Sesso a tre con mio figlio gay

Eravamo arrivati da pochi giorni in città. Non conoscevamo nessuno. A giorni mi avrebbe raggiunto mia maglie e mia figlia, avevamo anticipato io e mio figlio. Per causa del mio lavoro mi spostavo ogni due tre anni. Quella sera non avevamo nulla da fare non so perché ma non ci andava di richiuderci in un appartamento ammobiliato e freddo. Non ha calore umano. Cosi iniziammo a girovagare per la città. Passammo davanti a un cinema fummo attratti dal titolo del film che proiettavano cosi entrammo. Era l’ultimo spettacolo. Cerano pochi spettatori dopo pochi minuti inizio la proiezione. A un tratto si venne a sedere al mio fianco un giovane pensai “Che cazzo! Con tutto il locale semi vuoto proprio al mio fianco!”, non ci volle molto a capire il perché. Senti una mano appoggiarsi sulla mia gamba. Pensavo che cose del genere succedevano solo nei racconti erotici, potevo ed avrei dovuto ribellarmi a quelle avance gay, guardai mio figlio, lui mi sorrise. Ma non so spiegarmi il motivo il perche lo lasciai continuare, non avevo mai avuto un rapporto omosessuale, lui visto che non dicevo nulla si fece più audace mise la mano sull’cazzo neanche a dirlo mi ero eccitato. Mi sbottono mise la mano dentro e lo tiro fuori, mi guardai in giro. In apparenza nessuno badava a noi. Si chino ed inizio a leccarlo tutto intorno alla cappella. Lo prese in bocca ed inizio il pompino, vero e proprio. E che pompino! Mia moglie quando lo fa. Lo fa più per accontentarmi, ma lui ci metteva tutto il suo piacere. Guardai di nuovo mio figlio, e vidi che aveva tirato fuori il cazzo e se lo menava di brutto.
Forse dovuto alla situazione. Ho pure alla novità sborrai nella sua calda bocca. Si arrese solo dopo avermi succhiato sino all’ultima goccia di sperma rimise tutto a posto abbottonando anche i pantaloni, mi guardo e sorrise, era un bel ragazzo con il volto delicato quasi femminile, era in procinto di alzarsi. Lo bloccai con la mano.
-Resta se non ti dispiace.
Mi rispose con un sorriso, prese la mia mano e la strinse restammo mano nella mano per tutta la durata del film devo dire che del film non ricordo quasi nulla. Ero preso da quella avventura, mi chiedevo perche mi comportavo in quel modo, e in presenza di mio figlio.
Il film fini, accesero le luci.
-Vieni andiamo a perdere un caffè. Come ti chiami?
-Mi chiamo Silvio anche se vorrei chiamarmi Silvia. A volte non ha importanza come uno si chiama ma ciò che sente di essere. Ti ringrazio che non mi giudichi per quello che ho fatto?
-Io non ho abitudine di giudicare mai. Vieni entriamo prendiamo un caffè, lui e Paulo mio figlio.
-Un attimo non mi hai detto come ti chiami tu.
-Mi chiamo Aldo.
-Aldo non entriamo, io ti ringrazio ma qui nel quartiere mi conoscono e ti giudicheranno, non fa nulla apprezzo il tuo gesto.
-Vieni andiamo a casa mia. Siamo da poco arrivati in città e mia moglie mi raggiungerà a giorni.
Le stradine che portavano al mio appartamento erano deserte. Lui prese la mia mano e intreccio le dite con le mie. Mio figlio prese la mia. Perché mi comportavo in quel modo era un mistero, resta che solo il tocco di quel ragazzo mi eccitava. Aveva dei capelli lunghi neri come l’ebano un viso d’angelo.
Come entrammo in casa ci guardammo e senza dir nulla. Accosto la sua bocca alla mia capi che stava per baciarmi. Ed io non solo non mi tirai indietro. Ma me lo strinsi forte a me. Mi ficco la lingua in bocca ed i io la succhiai. Ci baciammo a lungo molto a lungo, e sentii un mano accarezzarmi il culo era mio figlio. Lo respinsi delicatamente.
