Salve, voglio raccontarvi la mia triste storia! Mi presento: altezza, uno e ottanta tre, settantanove chili, capelli neri folti lunghi. Mia madre mi prende per i fondelli “ho un figlio indiano”, di come sono neri e lisci. Le donne sia della famiglia che ragazze che conosco, mi definiscono un bel ragazzo, mi danno del “presuntuoso” o “che snobbo”. Con le ragazze del giro degli amici non e cosi, loro non sono a conoscenza del problema che mi affligge. Sono impotente! Credo di essere ben dotato, solo che non capisco perché non si raddrizza, niente da fare. Le ho provate tutte, sono andato a puttane, con un trans, tutti gentili solo per il loro scopo, il danaro. Mi sono rivolto, a un dottore, le solite pillole, nulla. Guardavo porno, sia con donne che con i trans o omosessuale. Leggevo racconti erotici, niente da fare. Era un pezzo di carne pendente, dormiva così tanto che per poter pisciare dovevo fare molta attenzione, se no, andava a finire che mi pisciavo addosso.
Eravamo io e mia madre, papa se ne andò tempo fa, cose che succedono. Avevo vergogna di aprirmi e dirgli tutto, come potevo dire “mamma sono impotente”? Lei faceva progetti di quando sarebbe diventata nonna, come potevo infrangere i suoi sogni? Le avevo provate tutte, ero disperato e non sapevo a chi rivolgermi per aiuto. Un giorno mi capito di leggere su questo sito di racconti d’amori incestuosi, la lettura mi prese e leggendo mi venne da pensare a mia madre, una donna giovane e bella. Andai nel salone sempre tenendola in braccio. Nel prenderla avevo messo la mano dietro le gambe. Lei in casa indossava sempre una veste leggera e corta così mi venni a trovare che gli toccavo le cosce nude.
Mi stava succedendo una cosa strana, mi ero eccitato, di strano era che mi ero eccitato toccando mia madre.
– Piero tesoro ma che fai? Mettimi giù!
Desideravo, prolungare il contatto quanto più possibile, che tanto mi piaceva. E cosi girai in girotondo e cantavo, andiamo in tv ripetendo sempre lo stesso ritornello.
– Piero mi auguro che non chiedono di cantare, sei stonato peggio di una campana.
– Mamma sono così felice che mi posso permettere anche di cantare.
Lasciai cadere sul divano e con la scusa di aggiustarla tra le braccia sali con la mano ancora più su, sino a poggiarla sul cazzo duro. Pressava contro il suo corpo.
– Piero togli quella mano di sotto. Se vuoi coccolarmi fallo per bene, così posso aggiustarmi.
Tolsi la mano da sotto le cosce e sfacciatamente la misi sopra.
– Mamma, non immaginavo, che ti piace farti coccolare! Da oggi lo farò più spesso di quanto tu creda.
– Ed io ne sarò felice! Adesso lasciami che vado a preparare il pranzo.
– Un attimo! Che ne pensi se questa sera per festeggiare, usciamo e mangiamo una pizza? Ti va?
– Mi va e come! Mi lasci sempre sola!
– Non fare la vittima ti prego.
– Perché non e la verità?
– Vuol dire che da oggi ti lascerò meno sola, sei contenta?
– Starò a vedere, adesso sarà meglio che vado a preparare da mangiare.
Capi che stava per alzarsi come lo fece, mi alzai insieme a lei senza togliere la mano dalla coscia, rapido gli misi l’altra mano dietro la schiena e me la strinsi forte. Lei mise le mani dietro al mio collo e guardandomi negli occhi mi disse
– Mi vuoi lasciare? Che ti prende?
– Mi prende che mi piace un mondo tenerti cosi.
Intanto ero rimasto con la mano sotto al vestito, la tenevo stretta a me, il cazzo restava lì a dormire.
– Mi auguro che non lo sia solo per oggi, che sei pieno di entusiasmo perché andiamo in TV.
– No! Vedrai che ti farò tante di quelle coccole che ti stancherai di me.
– Amore mio tu sei l’unico scopo della mia vita come posso mai stancarmi di te!
– Da oggi tutto cambia, ti renderò felice, vedrai.
