SILVY, DAVID e AMANDA – Seconda parte

David per il viaggio e la vacanza non ha portato – nonostante i suoi torbidi pensieri – una provvista di condom, neanche uno, parrebbe; del resto farmacie ce ne sono dappertutto. È incredulo riguardo a un possibile cedimento di sua madre su quello che a lui preme particolarmente. La desidera pazzamente da qualche anno; la sogna spesso, lei sotto, lui sopra, e ha frequenti polluzioni notturne. Comunque è partito felice con Silvy, chissà… Forse prendendola sul lato affettivo, sentimentale…, e poi sono soli. Studia, ha gli esami, e tutto sommato non sa molto della donna in generale. Mamma è generosa di nudità in casa e lui due volte ha creduto di risponderle con i suoi mezzi; era grave quello che aveva fatto, si aspettava e temeva una reazione brusca da parte di lei, invece niente; buon segno pensava. Ci aveva provato, forse lei non avrebbe dimenticato la sua “proposta”. Qualche volta, nel più lontano passato, nel lettone, lui giovinetto, le aveva fatto sentire il “pisello”, anzi, il “pisellone” eretto, ma non ne erano derivate novità nei loro rapporti, che erano rimasti del tutto normali. Ma l’occasione non si presentò più. Adesso, lassù, dormiranno insieme, per non avere freddo? Però la loro casetta è ben riscaldata d’inverno. Ma proprio soli non saranno; hanno dei conoscenti di città che vengono spesso a cercarli; di loro David è geloso perché capisce che ce ne sono  attratti da sua madre. Stava un po’ con il fiato sospeso per i dubbi sul comportamento di lei; se andavano per sciare e stare con quelle persone era meglio per lui non essere partito; e poi si aspettava anche che sua madre si sarebbe presto messa con qualcuno; sapeva che gli uomini le piacevano e che sessualmente aveva un passato non proprio da educanda, considerati anche i sei mesi di matrimonio che i suoi genitori avevano speso per metterlo al mondo, e a lui non risultava di essere nato prematuro. E poi quella storia con il suo professore; c’erano state delle discussioni tra la mamma e papà che non voleva che andasse in giro per congressi, mostre, senza che lui la potesse seguire, almeno controllare. A casa telefonano diversi uomini, la cercano, la invitano…

…TORNA ALLA PRIMA PARTE DI QUESTA STORIA

Da questa vicenda e dai suoi insperati sviluppi, davvero insperati per David, ora più che soddisfatto, appagato nei sensi dalla bella amante, desideratissima per anni!, da questa vicenda, appunto, si potrebbe ricavare il soggetto per un film, un film impostato su un argomento scottante e delicato, oggi venuto in primo piano: la proposta di legge per il riconoscimento dei figli generati da incesto, esclusa la violenza. Figurarsi cosa avverrà negli uffici anagrafici preposti, una volta approvata questa riforma del diritto di famiglia, con la folla degli iscritti alla registrazione: padri, fratelli, figli con le rispettive partners, senza alcun pudore; molti, maschi e femmine, passati con gli anni da torbidi amanti a rispettabili vecchietti. Se ne vedranno e sentiranno delle belle, soprattutto i primi giorni!  Chi leggerà questo scritto andrà subito con il pensiero alla figura, qui introdotta, della piccola Amanda e intuirà il seguito della relazione tra Silvy e David. I dati statistici dei numeri danno, purtroppo, l’assoluto primato ai figli nati da padre + figlia, spesso con risonanze giornalistiche per la crudezza di certe vicende; si hanno però anche notizie, sempre in base al DNA, tutte cose che scopriamo da poco, di un buon numero di nati, oltre che da sorella + fratello, da incesto madre + figlio, di frequente madre quarantenne e figlio ventenne, proprio come i nostri due protagonisti. È chiaro che i numeri segnalano soltanto la punta dell’iceberg del fenomeno “incesto”; quante invece le “storie” non raccontate! Vengono segnalati figli con patologie serie, ma pure figli del tutto normali. La regola, comunque, è che se i genitori sono sani, per quanto strettamente consanguinei, i figli nascono sani.

