità, credo che sia lo stesso anche per la nonna!
– Sicuro non c’e bisogno di conferma, vederti finalmente felice e la mia gioia più grande.
– Adesso basta con tutti questi complimenti, mi fate commuovere. Grazie mamma, ho mangiato benissimo, vado di sopra, ho da fare un po’ di lavoro al PC.
– Papa non vai al lavoro? Resti a casa?
– Si perché? Ti dispiace?
– Ma no, e che viene una mia amica, studiamo insieme.
– E io ti do fastidio, vuoi restare da sola?
– Si sai, dai l’impressione che vuoi controllarmi.
– Va bene, prendo il portatile e lavoro qua dalla nonna.
– Sei il papa più compressivo del mondo.
– Si e tu ne abusi.

Andai di sopra, presi il portatile, stavo per uscire, ma lei mi fermo.

– Papa, non mi dai un bacio come la tua donna? Non come figlia.
– Certo che ti bacio, dimmi abbiamo un po’ di tempo? La tua amica quanto arriva?
– Tra un’ora, che hai nella testa?
– Mi piacerebbe vederti mentre mi succhi il cazzo, anche se non sborro, vuoi? Mi piace vederti quando lo tieni in bocca.
– Se vuoi lo faccio! Mi avevi promesso che mi sborravi in bocca, voglio che lo fai, ho il desiderio di provare lo schizzo che mi arriva in gola.
– Lo faremo questa sera, adesso accontentami solo un po’, vuoi?
– Tira fuori il gigante! Lo sai che sei l’idolo delle mie amiche?

Tirai fuori il cazzo, lei si inginocchio e lo prese, lo scappello e gli passo la lingua intorno. Mi calai i pantaloni
– Cara sei brava! Accarezzami le palle, se vuoi dagli un leccata sia alle palle che al cazzo di sotto.
Mi masturbava molto lentamente, mi leccava le palle, ne prese una quasi in bocca. Si dedico di nuovo al cazzo, inizio a succhiare, lo prendeva quanto più poteva, lo lasciava, arrivava quasi a lasciarlo poi scendeva di nuovi fino a giù, io non volevo sborrare, forse non ce l’avrei fatta anche se tutto era molto eccitante, ma neanche sono un super man. Continuava a succhiarmi il cazzo, gli tolsi il cazzo dalla bocca
– Basta cosi amore, questa sera a letto si riprende, cosi che io ti posso leccare la fica.
– Papa ma perché? Mi piaceva!
– Abbi pazienza! Questa sera te lo succhi tutto il tempo che vorrai.
Scesi giù da mamma, gli spiegai che Piera voleva restare da sola con la sua amica, iniziai a lavorare, dopo un po’ mi chiese se volevo qualcosa da bere, mi porto una birra.
– Mamma siediti, devo chiederti una cosa e desidero la verità!
– Che sarà mai, dimmi.
– Hai mai avuto rapporti con una donna?
– La tua domanda e strana, ti dico, si una volta con una mia amica.
– Che cosa avete fatto? Non avere vergogna!