-Vieni andiamo in cucina.
Mentre preparavo il caffè lui mi stava vicino e mi accarezzava il cazzo dal di sopra i pantaloni, tutto sembrava normale era il comportamento di mio figlio, che era strano.
-Silvia lo sai che per me e la prima volta che ho un avventura con uno come te?
-Lasciati andare sarà bellissimo vedrai
-Toglimi una curiosità ma tu godi ti ecciti.
-Certo che mi eccito!
Andammo nel salotto bevemmo il caffè. Parlammo di svariate cose.
-Aldo io ti ringrazio di cuore mi fai sentire bene ma dimmi senza timore cosa desideri da me?
-Tu cosa fai?
-Tutto quello che desideri.
-Mi vuoi inculare?
-Quello che vuoi tu!
-Per adesso vedo a farmi la doccia sono tutto sudato magari la fai anche tu dopo che ne pensi?
-Facciamola insieme che ne dici?
-Per me va bene.
Andammo nel bagno ci spogliammo entrambi. Restai sorpreso aveva un corpo stupendo sembrava un corpo di ragazza se non era per quel cazzo duro che guardava verso l’alto e che cazzo io mi ritengo un uomo dotato ma vedendo lui mi senti piccolo. Il piccolo Paulo si denudo, cazzo non immaginavo, che mio figlio, era cosi dotato.
Ero in procinto di aprire l’acqua.
-Aldo mi dai un bacio prima.
Non dissi nulla ma questa volta presi io l’iniziativa gli misi la lingua in bocca e iniziammo a giocare intrecciandola tra noi. Ma ebbi un brivido quando senti il suo cazzo bollente appoggiarsi sul mio ventre. Non rifiutai il contatto anzi spinsi di più contro di lui. Inizio ad accarezzarmi le natiche ed io feci altrettanto con lui.
Paulo si poggio dietro di me e senti il suo cazzo grosso e bollente poggiarsi tra le mie natiche. Stavo per sborrare, solo con il contatto, sentivo il suo cazzo strofinare, vicino al buco del culo. Il bacio duro a lungo non avevo mai baciato cosi a lungo senza interruzione. Lo respinsi delicatamente.
-Facciamo la doccia!
Regolai il getto dell’acqua. Ed iniziai ad insaponarmi il torace, lui prese la spugna dalle mie mani
-Faccio io non ti dispiace vero?
Dopo avermi passato la spugna per tutto il torace, scese giù tra le cosce mi lavo i coglioni e il cazzo. Mi fece girare per lavarmi la schiena inizio dal collo ma nel farlo si accosto con il ventre. Appoggiando il suo enorme cazzo contro il mio culo. Mi stavo comportando da gay. Ma sapevo di non esserlo e se lo scoprivo adesso non me ne fregava niente. Mi piaceva da matti sentire quel palo tra le natiche, ci rimasi male quando si sposto. Per lavarmi tra le natiche. Li non uso la spugna bensì la mano. Inizio a passare vicino al mio inviolato buco del culo. Nemmeno una supposta aveva visto il mio pertugio lo insapono molto. Poi inizio a saggiare con un dito. Forse voleva vedere come reagivo forzo ed entro. Mi venne un languore per tutto il corpo. Gioco un po’ entrando e uscendo lentamente.
-Aldo non vuoi lavare me adesso?
Presi la spugna e lo lavai. Ma cercavo di evitare di toccare il cazzo, uscimmo dalla doccia. Ci asciugammo senza guardarci.
-Vieni Aldo andiamo sul letto ti faro passare la notte più bella della tua vita.
