Come tutti i ragazzi di questo mondo, si cerca una ragazza per farci l’amore, che poi si cerca per scopare e poi magari diventa tua moglie e cosi vissero felici e contenti. Cosi doveva essere anche per me, non andò come nei romanzi rosa, fu molto diverso e questa e la mia storia.
Nello stesso stabile dove abitavamo varie famiglie, molti di noi eravamo coetanei, cercavamo le prime esperienze sessuali. Noi ragazzi ci prendevamo le misure a chi ce l’aveva più lungo, chi sborrava la prima volta, sembrava una conquista da dire e mostrarlo a tutti gli amici. C’erano le ragazze che si atteggiavo a donne, che non erano altro che delle bambine. Era una, la più grande tra le altre, si credeva di essere la migliore di tutte, cercava di insegnare alle più piccole i misteri del sesso, una volta gli chiesi se si voleva appartare un po’ con me, mi diede del pervertito e dello stronzo.
Mi dovete permettere di raccontarvi questo piccolo episodio, non c’entra con mia suocera ma vi piacerà. Una sera, io e un amico eravamo nel centro della città, andammo al cinema, all’uscita Carlo mi chiese se andavamo a puttane.
– Franco, dietro allo stadio lo sai che ci sono le puttane? Mi hanno detto che e una ragazza, prende poco, ti fa dei pompini favolosi, e lo prende nel culo. Si mantiene al buio, sotto l’arco al buio ci andiamo.
Non pensai molto accettai, al nostro arrivo c’erano alcuni curiosi, l’amico chiese dove lavorava la ragazza dei pompini, gli indicarono l’arco, mi chiese se andava prima lui annui, non avevo nulla incontrario. Lui entro sotto l’arco, era buio pesto, di fronte passa la ferrovia, il faro della locomotiva illumino a giorno sotto l’arco quale era profondo. Nell’attimo che si illumino riuscì a vedere una ragazza in ginocchio, con il ritorno al buio senti un urlo:
– Puttana! Io ti ammazzo!
Entrai di corsa, volevo dare aiuto all’amico.
– Cosa succede? Calmati!
– Franco, l’ho vista bene! E mia sorella Rosa, io l’ammazzo.
– Tu ti calmi! Rosa, vai fuori e aspettaci! E tu, datti una calmata! Non diamo spettacolo.
Lo presi sotto braccio e uscimmo, qualcuno chiese cosa era successo, non risposi. Ci allontanammo e più avanti c’era Rosa che aspettava piangendo, convinsi a loro due di tacere, di non dire nulla ai genitori che lei voleva fare la prostituta. C’è l’aveva nel sangue, qualche anno dopo scappo con un malvivente, la mise sulla strada, questa era la ragazza che mi diede del pervertito.
Nello stabile c’era una bella signora e le prime seghe le ho fatte pensando a lei. Noi i ragazzi eravamo sempre in agguato, per poterle spiare sotto ai vestiti di tutte le donne dello stabile. Una in particolare attirava la mia attenzione si chiama Gianna, e bona, un gran pezzo di fica, allora che ero un ragazzino mi innamorai di lei, cercavo di toccarla, di spiarla, passavo molto tempo davanti a casa sua. La sua bambina due anni meno di me, con lei iniziai a giocare al dottore e l’ammalata, inutile raccontare la storia di quei due ragazzini, devo solo dire che quella ragazzina oggi e mia moglie. Mia suocera rimase vedova, era rimasta sola, l’altro figlio era lontano, lavorava in Germania. Parlarono mamma e figlia, mia moglie Lina, di unirci a casa sua, per noi che si era all’inizio era un bel risparmio.