– Staremo a vedere, adesso lasciami per davvero che preparo il pranzo. Tu nel frattempo, vai a lavarti le mani.
– Pensavo di fare la doccia.
– E mi sa che fai bene cosi calmi i bollenti spiriti.
Si libero dalla mia stretta e con un sorriso mi spinse verso il bagno. Mi liberai dei vestiti in un baleno, desideravo masturbarmi, ero eccitato, il cazzo moscio potevo masturbarlo, diventava leggermente più duro. Nulla di più, sborravo, non diventava duro, da potermi fare una scopata. Furono sufficienti pochi attimi e venni. Avevo chiuso gli occhi e pensai al suo corpo quante volte l’avevo vista senza reggiseno pensai a quante volte gli avevo passato l’abbronzante sulla schiena. Feci la doccia e nel frattempo mi rimproveravo, come potevo essere così meschino di pensare di scoparmi mia madre? Malgrado mi fossi masturbato, ero rimasto in piena erezione cercai di metterlo in modo che, non si notava. Andai in cucina e mamma era impegnata ai fornelli. Mi avvicinai e gli diedi un bacio sul collo.
– Piero smettila, mi fai venire i brividi.
– Ti riscaldo io, l’abbracciai da dietro.
Successe una cosa strana, Almeno ebbi quella impressione che lei mosse il culo sino a che non mise il cazzo tra le natiche. Avevo le mani sotto il seno. Scesi lentamente sul ventre e continuai a baciarla sul collo, lei poggio la testa sul mio petto e chiuse gli occhi.
– Piero tesoro lasciami finire, che ti prende oggi? Capisco la tua euforia di andare in tv.
– Ho la mamma più bella del mondo. Perché, non devo prenderla tra le braccia!
– Adulatore quando fai cosi qualcosa stai cercando.
– Stai tranquilla non voglio nulla di particolare. Desidero solo coccolarti se tu sei d’accordo. Te l’ho già detto mi fa piacere che mi coccoli.
La mano che avevo sul ventre iniziai a muoverla lentamente scesi sino sul monte di venere.
– Visto che sei così gentile oggi, dopo pranzo vuoi passarmi l’abbronzante. Ce un bel sole, ne approfittò.
– Te lo sempre passato.
– Si lamentandoti sempre!
– Non e vero dai, comunque te lo passo volentieri. E tu lo passerai a me? Vengo anch’io su.
Di solito gli passavo l’abbronzante in casa, glielo passavo contro voglia. Lei dopo saliva sul terrazzo a prendere il sole sino alle sedici e trenta, per le diciassette e trenta doveva aprire il salone.
– Va bene tesoro adesso lasciami per davvero se no facciamo digiuno.
– Ho la donna più bella del mondo tra le braccia, vuoi che pensi a mangiare?
– Desidero di mangiare.
– Mangerei te a forza di baci.
Non smettevo un attimo di baciarla sulla bocca. Pressavo sempre più sul monte di venere.
– Caro volentieri mi farei mangiare, ma sarà meglio che noi due mangiano gli spaghetti.
Si sciolse dal mio abbraccio se pure di malavoglia presi posto a tavola. Ci sedevamo uno di fronte all’altro. Iniziammo a mangiare, andavo di fretta. Desideravo passarle l’abbronzante al più presto. Mentre mi pulivo la bocca con il tovagliolo, la fissavo e sorridevamo. Guardai le gambe di mamma, e restai chinato più del dovuto.
– Piero che fai?
Guardandola fisso negli occhi, gli dissi
– Sei bella. Che dico?!? Bellissima!
Mi sorrise e non mi disse nulla, io credo senza ombra di dubbio che aveva capito a cosa alludevo. Finimmo di pranzare, l’aiutai a rassettare la cucina lo facevo tutti i giorni.
– Piero grazie. Adesso vado a mettermi il costume da bagno e vado di sopra mi raggiungi?
– Il tempo di cambiarmi e sarò da te.
Andai in camera mia, indossai il costume da bagno, presi l’asciugamano e andai da mamma. Era ancora in camera sua, aveva lasciato la porta aperta, si stava allacciando il reggiseno.
– Mamma perché lo metti? Poi come arrivi su lo togli.