Sembravamo ridicoli nudi con i cazzi tesi mentre andavamo in camera come entrammo iniziammo a baciarci bocca a bocca lingua contro lingua ci stendemmo sul letto. Mio figlio mi baciava sul collo mi prese il cazzo, mi masturbava dolcemente, io presi il suo, lasciai di baciare Silvio, cercai la bocca di mio figlio, i nostri cazzi duri si poggiarono sui i nostri ventri, fu stupendo baciarci, non era solo un incontro, gay, anche incestuoso ci baciammo ancora per un po. Poi lui inizio a baciarmi sul torace, gioco con la punta della lingua e dei denti con i miei capezzoli. Con una lentezza estenuante scese giù prese il cazzo con una mano. Ed inizio a leccarlo. Tutto intorno. Nel frattempo si era girato portandosi nella classica posizione del sessantanove. Rimasi affascinato da quel cazzo enorme. Si era messo a pochi centimetri dal mio viso. Lui nel frattempo aveva ingoiato il mio sino alla radice, mise una mano sulla mia testa. Ed mi pressava contro il suo. Appoggiai la bocca delicatamente sulla cappella, prima diedi dei piccoli colpi di lingua, timidamente, poi sempre di più, sino a che spalancai la bocca e presi la cappella. Era gonfia di sangue sembrava di seta, per la prima volta facevo un pompino. E devo dire la verità mi piaceva succhiare quel cazzo. All’inizio fui un po’ timido piano, piano mi lasciai prendere dalla lussuria. Lo prendevo quanto più potevo, mio figlio si mise dietro di me e mi leccava il buco del culo. Mi dispiaceva, lasciare quel cazzo. Lui lo capi perche mi disse.
-Stai tranquillo amore dopo te lo darò ancora!
Mi girai a guardare, Paulo. Mi fece girare mi misi a pancia sotto e lui inizio a baciarmi iniziando dal collo lentamente scese lungo la schiena sino a fermarsi, sul culo. Senti che mi allargava le natiche. Diedi un sospiro di piacere quando diede i primi colpi di lingua al mio pertugio. La lingua sembrava elettrice di come la muoveva svelta. Cercava di penetrare con la punta della lingua e quando ci riesci mi sembro d’impazzire. I muscoli si rilassavano sentivo solo un gran calore e un rilassamento totale. Immaginavo quello che aveva in mente. All’attendevo con paura e ansia di provare la paura era dovuta alla sua dimensione l’avrei sopportato oh pure mi avrebbe dilaniato? Senti che risaliva verso su sempre baciando. Avvertivo il calore del suo cazzo contro il mio corpo. Finalmente si decise! Appoggio la cappella al mio pertugio. Non cerco di entrare. Lo strofinava tra le natiche, poi ritornava vicino al pertugio. Pensai se non lo mette dentro, era come capiva quale era il momento giusto. Inizio a spingere lentamente.
-Papa non avere paura sarà bellissimo vedrai.
Stronzo non era lui sotto a quel grosso cazzo. Si mise davanti a me, mi invito a prendere il suo cazzo in bocca, ero peggio di qualsiasi, vecchia baldracca, gay, lo presi e, mentre lui mi inculava, io facevo un pompino a Paulo, lui decise, di cambiare posizione, si giro si mise sotto di me, e mentre lui cercava di incularmi, facevo un sessantanove con mio figlio.
-Aldo caro non stringere il culo fai come vorresti defecare. Vedrai ti entrerà più facilmente.
Inizio a forzare ma. Malgrado l’aveva lubrificato con la saliva non entrava. Perché non mi tiravo indietro? A quella intrusione fuori dalla mia natura e non solo mia? Ma lo volevo era qualcosa più forte di me desideravo con tutto me stesso quel palo nel mio corpo.
-Aldo ma non lai mai fatto? Non ti sei mai fatto inculare?
-Te l’ho detto prima, non ho mai avuto un rapporto con un altro uomo.
-Aspetta un attimo ho visto della crema nel bagno vado a prenderla!
Rimasi li disteso sul letto come una vecchia puttana, o come un agnello al sacrificio. Torno subito pensai che mi avrebbe inculato immediatamente. Invece ci sapeva fare aveva capito che mi ero raffreddato nella attesa. Non era cosi, ero al massimo dell’eccitazione, stavo facendo un pompino a mio figlio. Silvio cosi si dedico a leccare sia il buco del culo che sotto alle palle. Dopo un po iniziai a muovere il culo tacevo. Ma il mio corpo parlava da solo. Prese della crema con un dito. La spalmo tutto intorno alla mia rosetta e inviolata ne prese del’altra ed entro dentro, massaggio l’interno. A lungo con l’altra mano mi accarezzava le palle gonfie di sperma e si unse anche la cappella. Quando capi che ero pronto a riprovare. Si posiziono dietro prendendomi per i fianchi, e spinse.
