Ciao a tutti, il mio nome è Mara, sono una giovane donna di 25 anni, capelli scuri, occhi scuri, minuta e piccola ma con due tette e un culetto da favola (a quanto dicono) e oggi vi voglio raccontare cosa mi è capitato alcuni mesi fa.
Premetto, discendo da una famiglia normale anche se molto libertina e non mi reputo certo una “donna di facili costumi” anche se dopo l’accaduto (che non ha lasciato stranamente alcun strascico) forse non ne sono più tanto convinta… Evidentemente non avevo fatto i conti con il detto “la carne è debole”..
Comunque,qualche tempo fa appunto a Roberto, il mio ragazzo, non “tirava” più come una volta, per capirci la nostra intesa sessuale stava soffrendo di un periodo di stanca da parte sua; non mi aveva mai esposto un eventuale problema di questo genere e parlandone dopo qualche “rapporto” non riuscito proprio bene si era appellato alla solita stanchezza, stress e problemi vari che attenagliano un pò tutti noi ai giorni nostri. (Forse ragionando da maschio era stanco della “solita minestra” aggiungo io, anche se tra noi non ci sono mai stati freni inibitori ed io non ho mai posto limiti di coppia quando si è in due a volerlo)
Così dopo averne parlato per scherzo diverse volte e aver giocato entrambi con la fantasia decidemmo di ravvivare il rapporto coinvolgendo una terza persona reale nel nostro menage. Colsi il coraggio a due mani e non volendo entrambi ricorrere ad estranei o conoscenti e amici (la gente mormora…) ne parlai con mia madre che come ho già detto è di larghe vedute e nonostante il suo stupore non ebbe nulla da obbiettare al momento e decidemmo così di esporre insieme la cosa al suo compagno Davide (il mio patrigno praticamente) che sapevo con certezza sbavava per me (confessioni in famiglia) e probabilmente proprio perchè vedeva in me il frutto proibito dell’incesto (anche se in realtà non lo era).
Fu così che terminai la proposta chiedendogli se gli avesse fatto piacere accettare una parte del mio corpo (il culetto) a solo scopo terapeutico con mamma e Roberto presenti ovviamente. Mi rispose che non vedeva l’ora: ribadii io Decidemmo di organizzare la cosa per la sera seguente e come stabilito ci ritrovammo dopo cena tutti e quattro in salotto, un pò nervosi ed eccitati per la verità. Ero infoiata all’idea della monta per bisogna ma anche un pò timorosa perchè Davide ha(a detta di mamma) un cazzo notevole soprattutto in circonferenza.
Dopo qualche scambio di battute ci accomodammo tutti sul grande divano, mamma da un lato ed io in mezzo ai due maschietti; quel gran cornuto del mio ragazzo era tutto ingrifato e collaborava palpeggiando una mia coscia mentre stavo tra le braccia di Davide che baciandomi dappertutto mi stava spogliando con grande solerzia; sentivo mani e bocche ovunque che mi frugavano e cercavano i miei pertugi, la pressione stava velocemente salendo, mi ritrovai in un vortice di eccitazione generale senza controllo.
Di lì a poco eravamo tutti nudi (tranne mamma che sembrava sconvolta e preoccupata ma secondo me anche lei eccitata, probabilmente si sentiva pure lei cornuta e mazziata) e notai con piacere che la cura stava facendo effetto: a Roberto era diventato duro come il marmo. Dopo qualche leccata propiziatoria al buchetto posteriore, senza ulteriori indugi Davide mi prese di peso e mi infilò sul suo bastone gonfio e umido in un sol colpo…
Tirai un urlo soffocato e lo supplicai di fare piano, cazzo come bruciava il suo pistone mentre risaliva il mio orifizio intestinale mentre Roberto ribadiva quanto fosse cornuto e quanto fosse indurito il suo di cazzo a quella vista. < Si…si… continua così! Che troia che sei! E che cornuto che sono, cornuto e felice amore mio, non vedo l’ora di riempirti io per bene la fica poi> Mamma intanto dava del gran porco a Davide: Intanto io rincaravo la dose al mio ragazzo: Poi rivolta a Davide che abbrancato alle mie tette stantuffava con affondi massacranti da sotto il mio povero buchetto straziato: Quando il suo uccello mi arrivò in cima all’intestino strabuzzai gli occhi, bruciava da matti e mi riempiva completamente; quel gran porco mi martellava di colpi ed ogni affondo mi toglieva il fiato. Ormai avevo perso ogni freno inibitore, dolore misto a piacere e tanta foia; mi sentivo ed ero una gran troia. Se da un lato volevo che finisse e mi riempisse il culetto di sperma caldo e denso che avrebbe magari, mitigato un pò il bruciore, dall’altro speravo che continuasse all’infinito, ormai ero la sua puttanella.
Poi avrei dovuto accontentare anche quel gran cornuto di Roberto che tutto ingrifato mi incitava con frasi sconce e attendeva impaziente il suo turno… Fosse stato per me li avrei presi a quel punto contemporaneamente: uno nel culetto martoriato e ormai spanato e l’altro nella fica fradicia dei miei umori.. Davanti solo quello del mio ragazzo però: la fica è solo sua, ci mancherebbe… troia sì… ma fedele. (continua)
Racconto mandato da “BigWolf”