Mia cognata e piu brava di mia cugina

Una sera fui invitato a casa di un amico, in quel periodo si organizzavano balli in casa, si organizzava per il sabato o la domenica, accettai, essendo un militare non avevo molte possibilità. Così il sabato sera mi recai a casa dell’amico Sergio, li conobbi una ragazza, non tanto bella ma era un bel pezzo di fica, si chiamava Sandra, mi presentai.

– Non sei di qua, di sicuro sei un militare.

– Lo sono, hai qualcosa contro i militari?

– Io personalmente no, ma tutta la città non vede di buon occhio a voi militari perché arrivate, vi mettete con una ragazza solo per scoparci, e dopo sparite.

– Non so cosa fanno o hanno fatto, ma non credo che sono tutti uguali, e poi mi scuserai, tutte le volte che due si mettono insieme deve essere un matrimonio? Credo che anche i ragazzi del posto si prendono e si lasciano.

– E vero che succede dappertutto, ma con i militari e sicuro che vogliono solo scopare.

– Pensala come vuoi, non posso farci nulla! Io avevo chiesto un ballo non un fidanzamento.

– Scusami sono stata troppo aggressiva? A volte mi lascio andare.

– Non ne parliamo più, balliamo!

– Volentieri, non sono molto brava, per favore non mi dire nulla se ti calpesto i piedi.

– Lasciati guidare, credo di essere bravo, mia madre mi ha insegnato a ballare. La presi per mano, la portai al centro del salone, era una bella figa.

– Io vado via, per me e tardi. Mio padre e all’antica.

– Ti posso accompagnare a casa?

– Non ne vedo il motivo, ma se ti fa piacere andiamo.

Salutai il mio amico.

– Dammi un attimo, vorrei presentarti mia madre, lei e originaria della tua zona, gli o parlato di te e vuole conoscerti.

– Volentieri! La signora stava in cucina, preparava panini e altra roba da mangiare.

– Mamma ti presento il mio amico e tuo compaesano.

– Piacere signora! Gli tesi la mano e rimasi sorpreso di come era bella e giovanile. Quello che non capi subito era che aveva un volto conosciuto, di sicuro l’avevo mai vista prima.

– Mio figlio mi ha raccontato di te. Di dove sei precisamente?

– Di Caserta signora.

– Anche io sono di Caserta! Puoi tornare domani, mangi con noi, mi farebbe piacere parlare un po’ della nostra città, e molto che ci manco.

– Verro volentieri signora, a che ora? Sa noi militari abbiamo dei doveri e degli orari da rispettare.

– Alle quattordici ti va bene? E chiamami Anna, d’accordo? Ti aspetto.

Sandra era rimasta nel corridoio, era nervosa.

– Scusami, la mamma di Sergio mi ha trattenuto, mi ha invitato a pranzo per domani.

– Sappi che a me non mi piace attendere nessuno, e non inizio con te.

– E vattene! Chi cazzo credi di essere? Chi cosa credi di essere la principessa del pisello?!?

– Stronzo! Non ho altro da dirti.

Apri la porta, andò via sbattendo la porta. Io tornai nella sala, cercai il mio amico e gli spiegai l’accaduto, lui scosse la testa

– E sempre la solita. Ti presento la sorella, e di tutta un’altra pasta vedrai, ed e molto bella.

Mi guido tra la calca di ragazzi, cerano due ragazze che parlavano tra loro.

– Tina, vorrei presentarti un mio amico, questo e Nicola.

– Piacere di conoscerti, militare?

– Dimmi e un vizio di famiglia o tutte le ragazze del posto pongono la stessa domanda?

– Perché vizio di famiglia, mia sorella ti ha fatto la stessa domanda? Ti ho visto ballare con lei.

– Si, ho fatto un giro, mi sono offerto di accompagnarla a casa, non per niente, non posso trattenermi molto. Gli raccontai l’accaduto.

– Lascia perdere, ti resta il tempo di farmi ballare?

– Al costo di prendermi dei giorni di cella, ballerò con te.

– Grazie, ma non voglio che predi giorni di cella Balliamo?

Lei non era come la sorella, ballava bene. Mentre si ballava, gli dissi che era il mio desiderio di rivederla, gli raccontai dell’invito a pranzo della padrona di casa.