– Non ho vergogna solo mi sembra strana la domanda.
– Dimmi poi ti spiegherò il motivo.
– Abbiamo fatto quello che fanno le lesbiche, ci siamo baciate, accarezzate poi abbiamo fatto il sessantanove e ci siamo leccate a vicenda.
– E come e stato ti e piaciuto?
– Si ma non ci sono stati altri incontri, lei lascio la città e io non sono andata a cercarne altre, non mi pento di quell’incontro, mi piace più leccare e succhiare un bel cazzo come il tuo che una fica. Adesso mi dici perché hai voluto sapere?
– Ho pensato di lasciare l’appartamento e unirmi a te se vuoi.
– Se voglio, sei mio figlio e da oggi amante come potrei dirti di no?
– Mi giudicherai uno emerito stronzo, sei mia madre e posso confidarmi, ho iiniziat a baciare e toccare Piera, come donna. Lo so non mi dire, quello che già conosco.
– Dimmi, te la sei scopata?
– Non ancora, lei insiste ma io rimando.
– Cosa avete fatto?
– A parte baciarla, un sessantanove e ho scoperto che gli piace molto succhiarlo tenerlo in bocca.
– E tu da me che vuoi? Credo di capire che ti unisci a me e andiamo a letto in tre e io faccio la lesbica con lei? Una ammucchiata? E questo che vuoi?
– Si questa e la mia intenzione, lei non sa ancora nulla di noi e neanche dell’idea. Se tu non sei d’accordo non si fa nulla e lei non verrà a saperlo.
– Io posso dire di sì, non mi dispiacerebbe leccare una giovane fica, ancora vergine credo. Devi andarci cauto, potrebbe spaventarsi.
– Lo so bene, potrebbe dimostrare gelosia. Come dirglielo e convincerla?
– Ho un’idea, questa sera dopo cena farete qualcosa, dico, sessualmente?
– Credo di si, gli o promesso che mi potrà fare un pompino con ingoio.
– Facciamo cosi, quando salite su mi darai un’ora di tempo, lo farete in camera tua con la luce accesa, io ho le chiavi e vi sorprendo, cosi sarà lei a vergognarsi a sentirsi in colpa, poi la convinciamo che io partecipi e credo che si convincerà facilmente. Ti va bene?
– Sei una forza amore, non mi giudichi! Io giudicare? Come ti o detto credo che tu non mi abbia sentita, siamo figli di un incesto!
– Non ti capisco, cosa vuoi dire?
– Non ha importanza, un giorno ti racconterò la mia storia (Si intitola io e mio padre) tu te la vuoi scopare?
– Non ti nascondo che lo vorrei, ma ho un po’ paura.
– Che paura hai? E una donna se non sarai tu lo farà con un altro, cosa cambia? Se non vuoi essere tu e lei vuole essere scopata, digli di andare con un ragazzo, si fa sverginare e il gioco e fatto.
– Non mi piace l’idea, ci penserò su, dammi un bacio amore.