Per l’appunto, Silvy; è tornata, insieme a David, in città, a casa e all’insegnamento universitario, estasiata, persino quasi indolenzita per i tanti e prolungati rapporti carnali con il suo “ragazzo” nella casetta in montagna. Ne siamo contenti per lei, dopo il lungo digiuno! Lui l’ha amata e anche rispettata per l’affetto filiale che le porta e per gratitudine; è stato una sorta di principe azzurro che fa bene, assai bene, la sua parte anche a letto con la sua principessa; meglio dire con la sua signora e regina. Sappiamo nei dettagli quanto accaduto quel pomeriggio proprio dal racconto che ne fa David nella “San Valentino Story”; deve essere stato il pudore, il rispetto verso mamma Silvy a non fornirci il seguito, le naturali “conseguenze” di quel pomeriggio. David, con quanto è successo, tocca letteralmente il cielo con il dito, come si dice, ma è spesso tormentato dal dubbio di aver sognato. Un sogno stupendo, ma un sogno da cui potrebbe risvegliarsi da un momento all’altro: quel viaggio, tutti quei baci su quel visetto, tutto quell’amore, tutte quelle emozioni, deve aspettare qualche giorno prima di crederci. Una cosa è certa; è stanchissimo e dorme in piedi, anzi seduto in macchina. Ogni tanto allunga la mano per toccare li seno, oppure le gambe di Silvy per accertarsi che sia tutto vero. Hanno fatto una cosa molto strana, fuori dell’ordinario e della morale comune, ma è stato bellissimo forse proprio per questo; lei è magnifica nuda, sia davanti che dietro, una sorpresa per lui nonostante le anticipate nudità in casa; un’attrice, ma di quelle belle, proprio belle; giovane, giovane. Appena tornati la vuole rivedere subito senza niente indosso e baciarla ancora per ore. Ma i loro contatti sono ora ben difficili; in casa c’è troppa gente che va e che viene, la cameriera, i parenti, il marito di Silvy, quello vero, cioè il padre di David, con tutti quei problemi. Lei pensa seriamente al divorzio e al modo comunque di non starci più insieme; sul viaggio, in qualche momento di lucidità, quello ha avuto a che dire; lo si dovrà comunque preparare in vista delle novità, il “divorzio breve” è ancora di là da venire. Anche di notte è quasi impossibile ritrovarsi liberi, figurarsi!, come lassù. Passano un bel po’ di giorni, settimane, prima che David torni a godere pienamente del corpo di Silvy, sempre però immutabile nel suo innamoramento rimasto intatto. Sono due ore di godimento sessuale pieno, ancora una volta travolgente, nella camera da letto della madre. Sono chiusi a chiave dentro per evitare sgraditissime e inopportune sorprese; l’appartamento non è disabitato. Il padre dorme in fondo al corridoio, in una sua camera; lo si sente russare e tossire; meglio, così possono capire i suoi movimenti.  La cameriera non c’è. Lo fanno, come altre volte, in piedi, nudi ovviamente; lei appoggiata alla sponda del letto, chinata in avanti, lui dietro che la possiede con il membro nella vagina mentre la stringe alla vita, al seno, aderendo quasi ferocemente al suo “culetto”, con questo volendosi dire che Silvy ha un fondoschiena ben fatto, sodo, non invaso dalla cellulite, smagliature, pieghe. David, dopo due orgasmi, dopo averla baciata a lungo tra la peluria della “fichetta” – anche questa va detta così –, toccata a lungo e baciata su tutto il corpo e ricambiato, si ritira felice. Ma poi a lui nei giorni che seguono la mamma sembra un po’ cambiata, anche nel viso, più seria, pensierosa; ogni tanto accusa dei malesseri, non riesce a volte a finire il pranzo o la cena. Una volta, entrato da lei “per darle il bacio della buona notte”, si era offerto di rivestire il suo “affare” con il profilattico, lei però gli