– La signora Anna e una donna stupenda. Gli vado a chiedere una cosa. Mi accompagni a casa? Mi aspetti?

– Certo, al costo di mettere le radici in corridoio…

Si allontano ridendo, torno poco dopo.

– Fatto! Andiamo, domani sarò invitata a pranzo anch’io, ti fa piacere?

– Si che mi fa piacere! Non capisco, ci siamo appena conosciuti.

– Lo so, non metterti niente in testa, mi piaci e vero, ma non sto cercando un fidanzato o peggio un marito.

– Andiamo, hai paura della moto? Sei una ragazza sveglia non ai paura di sicuro.

– Non ho paura di niente io.

Volle fare la forte! Saliamo sulla moto, si aggrappo forte, mi indico la strada e fermai la moto. Scesi, lo stabile era di quelli vecchi.

– Buona notte, vuoi che ci rivediamo?

– Domani a pranzo ci vedremo.

Mi chinai verso la sua bocca, poggiai la bocca su quella di lei, apri le labbra, accolse la mia lingua e me la strinsi forte. Gli misi una mano sul culo e cercai di mettere la mano sotto al vestito, lei mi respinse delicatamente.

– Tu corri troppo, lo sai? Fai cosi con tutte? Ci manca poco e mi trovo la tua mano nelle mutandine.

– Sei bella ed e normale che mi viene la voglia di toccarti. Mi piacerebbe fare l’amore con te.

– Stronzate! Voi uomini vi nascondete sempre dietro alle parole. Fare l’amore e quando due si amano, tu vuoi scopare, e diverso.

– Mi piaci e vorrei scopare con te, che mi dici?

– Vai in caserma e sparati una sega, buona notte.

Scappo ridendo, io come stavo veramente avevo bisogno di farmi una sega.

Il giorno dopo per le tredici mi recai a casa dell’amico, lo definisco tale, ci siamo conosciuti al circolo degli scacchi. Mi fermai a comprare dei dolci e dei fiori per la signora che mi piaceva da matti. Sono stato sempre attratto dalle signore cinquantenne, sono più disponibile, non ti creano problemi di volere un fidanzato marito. Al mio arrivo mi apri lei.

– Buongiorno, non doveva prendersi il disturbo, lei e un militare, comunque grazie. Venga, sono sola, mio marito e mio figlio sono andati al mercato a prendere del pesce per la griglia. Le piace me lo auguro.

– Sicuro che mi va! I dolci li mette nel frigo?

– Gli dia pure a me, venga, mi fa compagnia in cucina o vuole stare alla tv?

– Sto con lei in cucina, non mi capiterà tutti i giorni di poter vedere una bella donna come lei.

– Grazie! Giovane e galante! Allora parlami un po’ di te, chi e tua madre, i tuoi nonni, forse gli conosco anche se sono andata via da molti anni.

Gli dissi i nomi dei miei nonni, sia paterni e materni, lei si blocco.

– Dimmi, tua madre si chiama Assunta, per caso? Mio dio e cosi.

– Si e cosi, cosa le succede? Si calmi!

Mi venne vicino e mi abbraccio forte, mi baciava per tutto il viso, io iniziai a contraccambiare, ad un tratto ci venimmo a trovare bocca a bocca, non ci pensai su, gli diedi la lingua in bocca e lei contraccambiò. Gli misi la mano sul culo e glielo accarezzavo, gli sollevai il vestito e misi la mano tra le cosce, di là nelle mutandine, senti una fica folta di peli, iniziai a masturbarla quando mi respinse delicatamente.

– Scusami, e togli quella mano dalla mia fica! Mi sono lasciata trascinare dall’entusiasmo, noi siamo cugini! Tua madre e la sorella di mio padre, siamo di famiglia.

– Sei sicura? Io non conoscevo la tua esistenza.

– Non potevi, lo sai che mio padre e tua madre litigarono, non si parlano ancora, almeno credo.

– Ho capito, mi fa piacere di avere una cugina bella come te.

– Ti ringrazio, pero sei uno che coglie tutte le occasioni.

La ripresi per i fianchi

– Perché non continuare? Non gli diedi il tempo di obbiettare, se mai ci stava, cercai la sua bocca, riprendemmo a baciarci e misi la mano lungo la coscia, lei mi allontano.