L’infatuazione per mia suocera non mi era passata, mi capitava spesso che quando scopavo mia moglie, mi veniva di pensare che ero sopra di lei, a scopare Gianna. Trovavo tutte le scuse per toccarla, fare dei complimenti, sempre quando capitava di stare da soli in casa, non osavo, anche se vedevo che lei se la godeva, era contenta. Un giorno mia moglie decise di andare a Roma con una sua amica, dissi vai pure, avevo molta fiducia in lei, ero contento era il momento giusto per provarci, mi volevo scopare mia suocera, mi auguravo di avere capito bene che anche lei voleva la stessa cosa. Mia moglie era partita molto presto, era l’alba, avevamo fatto tutto in silenzio per non disturbare Gianna, non tornai a letto, presi la tazzina del caffè, usci fuori sul balcone, accesi una sigaretta.
– Buongiorno già sveglio? Come mai?
– Lo sai che tua figlia partiva oggi, con l’amica.
– E vero dimenticavo, sto diventando vecchia, inizio a dimenticare tutto.
– Non e vero, sei ancora così giovane, può capitare. Che fai oggi?
– Non lo so ancora, forse vado da mia sorella, poi tu resti solo, tu che fai?
– Io ho un programma anche per te, poi dipende se tu sei d’accordo.
– Dimmi, che programma hai?
Mi avvicinai, lei mi guardava incuriosita, gli accarezzai il viso.
– Te lo dico nell’orecchio!
Mi accostai, prima gli diedi un bacio sulla guancia e gli sussurrai “Sei bella”. Non rispose, poggiai la bocca vicino all’orecchio:
– Cara il mio programma e di andarcene sul letto, desidero baciarti e leccarti tutta, e una vita che desidero farlo.
– Franco che dici? Sei il mio genero! Devo tradire mia figlia? Fai il bravo, facciamo finta che non e successo nulla.
Non gli risposi, non mi allontanai, la baciai di nuovo sulla guancia, gli cercai la bocca, poggiai la mia sulla sua e gli diedi la lingua, apri la bocca e accetto il bacio. Giocavo con la sua lingua, nel frattempo l’avevo stretto a me, misi una mano sul culo e glielo accarezzavo, quante seghe mi ero sparato pensando al culo che toccavo. In quel momento mi ero eccitato così tanto che il cazzo pressava contro i pantaloni sino a procurarmi dolore, gli sollevai il vestito, era senza calze e senza mutande.
– Franco, che stiamo facendo? Non voglio, fermiamoci adesso, siamo ancora in tempo.
Non risposi, la presi per mano e la portai in camera da letto, iniziai a sbottonargli il vestito.
– Lascia, faccio io! Spogliati anche tu, sono una pazza e mi contraddico, ti desidero anch’io.
Restai nudo e anche lei, mi inginocchiai davanti a lei e iniziai a baciarla sul ventre, scesi sino a mettere il volto sulla fica, gli feci aprire le cosce e misi la testa nel mezzo, misi la lingua dentro, mi ero messo in quella posizione per il semplice motivo, era un ricordo e desiderio sin da ragazzino, volevo leccare la figa, ma lei:
– Non così caro, mettiamoci distesi, così mi darai la possibilità di poterti succhiare il cazzo, lo desidero tanto.
Ci stendemmo sul letto, non ci pensai ai baciarla, il mio più grande desiderio era di mettermi con la testa tra le cosce, e cosi feci. Lei prese il cazzo e senti la lingua intorno alla capocchia, gli apri le labbra della figa, cercai con la lingua il clitoride, lo presi tra le labbra, lo succhiai e leccavo, lei reagì pressandomi con la testa sulla fica e stringendo le cosce, mi chiuse la testa come in una morsa, gli misi un dito nella fica e uno nel culo, nel frattempo lei continuava a succhiare il cazzo, ero in paradiso, si era avverato il sogno di quando ero ragazzo.
– Caro e bellissimo, nessuno mi hai mai leccato la fica come lo fai tu, mi piace che tu mi prendi il clitoride in bocca, e cosi che bello, dai ancora!
Continuai per un po’, cambiai posizione e me la tirai su di me, lei capi, prese il cazzo si sollevo quel tanto che bastava a impalarsi e fu una sensazione stupenda, vedere il cazzo scomparire nel suo corpo, la fica lo inghiotti tutto sino a toccarci con il pube, presi i seni, li strizzai delicatamente i capezzoli eccitati, lei inizio a cavalcare, saliva e scendeva lentamente, quando toccava il mio pupe faceva dei movimenti avanti indietro, quasi rotatorio.