aveva detto, con voce che pareva stanca, che non occorreva. Strano! Però era la prima volta che lo avrebbe messo, l’altra volta non ci aveva pensato, e quindi non si era allarmato per qualcosa di misterioso che poteva esserci nell’aria. La mattina, stanchi per la notte d’amore, si erano fatti sorprendere insieme nel letto dalla cameriera tornata presto dal permesso. Questo non ci voleva. David sentiva con inquietudine in quei giorni che stava avvenendo un cambiamento nella loro vita; temeva che si sospettasse di loro, magari che venissero separati. Ma c’era ben altro e questo era dovuto proprio all’amore sbocciato tra lui e la sua Silvy, seguito subito da quella cosa strana, insolita, inquietante, che fa pensare, l’incesto, inquietante ed eccitante, da loro due goduto nel sua perversione di fondo; c’era qualcosa di nuovo, di diverso, se poteva esserci ancora qualcosa di diverso tra loro. La novità, grossa, riguardava Silvy e naturalmente lui in prima persona, ma gli fu tenuta segreta dalla sua amante per almeno un paio di settimane, amorevolmente, e anche con qualche timore. Silvy, non molto tempo dopo il ritorno a casa, un po’ se l’aspettava, si era resa conto senza alcun dubbio del grande cambiamento che stava avvenendo in lei: aspettava un bambino! Lassù, in montagna, era rimasta incinta, incinta del suo David! Le mestruazioni quel mese erano saltate, non erano venute. Il suo David, quell’esserino che venti, ventun anni prima, aveva tenuto in braccio e allattato, ora l’avviava dunque alla seconda maternità. Lassù ci aveva rimediato il suo secondo pancione! Quasi incredula, guardava adesso una sua fotografia incorniciata in argento che tenevano, lei e il papà di David, sul comò in camera da letto; c’è lei, Silvy, con sul volto ancora i segni delle fatiche del parto, che ha in braccio David di pochi mesi; è sorridente, raggiante; sembra una bambina; David ha una espressione vivacissima, sembra quasi un animaletto, una bestiolina. Chi glielo avesse detto, vent’anni dopo! Di quanto avvenuto Silvy se ne dava la responsabilità: vittima della sua lussuria scostumata, anche se temperata dal vero amore che nutriva per suo figlio. Ma era stato tutto così tremendamente…dolce, piacevole, indimenticabile! E David, anche lui non esente da colpe, come avrebbe preso la notizia? Ci pensava preoccupata. Si sarebbe allontanato da lei? Si sarebbe disinteressato di “loro”, di lei e del bambino, come fanno cinicamente tanti “seduttori” dopo aver goduto del corpo della donna? David aveva 21 anni compiuti, non era un ragazzo; nei suoi confronti aveva adottato con calcolo i modi, le tattiche della seduzione, approfittando anche della sua arrendevolezza di madre. E il bimbo che lei aspettava era anche suo, per la vita! Queste idee la spaventavano; non poteva vivere senza di lui anche se il loro legame non sarebbe mai stato riconosciuto; desiderava sentirlo vicino in questo momento così difficile. In Silvy il dubbio sulla fedeltà, sulla lealtà di David durò assai poco; erano si due perversi che si erano trovati, ma “tutto” discendeva dall’amore che li legava; lei ne era sicura e pensava al futuro. Poteva vivere ancora con lui almeno altri cinque, sei anni, sette anni, e poi si sarebbe presa qualche decisione. Non lo voleva fare assistere all’arrivo della sua vecchiaia. Ora bisognava far passare questo momento e pensare alla creaturina che aveva in grembo. Aveva perso la testa per quel bel giovanotto, così distinto, e nello stesso tempo virile; era stato così dilettevole nel piacere proibito di possederla, tenendo nell’amplesso l’orgasmo conclusivo lontano il più possibile! Quel pomeriggio nella saletta riscaldata avevano