Ci baciammo, guardai la tv per un po’ all’ora di cena Piera scese, verso le ventidue
– Buona notte mamma a domani!
Piera la bacio come faceva sempre. Come entrammo nel nostro appartamento, Piera mi salto addosso.
– Calma amore, devo prima fare la doccia e la barba, non vorrei farti male alla fica con questa raspa che o sul viso. Dovevo perdere tempo come ero d’accordo con mamma.

– Possiamo farla insieme la doccia come ieri, vuoi?
– Si, tu riempi la vasca, e meglio che io mi raso.
Dopo avermi rasato entrai nella vasca piena d’acqua calda e profumata.

Sali da bagno, giocammo per un bel po’, controllai l’orologio, “Dai usciamo adesso, e meglio asciugarci, non vedo l’ora di mangiarti la fica.”
– Mi piace, l’idea, adiamo.

Al momento di metterci sul letto, guardai l’ora, non mancava molto fino all’arrivo di mamma. La presi in braccio e la poggiai sul letto. Eravamo nudi, io ero già pronto, il cazzo duro mi dava l’impressione di esserne fiero di come si presentava. La capocchia, color rose tesa, per l’eccitazione sembrava lucida, non era del tutto scoperto era come mandare un messaggio a lei che doveva usarlo, mi devi scoprire piano, mi dedicai alle tette grandi, come due arance del tipo Washington, belle dure con i capezzoli piccoli, sembravano due bottoni, mi beavo di quel corpo cosi giovane e bello. Misi una mano tra le cosce la stuzzicai per un po’.
– Mettiti di sopra, con la fica sulla mia bocca in modo che possa leccarla.
Si giro, mi trovai la fica sulla mia bocca avida di assaggiare quel fiore inviolato, iniziai a laccarla, lei prese il cazzo e inizio a fare il pompino che desiderava. Dopo alcuni minuti iniziai a volere che mamma non arrivava in quel momento, desideravo sborrare, non lo so dove aveva imparato a fare un pompino cosi ad arte, mi sembrava che mi succhiava tutto il mio io.
– Ma mio Dio, cosa fate? Che schifo, non vi vergognate? Tu sei il padre! Con tua figlia? Mio Dio, non vi fate più vedere da me!
Mamma recitava, bene, se non ero a conoscenza del nostro piano, di sicuro, gli avrei creduto.
– Mamma lo so scusaci, ci siamo fatti prendere.
– E vero nonna, di sicuro ha sbagliato, devi capire che papa e io ne siamo innamorati, voglio lui e solo lui.
– Cara mia ti rendi conto di quello che dici, di quello che desideri? Questo e incesto, lo sai? Se vuoi continuare devi fare molto attenzione a non farne parola con nessuno, neanche alla tua migliore amica.
– Lo so nonna, mi perdoni? Ci aiuterai?
– In cosa devo aiutarvi?
– Nonna non lo so, non voglio che sia arrabbiata con me, ora non ho più la mamma, mi resti solo tu, se perdo anche te che faro?

Mamma capi che quello era il momento giusto.

– Amore di nonna, non mi perderai mai, sei la cuccioletta mia.

Si mise seduta sul letto e gli accarezzo il viso.

– Vieni qua amore mio.

La strinse tra le braccia, la bacio sulle guance, sul collo, le sfioro la bocca e ci ritorno.

– Dimmi amore, quando sono arrivata gli stavi facendo un pompino, ti piace succhiare il cazzo, dillo senza vergogna.
– Mi piace il suo, non sono mai stata con un altro, lo vedi come e bello e liscio, sembra di seta.
– E si l’ho fatto proprio bene mio figlio. Ti va se si continua insieme, o ti dispiace divederlo con me?
– Vuoi leccargli il cazzo anche tu? Ti unisci a noi?
– Se non ti dispiace, forse posso insegnarti qualcosa, vuoi?
– Certo, sarà bello noi tre insieme, spogliati. E tu papi sei, fortunato puoi avere due donne a tua disposizione.

Davvero sono fortunato, mamma si spoglio rimasta nuda, riprese Piera tra le braccia la baciò con la lingua, io rimasi in disparte per un po’, mi intromisi tra loro li separai.
– Ragazze ci sono anche io, risero.
– Papa non essere geloso adesso pensiamo a te vero, nonna?
Non attese la risposta, prese il cazzo se lo mise in bocca. Mamma mi leccava le palle, Piera lo passo a mamma, lei donna esperta inizio a leccare la cappella, leccava tutto intorno, e con la punta della lingua cercava di aprire la boccuccia del cazzo. Mi ero messo nella posizione di avere due fiche, una a destra e una a sinistra. Iniziai a leccare la fica di Piera, misi un dito in quella di mamma, mi sentivo un califfo nel suo harem. Dovevo prendere una decisione, se sborrare in bocca a mia figlia o chiavare la mamma. Optai di scopare la mamma, forse Piera sarebbe stata curiosa di vedere il cazzo entrare in fica. Mi liberai di loro, li feci mettere nella posizione del sessantanove con mamma di sopra con la testa tra le cosce di Piera. Mi misi dietro, guidai il cazzo nella fica di mamma, Piera guardava dal di sotto, la presi per i fianchi iniziai a chiavarla, mamma gli leccava la fica e Piera mi leccava e mi accarezzava le palle.

– Papa non sborrare, chiava me dopo. Se non mi vuoi sverginare, dammelo nel culo, voglio provare averlo dentro di me.

Non risposi, continuai a chiavare, sborrai nella fica e piantai il cazzo sino in fondo, mi bloccai, ero esausto. Mi tolsi e mi distesi, realmente mi sentivo a terra, avevo anche un po’ il fiatone, senti solo dire, “Lascialo riposare cara, avremo tempo!”. Mi svegliai in piena notte, loro due dormivano abbracciate, mi alzai senza fare rumore e andai a prendere dell’acqua. Mentre mangiavo una mela venne mamma.