– Caro lo so che sto peccando, ma e bellissimo sentire questo cazzo grosso che mi pompa la fica. Lo sento nella pancia, sborrarmi dentro, fammi sentire il calore del tuo godimento.
Si abbasso, cerco la mia bocca, mi bacio, gli misi il dito in culo e lo muovevo come se la stessi inculando.
– Cara non vuoi farti inculare? Hai un culo stupendo.
– Non adesso, un’altra volta, desidero godere con il cazzo che mi pompa la fica. Chiavami, scopami, ti ho desiderato tantissimo. Cosi chiavami anche il culo con il dito, prova a metterne due. Si cosi godoo, che bello? Oh mio dio…
Diedi dei colpi più rapidi ed esplosi in quella fica calda e desiderata da tempo. Restammo cosi legati per un po’, lei scese dal letto e sorridendo mi disse.
– Hai avuto quello che volevi, sei contento?
– Lo sono se lo sei anche tu.
– Lo sono a metà, era tanto tempo che non mi facevo una scopata e poi amore tu lecchi la figa in un modo stupendo. Adesso ti porto un succo e stiamo ancora a letto, tanto e presto.
Mi stirai come un leone dopo la caccia, sazio e contento stavo quasi per addormentarmi, arrivo lei, mi offri il bicchiere di succo e si distese al mio fianco.
– Vuoi farmi il culo? Lo so che ti ha sempre attirato, se lo vuoi adesso prendo il lubrificante che usa tua moglie. Ma dimmi perché lo usa? Gli fai il culo spesso?
– Non il culo, non ha mai voluto dare, lo usa perché ha la fica asciutta, non riesce a bagnarsi. Deve usarlo poi dopo si riscalda e si bagna.
– Anche se la lecchi la fica non si bagna?
– Niente! Prendilo il lubrificante, voglio incularti, ho sempre pensato che hai un bel culo, mi sono sparato un sacco di seghe pensando a te.
– Lo so, e da ragazzino che mi guardavi sotto le gonne, io restavo in attesa di una tua avance.
– Adesso non perdiamo tempo, pensiamo ad oggi. Non ci capiterà tanto facilmente di passare del tempo da soli, vieni qua stenditi che ho tanta voglia di farti il culo.
Lei sorridendo prese il lubrificante e lo spalmo sul cazzo.
– Adesso io mi metto a pancia sotto e tu me lo spalmi vicino al buco, vacci piano e molto tempo che non lo prendo nel culo, e poi tu con questo grosso cazzo mi ammazzi.
Si distese, gli passai il lubrificante tra le chiappe, gli misi un dito nel culo e andai dentro e fuori per un po’. Mi distesi su di lei, guidai il cazzo, diedi una spinta e mi fermai, la capocchia si era aperta la strada, spinsi sino a quando toccai le natiche con il mio pube e mi fermai.
– Cara dimmi quando posso iniziare a pomparti il culo?
– Sei uno stronzo, ti ho chiesto di essere delicato, invece sei entrato con furia, mi e sembrato una vendetta la tua, che ti ho fatto?!?
– Scusami cara, non e una vendetta la mia. Il desiderio di possederti e d’incularti, me lo porto dentro sin da ragazzino, e passato, posso iniziare a pomparti questo culo stupendo?
– Pompami il culo, fai in modo che godo, mi piace avere orgasmo mentre vengo inculata! Si e cosi che mi piace, continua, che bello! Mio dio, aumenta il ritmo, godoo amore! Sborrami nel culo o tra le natiche, voglio sentire la sperma calda che mi scivola tra le natiche.
Aumentai il ritmo di entrata e uscita, riusi a resistere sino a che lei grido il suo piacere, mi tirai fuori e sborrai tra le natiche. Dopo averci rilassati scopammo ancora una volta.
Quello che mi colpi nel tempo fu che mamma e figlia si erano messe d’accordo e adesso viviamo un bel menage a trois.