bevuto, ma erano rimasti del tutto consci di quello che facevano fuori delle regole e avevano goduto con il cuore in tumulto e il respiro corto. Lei era riuscita egregiamente, lucidamente, a far credere ai conoscenti che erano venuti a invitarli per la festa di San Valentino a ballare nella loro villa, che erano molto stanchi, che avrebbero fatto uno spuntino e sarebbero andati a letto; anzi David già dormiva. Non era vero, lui si era nascosto con il cuore gonfio di apprensione perché temeva che “quelli” gli portassero via la donna, la sua amata non ancora posseduta. Conosceva sua madre; era una appassionata del ballo; ci perdeva la testa quando ballava. Durante una festa lei si era messa a far coppia fissa con un bell’uomo e David, ragazzetto, aveva capito e se ne era andato piangendo. Tutti i presenti lo avevano notato e molti lo dissero alla madre; Silvy, abbastanza imbarazzata per l’interesse malizioso di chi le stava intorno, piantò il bel fusto e raggiunse suo figlio quasi correndo; salutò gli amici e tornò a casa con lui. Adesso che lei potesse andare via a ballare con quelli che le ronzavano intorno era l’angoscia calata su di lui; ma lei, anche questa volta scelse di stare con il suo ragazzo; quel pomeriggio era la parte essenziale del suo “progetto”! David di lì a poco si era dimostrato un amante eccezionale; manteneva la promessa fatta con le sue due esibizioni dell’estate. E le parti sembravano invertite: lui l’uomo fatto, maschio efficiente, lei la ragazza soggiogata dalla sua forza. Avevano subito cominciato con un bacio lunghissimo – cerchiamo di ricordare in ogni momento che abbiamo a che fare con madre e figlio, una coppia dunque molto particolare –, un bacio appassionato, con le lingue che si avvolgevano l’una all’altra, la saliva che spudoratamente passava dalla bocca di lei alla bocca di lui; lo strumento del piacere di David era salito altissimo e lui glielo premeva contro. Aveva messo subito le mani e la bocca al seno che Silvy gli offriva; era passato ansimando al fondoschiena; e poi la mano, le mani, fra le desideratissime cosce materne; si era messo a baciarle con le labbra e la lingua, caduto in ginocchio. Era arrivato a baciare le mutandine sul triangolo fra le cosce; aveva sentito l’odore e il sapore della sua vagina, che lo stordirono portandolo fino al colmo del piacere. Un po’ alla volta si erano tolti di dosso maglie, magliette, pantaloni lui, la gonnella lei, il reggiseno e la biancheria intima. Adesso David voleva penetrarla nei suoi intenti “contro natura”, fecondarla, ingravidarla…; lei, al contrario cercava di prolungare quei magici momenti di amore; riuscì a farlo rientrare in sé, a ricordargli amorevolmente, dolcemente, che c’era anche lei, con i suoi diritti nella battaglia d’amore; avevano davanti tutta la notte e i giorni a venire; desiderava, stringendolo forte, che lui si mettesse con il viso tra le sue gambe aperte, ora che si era tolta le mutandine; “amore mio, tutto quello che vuoi, ma, prima, baciami un pochino…, qui…”; e lui, proprio lui, quello da lì uscito miagolando vent’anni prima, ci sarebbe rientrato per renderla madre…