– Ti sembra normale che vado in giro senza? Toglierlo sul posto e un’altra cosa, andiamo su.
Presi l’accorrente, salimmo sul terrazzo. Stese l’asciugamano, si tolse il reggiseno mettendosi con il culo per aria, era un bel vedere, un bellissimo panorama. Mi unsi le mani con la crema e iniziai dalle spalle.
– Mamma ti abbasso le mutandine, la vuoi anche sul culo?
– Si abbassale pure.
Le tirai giù, che culo ragazzi! Bello rotondo levigato come seta, lo massaggiai con le crema, forzai a aprire le cosce, si intravedeva la sua ostrica, era quasi rasata. (Ad essere sincero a me la fica mi piace ricca folta di peli perché quando metti la lingua con la punta, hai l’impressione di esplorare un altro modo.) Presi della crema sulle dite, la passai tra le natiche e mi soffermai sul buco del culo, non disse nulla, provai a fermarmi un po’ di più sul buco, la penetrai con un dito.
– Amore che fai? Non devi fare queste cose.
La sua protesta era più continua, così iniziai ad andare dentro fuori, lei si inarco dimostro che gli piaceva, ero così eccitato nel mio io, pensai adesso pensa che posso incularla, il cazzo dorme, non serve a niente con questo bellissimo culo a portata da inculare e io…. Dormi stronzo, e solo un pezzo di carne morta. Basta di dietro, mi giro la passi davanti, si giro, e per me fu un colpo. Non avevo mai visto una donna nuda dal vivo, quando guardi un film e bello e vero, resta un’immagine irraggiungibile.
– Mamma sei bellissima.
– Davvero mi vedi bella? L’età avanza e non fa sconti a nessuno.
– Mamma a dirla in un linguaggio poco ortodosso, sei una gran fica.
– Grazie amore, passami l’abbronzante adesso.
Iniziai dal collo, di là ai seni, e io mi eccitavo sempre di più, lasciai seni e mi dedicai al ventre, passai la mano sulla fica e di là tra le cosce. Lei apri, restai un po’ sgomento, avevo visto donne nude in foto o immagini, era la prima che era fatta cosi, aveva le labbra scostate e si vedevano le piccole labbra e credo di non sbagliare il clitoride, era molto pronunciato si metteva in bella vista, continuai poi.
– Caro basta, adesso tocca a te. Resto nuda, mi fece distendere, inizio dal torace e scese giù, mi sfilo i pantaloncini, il cazzo moscio riposava sulle palle.
– Ragazzo mio cosa ti succede? Non e normale che non hai il cazzo duro, non ti piaccio?
– Scusa mamma, mi piaci anche tanto, non lo so il perché, ma ho questo problema, non mi si drizza, sono disperato.
– E di che ragazzo mio, perché non ti sei confidato? Si può, trovare un rimedio dal dottore, sei in questo stato da molto tempo?
– Credo da due anni. Sono stato dal sessuologo, niente da fare.
– Hai provato con una donna, magari a pagamento.
– Si ci sono stato, e andata peggio del previsto, sono andato con un trans niente da fare, resta carne morta.
– Dopo prenoto una visita, cosa hai, sei sano? Alla tua età dovresti avere un cazzo così duro da rompere le noci.
– Io ci sono andato, vuoi che ritorni? Va bene.
Scesi giù andai in camera mia, che figura di merda e vero che e mia madre, resta che forse si attendeva qualcosa di più, che potevo fare. L’indomani pomeriggio mamma volle venire con me dal dottore. Mi chiese se avevo preso le pillole che mi aveva prescritto, decreto che il problema era nella mia testa e che avevo bisogno dello psicologo. C’era qualcosa che non andava nella mia testa, cosa era si doveva scoprire.
– Mamma torno dal lavoro! Vedendomi triste.
– Amore e una cosa che passera, forse e successo qualcosa che ti ha bloccato, preparo la cena e dopo ne parliamo un po’.
Dopo cena andai nel salone accesi la tv, mentre mamma rassettava la cucina. Altre sere l’aiutavo e dato il mio stato d’animo non mi andava, e ne lei lo chiese. Non manco molto e mi raggiunse.
– Amore dammi un bacio su con il morale.