-Rilassati Aldo vedrai sarà stupendo.
Nel frattempo mi sembrava di morire sentendo quel cazzo bollente tra le natiche. Si sollevo un po e senti che puntava il cazzo contro il mio buco prezioso, feci come mi aveva detto prima mi concentrai come dovevo defecare. Il culo si apri e senti che la cappella si faceva strada. Ebbi l’impressione che mi apriva tutto, sentivo dolore. Ma non mi sottraevo a quella intrusione contro natura. Anzi ancora oggi non so spiegarmi il perché mi sottomettevo a farmi inculare.
Tornando a quella sera. Come capi che la cappella era entrata si fermo. Voleva che mi abituavo ad averlo dentro. Di li a poco il dolore si attenuo. Fu io a sollevarmi lentamente come una vecchia baldracca andavo incontro il cazzo.
-Aspetta non andar di fretta te lo tutto ma lentamente.
-Non aver timore io posso sborrare quando voglio.
Forse aveva ragione lui ma io non so spiegarmi il motivo. Ma desideravo sentirlo tutto dentro di me. Un po lui. Di più io che alzavo il culo per andargli incontro entro del tutto senti il suo ventre toccare le mie natiche. Ebbi l’impressione che mi mancava il fiato mi sembrava di sentirlo nella pancia.
-Il più e il fatto che adesso viene il bello. Te lo godrai tutto. Adesso lentamente mettiamoci di lato cosi posso masturbarti. Mentre ti inculo.
Ci mettemmo di lato lui prese una mia gamba. E la poggio sulla sua. Prese il mio cazzo che era duro che sembrava di marmo. Inizio sia a masturbarmi che andare dentro fuori molto lentamente ora non sentivo più dolore ma solo un gran rilassamento e un calore piacevole. Il cazzo si era lubrificato bene adesso mi scivolava che era una meraviglia. Mi sentivo pieno avrei voluto che durava tanto. Ma come stavo per sborrare, intanto mio figlio, mi leccava i coglioni e mi leccava, da per tutto, ero in procinto di godere, di sborrare ero arrivato al’apice, della lussuria. Lui lo capi cosi rallento il movimento di entrata e uscita lo faceva molto lentamente lo tirava quasi fuori io avevo il timore che usciva, invece rientrava molto lentamente. Ad un tratto sborrai per non gridare dal piacere presi il lenzuolo tra i denti e lo morsicai. Lui venne con me senti il getto caldo della sborra nelle viscere almeno ebbi l’impressione di sentirlo, e sborrai nella bocca, di Paulo.
Non lo so quante volte mi feci inculare e spompinai quel cazzo enorme. Feci altrettanto con lui ci alternavamo con mio figlio, una volta inculavo lui e dopo lui a me. Paulo volle incularmi anche lui e io a lui, mi resi conto, che non era la sua prima volta. Alla fine era l’alba quando ci addormentammo al mio risveglio ero solo. Abbracciato a mio figlio, trovai un biglietto sul comodino
“Caro Aldo e stato una notte stupenda. Non la dimenticherò mai. Tutto e bello ma solo quando dura poco. Sarebbe stupido rivederci, hai una moglie e dei figli, vivi la tua vita e non cercarmi. Addio!
-Paulo dimmi la verità sei gay.
-No papa sono come te, mi piace tutto.
-Resterà il nostro segreto.
-E perché siamo una famiglia incestuosa, sai con mamma e Sara, quante, orge facciamo adesso, potrai partecipare anche tu.
Restai di merda, ma questa e un’altra storia, verrà un giorno che ve la racconto. Da quel giorno sono tornato varie volte in quella sala ma non lo più rivisto ho cercato qualche avventura con la speranza che si ripeteva quella maggia di quella notte.

Publicato in Padre e Figlio. Parole Chiavi , , , , , , , .