Pensava però anche di averlo messo nei guai, lei, la madre, pur facendolo felice al massimo, aggiungendo “straordinariamente” felice. E lei! Si era scoperta una femmina quasi insaziabile, eppure un  marito lo aveva avuto, altri uomini l’avevano posseduta, ed era sopravvissuta per circa cinque anni ad un matrimonio “bianco”. Si consolava però al pensiero che siamo tutti, donne e uomini, un po’ ninfomani. L’importante è che l’amore fisico non diventi un vizio e che il partner o la partner siano all’altezza, e allora ne vengono fuori di emozioni, di spinte spasmodiche verso il piacere assoluto! Temeva di aver fatto una brutta figura con David; ma no!; David in “quei” momenti era talmente stravolto da accorgersi a male pena di essere al mondo! Anzi avrà ricavato ancora più piacere, avrà ancora più goduto dalla sua partecipazione all’amplesso, così attiva, così accesa. Vero amore più sesso, vero sesso più amore: questo erano loro due abbracciati bocca su bocca nel letto matrimoniale di Pescasseroli. Alcune sante erano sicuramente ninfomani, solo che loro rivolgevano il loro orgasmo all’adorazione di Cristo o del Padreterno! E David che nel colmo del godimento, prossimo alla eiaculazione, con voce soffocata, arrivava a chiederle un bambino! Sentiva ancora la sua voce mentre usciva il getto del suo sperma ben dentro la vagina: “sei mia! ti voglio mettere incinta!”. Capirai, una cosa da niente!  Dovrebbe essere contento di esserci riuscito. Ma era proprio la passione incontenibile di David, della sua stessa carne!, che esaltava la sua passione; era la loro congiunzione, così nuova per lei, a farne un’altra donna, a quarant’anni; conosceva adesso con l’incesto il vero piacere! Voleva andare fino in fondo, farsi possedere da suo figlio all’infinito. Silvy quel pomeriggio vedeva per la prima volta integralmente, con tutto l’apparato del maschio, la sua verga eretta verso l’alto, altri dicono “pene”, “membro”, e ben altri nomi di bassa lega. Era uno strumento del godimento, fornito dalla natura, bellissimo, armonioso; era duro, durissimo nella penetrazione, ma caldo e delicato al tatto, come lei lo sentiva quando con la mano l’accompagnava alla fessura fra le cosce, fra i piccoli ricci dei peli sottili del colore tra l’oro e l’ambra. E quella verga, con il glande nudo che pareva un piccolo aratro carnoso, dopo essere passata per la sua dolcissima bocca, e i teneri baci, la inondava nel profondo, sotto il suo ventre, del liquido seminale di lui; e lei poi provvedeva con un buon numero di salviette del bagno a detergere i due sessi, asciugando anche l’abbondante “sperma femminile” schizzato nella parte interna delle cosce dalle piccole ghiandole in orgasmo della sua vagina. Spesse volte la donna quando capisce nell’amplesso la volontà del maschio sopra di lei di ingravidarla anche contro la sua volontà, si eccita enormemente; evidentemente l’istinto della maternità nella donna rimane vivo anche nell’atto sessuale, connaturato con questo; sessualità e maternità nella donna sono congiunte strettamente.  Momenti di congiunzione totale ora tra Silvy e il suo amante; verrebbe da dire “comunione”, dei due innamorati. E Silvy sapeva quando in lei era sbocciato il fiorellino, Amanda, la loro bambina. Fu quel pomeriggio, dopo le cinque, il giorno di San Valentino, quando lei aveva rifiutato, gentilmente ma fermamente, di andare a ballare dai vicini. Piacere immenso, da lei fermamente voluto, ancora di più perché unico nel mondo intorno a loro. David, nudo, si era disteso supino sull’ampio divano, lei gli era andata sopra e il suo amante l’aveva penetrata dal basso, spingendo con la forza delle reni; aveva dato dei colpi forsennati che l’avevano fatta impazzire, quasi urlare dal piacere, e poi stringendola al petto, baciandola sul viso, sugli occhi, l’aveva riempita del suo sperma. Erano rimasti in uno stato quasi di incoscienza, ma si erano ripresi rapidamente. Non dovevano perdere neanche un momento di quelle ore. Fuori nevicava.

Sulle piste da sci, nei ristoranti non li videro più e neppure vennero a cercarli. Uscivano, lui o lei, soltanto per rifornirsi dello stretto necessario per sopravvivere, o per acquistare una bottiglia di vino buono.