– Caro mio mi vuoi scopare? Se lo vuoi, non perdiamo tempo! Possono arrivare da un momento all’altro.

Non risposi, cosa potevo dirgli? La girai e la feci poggiare con le mani sul tavolo, lei capi, si chino e gli sollevai il vestito, gli abbassai le mutandine quel tanto che bastava. Un bel culo si presento alla mia vista. Arrapato guidai il cazzo, entrai dentro lei, la presi per i fianchi e iniziai a chiavarla.

Scopata da mio cugino! E scopi bene, dammi qualche sculacciata e se c’è la fai mettimi un dito nel culo. Ecco cosi, chiavami forte! Sborrami nella fica, cosi che bello… Mettimi due dite… Ah sì… Mi fai morire! Sborra, non perdere molto tempo, la prossima volta avremo più tempo.

Diedi alcuni colpi forti e rapido esplosi, ne fu tanta sborra, ero in uno stato di eccitazione dalla sera prima. Riuscimmo appena a finire e rimetterci in ordine che arrivarono il padre e il figlio, fu una sorpresa anche per loro che si trovavano un parente, all’improvviso mostrarono che erano contenti. Arrivo anche Tina, restai sorpreso che mi bacio a stampo sulla bocca ed molto era allegra.

– Sei contento di vedermi?

– Io sono contento per natura, basta che mi alzo al mattino, guardo il tempo se piove o c’è il sole, sono contento sono vivo.

– E bravo, il mio soldatino anche poeta.

Fu un pranzo buono e pieno di allegria, con Anna appena fu possibile gli chiesi quando potevo incontrarla da sola, mi disse alla mattina. Dopo pranzo Tina mi chiese se facevamo un giro con la moto, voleva farmi conoscere la zona. Non obbiettai anche se conoscevo tutto della Costa Marina, con la moto giravo alla scoperta di luoghi nuovi. Mi porto ai margini di una pineta, la scelta era scendere al mare o entrare nella pineta, lei mi prese per mano e mi porto all’interno della pineta, non manco molto che vidi dei giacigli d’erba secca, alcuni quasi come una capanna di frasche, dei preservativi sporchi e delle siringhe.

– Scusa ma dove mi porti? Sembra un ritrovo per puttane e drogati.

– E cosi, ma ancora un po’ di pazienza, vedrai, ti piacerà.

Più avanti il bosco si fece più fitto e pulito, lei si fermo.

– Ti piace? Qua si sta tranquilli. Mi vuoi baciare o devo farlo io?

Ci baciammo, gli misi la mano sotto il vestito, prima gli accarezzai il culo, passai davanti e iniziai a masturbarla. Mi sbottonai i pantaloni e la guidai a prendere il cazzo, lo teneva in mano delicatamente, quasi come se non voleva.

– Scusami, se non vuoi non devi per forza.

– Scusami, forse non mi crederai ma e la prima volta che mi trovo, con un cazzo in mano. Non so ne cosa provo e nemmeno che devo fare.

– Stringilo un po’ di più, e fai avanti indietro.

Inizio a farmi una sega, ma non mi andava. Che cazzo… Stare con una donna e farsi fare una sega?!?

– Tina cosi non mi piace, non sono un ragazzino che si fa le seghe.

– Cosa vuoi che faccia io? Sono vergine, non vorrai scoparmi?!?

– Se non vuoi scopare, c’è il culo. Quello me lo puoi dare.

– Credo che tu sia pazzo! Questo cazzo grosso nel culo, mi massacri! Non fa nulla, torniamo in città.

Non risposi, non mi fregava nulla. La riportai sotto casa, andò via senza salutarmi. Passai il resto della giornata, girando a vuoto. Il giorno dopo alla mattina, chiesi un permesso. Mi recai da mia cugina Anna, come entrai.

– Vieni, speravo che venissi! Sono sola e fino alla sera non tornano.

Il marito e figlio lavoravano sui camion, mi prese per mano, mi porto nella camera da letto. mi disse

– Spogliati mio giovane stallone, hai preso il cazzo dalla famiglia! Ho una voglia matta di succhiarti questo grosso cazzo che hai tra le gambe.