– Che ce ai fame amore?
– Non cosi tanto, scusa mi sono addormentato come uno stupido.
– E di che devo scusarti? Eri stanco, anche Piera ha capito, tranquillo. Io scendo giù a questo punto, credo che ti unisci con me, anche se mi fa piacere. Non vuoi tenere questa casa? Lo fai per il soldi? Se vuoi ti aiuto io, tutti i mobili e altro, che ne fai? Dove gli metti?
– Mamma a che mi serve? Sono oggetti, se mi servono posso ricomprarli.
– Hai deciso va bene, a giorno chiamo mia sorella, chiedo se ha posto, la proprietà metà e mia. Fai come vuoi, senza dare fastidio chiamo il robivecchio, e vendo tutto.
– E ti daranno una miseria, lascia fare a me.
– Fai, anche se non capisco a cosa mi servirà conservarla.
– Un giorno vorrai rifarti una vita, incontrerai una donna.
– O voi due, mi basta.
– Buona notte, per questa notte basta con le stronzate, ne o sentite troppe.

Mamma andò via, restai a pensare, mia moglie mi aveva lasciato dopo anni di matrimonio felice in apparenza, era il tempo che il giocattolo del sesso si era rotto? Non lo so se si e innamorata di un altro, e non mi interessa saperlo, posso sembrare patetico e non credo di esserlo, era da un po’ di tempo che mi attirava la sua sorella. Mia cognata rimasta vedova, come uno imbranato per rispetto a quella grande troia non ci ho mai provato, adesso e tardi, e andata via in un’altra città. Tornai a letto, ci misi tempo a riprendere il sonno interrotto.

Mi svegliai all’alba, dalla finestra entrava della luce, Piera mi stava leccando il cazzo, lui, anche se dormivo si era retto con tutta la fierezza di un cazzo duro. Piera era rimasta nuda, non mi resi conto in quell’istante cosa aveva in mente. Si mise a cavalcioni su di me guido il cazzo e si impalo sul cazzo, ruppe li imene. Un regolo di sangue scese lungo la coscia.
– Pazza, che hai fatto amore mio?
– Papa se non prendevo io l’iniziativa tu non mi scopavi mai, cosi da oggi possiamo scopare.
– Ti fa male?
– No, mi sento bene, adesso desidero che mi giri e che mi vieni sopra, voglio non solo sentirti dentro di me anche su di me.

La girai, poggiai le mani sul materasso per non pesarle addosso.

– Cara, metti i piedi sul mio culo ecco cosi. Iniziai lentamente a chiavarla, non ci mise molto a gemere di piacere, durai sino a che mi fu possibile, mi tirai fuori e continuai con la mano, misi la mano davanti a raccogliere la sperma, le diedi un bacio.

– Amore come ti senti? Bene? Vai a darti una pulita, o vuoi che ti porti una asciugamano umido?
– No papa, mi sento bene e felice, ora possiamo scopare tutti i giorni, se lo vogliamo c’è anche la nonna.

Andò a lavarsi, il resto non conta molto. Mi uni a mia madre e per un bel po’ di tempo, facevamo delle unioni a tre stupende, poi come si dice la vita non solo continua, ma ci riserva anche delle sorprese. Piera in seguito incontro un uomo e si innamoro, si sposarono, la portai all’altare. Io iniziai a frequentare la mia assistente, con mamma, anche se gli anni passano era ancora in forma e quando capita una scopata ci esce ancora. Con mia figlia dal momento che si sposo anche se lei voleva io mi rifiutai, il marito per me era diventato amico, e il figlio maschio che non avevo, non me la sentivo di tradirlo con sua moglie, mia figlia Piera.

Publicato in Madre e Figlio, Nonna e Nipote, Padre e Figlia. Parole Chiavi , , , , , , , , , , , , , , , .