Incinta! Aveva anche pensato di farla franca; era appena uscita dalle mestruazioni; quindi….quindi si era sbagliata! Del resto gli amplessi clandestini, illeciti, sono spessissimo forieri di questi “incidenti”. Quella era stata la sua seconda luna di miele; David c’era anche nella prima, dentro la sua pancia da più di tre mesi. In questa seconda era rientrato con quel suo irresistibile “arnese” da scasso nella pancia che l’aveva generato e allevato; un giovane sposo infaticabile, giorno e notte,  sulla sua formosa e accogliente sposa. Ma il piacere si paga, pensava Silvy; era una punizione? Ma no! I bimbi non sono mai una vendetta del cielo, o l’ “invidia degli dei”! Certo, un bel problema, cosa fare? Molte signore, nelle sue condizioni hanno abortito. Una sua collega, all’Università, che vive con il figlio di 26/27 anni, l’aveva fatto a 46 anni; gli incauti. Chissà da quanti anni e rimanerci così stupidamente! Nessun commento negativo alla notizia circolante; ci si rideva e qualche collega donna diceva: “beh?, si, con un così bel ragazzo, magari…!”. Ma, abortire un bimbo di David? Neanche a pensarci!  Ne parla finalmente con lui, il padre!, che è ora il suo effettivo, amatissimo “marito”, gradualmente accettato come tale. Silvy gli chiede quasi perdono di averlo messo in un guaio così irrimediabile!  Ma lui ne impazzisce dalla gioia alla notizia; passa la notte con lei nel lettone baciandola, e baciandola sulla pancia, senza tralasciare naturalmente di possederla con la solita passione, questa volta però con la massima delicatezza per paura di fare del male al loro bambino. Anche Silvy, la mattina andando in macchina all’Università, ci pensa sorridendo, contenta, perché no! Se pensa a come è avvenuto il concepimento quel pomeriggio il clitoride va in erezione in tre secondi e deve mettersi uno o due fazzolettini in quel posto, fermandosi un attimo in un luogo discreto. Si porta spesso la mano libera sul ventre dove sa che sta crescendo qualcosa di importante che le cambierà la vita, in meglio senz’altro. L’importante per ora è che cresca senza problemi. Il fattore genetico! Le congiunzioni fra stretti consanguinei, come nel loro caso, sono giustamente condannate, soprattutto perché non si generalizzino, lei è informata; ci ha pensato a lungo prima di partire con David, conoscendone la passione che lei si proponeva di appagare se si fosse apertamente manifestata; lo sperava fortemente, lo sperava per ricavarne la sua parte di godimento; ma certo, come madre, non poteva rivelarglielo, doveva aspettare che passasse almeno la prima notte, ognuno nella propria camera, e poi fare qualche piccolo passo; lui non era proprio un timido: quelle shoccanti esibizioni! Oramai le riteneva una promessa.  In conclusione: i bambini sanissimi, nati da incesto, smentiscono le previsioni più pessimistiche. Silvy tuttavia è fondamentalmente contraria all’incesto, anzi lo condanna; ma come si fa quando ci si innamora di un così bel ragazzo e si è chiamata addirittura a ricambiarne il desiderio, sia pure giudicato impuro!  A poche  capita una tale fortuna, e poi nella situazione particolare in cui lei viveva, loro vivevano, da anni! E la Natura? Quante ne aveva viste, sapute, andando in escursione tra quei monti dell’Abruzzo dopo l’acquisto della casa a Pescasseroli; la Natura nella perpetuazione delle specie pratica largamente, brutalmente, l’incesto! E quello che combinano i pastori, i contadini, con le loro disgraziate figlie! E le “matriarche” non erano da meno con i loro giovanotti, lassù negli stazzi tra i monti! “Incesto” poteva persino passare per una parola corrente, interscambiabile con altre. Ma no!; quelle erano manifestazioni di animalità; tra lei e David c’era stato amore di quello vero, oltre a quello da madre a figlio; tutto quanto era avvenuto sui letti, sui divani, in piedi, era avvenuto perché erano giovani e si erano piaciuti. Qualsiasi donna, pur equilibrata e anche benpensante, al posto suo avrebbe ceduto, oltre che alla avvenenza fisica e alle qualità elette della mente, dell’anima, a tutto ciò che avevano significato quegli anni tra lei, Silvy, e David. Il loro era un rapporto “umano”, quindi non fondato sui soli istinti; si, quelli c’erano, e si facevano sentire, ma rappresentavano soltanto la parte ereditata dalla formazione stessa della specie umana. Adesso, con