Non perdemmo tempo, restammo nudi entrambi. Il suo corpo non aveva nulla da invidiare ad una trentenne, non persi tempo in baci e carezze, mi attirava la sua fica piena di peli neri e ricciuti, ora era rasata ai lati, avevi l’impressione che l’aveva pettinata e ha fatto un triangolo perfetto. Le labbra un po’ più grandi e leggermente aperte, mostravano il clitoride e le piccole labbra, passai la lingua nel centro e cercai di entrarci indurendo la lingua (Leccare la fica e un’arte, devi dare piacere. A me mi ha insegnato mia nonna, ma questa e un’altra storia). Entrai e usavo la lingua come un cazzo e con un dito gli stuzzicavo il clitoride.

– Caro, mettiti in una posizione che ti posso ricambiare, dammi il cazzo che lo voglio succhiare.

Mi girai e senti che me lo prendeva, mi masturbo un po’, poi senti la lingua intorno alla capocchia, lo scappello, lo umidi e prese la capocchia tra le labbra. Lentamente lo prese, quanto più poteva, ci eravamo girati mettendoci di lato, non mi andava, cosi la girai facendola mettere su di me. Si abbasso tanto che poggio la fica sulla bocca quasi a soffocarmi, mi trovai a portata di lingua il buco del culo, era di un colore brunito, passai la punta della lingua per provare la sua reazione, mosse il culo, cosi continuai. Alternavo tra fica e culo mentre lei continuava con il cazzo. Lo lascio e se dedico alle palle, leccando, scese più giù, sino a leccarmi il mio buco. Era la prima volta che mi leccavano il buco del culo, mi fece un effetto eccitante mai provato prima, se non la smetteva di sicuro avrei sborrato, ma lei come aveva capito mi lascio. Si giro, si mise su di me e prese il cazzo che era cosi duro, che a più non posso. Mi arrapa un mondo vedere il cazzo che entra nella fica. Si fermo quando i due corpi aderirono e il cazzo non si vedeva più. Allungai le mani ad accarezzare le grosse tette e lei inizio a salire e scendere sul cazzo.

– Caro mio stringi le tette e i capezzoli? Mi hai portato nel paradiso, e stupendo avere questo palo nella figa. Sborra con me. Cosi… Oh mio Dio che bello, godo amore.

Sborrai insieme a lei, si rilasso e si distese su di me, mi baciava, restammo cosi a scambiarci dei baci per un bel po’. Si alzo, mi invito a rivestirmi e ci accordammo di dire ai suoi che ero passato per raccontare la telefonata a mia madre.

Tre giorni dopo, alle sedici, all’uscita della caserma restai un po’ sorpreso. Era Tina, mi saluto invitandomi a fermarmi, ero in moto, mi fermai e la guardai serio, attesi che fosse lei a prendere l’iniziativa.

– Sei un bel tipo te la tiri, non ti fai più vivo?

– Non ho capito chi ha iniziato sotto casa tua, sei scesa e non hai detto una parola. Cosa ti aspettavi? Che venivo sotto casa tua a cercare un tuo sorriso? Io sono fatto cosi, mi scuserai ma ho da fare, vado.

– Un attimo! Mi sono arrabbiata e ti chiedo scusa, se non vuoi vedermi più dillo, che cercavi una da scopare.

– Sono io che non ti capisco! Noi ci siamo conosciuti appena, in due giorni che vuoi che ti dico? Che sono innamorato di te? Mi sei simpatica, sei un bel pezzo di ragazza, non oltre.

– Pace, vuoi? O ci dobbiamo salutare e finisce cosi.

– Dipende tutto da te, di cosa vuoi, cosa ti aspetti da me e cosa sei disposta a fare.

– Non lo so… Io ho un po’ paura. Mi vuoi mettere quel grosso cazzo nel culo, tu mi massacri.

– Scopiamo normale, nella fica! Di che hai paura? Sei ancora all’antica? Devi conservarla per la prima notte?

– L’ho promesso a mio padre prima che moriva e ci tengo a mantenere la promessa fatta.

– Come vuoi, se tu sei d’accordo con un po’ di crema ti entra. La prima volta sentirai un po’ di dolore, poi ti piacerà vedrai.