Gli diedi un bacio sulla guancia.
– Che fai dopo che mi hai messo un dito nel culo, mi baci come mamma? Dammi un bacio con la lingua, e da ieri che lo desidero.
Fu lei a prendere l’iniziativa, prese la mia testa con tutte e due le mani, poggia la bocca sulla mia, mise la lingua nella mia bocca, mi strinse a se. Presi l’iniziativa, cambiai i ruoli, gli misi la lingua a lei ora ero timido e impacciato, lei a conoscenza del mio problema mi venne in aiuto, prese la mia mano e la guido al seno, mi lascio e sorridendo si tolse la maglietta e il reggiseno. Mi spinse con la testa tra i seni.
– Prendi il capezzolo tra le labbra e succhialo, passa da uno all’altro.
Presi in bocca e succhiavo, accarezzavo l’altro, lei mi sbottono i pantaloni, tiro fuori quello che in un altro momento si chiamava cazzo, ora era solo un pezzo di pelle pendente, e io scappai via piangendo.
– Mamma ti prego non farlo mai più mi ammazzo, hai capito? Mi chiusi in camera mia e malgrado l’insistenza di lei di aprire la porta, restai al buio e non apri solo alla mattina per andare a scuola. Al mio ritorno io mi ero calmato, lei non accenno.
– Amore, devi chiedere, il permesso a scuola lunedì, dobbiamo essere a Roma, hanno chiamato. Devi fare tu la giustificazione.
– La farò, e pronto, mangiamo?
Non ci fu nulla di particolare nei prossimi giorni, la domenica sera partimmo, per Roma, partecipammo al programma, non andò molto bene, riuscimmo a vincere qualcosa, tornammo a casa. Una notte mi svegliai gridando “No, non farlo, smettila!”, gridai così forte che arrivo la mamma.
– Sei tutto sudato.
Prese un asciugamano mi asciugo.
– Cosa ai sognato di cosi orrendo?
– Sono io a porti la domanda, e voglio la verità. Quando hai deciso di divorziare da papa ti ha violentato brutalmente?
– Come lo sai?
– Quella notte vidi tutto e non avevo la forza di aiutarti, poi e successo, l’ho rimosso dai miei ricordi, prima nel sogno ho rivisto la scena, tutto oggi la puoi raccontare. Non credo che tra moglie e marito ci sia violenza sessuale o mi sbaglio?
– E come dici, resta che lui voleva incularmi e io non volevo, non mi sarei rifiutata se lui era gentile. Era un violento, può essere che e questo che ti bloccava.
Mise la mano sotto il lenzuolo, prese il cazzo e inizio accarezzarlo come a farmi una sega, alleluia, Lazzaro tornava in vita e ci veniva con prepotenza. Pochi secondi dopo era un asta, un pennone, da esserne fiero.
– Hai visto amore come e duro? Non avevi niente, eri solo bloccato da quello che avevi visto, adesso vediamo questo cazzo da quello che sento deve essere bello grande.
– Mi scopri guardandolo, ne fui fiero, erano anni che non lo vedevo cosi.
– Vestiti, usciamo a festeggiare.
– Mamma, devo prima fare da solo mi scoppia.
– Non lo facevi mai?
– Poco, non era duro e neanche tanto piacevole.
– Ti aiuto io, toccami dove vuoi.
– Desidero mettere un dito nella fica.
– Mettilo pure!
Si alzo il vestito, abbasso le mutandine e guido la mia mano tra le cosce. Gli misi un dito dentro, lei mi masturbava molto dolcemente, era un piacere inteso, quanto tempo… Aumento il movimento e io non resistevo più, venni, gli schizzo sul seno, era non solo un orgasmo ma era la liberazione di un incubo.
– Mamma scusa, non volevo.
– Non ci pensare amore, l’importante e che adesso non sei più depresso e ti rendi conto che sei un ragazzo normale.
Tutto cambio in un attimo passai dallo sconforto più nero a un’allegria. Uscimmo, si andò a mangiare la pizza, dopo mamma mi chiese se l’accontentavo di andare a ballare. E da bambino che mi aveva insegnato i balli classici, non volevo mai andarci, li consideravo balli per anziani, quella sera dissi di sì. Dopo un po’ che ballavamo, suonarono un lento, ballando l’avevo presa per i fianchi e lei con le mani dietro al collo, mi eccitai, il cazzo glielo poggiai sul ventre, lei lo senti e la sua reazione fu di aderire di più.