questa gravidanza in cui sentiva le sue colpe, ma non se ne pentiva, David è più suo; se lo godrà ancora per diversi anni; nessuna, con questo legame, anche non rivelato, glielo porterà via. E da dove le poteva venire un amante, giovanissimo, così caldo e superdotato? Dio come l’ha duro! Lei nei preliminari dell’amplesso vero e proprio arrivava a dirglielo, cercando però, da donna  avveduta, a non figurare come una esperta…in materia; il suo …, che maneggia delicatamente e tocca teneramente con le labbra e la lingua, è bello e duro perché, perché: … “te l’ho fatto io!” gli sussurrava in un sorriso. E quando gli si metteva con quella bocca in mezzo alle cosce e le passava la lingua per ore la notte sulla e dentro la sua parte più delicata, e insieme ridevano se qualche suo peluzzo dorato gli rimaneva in bocca o sulla punta della lingua e lui lo cercava con le dita per non farlo andare in gola! Ma capitava anche a lei! Sorrideva al pensiero di come però David era delicato, rispettoso nei suoi confronti, da bravo figlio! Lui aveva paura che tutto svanisse in una bolla di sapone e che lei un  giorno gli dicesse che dovevano smetterla… Tutti quegli anni vissuti senza più conoscere certe emozioni, delle quali non si può fare a meno, soprattutto con l’età che avanza. Soltanto il sesso può fermare il tempo! Degli altri poco le importava. In  queste situazioni basta tenere la bocca chiusa. Quando avrà il pancione farà capire, con aria noncurante, di avere un compagno di cui non intende parlare, così con i parenti della parte del marito, che sarà difficile scrollarsi di dosso pure dopo la separazione e il divorzio. E anche David dovrà seguire una linea di grande riservatezza perché potrebbe essere lui il più esposto alle maldicenze. E all’Università? Ce ne sono all’Università di madri senza marito! Così con i parenti. Se dovessero insorgere questioni con quello che lei considera un ex-marito, se ne andranno tutti e “tre” in un’altra casa. Quando trapelerà qualcosa, inevitabilmente, lei come docente e ricercatrice ha una certa notorietà, saremo nel 2015, pensava, o nel 2020, e i tempi saranno cambiati e pochi si daranno la briga di commentare, positivamente o negativamente, che una madre ancora giovane, abbia una relazione con uno stretto consanguineo, maggiorenne comunque. E lei, certo, non si metterà a rilasciare interviste. La sua è una Università laica dove non  si indaga sulla vita privata dei docenti; l’importante è che in certe vicende personali non siano coinvolti studenti con traffici a livello di “voto di scambio” per interessi pecuniari o per altro.  David e Silvy hanno deciso coraggiosamente di portare avanti la gravidanza alla luce del sole. Le visite mediche, le ecografie danno ottimi risultati: è una bambina, in perfetta salute finora, e promette bene. David da qui a qualche anno la potrà riconoscere come sua figlia, generatagli dalla propria madre volontariamente, come atto d’amore. Si avvarrà della nuova legge di cui si è detto prima; ne è troppo felice, e non avrà paura di andare in pubblico, anche con Silvy, se ciò sarà richiesto. La riconoscerà forse insieme ai fratellini che verranno se loro due, i genitori, sempre presi dai loro frenetici e, in qualche misura, perversi istinti, continueranno a fare sesso, studiando tutte le possibili occasioni, con la mente sempre a quella tempesta erotica che li investì lassù, lontani dal mondo. David dovrà trovarsi un lavoro per contribuire al mantenimento della sua particolare, molto particolare, famiglia.

Silvy dopo la gravidanza, il parto e l’allattamento, è alquanto appesantita, un po’ matronale. Il suo bel seno è cresciuto più del doppio, con le poppe gonfie di latte che dà alla bella Amanda, la loro bambina. La nascita è avvenuta del tutto regolarmente; l’ostetrica è stata veramente in gamba a rimettere a posto il braccino che la bambina aveva messo pericolosamente avanti; voglia di nascere! C’è stato anche il battesimo, un po’ frettoloso e segreto, la bimba in braccio alla mamma, bella e radiosa, David un po’ indietro; battesimo che i due genitori hanno voluto con i nonni materni, oramai consapevoli, anche se ancora comprensibilmente sconcertati: la loro unica figlia amante del proprio figlio! La creatura, se crescerà sana lo dovrà al suo angelo custode, che c’è anche per i bimbi nati dal più scandaloso dei peccati! Un