Da quel giorno ci frequentavamo tutti i giorni, facevamo sesso anale, mi presento in famiglia e un giorno ci sposammo. La sorella, oggi mia cognata, resto stupita di vedermi al fianco di Tina. Credo che mi odiava, lei era la sorella maggiore e mi aveva conosciuto per prima, non ci fu nulla di cui vale la penna di raccontare. Un giorno, qualche tempo dopo, mia madre stava male, Tina che si era affezionata molto a mamma decise di recarsi al paese. La mattina dopo che era partita, bussarono al citofono, era Sandra. Quella mattina non ero di servizio. Cosa voleva? La feci salire.

– Buongiorno! Come mai? Sai, tua sorella e partita.

– Lo so, e stata lei a chiedermi di venire a pulire la casa, prepararti il pranzo.

– Non era necessario, per il pranzo andavo al circolo ufficiale, comunque dato che ci sei, fai pure. Io mi stavo per fare un caffè.

– Vedo che non ti sei ancora rasato, fai pure, ti preparo il caffè.

Lei andò in cucina, io in bagno e dopo aver finito indossai l’accappatoio. Ero nudo, andai da lei, mi porse la tazzina.

– Sandra toglimi una curiosità, perché non ti vado a genio? Sei sempre scontrosa e lo dai a vedere, tutti sanno anche Tina, lo ha capito.

– Io non e con te che sono arrabbiata, e con me stessa. Non mi sono mai perdonata di come mi comportai quella sera con te.

– E passato tanto tempo, io non ci penso più. La guardai, credo di capire, lei pensava che poteva essere lei al posto della sorella. Sandra, non pensare che noi due potevamo stare insieme, non e detto, lo sai poteva essere. Non pensarci più, sei una bella ragazza. Troverai l’amore, non ero io.

– Mi trovi bella? So di non esserla, ma ti ringrazio.

– Hai un corpo stupendo non sottovalutarti.

Eravamo seduti uno di fronte all’altro, lei accavallo le gambe scoprendo e gli vidi le mutandine, quel triangolino cosi arrapante, guardandola mi eccitai, il mio accappatoio era di quelli corti, ad un tratto inizio a ridere.

– Scusa, perché ridi? Cosa ho detto di spiritoso.

– Non hai detto nulla, ma guardati, ti e spuntata la coda davanti.

Mi guardai, cazzo, era vero. Mi ero eccitato, il cazzo era fuoruscito e si mostrava ai suoi occhi. Non volgeva lo sguardo da un’altra parte, era come incantata a fissarlo. Mi alzai, mi avvicinai a lei, mi tolsi l’accappatoio, il cazzo balzo fuori del tutto contento di essersi liberato dalla stoffa che lo nascondeva per metà. Mi accostai sino a che il cazzo gli tocco la bocca, misi una mano sulla sua testa e la invogliai, apri la bocca, si prese la capocchia, sentivo la lingua che lo avvolgeva. Spinsi per entrare del tutto nel bocca e iniziai a muovermi come se scopavo. Mantenevo la sua testa ferma mentre mi respinse senza lasciare il cazzo, mi fece capire che non gli piaceva essere trattenuta. Succhio per un po’, poi lascio il cazzo e inizio con le palle. Le lasciava e di la passava al cazzo, lo lascio e senza dire nulla si alzo, si appoggio al tavolo sollevando il vestito.

– Scopami! Ti voglio sentire nella figa, sfondami, chiavami con forza.

La presi per i fianchi e come mi aveva chiesto gli ficcai il cazzo in fica con forza, diede un grido. Le pompavo la fica come un pazzo, lei mi gridava di fargli male, con una mano la tenevo del fianco e con l’altra gli misi due dite in culo.

– Si e cosi che ti voglio, sfondami la fica e il culo.

Stavo per godere, mi tirai fuori, lo poggiai al buco del culo e spinsi. Grido per il dolore, senza lubrificazione credo che veramente gli fece sentire un male cane. Forse fui sadico, iniziai a incularla con forza bruttale, poi mi fermai ben piantato dentro. L’avevo sentita piangere, mi dispiaceva, iniziai piano. Misi una mano davanti, cercai il clitoride e glielo accarezzavo, inizio a gemere di piacere. Continuai a pomparle il culo sino a che grido che godeva e fu lei a chiedermi di aumentare il ritmo. Non ci volle molto, esplosi e gli schizzai la sperma nel profondo del culo e andai a fare la doccia! Qui finisce il mio racconto con mia zia e mia cognata.

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