– Amore, e bello sentirti.
Non dissi nulla, la mano dal fianco scesi sul culo, prima mi ero guardato in giro nessuno badava a noi.
– Caro non sai quanto mi fa piacere che mi tocchi, devi smetterla, in molti sono a conoscenza che sono tua madre, a casa non dirò di no.
– Scusa con la voglia di toccarti non ho pensato.
Erano le due di notte quando rientrammo.
– Caro, vieni a dormire nel mio letto? Desidero che mi abbracci, che mi fai le coccole.
Poco dopo eravamo a letto e nudi, iniziai dai seni.
– Mamma vorrei… desidero di mettermi con la testa tra le tue cosce, desidero leccarti la fica sino a farti gridare di piacere, vuoi?
– Devo spiegarti delle cose, la prima che non puoi dire ad una donna, te la voglio leccare. Devi farlo, senza chiedere.
– E vero mamma, con te e diverso, non voglio fare nulla senza che tu lo voglia.
– Tu con me fai tutto quello che desideri. L’importante e un’altra cosa, che prima di fare quello che desideri devi sapere la verità. Quella notte che tuo padre mi violento e mi picchio, non era tanto di concedergli il culo, e che lui mi accusava di non essere una donna normale.
– Non capisco, sei una gran fica, cosa cercava in te?
– Tu sai che noi donne abbiamo il pistolino, e quello che ci fa andare di testa?
– Vuoi dire il clitoride? Lo so.
– Ecco bravo, io ce l’ho molto grande, tutto andava bene, ma una sera non mi controllai, mentre lui mi leccava si indurì e lui inizio a maltrattarmi, come sai fini poi quella notte.
– Io non sono pratico ma una cosa la so molto bene, fa parte di te.
Non attesi altro, gli feci aprire le cosce come ho già spiegato le labbra erano aperte e il suo pisello era in bella vista, lo solleticai con la punta della lingua, notai che reagiva e inizio a indurirsi, ma davvero sembrava un cazzo in miniatura. Aveva la piccola capocchia quasi a rassomigliare a un cazzo, lo presi tra le labbra e per amore del vero, ebbi l’impressione di fare un pompino, gli misi un dito in fica e uno in culo.
– Amore mio che bravo, sì e bello, sei bravo come me lo succhi, bene sto godendo. Dai cosi, fammi godere tanto e girati, dammi il cazzo che voglio succhiarlo, mi piace avere il tuo cazzo in bocca.
– Mamma voglio chiavarti, non resisto più.
– Si amore vienimi su, chiavami, e la tua prima scopata, vero?
– Si mamma e cosi.
– Sono felice di essere io la prima a darti questo bellissimo piacere amore.
Mi distesi su di lei mettendomi tra le sue cosce, lei prese il cazzo e lo guido.
– Spingi amore, entra e noterai come mi hai fatto bagnare, sono un lago.
Spinsi il cazzo, trovo una strada bagnata, scivolo dentro e mi fermai guardandola, mi bacio.
– Chiavami dai, desidero impazzire d’amore, essere chiavata da mio figlio e dal mio unico amore, forse e peccato ma chi se ne frega. E pazzesco quello che provo.
Chiavavo assecondando i suoi desideri, io non potevo resistere, era troppo eccitante ed era la prima chiavata, cosi gli schizzai dentro la mia sborra. Da quel giorno si chiavava quasi tutti i giorni.
Mamma: “Desidero spendere un attimo del mio tempo, io ero a conoscenza della situazione dell’impotenza, il medico di famiglia m’informo della situazione, così decisi di provocarlo e ci sono riuscita. Ho salvato lui, ne ho tratto beneficio, a lui non interessa che ho un piccolo cazzo tra le cosce. Forse farei felice una lesbica, forse un giorno ci proverò, non ho mai avuto un rapporto con una donna, sono spinta dalla curiosità e adesso mi godo le scopate con il mio amore.”