momento di imbarazzo lo hanno attraversato quando il sacerdote ha chiesto del padre della bimba; se la sono cavata dicendo all’officiante che il “padre”(nella realtà sulla carta l’altro nonno) purtroppo non era credente e quindi aveva disertato la cerimonia. Amanda assomiglia straordinariamente a David; spiegabilissimo, è sua figlia, non ci sono dubbi, ma la sua mamma è anche mamma di suo padre, quindi lei è anche sorella del suo papà! E altre se ne potrebbero dire. L’amore e il sesso possono fruttare questi casi estremi; ma quanti ce ne saranno, tenuti nascosti nei segreti delle famiglie, anche tra quelle più rispettabili! Il DNA indagato frutta scoperte inimmaginabili. Per scoprire una paternità, il soggetto più richiesto, oggi si spende una manciata di Euro; si spende se si vuole avviare una causa legale partendo dai dati forniti dal DNA. Come impedire certi amplessi proibiti? La giunzione dei due sessi supera, aggira gli ostacoli, anche quelli frapposti al concepimento, nei modi e nei tempi meno prevedibili!  C’è di mezzo per la nostra coppia pure l’adulterio, tuttavia oramai depenalizzato, perché Silvy mettendosi con David ha tradito il suo legittimo sposo, cioè il padre di lui; gli ha fatto le corna! E adesso ha le poppe piene di latte, tutto questo per colpa sua, pensa David, felice. Quelle belle, grandi, “sise” lo attraggono quasi con furore; è da lì, da quei bei capezzoli che mamma Silvy gli offrì quel pomeriggio da toccare, baciare, e succhiare, dopo vent’anni!, che la loro love story di San Valentino divenne un passionale incontro di due amanti, molto simili tra di loro, amanti fuori delle regole e dalla moralità corrente e per questo passione tremendamente impetuosa, inarrestabile, che li aveva conquistati, e resi felici. Appena ristabilita mamma Silvy avrà da David un’altra gravidanza, lei lo sa. Spesso dormono insieme, certo, come marito e moglie, lui aderente al suo ricco e ben formato fondoschiena, con la bambina, che la notte devono cullare e nutrire. Lei, due volte mamma, ha l’insegnamento che riprenderà fra poco, lui gli esami all’Università da sostenere. Quanto durerà il loro amore? Silvy non ci vuole pensare; quell’anno è stato meraviglioso, una magia inimmaginabile. Seguirà David nel suo percorso fino alla laurea; è un suo dovere di…madre. Il comodino accanto al letto ha in un cassettino, nascoste, delle belle scatoline rivestite di una pellicola trasparente lucida, che va rimossa nell’uso: la provvista di condom per alcuni mesi;  niente “pillola” comunque, fa ingrassare.

Un “aggiornamento” sulla storia delle care persone di cui ci siamo occupati finora si rende necessario. Silvy, David e Amanda sono ora nel 2015, piena estate; andranno a prendere qualche giorno di fresco nella casetta di Pescasseroli. Non ci sono state particolari novità da segnalare. Fratellini per Amanda non ne sono arrivati, nonostante la buona volontà di David e la piena “disponibilità” e totale collaborazione di Silvy. Lei è sempre, a 45 anni, la bella biondina che conosciamo, formosetta anzi che no dopo il parto di quattro anni prima. Ha sempre alle costole il suo innamorato pazzo, due volte innamorato, come figlio e come “marito”. Grazie a un cugino della nonna materna Silvy è riuscita a far entrare David, che nel frattempo si è laureato, presso il Ministero per gli Affari Esteri. Quindi in casa adesso ci sono due stipendi. Ma le cure per i ricoveri nelle varie cliniche per il padre di David sono molto costose e ci sono delle complicazioni per le firme che servono alla scuola materna dove va Amanda; Silvy legalmente e anagraficamente risulta ancora sposata e David è completamente fuori causa fino a quando non sarà completato l’iter legislativo riguardo al riconoscimento di questi bimbi un po’ speciali. Amanda è proprio bella; adesso ha quattro anni; la portano spesso, inverno ed estate, nella casetta “dell’innamoramento” di Pescasseroli; sul lettone tutti e tre passano le ore a giocare e a baciarsi. Lì in montagna non vogliono vedere nessuno, né a loro importa cosa i vicini possano pensare della bimba. David non ha dimenticato che il pomeriggio fatale di San Valentino di cinque anni prima aveva rischiato che gli portassero via, a ballare, la sua amata, non ancora sua; Amanda ora non ci sarebbe.

Estate 2015

Ulisse

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